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EMISSIONI DI AZOTO EQUIVALENTE IN AGRICOLTURA
Abstract:
L’indicatore descrive l’ammontare di azoto annualmente perso in atmosfera, in termini di azoto ammoniacale (N-NH3), di azoto nitroso (N-NO2) e di azoto sotto forma di protossido di azoto (N-N2O) prodotto dal settore agricolo, dovuto principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti. L’indicatore può essere usato per valutare l’efficacia degli apporti di azoto al suolo attraverso il calcolo del bilancio dell’azoto, anche nell’ambito dell’applicazione della Direttiva Nitrati. Nel 2019 il settore agricolo ha emesso 311,3 migliaia di tonnellate di azoto equivalente, con una riduzione del 21,1% rispetto al 1990 e del 12,1% rispetto al 2005.
Descrizione:
L’indicatore descrive l’ammontare di azoto annualmente perso in atmosfera, in termini di azoto ammoniacale (N-NH3), di azoto nitroso (N-NO2) e di azoto sotto forma di protossido di azoto (N-N2O) prodotto dal settore agricolo, dovuto principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti.
Le emissioni di N-NH3 e N-NO2 prodotte dal settore agricolo sono principalmente dovute all’utilizzo esteso dei fertilizzanti sintetici e organici e alla gestione degli allevamenti animali (emissioni dal ricovero e dallo stoccaggio). La quantificazione delle emissioni di N-NH3 e di N-NO2 avviene attraverso appropriati processi di stima definiti dalle metodologie indicate nel manuale di riferimento EMEP/EEA (EMEP/EEA, 2019) concernente l’inventario delle emissioni atmosferiche (ISPRA, 2021[b], [d]).
Per la costruzione dell’indicatore, sono state inoltre considerate le emissioni dirette e indirette di N-N2O derivanti dai processi fisico-chimici e biologici che avvengono nei suoli agricoli e dalla gestione delle deiezioni animali (emissioni dallo stoccaggio e dal trattamento dei reflui zootecnici). Le stime sono state effettuate secondo la metodologia di riferimento sviluppata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, 2006) inerente all’inventario delle emissioni dei gas serra (ISPRA, 2021[a], [c]).
Le emissioni di N-NH3 e N-NO2 prodotte dal settore agricolo sono principalmente dovute all’utilizzo esteso dei fertilizzanti sintetici e organici e alla gestione degli allevamenti animali (emissioni dal ricovero e dallo stoccaggio). La quantificazione delle emissioni di N-NH3 e di N-NO2 avviene attraverso appropriati processi di stima definiti dalle metodologie indicate nel manuale di riferimento EMEP/EEA (EMEP/EEA, 2019) concernente l’inventario delle emissioni atmosferiche (ISPRA, 2021[b], [d]).
Per la costruzione dell’indicatore, sono state inoltre considerate le emissioni dirette e indirette di N-N2O derivanti dai processi fisico-chimici e biologici che avvengono nei suoli agricoli e dalla gestione delle deiezioni animali (emissioni dallo stoccaggio e dal trattamento dei reflui zootecnici). Le stime sono state effettuate secondo la metodologia di riferimento sviluppata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, 2006) inerente all’inventario delle emissioni dei gas serra (ISPRA, 2021[a], [c]).
Scopo:
Descrivere l’ammontare di azoto annualmente perso in atmosfera, in termini di azoto ammoniacale (N-NH3), di azoto nitroso (N-NO2) e di azoto sotto forma di protossido di azoto (N-N2O) prodotto dal settore agricolo. L’indicatore può essere usato per valutare l’efficacia degli apporti di azoto al suolo attraverso il calcolo del bilancio dell’azoto, anche nell’ambito dell’applicazione della Direttiva Nitrati.
Rilevanza:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È semplice, facile da interpretare
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Misurabilità:
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
Un’ “adeguata” copertura spaziale
Un’ “idonea” copertura temporale
Solidità:
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Convenzione UNECE sull’inquinamento transfrontaliero a lungo raggio (Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution, CLRTAP);
Protocollo di Göteborg (1999 e 2012);
Direttiva NEC (2001/81/CE) e D.Lgs. 171/2004 di recepimento della Direttiva NEC (2001/81/CE);
Direttiva NEC (2016/2284) e D.Lgs. 81/2018 di recepimento.
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con legge n. 65 del 15/01/94;
Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con legge n. 120 del 01/06/02;
Delibera CIPE del 19/12/2002;
Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto (2012);
Accordo di Parigi (2016);
Regolamento europeo (1999/2018);
Direttiva Effort Sharing (406/2009/EC);
Regolamento Effort Sharing (842/2018/EC).
Non ci sono specifici obiettivi previsti dalla normativa, ma si può fare riferimento agli obiettivi stabiliti per gli indicatori collegati (Emissioni di ammoniaca dall'agricoltura; Emissioni di gas serra dall'agricoltura).
Protocollo di Göteborg (1999 e 2012);
Direttiva NEC (2001/81/CE) e D.Lgs. 171/2004 di recepimento della Direttiva NEC (2001/81/CE);
Direttiva NEC (2016/2284) e D.Lgs. 81/2018 di recepimento.
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con legge n. 65 del 15/01/94;
Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con legge n. 120 del 01/06/02;
Delibera CIPE del 19/12/2002;
Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto (2012);
Accordo di Parigi (2016);
Regolamento europeo (1999/2018);
Direttiva Effort Sharing (406/2009/EC);
Regolamento Effort Sharing (842/2018/EC).
Non ci sono specifici obiettivi previsti dalla normativa, ma si può fare riferimento agli obiettivi stabiliti per gli indicatori collegati (Emissioni di ammoniaca dall'agricoltura; Emissioni di gas serra dall'agricoltura).
DPSIR:
Pressione
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici:
Convenzione UNECE sull’inquinamento transfrontaliero a lungo raggio (Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution, CLRTAP);
Protocollo di Göteborg (1999 e 2012);
Direttiva NEC (2001/81/CE) e D.Lgs. 171/2004 di recepimento della Direttiva NEC (2001/81/CE);
Direttiva NEC (2016/2284) e D.Lgs. 81/2018 di recepimento.
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con legge n. 65 del 15/01/94;
Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con legge n. 120 del 01/06/02;
Delibera CIPE del 19/12/2002;
Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto (2012);
Accordo di Parigi (2016);
Regolamento europeo (1999/2018);
Direttiva Effort Sharing (406/2009/EC);
Regolamento Effort Sharing (842/2018/EC).
Non ci sono specifici obiettivi previsti dalla normativa, ma si può fare riferimento agli obiettivi stabiliti per gli indicatori collegati (Emissioni di ammoniaca dall'agricoltura; Emissioni di gas serra dall'agricoltura).
Protocollo di Göteborg (1999 e 2012);
Direttiva NEC (2001/81/CE) e D.Lgs. 171/2004 di recepimento della Direttiva NEC (2001/81/CE);
Direttiva NEC (2016/2284) e D.Lgs. 81/2018 di recepimento.
Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con legge n. 65 del 15/01/94;
Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con legge n. 120 del 01/06/02;
Delibera CIPE del 19/12/2002;
Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto (2012);
Accordo di Parigi (2016);
Regolamento europeo (1999/2018);
Direttiva Effort Sharing (406/2009/EC);
Regolamento Effort Sharing (842/2018/EC).
Non ci sono specifici obiettivi previsti dalla normativa, ma si può fare riferimento agli obiettivi stabiliti per gli indicatori collegati (Emissioni di ammoniaca dall'agricoltura; Emissioni di gas serra dall'agricoltura).
Limitazioni:
Non compilato
Ulteriori azioni:
Non compilato
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni)
Fonte dei dati di base:
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Descrizione della metodologia di elaborazione:
La quantificazione delle emissioni di N-NH3 e di N-NO2 avviene attraverso appropriati processi di stima definiti dalle metodologie indicate nel manuale di riferimento EMEP/EEA (EMEP/EEA, 2019) concernente l’inventario delle emissioni atmosferiche (ISPRA, 2021[b], [d]). Le emissioni dirette e indirette di N-N2O sono state stimate secondo la metodologia di riferimento sviluppata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, 2006) inerente all’inventario delle emissioni dei gas serra (ISPRA, 2021a], [c]).
Core set:
7EAP - Dati sull'ambiente
Altri Core set:
Non compilato
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
1990-2019
L’indicatore è stato costruito con i dati di emissione calcolati annualmente su scala nazionale e nell’ambito del processo di preparazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera, in conformità ai principi di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità e completezza richieste dalla metodologia di riferimento. |
Stato:
Buono
Descrizione/valutazione dello stato:
Le emissioni di azoto equivalente nel 2019 sono state pari a 311,3 migliaia di tonnellate, e il maggiore contributo, pari all’88,4%, deriva dalle emissioni di azoto ammoniacale. Contribuiscono in misura ridotta le emissioni di azoto sotto forma di protossido di azoto e le emissioni di azoto nitroso, che risultano pari al 6,9% e al 4,7% rispettivamente.
Trend:
Positivo
Descrizione/valutazione del trend:
Le emissioni di azoto equivalente nel 2019 sono diminuite del 25,1% rispetto al valore del 1990, passando da 415,9 migliaia di tonnellate a 311,3 migliaia di tonnellate di azoto equivalente e hanno subito una riduzione del 12,1 rispetto al 2005, in linea con gli obiettivi stabiliti per gli indicatori collegati (Tabella 1). Tale andamento è attribuibile principalmente alla contrazione del numero di capi allevati di alcune specie zootecniche, alla riduzione dell’uso di fertilizzanti azotati sintetici e delle superfici e produzioni agricole, alla diffusione di tecniche di abbattimento delle emissioni nella gestione degli allevamenti
Variabili:
Emissioni di azoto equivalente in agricoltura
Commenti:
Nel 2019, le emissioni di azoto equivalente in agricoltura sono dovute per l’ 88,4% alle emissioni di azoto ammoniacale, per il 6,9% alle emissioni di azoto sotto forma di protossido di azoto e per il rimanente 4,7% alle emissioni di azoto nitroso (Figura 1).
Allegati:
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