AZIENDE AGRICOLE CHE ADERISCONO A MISURE ECOCOMPATIBILI E CHE PRATICANO AGRICOLTURA BIOLOGICA

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Nel 2023, l’agricoltura biologica in Italia ha raggiunto una superficie coltivata di 2.456.020 ettari, coinvolgendo circa 94,4 mila operatori biologici. Il biologico interessa il 7,4% del numero di aziende agricole e il 19,8% della superficie agricola utilizzata (Censimento ISTAT 2021), con una distanza di 5,2 punti percentuali rispetto alla soglia del 25% di SAU Biologica. 
Negli ultimi 33 anni l'andamento è stato crescente sia in termini di operatori, sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola utilizzata in Italia.
A livello europeo, l’Italia è tra gli stati membri più virtuosi.

DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI FERTILIZZANTI (CONCIMI, AMMENDANTI E CORRETTIVI)

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L’indicatore considera i fertilizzanti distribuiti in agricoltura, cioè i mezzi tecnici impiegati essenzialmente per la crescita delle colture agrarie. Analizza la loro distribuzione territoriale e nel tempo, per una rappresentazione complessiva dell’impatto ambientale in funzione dei quantitativi e tipologie di fertilizzanti immessi in commercio.
Nel 2023 sono stati immessi in commercio oltre 4,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti.

Il 40,7% è costituito dai concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), che costituiscono da sempre la tipologia più venduta, con l’unica eccezione nel 2022 e nonostante una riduzione  nel lungo periodo (2000 - 2023).

Seguono i fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici), con un dato di vendita leggermente inferiore (39,8%) e una crescita nel lungo periodo (2000 - 2023). La categoria più venduta è quella degli ammendanti, con oltre 1,2 milioni di tonnellate. Il loro volume di vendita, abbastanza stabile da diversi anni, è per il secondo anno consecutivo più alto rispetto ai minerali semplici, che rappresentano la categoria  prevalente tra i concimi minerali (64,7%).

DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI PRODOTTI FITOSANITARI (ERBICIDI, FUNGICIDI, INSETTICIDI, ACARICIDIE VARI)

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Nel 2022 sono state immesse in commercio circa 103 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, con un contenuto di principi attivi pari a circa 44,5 mila tonnellate

Confrontando i dati delle vendite di prodotti fitosanitari con l’anno precedente (2021) si registra una diminuzione dell’11,6%. Analogo calo si registra anche per la quantità di principi attivi contenuti nei prodotti, che da circa 50 milioni di chilogrammi del 2021 scende a 45 milioni (-11,5%). Diminuisce, conseguentemente, anche la quantità di principi attivi distribuiti per ettaro: (da 4,0 chilogrammi per ettaro di Sau nel 2021 a 3,6 nel 2022).

Nel periodo più ampio 2014–2022 la distribuzione dei prodotti fitosanitari presenta una contrazione di mercato del -20,8%.  I principi attivi diminuiscono del 25,0%, rispetto al 2014, anno di entrata in vigore del vecchio PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) in fase avanzata di revisione, con dinamiche diverse per le varie categorie. Diminuiscono, i principi attivi (p.a.) di fungicidi (-21%), insetticidi e acaricidi (-32,3%), gli erbicidi (-40,8%) e i vari (-26,5%). I biologici invece pur subendo un incremento di ben circa il 59% dal 2014, ad oggi rappresentano solo una quota minima di mercato pari all’1,1% del totale. 

SPRECO ALIMENTARE

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Lo spreco complessivo nel sistema alimentare italiano (spreco alimentare sistemico) ammonta al 66% dell’energia alimentare prodotta. Si registra un aumento dello spreco del 17% rispetto al 2015 in termini di kcal per persona al giorno. La situazione è molto lontana dagli obiettivi istituzionali di dimezzare o ridurre gli sprechi entro il 2030.

AZIENDE E SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA

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L'indicatore stima la dimensione del settore agricolo e del suo potenziale impatto sulle varie componenti ambientali attraverso il numero delle aziende agricole e zootecniche e la Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Dal confronto dei dati degli ultimi due Censimenti dell’agricoltura (2010 e 2020) si rileva un decremento complessivo a livello nazionale di 488 mila aziende (-30,1%) e 424 mila ettari di Superficie Agricola Utilizzata (-3,3%). Inoltre, dall’analisi della variazione della dimensione media delle aziende agricole, le Superfici Agricole Utilizzate sono passate da 8 a 11 ettari medi per azienda, evidenziando un notevole processo di concentrazione dell’imprenditoria agricola. 

CONSISTENZE ZOOTECNICHE

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Le informazioni sulle consistenze delle principali specie d'interesse zootecnico, estratte dalla Banda Dati Nazionale (BDN) dell'Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il Centro Servizi Nazionale (CSN) dell'Istituto "G. Caporale" di Teramo, in cui confluiscono le informazioni relative gli operatori, agli impianti e ai singoli soggetti allevati, fornite congiuntamente dai Servizi Veterinari e dalle Associazioni degli Allevatori, sono state convertite, al fine di una valutazione omogenea, in U.B.A. (Unità Bestiame Adulto).

I dati rilevati indicano per il 2023, ultima annualità completa disponibile per le principali specie considerate, rispetto al 2018, una consistente contrazione per le specie ovina e caprina (-8,1%) e  un aumento della specie bufalina (+9,6%). In termini di UBA (Unità di Bestiame Adulto) totale l'andamento complessivo  si compensa internamente tra le diverse specie allevate e risulta sostanzialmente stabile. In particolare, le specie maggiormente rappresentative del territorio nazionale in termine di UBA (Unità Bestiame Adulto),ovvero  i suini e gli avicoli crescono rispettivamente del 3,9% e del 2,2%, mentre per quanto riguarda la specie bovina  si registra un calo del 2,3%.

ECOEFFICIENZA IN AGRICOLTURA

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L'indicatore analizza la capacità dell'agricoltura nazionale di stimolare la crescita economica, riducendo al tempo stesso le pressioni e gli impatti sull'ambiente. Scopo dell’indicatore è misurare l’eco-efficienza del settore agricolo, cioè la capacità di disaccoppiare (decoupling) i fattori di crescita economica dall’aumento dei fattori di pressione e di impatto. L'evoluzione delle variabili testimonia un buon andamento dell'eco-efficienza dell'agricoltura italiana nel periodo oggetto di analisi (2000-2022). Ciò si evince se si rapporta l’andamento della variabile economica (rappresentata dal valore aggiunto ai prezzi di base), a quello delle pressioni che risultano essere tutte in decrescita (ad eccezione delle aree irrigate) rispetto all’anno di riferimento (2000), anche se non tutte in maniera consistente (uso dell’energia).

EMISSIONI DI AMMONIACA DALL'AGRICOLTURA

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L’indicatore descrive le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale delle emissioni nazionali e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. Nel 2022, il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 317,25 kt di NH3, pari a 90,4% del totale nazionale. L'andamento delle emissioni di NH3 è in linea con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Göteborg e dalla Direttiva sui limiti nazionali di emissione (Direttiva NEC – National Emission Ceiling). L’obiettivo nazionale di riduzione al 2022 è stato raggiunto.

EMISSIONI DI GAS SERRA DALL'AGRICOLTURA

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L’indicatore descrive le emissioni di gas serra (CH4, N2O, CO2) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale di emissione nazionale e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. L'andamento delle emissioni di gas serra del settore agricoltura a partire dal 1990 è in tendenziale diminuzione; tuttavia, ulteriori interventi di riduzione dovranno essere intrapresi per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e delle Direttive europee. In particolare, l’obiettivo al 2030 per l’Italia fissato dal Regolamento Effort Sharing (2023/857/EC) è pari a -43,7% di riduzione delle emissioni complessive di gas serra dei settori agricoltura, civile, trasporti, rifiuti e impianti industriali non inclusi nella Direttiva EU-ETS (European Union Emission Trading Scheme), rispetto ai livelli del 2005. Nel 2022, le emissioni di gas serra dall’agricoltura hanno un peso marginale rispetto al totale delle emissioni dei settori del Regolamento Effort Sharing, pari all’11,2%; mentre la riduzione delle emissioni di gas serra del settore agricoltura rispetto al 2005 è pari a -12,2%.


MORIA DI API DOVUTA A USO DI FITOSANITARI

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Le api, il polline e le altre matrici apistiche, forniscono importanti indicazioni sullo stato
dell’ambiente e sulla contaminazione, in particolare quella chimica da fitofarmaci eventualmente presente. Le analisi di laboratorio permettono, inoltre, di rinvenire sul corpo delle api e sul polline, eventuali principi attivi presenti nei prodotti fitosanitari utilizzati nelle aree nelle quali le stesse effettuano i voli e bottinano. L’ISPRA partecipa da tempo ad attività di ricerca e monitoraggio mirate a stabilire i possibili fattori e cause di mortalità delle colonie di api, anche a seguito delle diverse pratiche agricole che implicano l’utilizzo di prodotti fitosanitari, implementate nelle aree naturali e a vocazione agricola. I dati rilevati consentono di ipotizzare un andamento oscillante intorno a un valore medio annuale di alcune decine di casi di moria di api, con presenza di principi attivi sul corpo degli insetti o altre matrici apistiche.

TERRITORIO AGRICOLO INTERESSATO DA RILASCI DELIBERATI, A SCOPO SPERIMENTALE, DI PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE (PGM)

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L’indicatore di pressione riporta il numero, le dimensioni e le caratteristiche delle sperimentazioni di Piante Geneticamente Modificate (PGM) autorizzate in Italia, ai sensi della Direttiva 2001/18/CE, a partire dal 1999. L’indicatore è stato popolato acquisendo i dati reperiti presso il Ministero dell’ambiente. Le sperimentazioni hanno subito un forte calo già nel 2000 e dal 2001 non sono state autorizzate nuove sperimentazioni. Le ultime sperimentazioni, che avevano un’autorizzazione pluriennale, si sono concluse nel 2010.

IMPATTO DEL CONSUMO DI SUOLO SULLA PRODUZIONE AGRICOLA

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I servizi ecosistemici sono intesi come flussi di benefici che le persone ricevono dagli ecosistemi, in questo senso, i beni e dunque anche i prodotti agricoli sono considerati come “mezzo” attraverso il quale si fruisce del contributo degli ecosistemi al benessere umano. La produzione di cibo in particolare viene classificata come servizio di approvvigionamento e rappresentata dalla produzione agricola potenziale. La valutazione del servizio è basata sull’identificazione dei processi/funzioni del suolo che ne presiedono la fornitura strettamente dipendenti dalle caratteristiche dei suoli, dalle tipologie di colture e pratiche agronomiche e dalle condizioni climatiche. La produzione di cibo subisce un rilevante impatto delle diverse forme di degrado del suolo, tra le quali il consumo di suolo è uno dei maggiori fattori. L'indicatore fornisce una misura dell'impatto del consumo di suolo sulla produzione agricola con una fotografia aggiornata annualmente. A causa del consumo di suolo tra il 2012 e il 2021 si perde annualmente un quantitativo di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli non più prodotti.

UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI SU SINGOLA COLTIVAZIONE

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L'indicatore fornisce informazione relativamente all'uso dei prodotti fitosanitari nelle singole coltivazioni. I dati sono raccolti con indagini campionarie sulle quantità dei prodotti fitosanitari impiegate in specifiche coltivazioni e forniscono una significativa rappresentazione dell'intensità d'uso in termini di quantità/ha e sul potenziale impatto ambientale. La rilevazione originariamente ha riguardato ogni anno una coltura diversa e si è ripetuta dopo un intervallo di 5 anni. Attualmente, in relazione alle finalità indicate nel Piano d'Azione Nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è aumentato sia il numero di colture rilevate (attualmente due all'anno selezionate tra: Vite, Frumento duro, Mais, Pomodoro e Patata), sia la frequenza di rilevazione (a rotazione possibilmente ripetendo ogni anno una coltivazione dell'anno precedente). La vite, tra quelle osservate, si conferma essere la coltura con la distribuzione di sostanze attive e la quantità media a ettaro, a carico soprattutto dei fungicidi, decisamente più alte.