Economia circolare

Un’attenta valutazione dei progressi verso un’economia circolare è fondamentale per capire come le diverse componenti di questa politica si sviluppano nel tempo e se il cambiamento va nella direzione desiderata. È utile, inoltre, per comprendere l’efficacia delle diverse azioni attuate, e costituisce una base analitica per individuare nuove priorità. Non esiste un indicatore onnicomprensivo per misurare la circolarità di un’economia, anche perché non sarebbe in grado di coglierne la complessità e le diverse dimensioni. Un core set di indicatori sull'economia circolare è un insieme di misure chiave utilizzate per valutare e monitorare la transizione da un modello economico lineare a uno circolare, dove i materiali sono utilizzati, riciclati e riutilizzati il più possibile. Gli indicatori possono coprire una varietà di aspetti, tra cui l'efficienza nell'uso delle risorse, la riduzione dei rifiuti e l'adozione di pratiche sostenibili.


Sono presenti gli indicatori ISPRA che maggiormente possono contribuire a descrivere o a monitorare, parzialmente o integralmente le varie componenti del tema.

CO2 NELLA PROSPETTIVA DELLA PRODUZIONE E DEL CONSUMO

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2021, in Italia i consumi e gli investimenti hanno causato 439,5 Mt di CO2 (carbon footprint), pari a circa l’1,2% delle emissioni di CO2 globali e in crescita del 15% rispetto all'anno precedente. Di queste, circa 52 Mt provengono (grazie alle importazioni) dall’UE (Italia esclusa) e 126 Mt dal resto del mondo. Le attività delle famiglie, principalmente derivanti dalle attività di trasporto e riscaldamento, e la cui origine delle emissioni è solo italiana, pesano per circa un quarto della carbon footprint. La categoria della domanda finale a cui va imputata la quota maggiore di carbon footprint è la spesa per i consumi finali (28%). Circa il 12% della carbon footprint italiana ha origine dall’UE (Italia esclusa), il 7% dalla Cina, il 4% dalla Russia; il 17% ha origine dai restanti paesi del mondo.

CO2 NELLA PROSPETTIVA DELLA PRODUZIONE E DEL CONSUMO

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Nel 2021, in Italia i consumi e gli investimenti hanno causato 439,5 Mt di CO2 (carbon footprint), pari a circa l’1,2% delle emissioni di CO2 globali e in crescita del 15% rispetto all'anno precedente. Di queste, circa 52 Mt provengono (grazie alle importazioni) dall’UE (Italia esclusa) e 126 Mt dal resto del mondo. Le attività delle famiglie, principalmente derivanti dalle attività di trasporto e riscaldamento, e la cui origine delle emissioni è solo italiana, pesano per circa un quarto della carbon footprint. La categoria della domanda finale a cui va imputata la quota maggiore di carbon footprint è la spesa per i consumi finali (28%). Circa il 12% della carbon footprint italiana ha origine dall’UE (Italia esclusa), il 7% dalla Cina, il 4% dalla Russia; il 17% ha origine dai restanti paesi del mondo.

ESPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSI

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono destinate all'estero ai fini del recupero e dello smaltimento. Nel 2022, la quantità totale di rifiuti speciali esportata è pari a circa 4,9 milioni di tonnellate, di cui 3,4 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi (70% del totale) e 1,5 milione di tonnellate sono rifiuti pericolosi (30% del totale). I maggiori quantitativi di rifiuti sono destinati alla Germania e all'Austria, rispettivamente 977 mila tonnellate e 600 mila tonnellate.

ESPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSI

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L'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono destinate all'estero ai fini del recupero e dello smaltimento. Nel 2022, la quantità totale di rifiuti speciali esportata è pari a circa 4,9 milioni di tonnellate, di cui 3,4 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi (70% del totale) e 1,5 milione di tonnellate sono rifiuti pericolosi (30% del totale). I maggiori quantitativi di rifiuti sono destinati alla Germania e all'Austria, rispettivamente 977 mila tonnellate e 600 mila tonnellate.

FLUSSI DI ENERGIA E DOMESTIC ENERGY FOOTPRINT

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Data aggiornamento scheda:

Un sistema economico funziona anche grazie agli impieghi energetici.
Il consumo totale di energia delle unità residenti indica la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per le attività di produzione e di consumo, distinguendone gli usi energetici da quelli non energetici.
Il consumo totale di energia in Italia nel 2021 è pari a 7,05 exajoule, con una riduzione rispetto al 2008 del 17,1%. Il consumo totale è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici. Sempre nel 2021, oltre due terzi degli usi energetici totali sono imputabili alle attività produttive. Fra queste, le prime sei per usi energetici (poco più della metà degli usi totali) contribuiscono a poco meno del 7% del Prodotto interno lordo italiano . Il 31% degli usi energetici totali è dovuta ai consumi delle famiglie (principalmente riscaldamento/raffrescamento e trasporto).
ISPRA stima inoltre la footprint energetica interna, che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna e di evidenziarne l'ammontare diretto e indiretto incorporato nei beni e nei servizi offerti sul mercato interno dalle filiere produttive italiane.

FLUSSI DI ENERGIA E DOMESTIC ENERGY FOOTPRINT

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Un sistema economico funziona anche grazie agli impieghi energetici.
Il consumo totale di energia delle unità residenti indica la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per le attività di produzione e di consumo, distinguendone gli usi energetici da quelli non energetici.
Il consumo totale di energia in Italia nel 2021 è pari a 7,05 exajoule, con una riduzione rispetto al 2008 del 17,1%. Il consumo totale è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici. Sempre nel 2021, oltre due terzi degli usi energetici totali sono imputabili alle attività produttive. Fra queste, le prime sei per usi energetici (poco più della metà degli usi totali) contribuiscono a poco meno del 7% del Prodotto interno lordo italiano . Il 31% degli usi energetici totali è dovuta ai consumi delle famiglie (principalmente riscaldamento/raffrescamento e trasporto).
ISPRA stima inoltre la footprint energetica interna, che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna e di evidenziarne l'ammontare diretto e indiretto incorporato nei beni e nei servizi offerti sul mercato interno dalle filiere produttive italiane.

FLUSSI DI MATERIA E PRODUTTIVITÀ DELLE RISORSE

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Data aggiornamento scheda:

Il Consumo materiale interno misura il consumo apparente di risorse materiali di un'economia. Si tratta dell’indicatore principale derivato dai conti dei flussi di materia, utilizzato per misurare la Produttività delle risorse di un paese nell'ambito delle politiche sull’uso delle risorse naturali. Nel 2023 il Consumo materiale interno italiano ammonta a 498,4 milioni di tonnellate (-2,7% rispetto all’anno precedente) e la Produttività delle risorse si attesta a 3,59 euro/kg (+3,7% rispetto all’anno precedente).

FLUSSI DI MATERIA E PRODUTTIVITÀ DELLE RISORSE

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Il Consumo materiale interno misura il consumo apparente di risorse materiali di un'economia. Si tratta dell’indicatore principale derivato dai conti dei flussi di materia, utilizzato per misurare la Produttività delle risorse di un paese nell'ambito delle politiche sull’uso delle risorse naturali. Nel 2023 il Consumo materiale interno italiano ammonta a 498,4 milioni di tonnellate (-2,7% rispetto all’anno precedente) e la Produttività delle risorse si attesta a 3,59 euro/kg (+3,7% rispetto all’anno precedente).

IMPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSI

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono importate ai fini di un recupero nelle attività produttive. I rifiuti speciali importati in Italia nel 2022 (circa 6,9 milioni di tonnellate) sono costituiti quasi esclusivamente da rifiuti non pericolosi (98,5%); i rifiuti pericolosi, infatti, sono 106 mila tonnellate (1,5% del totale importato). Il maggior quantitativo proviene dalla Germania, circa 1,8 milioni di tonnellate (26,1% del totale importato), costituito quasi interamente da rifiuti non pericolosi (i rifiuti pericolosi sono solo 4.650 tonnellate), rifiuti prettamente di natura metallica. Segue la Francia, con oltre 1 milione di tonnellate (15,6% del totale), costituite, anche queste, prevalentemente da rifiuti metallici.

IMPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSI

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L'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono importate ai fini di un recupero nelle attività produttive. I rifiuti speciali importati in Italia nel 2022 (circa 6,9 milioni di tonnellate) sono costituiti quasi esclusivamente da rifiuti non pericolosi (98,5%); i rifiuti pericolosi, infatti, sono 106 mila tonnellate (1,5% del totale importato). Il maggior quantitativo proviene dalla Germania, circa 1,8 milioni di tonnellate (26,1% del totale importato), costituito quasi interamente da rifiuti non pericolosi (i rifiuti pericolosi sono solo 4.650 tonnellate), rifiuti prettamente di natura metallica. Segue la Francia, con oltre 1 milione di tonnellate (15,6% del totale), costituite, anche queste, prevalentemente da rifiuti metallici.

IMPOSTE AMBIENTALI

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Data aggiornamento scheda:

Le informazioni statistiche relative alle imposte ambientali possono essere articolate secondo la categoria di imposta, le unità che le corrispondono, la classe di attività ambientale e la destinazione del gettito. In Italia, le imposte ambientali ammontano nel 2022 a 41,5 miliardi di euro (-24,4% rispetto all'anno precedente). Nel 2022, il gettito delle imposte ambientali corrisponde a circa il 5% del gettito totale delle imposte e contributi sociali e a circa il 2% del Prodotto interno lordo.

IMPOSTE AMBIENTALI

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Le informazioni statistiche relative alle imposte ambientali possono essere articolate secondo la categoria di imposta, le unità che le corrispondono, la classe di attività ambientale e la destinazione del gettito. In Italia, le imposte ambientali ammontano nel 2022 a 41,5 miliardi di euro (-24,4% rispetto all'anno precedente). Nel 2022, il gettito delle imposte ambientali corrisponde a circa il 5% del gettito totale delle imposte e contributi sociali e a circa il 2% del Prodotto interno lordo.

MATERIAL FOOTPRINT

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore quantifica l'estrazione di risorse naturali - biomasse, minerali metalliferi, minerali non metalliferi e combustibili fossili - a livello globale, dovuta ai consumi finali e agli investimenti delle famiglie, delle imprese e della pubblica amministrazione in Italia. Nel 2023 il material footprint italiano ammonta a  656,1 milioni di tonnellate, pari a 11,1 tonnellate pro capite.

MATERIAL FOOTPRINT

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L'indicatore quantifica l'estrazione di risorse naturali - biomasse, minerali metalliferi, minerali non metalliferi e combustibili fossili - a livello globale, dovuta ai consumi finali e agli investimenti delle famiglie, delle imprese e della pubblica amministrazione in Italia. Nel 2023 il material footprint italiano ammonta a  656,1 milioni di tonnellate, pari a 11,1 tonnellate pro capite.

PERCENTUALE DI PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO E RICICLAGGIO

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio calcolata applicando la metodologia 4, al netto dei rifiuti da C&D provenienti da utenze domestiche, si attesta al 49,2%, quindi al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020 (50%).

PERCENTUALE DI PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO E RICICLAGGIO

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Nel 2022, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio calcolata applicando la metodologia 4, al netto dei rifiuti da C&D provenienti da utenze domestiche, si attesta al 49,2%, quindi al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020 (50%).

PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI PER UNITA' DI PIL

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022 continua la ripresa economica già registrata in precedenza, recuperando ancora il forte calo legato all’emergenza sanitaria che ha segnato il contesto socio-economico del 2020. A fronte degli incrementi rilevati, tra il 2022 e il 2021, per gli indicatori socio-economici, quali prodotto interno lordo e spesa per consumi finali sul territorio economico, rispettivamente pari al 4% e 5,8%, i dati della produzione dei rifiuti urbani risultano invece in calo (-1,9%).

PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI PER UNITA' DI PIL

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Nel 2022 continua la ripresa economica già registrata in precedenza, recuperando ancora il forte calo legato all’emergenza sanitaria che ha segnato il contesto socio-economico del 2020. A fronte degli incrementi rilevati, tra il 2022 e il 2021, per gli indicatori socio-economici, quali prodotto interno lordo e spesa per consumi finali sul territorio economico, rispettivamente pari al 4% e 5,8%, i dati della produzione dei rifiuti urbani risultano invece in calo (-1,9%).

PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, anno segnato dal delicato contesto geopolitico internazionale, la produzione dei rifiuti speciali generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare una flessione rispetto al 2021, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, attestandosi a 161,4 milioni di tonnellate (-2,1%, corrispondente a 3,4 milioni di tonnellate). I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti, diminuiscono di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), quelli pericolosi di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%). 

Il settore dell’edilizia continua a registrare ancora un aumento, pur se più contenuto rispetto al precedente anno, legato agli incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici unitamente alle attività dei cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale. 

PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

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Nel 2022, anno segnato dal delicato contesto geopolitico internazionale, la produzione dei rifiuti speciali generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare una flessione rispetto al 2021, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, attestandosi a 161,4 milioni di tonnellate (-2,1%, corrispondente a 3,4 milioni di tonnellate). I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti, diminuiscono di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), quelli pericolosi di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%). 

Il settore dell’edilizia continua a registrare ancora un aumento, pur se più contenuto rispetto al precedente anno, legato agli incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici unitamente alle attività dei cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale. 

PRODUZIONE DI RIFIUTI TOTALI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALI

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Data aggiornamento scheda:

L’indicatore permette la valutazione delle pressioni sull’ambiente e dell’efficienza delle risorse utilizzate dall’economia per la produzione di ricchezza, e i suoi progressi verso la realizzazione di una circolarità dell’economia. Il rapporto tra produzione nazionale di rifiuti e prodotto interno lordo, nel 2022, è di poco superiore alla media europea (66 kg/1.000*€ vs 60 kg/1.000*€). In generale, il sistema economico non appare ancora in grado di limitare la produzione di rifiuti rispetto alla ricchezza prodotta.

PRODUZIONE DI RIFIUTI TOTALI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALI

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L’indicatore permette la valutazione delle pressioni sull’ambiente e dell’efficienza delle risorse utilizzate dall’economia per la produzione di ricchezza, e i suoi progressi verso la realizzazione di una circolarità dell’economia. Il rapporto tra produzione nazionale di rifiuti e prodotto interno lordo, nel 2022, è di poco superiore alla media europea (66 kg/1.000*€ vs 60 kg/1.000*€). In generale, il sistema economico non appare ancora in grado di limitare la produzione di rifiuti rispetto alla ricchezza prodotta.

PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI

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Data aggiornamento scheda:

La produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta, nel 2022, a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% (543 mila tonnellate) rispetto al 2021. In termini generali, il dato del 2022 sembra riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo.  

PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI

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La produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta, nel 2022, a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8% (543 mila tonnellate) rispetto al 2021. In termini generali, il dato del 2022 sembra riflettere l’andamento tendenzialmente in calo riscontrato nel lungo periodo.  

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI RECUPERATI

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali avviati alle operazioni di recupero (R1-R12) di cui all'allegato C del D.Lgs. 152/2006. Nel 2022 i quantitativi di rifiuti speciali recuperati sono consistenti, pari al 73,3% del totale gestito (176,6 milioni di tonnellate) e il trend risulta in continua crescita (+13% nell'ultimo triennio). La quantità totale di rifiuti speciali recuperati ammonta a 129,4 milioni di tonnellate, di cui 4,2 milioni di tonnellate sono pericolosi. La regione con il maggior quantitativo di rifiuti speciali recuperato è la Lombardia (28% del totale recuperato), seguita dal Veneto (10,9%) e dall'Emilia-Romagna (9,2%).

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI RECUPERATI

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L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali avviati alle operazioni di recupero (R1-R12) di cui all'allegato C del D.Lgs. 152/2006. Nel 2022 i quantitativi di rifiuti speciali recuperati sono consistenti, pari al 73,3% del totale gestito (176,6 milioni di tonnellate) e il trend risulta in continua crescita (+13% nell'ultimo triennio). La quantità totale di rifiuti speciali recuperati ammonta a 129,4 milioni di tonnellate, di cui 4,2 milioni di tonnellate sono pericolosi. La regione con il maggior quantitativo di rifiuti speciali recuperato è la Lombardia (28% del totale recuperato), seguita dal Veneto (10,9%) e dall'Emilia-Romagna (9,2%).

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI SMALTITI IN DISCARICA, E NUMERO DI DISCARICHE

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore mostra la quantità di rifiuti speciali smaltiti in discarica per categoria e per tipologia di rifiuti e il numero di discariche. Nel 2022, i quantitativi di rifiuti speciali complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 8,9 milioni di tonnellate, pari al 5% del quantitativo totale dei rifiuti speciali gestiti a livello nazionale (177 milioni di tonnellate). Rispetto al 2021, si rileva un decremento pari a circa 1,3 milioni di tonnellate (-12,6%), mentre, rispetto al 2020 (anno dell’emergenza epidemiologica da COVID-19), si registra una riduzione di 975 mila tonnellate (-9,9%). Il numero totale delle discariche operative è pari a 261: 118 discariche per rifiuti inerti (45% del totale degli impianti operativi), 132 discariche per rifiuti non pericolosi (51% del totale) e 11 discariche per rifiuti pericolosi (4% del totale). Analizzando il triennio 2020 - 2022, si assiste a una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative che passano da 285 del 2020, a 270 nel 2021 e 261 nel 2022.

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI SMALTITI IN DISCARICA, E NUMERO DI DISCARICHE

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L'indicatore mostra la quantità di rifiuti speciali smaltiti in discarica per categoria e per tipologia di rifiuti e il numero di discariche. Nel 2022, i quantitativi di rifiuti speciali complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 8,9 milioni di tonnellate, pari al 5% del quantitativo totale dei rifiuti speciali gestiti a livello nazionale (177 milioni di tonnellate). Rispetto al 2021, si rileva un decremento pari a circa 1,3 milioni di tonnellate (-12,6%), mentre, rispetto al 2020 (anno dell’emergenza epidemiologica da COVID-19), si registra una riduzione di 975 mila tonnellate (-9,9%). Il numero totale delle discariche operative è pari a 261: 118 discariche per rifiuti inerti (45% del totale degli impianti operativi), 132 discariche per rifiuti non pericolosi (51% del totale) e 11 discariche per rifiuti pericolosi (4% del totale). Analizzando il triennio 2020 - 2022, si assiste a una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative che passano da 285 del 2020, a 270 nel 2021 e 261 nel 2022.

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI UTILIZZATI COME FONTE DI ENERGIA IN IMPIANTI PRODUTTIVI

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Data aggiornamento scheda:

L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi, presenti sul territorio nazionale, in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali. Nel 2022 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2021, le quantità recuperate energeticamente risultano sostanzialmente stabili, mostrando una lieve flessione di circa mille tonnellate (-0,1%). Il quadro impiantistico regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali, corrispondente al 75,4% del totale, è recuperato nelle regioni del Nord; seguono le regioni del Centro con il 12,8% e quelle del Sud con il 11,8%.

 

QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI UTILIZZATI COME FONTE DI ENERGIA IN IMPIANTI PRODUTTIVI

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L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi, presenti sul territorio nazionale, in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali. Nel 2022 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2021, le quantità recuperate energeticamente risultano sostanzialmente stabili, mostrando una lieve flessione di circa mille tonnellate (-0,1%). Il quadro impiantistico regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali, corrispondente al 75,4% del totale, è recuperato nelle regioni del Nord; seguono le regioni del Centro con il 12,8% e quelle del Sud con il 11,8%.

 

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, la percentuale di raccolta differenziata è pari al 65,2% della produzione nazionale ( 29,1 milioni di tonnellate ) (+1,2 punti percentuali rispetto al 2021), raggiungendo così l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2012 (65%).

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATO

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Nel 2022, la percentuale di raccolta differenziata è pari al 65,2% della produzione nazionale ( 29,1 milioni di tonnellate ) (+1,2 punti percentuali rispetto al 2021), raggiungendo così l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2012 (65%).

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA E NUMERO DI DISCARICHE

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 5,2 milioni di tonnellate, e il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti. Si registra una riduzione, rispetto al 2021, delle quantità totali di rifiuti urbani smaltiti in discarica pari al 7,9% (-446 mila tonnellate) e una riduzione del numero degli impianti pari al 3,8% (-9 impianti). 

QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA E NUMERO DI DISCARICHE

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Nel 2022, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 5,2 milioni di tonnellate, e il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti. Si registra una riduzione, rispetto al 2021, delle quantità totali di rifiuti urbani smaltiti in discarica pari al 7,9% (-446 mila tonnellate) e una riduzione del numero degli impianti pari al 3,8% (-9 impianti). 

QUOTA DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NEI CONSUMI FINALI

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Data aggiornamento scheda:

In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili nel 2020 è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17% per il 2020. Nel 2021 la quota è scesa al 18,9%; nel 2022 si è attestata al 19,1%, registrando un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

QUOTA DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NEI CONSUMI FINALI

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In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili nel 2020 è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17% per il 2020. Nel 2021 la quota è scesa al 18,9%; nel 2022 si è attestata al 19,1%, registrando un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

RICICLAGGIO/RECUPERO DI RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

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Data aggiornamento scheda:

I rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione costituiscono, in termini assoluti, il flusso più rilevante dei rifiuti speciali prodotti sia a livello europeo sia nazionale. Il settore delle costruzioni, attraverso l’uso intenso delle risorse naturali, genera forti impatti sul territorio e un progressivo impoverimento della materia prima dovuti all'apertura di cave di inerti naturali. La Commissione europea ha, pertanto, ritenuto prioritario monitorare il flusso dei rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione fissando, all’articolo 11 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, un obiettivo specifico di preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse le operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali. Nel 2022, il tasso di recupero e riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione si attesta al 79,8%, al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato per il 2020 dalla Direttiva 2008/98/CE.

RICICLAGGIO/RECUPERO DI RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

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I rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione costituiscono, in termini assoluti, il flusso più rilevante dei rifiuti speciali prodotti sia a livello europeo sia nazionale. Il settore delle costruzioni, attraverso l’uso intenso delle risorse naturali, genera forti impatti sul territorio e un progressivo impoverimento della materia prima dovuti all'apertura di cave di inerti naturali. La Commissione europea ha, pertanto, ritenuto prioritario monitorare il flusso dei rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione fissando, all’articolo 11 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, un obiettivo specifico di preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse le operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali. Nel 2022, il tasso di recupero e riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione si attesta al 79,8%, al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato per il 2020 dalla Direttiva 2008/98/CE.

SETTORE ECONOMIA CIRCOLARE: OCCUPAZIONE, VALORE AGGIUNTO, INVESTIMENTI

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Data aggiornamento scheda:

In Italia, dal 2005 al 2021 il valore aggiunto del settore dell'economia circolare cresce di un punto percentuale (+1,1) rispetto al Prodotto interno lordo. La crescita degli investimenti (+0,40 punti percentuali rispetto al Prodotto interno lordo) e dell'occupazione (+0,2 punti percentuali rispetto all'occupazione totale italiana) risulta debole nel periodo considerato.

SETTORE ECONOMIA CIRCOLARE: OCCUPAZIONE, VALORE AGGIUNTO, INVESTIMENTI

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In Italia, dal 2005 al 2021 il valore aggiunto del settore dell'economia circolare cresce di un punto percentuale (+1,1) rispetto al Prodotto interno lordo. La crescita degli investimenti (+0,40 punti percentuali rispetto al Prodotto interno lordo) e dell'occupazione (+0,2 punti percentuali rispetto all'occupazione totale italiana) risulta debole nel periodo considerato.

SUSSIDI AMBIENTALMENTE FAVOREVOLI E SUSSIDI AMBIENTALMENTE DANNOSI

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Nel 2021 la quinta edizione del Catalogo dei sussidi ambientali individua un totale di 168 misure, da cui scaturiscono 22,4 miliardi di euro (Mld €) di sussidi ambientalmente dannosi e 18,6 Mld € di sussidi ambientalmente favorevoli (rispettivamente +16,3% e -1,7% rispetto all’anno precedente). Sussidi per un importo pari a 11,5 Mld € sono di incerta attribuzione (-15,8% rispetto al 2020). Fra i sussidi ambientalmente dannosi, quelli alle fonti fossili sono pari a 14,5 Mld € nel 2021 (Figura 1 e Tabella 1).

SUSSIDI AMBIENTALMENTE FAVOREVOLI E SUSSIDI AMBIENTALMENTE DANNOSI

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Nel 2021 la quinta edizione del Catalogo dei sussidi ambientali individua un totale di 168 misure, da cui scaturiscono 22,4 miliardi di euro (Mld €) di sussidi ambientalmente dannosi e 18,6 Mld € di sussidi ambientalmente favorevoli (rispettivamente +16,3% e -1,7% rispetto all’anno precedente). Sussidi per un importo pari a 11,5 Mld € sono di incerta attribuzione (-15,8% rispetto al 2020). Fra i sussidi ambientalmente dannosi, quelli alle fonti fossili sono pari a 14,5 Mld € nel 2021 (Figura 1 e Tabella 1).

TASSO DI REIMPIEGO, RICICLAGGIO E RECUPERO DI VEICOLI FUORI USO

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Data aggiornamento scheda:

L’analisi dei dati relativi al 2022 mostra quantitativi riciclati/recuperati in diminuzione rispetto all'anno precedente. Le cause possono essere trovate nel calo delle radiazioni annue certificate dal Registro del P.R.A. del Ministero dei Trasporti, nella situazione internazionale che ha generato ritardi nell’approvvigionamento di materie prime per la costruzione delle autovetture e la conseguente crisi del settore, con grandi ritardi sia nella produzione sia nell consegna. Complessivamente, la filiera raggiunge una percentuale di reimpiego e riciclaggio pari all’86% del peso medio del veicolo, al di sopra dell’obiettivo dell’85% previsto per il 2015 dall’art. 7 comma 2 del D.Lgs. 209/2003.

TASSO DI REIMPIEGO, RICICLAGGIO E RECUPERO DI VEICOLI FUORI USO

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Data aggiornamento scheda:

L’analisi dei dati relativi al 2022 mostra quantitativi riciclati/recuperati in diminuzione rispetto all'anno precedente. Le cause possono essere trovate nel calo delle radiazioni annue certificate dal Registro del P.R.A. del Ministero dei Trasporti, nella situazione internazionale che ha generato ritardi nell’approvvigionamento di materie prime per la costruzione delle autovetture e la conseguente crisi del settore, con grandi ritardi sia nella produzione sia nell consegna. Complessivamente, la filiera raggiunge una percentuale di reimpiego e riciclaggio pari all’86% del peso medio del veicolo, al di sopra dell’obiettivo dell’85% previsto per il 2015 dall’art. 7 comma 2 del D.Lgs. 209/2003.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE (RAEE)

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Data aggiornamento scheda:

Sotto la spinta delle politiche comunitarie, il flusso dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) ha assunto un ruolo di primaria importanza all’interno del ciclo dei rifiuti per l’attuazione dei principi dell’economia circolare, anche ai fini dell’approvvigionamento delle Critical Raw Materials. Rispetto alla generalità dei rifiuti, i RAEE si caratterizzano per la presenza al loro interno sia di sostanze pericolose sia di materiali dotati di elevato valore economico. Le disposizioni legislative hanno stabilito, pertanto, misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi derivanti dalla progettazione, dalla produzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e dalla produzione e gestione dei rifiuti da esse derivanti. L’industria del riciclo diventa fondamentale per la transizione verso l’economia circolare: consente, infatti, di reintrodurre nei cicli produttivi flussi di materia derivanti dal recupero dei rifiuti, aumentando l'efficienza delle risorse per conseguire obiettivi di sviluppo sostenibile ed evitando l’importazione di materie prime. A fronte di una raccolta complessiva di RAEE pari, nel 2022, a circa 534 mila tonnellate, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio è dell’83,7% e quella di recupero complessivo del 89,1%.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE (RAEE)

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Sotto la spinta delle politiche comunitarie, il flusso dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) ha assunto un ruolo di primaria importanza all’interno del ciclo dei rifiuti per l’attuazione dei principi dell’economia circolare, anche ai fini dell’approvvigionamento delle Critical Raw Materials. Rispetto alla generalità dei rifiuti, i RAEE si caratterizzano per la presenza al loro interno sia di sostanze pericolose sia di materiali dotati di elevato valore economico. Le disposizioni legislative hanno stabilito, pertanto, misure volte a proteggere l’ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi derivanti dalla progettazione, dalla produzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e dalla produzione e gestione dei rifiuti da esse derivanti. L’industria del riciclo diventa fondamentale per la transizione verso l’economia circolare: consente, infatti, di reintrodurre nei cicli produttivi flussi di materia derivanti dal recupero dei rifiuti, aumentando l'efficienza delle risorse per conseguire obiettivi di sviluppo sostenibile ed evitando l’importazione di materie prime. A fronte di una raccolta complessiva di RAEE pari, nel 2022, a circa 534 mila tonnellate, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio è dell’83,7% e quella di recupero complessivo del 89,1%.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

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Data aggiornamento scheda:

La normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030 per i rifiuti di imballaggio che rappresentano uno dei principali flussi monitorati. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, calcolato come rapporto tra la quantità di rifiuti riciclati e la quantità di rifiuti prodotti, monitora i progressi verso un'economia circolare valutando il loro reinserimento nei cicli industriali come materie prime secondarie. Nell’ottica di assicurare condizioni uniformi di misurazione dei nuovi obiettivi basate sull’effettiva quantità dei rifiuti d’imballaggio ritrattati per ottenere nuovi prodotti, materiali o sostanze, sono state definite, a livello europeo, stringenti metodologie di calcolo. Con l’applicazione delle nuove metodologie, gli obiettivi previsti per il 2025, ad oggi, sono già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica. Per incrementarne il riciclaggio, tra le linee di azione su cui intervenire vi è lo sviluppo di nuove tecnologie di trattamento, soprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono attualmente difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

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La normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030 per i rifiuti di imballaggio che rappresentano uno dei principali flussi monitorati. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, calcolato come rapporto tra la quantità di rifiuti riciclati e la quantità di rifiuti prodotti, monitora i progressi verso un'economia circolare valutando il loro reinserimento nei cicli industriali come materie prime secondarie. Nell’ottica di assicurare condizioni uniformi di misurazione dei nuovi obiettivi basate sull’effettiva quantità dei rifiuti d’imballaggio ritrattati per ottenere nuovi prodotti, materiali o sostanze, sono state definite, a livello europeo, stringenti metodologie di calcolo. Con l’applicazione delle nuove metodologie, gli obiettivi previsti per il 2025, ad oggi, sono già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica. Per incrementarne il riciclaggio, tra le linee di azione su cui intervenire vi è lo sviluppo di nuove tecnologie di trattamento, soprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono attualmente difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALI

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Data aggiornamento scheda:

L’indicatore è utile per monitorare i progressi verso un'economia circolare, consentendo di identificare le quantità di materia reimmessa nell'economia a seguito del trattamento dei rifiuti. Rispetto ai quantitativi complessivamente avviati a operazioni di recupero e smaltimento, più dei tre quarti dei rifiuti trattati vengono riciclati, collocando l’Italia tra i Paesi con il tasso di riciclaggio più alto.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALI

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L’indicatore è utile per monitorare i progressi verso un'economia circolare, consentendo di identificare le quantità di materia reimmessa nell'economia a seguito del trattamento dei rifiuti. Rispetto ai quantitativi complessivamente avviati a operazioni di recupero e smaltimento, più dei tre quarti dei rifiuti trattati vengono riciclati, collocando l’Italia tra i Paesi con il tasso di riciclaggio più alto.

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI URBANI ORGANICI

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Data aggiornamento scheda:

Nel 2022, il rapporto tra i quantitativi di organico riciclati e i quantitativi raccolti in modo differenziato è pari al 79,9%, dato in calo  sia rispetto a quello del 2021 (80,7%) sia quello del 2020 (81,1%).

TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI URBANI ORGANICI

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Nel 2022, il rapporto tra i quantitativi di organico riciclati e i quantitativi raccolti in modo differenziato è pari al 79,9%, dato in calo  sia rispetto a quello del 2021 (80,7%) sia quello del 2020 (81,1%).

TASSO DI USO CIRCOLARE DEI MATERIALI

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Data aggiornamento scheda:

Il tasso di uso circolare dei materiali misura la quota di risorse materiali riutilizzate da un'economia. Nel periodo 2004-2022 il tasso di uso circolare dei materiali italiano passa dal 5,8% al 18,7%.

TASSO DI USO CIRCOLARE DEI MATERIALI

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Il tasso di uso circolare dei materiali misura la quota di risorse materiali riutilizzate da un'economia. Nel periodo 2004-2022 il tasso di uso circolare dei materiali italiano passa dal 5,8% al 18,7%.