Descrizione 1
Irma Lupica
L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi, presenti sul territorio nazionale, in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali. Nel 2022 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2021, le quantità recuperate energeticamente risultano sostanzialmente stabili, mostrando una lieve flessione di circa mille tonnellate (-0,1%). Il quadro impiantistico regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali, corrispondente al 75,4% del totale, è recuperato nelle regioni del Nord; seguono le regioni del Centro con il 12,8% e quelle del Sud con il 11,8%.
Indicatore di pressione e di risposta che misura le quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali.
L'indicatore consente di valutare le quantità di rifiuti che vengono utilizzate in totale o parziale sostituzione dei combustibili tradizionali in impianti produttivi presenti sul territorio nazionale. Permette di effettuare comparazioni tra regioni/province/comuni e fornisce informazioni a supporto di decisioni di politica ambientale.
Il riferimento normativo in materia di coincenerimento è la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), recepita dalla normativa nazionale nel titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs. 152/06 (Codice ambientale). Tale Direttiva regola in maniera completa l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi a partire dalla realizzazione degli impianti, comprendendo anche le diverse fasi dell’attività di incenerimento dal momento della ricezione dei rifiuti fino allo smaltimento dei residui. In particolare, il decreto detta specifiche disposizioni in materia di: valori limite di emissione; metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti; criteri e norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive, funzionali e gestionali degli impianti di incenerimento e di coincenerimento, con particolare riferimento alle esigenze di assicurare una protezione integrata dell’ambiente contro le emissioni causate da detti impianti; criteri temporali di adeguamento alle nuove disposizioni degli impianti esistenti.
Descrizione 2
ISPRA - Rapporto rifiuti speciali 2024
Nessuna limitazione
Nessuna
Qualificazione dati
Modello Unico di dichiarazione Ambientale MUD ISPRA - Catasto rifiuti (http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it).
Nazionale, Regionale
2010-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali coinceneriti in impianti produttivi in parziale o totale sostituzione dei combustibili tradizionali. L'informazione viene fornita disaggregata rispetto alle diverse tipologie di rifiuto, ovvero rifiuti speciali pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi e ripartita tra i diversi contesti regionali. La base informativa è costituita dai dati contenuti nel Modello Unico di Dichiarazione Ambientale comunicato da parte dei soggetti individuati dall'articolo 189 comma 3 del D.Lgs. 152/2006, alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competenti.
Nel 2022 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2021, le quantità recuperate energeticamente risultano sostanzialmente stabili, mostrando una lieve flessione di circa mille tonnellate (-0,1%) (Tabella 1). Il parco impiantistico nazionale conta 296 impianti operativi; di questi 250 trattano una quantità di rifiuti superiore a 100 t/anno, mentre i restanti 46 utilizzano piccoli quantitativi di rifiuti esclusivamente per il recupero di energia termica/elettrica funzionale al proprio ciclo produttivo (Tabella 2).
Il quantitativo di rifiuti speciali avviati a recupero energetico nel 2022 presenta una flessione del 18,5% rispetto al 2010, corrispondente a 420 mila tonnellate, delineando un trend in diminuzione (Tabella 3).
Dati
Tabella 1: Quantità di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia (R1) in Italia, per regione
ISPRA
Tabella 2: Impianti di recupero energetico per regione (2022)
ISPRA
Tabella 3: Quantità di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia (R1) in Italia
ISPRA
Il quadro regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali è recuperato nelle regioni del Nord, (75,4% del totale); seguono le regioni del Centro con il 12,8% e quelle del Sud con l'11,8%. Il confronto a livello regionale, nel biennio 2021-2022, mostra aumenti delle quantità di rifiuti coinceneriti più significativi in Puglia (39 mila tonnellate, +64,1%), in Emilia-Romagna (33 mila tonnellate, +10,7%), in Friuli Venezia Giulia (oltre 3 mila tonnellate, +2%), in Veneto (circa 900 tonnellate, 0,4%) e in Trentino Alto Adige (circa 800 tonnellate, +2,7%). D’altra parte, si osserva la flessione dei quantitativi recuperati energeticamente in Lombardia (40 mila tonnellate, -7,5%), in Liguria (oltre 8 mila tonnellate-33,1%), in Molise (oltre 7 mila tonnellate , -30,8%), in Calabria (circa 6 mila tonnellate, -13,5%), in Sicilia (circa 5 mila tonnellate, -8,4%), in Umbria (oltre 4 mila tonnellate, -2,6%), nelle Marche (circa 4 mila tonnellate, -10,7%), nel Lazio (quasi 3 mila tonnellate, -19,3%), in Toscana (oltre mille tonnellate , -4,5%), in Sardegna (circa 700 tonnellate, -7,2%) e in Piemonte (circa 100 tonnellate, -0,1%) (Figura 1).