Descrizione 1
Irma Lupica
L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi, presenti sul territorio nazionale, in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali. Nel 2023 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento circa 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2022, le quantità recuperate mostrano un lieve aumento (852 tonnellate, +0,05%). Il quadro impiantistico regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali, corrispondente al 77,1% del totale, è recuperato nelle regioni del Nord; seguono le regioni del Centro con il 12,6% e quelle del Sud con il 10,3%.
Indicatore di pressione e di risposta che misura le quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali.
L'indicatore consente di valutare le quantità di rifiuti che vengono utilizzate in totale o parziale sostituzione dei combustibili tradizionali in impianti produttivi presenti sul territorio nazionale. Permette di effettuare comparazioni tra regioni/province/comuni e fornisce informazioni a supporto di decisioni di politica ambientale.
Il riferimento normativo in materia di coincenerimento è la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), recepita dalla normativa nazionale nel titolo III-bis della Parte IV del D.Lgs. 152/06 (Codice ambientale). Tale Direttiva regola in maniera completa l’incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi a partire dalla realizzazione degli impianti, comprendendo anche le diverse fasi dell’attività di incenerimento dal momento della ricezione dei rifiuti fino allo smaltimento dei residui. In particolare, il decreto detta specifiche disposizioni in materia di: valori limite di emissione; metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti; criteri e norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive, funzionali e gestionali degli impianti di incenerimento e di coincenerimento, con particolare riferimento alle esigenze di assicurare una protezione integrata dell’ambiente contro le emissioni causate da detti impianti; criteri temporali di adeguamento alle nuove disposizioni degli impianti esistenti.
Descrizione 2
ISPRA - Rapporto rifiuti speciali 2025
Nessuna limitazione
Nessuna
Qualificazione dati
Modello Unico di dichiarazione Ambientale MUD ISPRA - Catasto rifiuti (http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it).
Nazionale, Regionale
2010-2023
Qualificazione indicatore
L'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali coinceneriti in impianti produttivi in parziale o totale sostituzione dei combustibili tradizionali. L'informazione viene fornita disaggregata rispetto alle diverse tipologie di rifiuto, ovvero rifiuti speciali pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi e ripartita tra i diversi contesti regionali. La base informativa è costituita dai dati contenuti nel Modello Unico di Dichiarazione Ambientale comunicato da parte dei soggetti individuati dall'articolo 189 comma 3 del D.Lgs. 152/2006, alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competenti.
Nel 2023 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento circa 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Rispetto al 2022, le quantità recuperate mostrano un lieve aumento di 852 tonnellate (+0,05%) (Tabella 1). Il parco impiantistico nazionale conta 301 impianti operativi; di questi 253 trattano una quantità di rifiuti superiore a 100 t/anno, mentre i restanti 48 utilizzano piccoli quantitativi di rifiuti esclusivamente per il recupero di energia termica/elettrica funzionale al proprio ciclo produttivo (Tabella 2).
Il quantitativo di rifiuti speciali avviati a recupero energetico nel 2023 presenta una flessione del 18,5% rispetto al 2010, corrispondente a 419 mila tonnellate, delineando un trend in diminuzione (Tabella 3).
Dati
Tabella 1: Quantità di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia (R1) in Italia, per regione
ISPRA
Tabella 3: Quantità di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia (R1) in Italia
ISPRA
Il quadro regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali è recuperato nelle regioni del Nord, (77,1% del totale); seguono le regioni del Centro con il 12,6% e quelle del Sud con
l'il 10,3%. Il confronto a livello regionale, nel biennio 2022-2023, mostra aumenti delle quantità di rifiuti coinceneriti più significativi in Lombardia (+35 mila tonnellate, +7,0%), in Veneto (+17 mila tonnellate, +7,5%), in Calabria (oltre 13 mila tonnellate, +36,7%), in Campania (oltre 11 mila tonnellate), in Toscana (circa 11 mila tonnellate, +34,7%), in Emilia-Romagna, (circa 8 mila tonnellate, +2,3%), in Liguria (quasi 4 mila tonnellate, +22,9%) e nelle Marche (700 tonnellate, +2,3%). D’altra parte, si osserva la flessione dei quantitativi recuperati energeticamente in Piemonte (oltre 19 mila tonnellate, -17,8%), in Umbria (13 mila tonnellate, -8,1%), in Molise (oltre 3 mila tonnellate, -20,5%), in Sicilia (oltre 7 mila tonnellate, -14,2%), in Trentino-Alto Adige (oltre 3 mila tonnellate, -11%), in Puglia (oltre 42 mila tonnellate, -42,4%) e nel Lazio (oltre mille tonnellate, -11,2%). I dati della Sardegna e dell’Abruzzo si mantengono sostanzialmente stabili, mostrando cali, rispettivamente, pari a circa 400 e 250 tonnellate (Figura 1).