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FLUSSI DI ENERGIA E DOMESTIC ENERGY FOOTPRINT
Abstract:
Un sistema economico funziona anche grazie agli impieghi energetici.
Il consumo totale di energia delle unità residenti indica la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per le attività di produzione e di consumo, distinguendone gli usi energetici da quelli non energetici.
Il consumo totale di energia in Italia nel 2018 è pari a 116,5 Gigajoule pro capite, con una riduzione rispetto al 2008 del 19,4%. Il consumo totale è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici. Sempre nel 2018, oltre due terzi degli usi energetici totali sono dovuti alla produzione interna delle attività economiche.
ISPRA stima inoltre la footprint energetica interna per i soli usi energetici, che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna e di evidenziarne l'ammontare diretto e indiretto incorporato nei beni e nei servizi offerti sul mercato interno dalle filiere produttive italiane.
Il consumo totale di energia delle unità residenti indica la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per le attività di produzione e di consumo, distinguendone gli usi energetici da quelli non energetici.
Il consumo totale di energia in Italia nel 2018 è pari a 116,5 Gigajoule pro capite, con una riduzione rispetto al 2008 del 19,4%. Il consumo totale è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici. Sempre nel 2018, oltre due terzi degli usi energetici totali sono dovuti alla produzione interna delle attività economiche.
ISPRA stima inoltre la footprint energetica interna per i soli usi energetici, che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna e di evidenziarne l'ammontare diretto e indiretto incorporato nei beni e nei servizi offerti sul mercato interno dalle filiere produttive italiane.
Descrizione:
I conti dei flussi di energia (nella dizione in inglese Physical energy flow accounts, PEFA) contabilizzano i flussi di energia, in terajoule, dall'ambiente all'economia (input energetici naturali, ad esempio i combustibili - solidi, liquidi e gassosi - fossili), all'interno dell'economia (prodotti energetici, ad esempio i prodotti delle raffinerie e degli impianti di produzione di energia), e dall'economia all'ambiente (residui, cioè perdite di energia e altri residui energetici). Questi dati energetici ricadono da un punto di vista concettuale nella contabilità econonomico-ambientale. Essi sono quindi prodotti in coerenza con i principi, le definizioni e le classificazioni dei conti economici nazionali, così da essere già predisposti per analisi integrate con dati ambientali ed economici.
I dati PEFA sono complementari alle statistiche energetiche derivate dai bilanci energetici nazionali. Le loro peculiarità si possono riassumere nei concetti seguenti, coerenti con i conti economici nazionali e con lo standard statistico internazionale 'System of Environmental-Economic Accounting - Central framework'(SEEA-CF):
- i tre tipi di flussi di energia (input, prodotti e residui);
- il quadro rappresentativo (accounting framework) delle tavole delle risorse e degli impieghi di tali flussi in termini fisici;
- il principio di residenza, cioè la contabilizzazione dei flussi di energia delle attività delle unità residenti, a prescindere quindi dal territorio dove tali flussi si verificano.
L'indicatore Consumo totale di energia delle unità residenti (‘net domestic energy use’ nella dizione in inglese),derivato dai conti PEFA, misura la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per la produzione e il consumo. Esso può essere ulteriormente scomposto distinguendo gli usi energetici da quelli non energetici, quale l'uso di prodotti petroliferi per la produzione di plastiche. Il Consumo totale di energia delle unità residenti è confrontabile con l'indicatore più rilevante delle statistiche energetiche di fonte bilanci energetici nazionali, il 'Gross inland energy consumption' (GIEC). Si noti che il GIEC include gli usi energetici per scopi non energetici. Per questo motivo anche l'indicatore qui presentato include tale componente. Si ribadisce, infine, che il Consumo totale di energia delle unità residenti è basato sul principio di residenza, mentre il GIEC risponde al principio del territorio.
Accanto al Consumo totale di energia delle unità residenti e ai fini di una valutazione più completa dei flussi di energia connessi al funzionamento di un'economia, é opportuno tenere conto, oltre che dei flussi diretti dell'indicatore appena citato, anche di quelli indiretti attraverso la stima degli usi energetici 'incorporati' nei beni e servizi per gli usi finali (consumi, investimenti ed esportazioni). Parlare di queste stime equivale a parlare della 'footprint energetica interna' di un sistema economico (esportazioni escluse). Queste ultime stime derivano dall'applicazione del modello economico input-output e gli indicatori derivati vengono generalmente definiti 'demand-based' in quanto descrivono il fenomeno a partire dall'attivazione della domanda finale. In particolare, il modello utilizzato redistribuisce gli usi energetici delle attività economiche (usi diretti) ai beni e servizi prodotti (usi diretti e indiretti). In altri termini, i risultati descrivono la quantità di energia necessaria lungo la filiera produttiva dei beni e dei servizi prodotti per gli usi finali, a prescindere dall'attività economica dove l'uso energetico abbia avuto luogo.
I dati PEFA sono complementari alle statistiche energetiche derivate dai bilanci energetici nazionali. Le loro peculiarità si possono riassumere nei concetti seguenti, coerenti con i conti economici nazionali e con lo standard statistico internazionale 'System of Environmental-Economic Accounting - Central framework'(SEEA-CF):
- i tre tipi di flussi di energia (input, prodotti e residui);
- il quadro rappresentativo (accounting framework) delle tavole delle risorse e degli impieghi di tali flussi in termini fisici;
- il principio di residenza, cioè la contabilizzazione dei flussi di energia delle attività delle unità residenti, a prescindere quindi dal territorio dove tali flussi si verificano.
L'indicatore Consumo totale di energia delle unità residenti (‘net domestic energy use’ nella dizione in inglese),derivato dai conti PEFA, misura la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per la produzione e il consumo. Esso può essere ulteriormente scomposto distinguendo gli usi energetici da quelli non energetici, quale l'uso di prodotti petroliferi per la produzione di plastiche. Il Consumo totale di energia delle unità residenti è confrontabile con l'indicatore più rilevante delle statistiche energetiche di fonte bilanci energetici nazionali, il 'Gross inland energy consumption' (GIEC). Si noti che il GIEC include gli usi energetici per scopi non energetici. Per questo motivo anche l'indicatore qui presentato include tale componente. Si ribadisce, infine, che il Consumo totale di energia delle unità residenti è basato sul principio di residenza, mentre il GIEC risponde al principio del territorio.
Accanto al Consumo totale di energia delle unità residenti e ai fini di una valutazione più completa dei flussi di energia connessi al funzionamento di un'economia, é opportuno tenere conto, oltre che dei flussi diretti dell'indicatore appena citato, anche di quelli indiretti attraverso la stima degli usi energetici 'incorporati' nei beni e servizi per gli usi finali (consumi, investimenti ed esportazioni). Parlare di queste stime equivale a parlare della 'footprint energetica interna' di un sistema economico (esportazioni escluse). Queste ultime stime derivano dall'applicazione del modello economico input-output e gli indicatori derivati vengono generalmente definiti 'demand-based' in quanto descrivono il fenomeno a partire dall'attivazione della domanda finale. In particolare, il modello utilizzato redistribuisce gli usi energetici delle attività economiche (usi diretti) ai beni e servizi prodotti (usi diretti e indiretti). In altri termini, i risultati descrivono la quantità di energia necessaria lungo la filiera produttiva dei beni e dei servizi prodotti per gli usi finali, a prescindere dall'attività economica dove l'uso energetico abbia avuto luogo.
Scopo:
Gli indicatori derivati dai conti dei flussi di energia offrono una visione complementare rispetto alle statistiche energetiche che originano dai bilanci energetici nazionali.
L l'indicatore della 'domestic energy footprint' è in grado di integrare la prospettiva della produzione del Consumo totale di energia delle unità residenti (production-based indicator) fornendo stime a partire dalla prospettiva dei prodotti finali (demand-based indicator).
L l'indicatore della 'domestic energy footprint' è in grado di integrare la prospettiva della produzione del Consumo totale di energia delle unità residenti (production-based indicator) fornendo stime a partire dalla prospettiva dei prodotti finali (demand-based indicator).
Rilevanza:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Misurabilità:
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
Un’ “adeguata” copertura spaziale
Un’ “idonea” copertura temporale
Solidità:
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Regolamento (UE) n. 691/2011 relativo ai conti economici ambientali europei, come modificato dal Regolamento (UE) N. 538/2014
DPSIR:
Pressione
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A), Benessere (tipo E)
Riferimenti bibliografici:
- Manual of Physical Energy Flow Accounts. Eurostat, Luxembourg, 2014 (https://ec.europa.eu/eurostat/documents/1798247/6191537/PEFA-Manual-2014-v20140515.pdf);
- System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
- System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
Limitazioni:
Non compilato
Ulteriori azioni:
Non compilato
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
Database di Eurostat:
https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=env_ac_pefa04&lang=en (PEFA);
https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=env_ac_pefafp&lang=en (domestic energy footprint)
Database di Istat (solo PEFA): http://dati.istat.it/Index.aspx --> Conti nazionali --> Conti ambientali --> Conti dei Flussi fisici di energia
https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=env_ac_pefa04&lang=en (PEFA);
https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=env_ac_pefafp&lang=en (domestic energy footprint)
Database di Istat (solo PEFA): http://dati.istat.it/Index.aspx --> Conti nazionali --> Conti ambientali --> Conti dei Flussi fisici di energia
Fonte dei dati di base:
EUROSTAT (Ufficio Statistico delle Comunità Europee)
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Gli indicatori descritti in questa sezione derivano dai conti dei flussi di energia, costruiti nel rispetto dei principi, concetti, definizioni e classificazioni propri dei conti economici nazionali. Per approfondimenti possono essere consultati:i seguenti manuali metodologici
- Manual of Physical Energy Flow Accounts. Eurostat, Luxembourg, 2014 (https://ec.europa.eu/eurostat/documents/1798247/6191537/PEFA-Manual-2014-v20140515.pdf)
- System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
- Manual of Physical Energy Flow Accounts. Eurostat, Luxembourg, 2014 (https://ec.europa.eu/eurostat/documents/1798247/6191537/PEFA-Manual-2014-v20140515.pdf)
- System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
Core set:
Non compilato
Altri Core set:
Non compilato
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
2008-2018
L’indicatore è calcolato in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia di riferimento. |
Stato:
Non definibile
Descrizione/valutazione dello stato:
Nel 2018, il consumo totale di energia delle unità residenti (116,5 Giga joule), è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici (95,3%) la restante parte è destinata agli usi non energetici (4,7%) (Tabella 2).
Trend:
Positivo
Descrizione/valutazione del trend:
Il consumo totale di energia delle unità residenti in Italia nel 2018 è pari a 116,5 Gigajoule pro capite, con una riduzione rispetto al 2008 del 19,4%, delineando un trend positivo (Tabella 1).
Variabili:
Consumo totale di energia delle unità residenti , Domestic energy footprint
Allegati:
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Sempre nel 2018, è importante notare che la metà degli usi energetici totali deriva da sei attività (Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, Fabbricazione di prodotti chimici, Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, Attività metallurgiche, Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e Trasporti marittimi e per vie d'acqua) che contribuiscono a poco più del 6% del Prodotto interno lordo italiano (Figure 1 e 2).
I consumi per le sole finalità energetiche (Tabella 2) sono ripartiti fra attività economiche (circa due terzi) e famiglie (circa un terzo). Dal 2008 al 2018 i consumi delle prime si riducono del 23,7%, quelli delle famiglie del 9,6%. Per le attività economiche, oltre il 70% proviene, nel periodo 2008-2018, da Industria manifatturiera, Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e Trasporti e magazzinaggio. Va rilevato che la quota sul totale dell'industria manifatturiera si riduce nel periodo, mentre aumenta quella dei trasporti; il valore di queste attività diminuisce dal 2008 al 2018, rispettivamente del 36,6% e dell'8,9%. Fra le attività della manifattura, lungo tutto il periodo, circa il 60% dei consumi energetici proviene da Attività metallurgiche, Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi e Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. I consumi totali di energia per usi energetici delle famiglie si ripartiscono in maniera stabile dal 2008 al 2018 fra riscaldamento (40%), trasporto (40%) e altre attività (20%) (Tabella 2).
Per quanto riguarda i consumi destinati agli usi non energetici, l'attività Fabbricazione di prodotti chimici è la responsabile principale, con una quota sul totale che passa dal 62% nel 2008 al 75% nel 2018.(Tabella 3).
Si stima inoltre ( Figura 3 e Tabella 4) la footprint energetica interna (escluse le importazioni) per i soli usi energetici che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna senza i contributi energetici esteri (Tabella 2). Le stime presentano una riallocazione dell'ammontare complessivo , secondo la prospettiva della produzione (128,9 Gigajoule pro capite nel 2010 e 111,1 Gigajoule pro capite nel 2018), alle categorie degli usi finali (consumi finali, investimenti ed esportazioni) di origine interna. La footprint energetica si ricava scorporando la domanda estera (esportazioni): i risultati ammontano a 102,2 Gigajoule pro capite nel 2010 e 86,8 Gigajoule pro capite nel 2018 (Figura 3).
Se si escludono gli usi energetici diretti delle famiglie (principalmente riscaldamento e trasporti), , che non subiscono variazioni nei due approcci di analisi (produzione e consumo), si nota che la componente principale della footprint energetica interna è data dalla spesa per i consumi finali delle famiglie sia nel 2010 sia nel 2018 (Figura 3; la Tabella 4), soprattutto per gli usi energetici che i consumi dei seguenti beni e servizi attivano lungo le rispettive catene produttive: Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, Servizi di alloggio e di ristorazione, Servizi di vendita al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli, Prodotti alimentari, bevande e prodotti a base di tabacco, Servizi di vendita all'ingrosso per conto terzi, Servizi di trasporto terrestre e di trasporto mediante condotte. Circa metà degli usi energetici attivati dagli investimenti deriva dai Lavori di costruzione; circa due terzi degli usi energetici attivati dalla spesa per i consumi finali delle amministrazioni pubbliche derivano dai Servizi sanitari e dai Servizi di pubblica amministrazione e difesa; servizi di assicurazione sociale obbligatoria.
È importante notare che i beni e servizi 'top ranking' nella Tabella 4, cioè i prodotti con la footprint energetica più grande, sono beni e servizi essenziali che tutti i cittadini richiedono per necessità fondamentali, quali servizi abitativi, alimentari, shopping e mobilità. La transizione climatica e energetica, e ecologica in generale, incontra diversi limiti nel ridurre gli usi di questi prodotti. Ci si può invece concentrare sulla loro organizzazione e sulla loro offerta mediante filiere produttive meno energivore. Le stime qui presentate, frutto di elaborazioni mediante il modello economico input-output, forniscono uno strumento che permette analisi approfondite delle filiere produttive al fine di identificarne le fasi su cui intervenire per migliorare l'efficienza energetica.
Inoltre, circa un quinto degli usi energetici - 24,2 Gigajoule pro capite nel 2018 - è attivato dalla produzione interna di beni e servizi per le esportazioni.
Infine, l'Italia evita usi energetici a seguito dell'importazione di prodotti dall'estero; usi energetici addizionali sarebbero quindi impiegati se il sistema economico italiano producesse tali importazioni. ISPRA stima gli usi energetici evitati per le importazioni a 46,3 Gigajoule pro capite nel 2018.