EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2, CH4, N2O, HFCS, PFCS, SF6): DISAGGREGAZIONE SETTORIALE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni di gas serra nazionali dal 1990 al 2022, per settore di provenienza. Dall’analisi dei dati si registra, nel 2022, una riduzione sensibile delle emissioni rispetto al 1990 (-21%), spiegata dalla recessione economica che ha frenato i consumi negli ultimi anni ma anche da un maggiore utilizzo di energie rinnovabili, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 provenienti dal settore energetico (-20 % rispetto al 1990).
EMISSIONI DI GAS SERRA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera dei gas serra che influenzano gli equilibri climatici. Nel 2022 i processi energetici sono stati all’origine del 95,8% delle emissioni di anidride carbonica, del 14,1% delle emissioni di metano e del 25,6% delle emissioni di protossido di azoto, mentre non hanno contribuito alle emissioni di sostanze fluorurate; complessivamente, l'81,8% delle emissioni di gas serra è stato di origine energetica. Nel periodo 1995-2022, l’andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici è stato sostanzialmente parallelo a quello dei consumi energetici fino al 2004, mentre successivamente si delinea un disaccoppiamento che diventa più accentuato negli ultimi anni, in seguito alla riduzione del PIL e alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nell’industria. Nel 2022 si registra un incremento delle emissioni da processi energetici pari all'1,7% rispetto al 2021.
EMISSIONI DI GAS SERRA DA PROCESSI ENERGETICI PER SETTORE ECONOMICO
Data aggiornamento scheda:L’indicatore valuta l'andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici per i diversi settori, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra da processi energetici nel periodo 1990-2022 sono diminuite del 20,7% con andamenti differenti per i vari settori. Le emissioni dal settore civile sono diminuite del 7,5% rispetto al 1990, quelle da trasporti sono aumentate del 6,7%. Nello stesso periodo, le emissioni dal settore delle industrie energetiche scendono del 34,2% mentre quelle dalle industrie manifatturiere mostrano una riduzione del 40,6%. Nel 2021 e nel 2022, la fine della pandemia e la ripresa dell'economia hanno comportato un aumento delle emissioni di gas serra da processi energetici rispetto al 2020.
EMISSIONI DI GAS SERRA DAI TRASPORTI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore valuta le emissioni dei gas serra prodotte dal settore dei trasporti per verificare il raggiungimento degli obiettivi nazionali e internazionali. Nel 2022 in Italia i trasporti sono responsabili del 26,6% delle emissioni totali di gas serra. Nel periodo 1990 - 2019 le emissioni del settore trasporti (esclusi i trasporti internazionali/bunkers) crescono del 4,1%; nel 2020 si verifica una marcata riduzione (-18,6%, rispetto al 2019) fondamentalmente imputabile alle misure di restrizione della mobilità dovute alla crisi pandemica, successivamente, dal 2020 al 2021, si registra un aumento delle emissioni pari al 18,9%. Nel 2022, si stima un aumento del 6,7% rispetto all'anno precedente e un ritorno ai livelli pre-pandemia. Nel complesso le emissioni del settore dal 1990 al 2022 aumentano del 7,4%. Varie criticità caratterizzano il sistema dei trasporti nazionali, distante dagli ambiziosi obiettivi al 2030 e al 2050 sull’abbattimento delle emissioni dei gas serra a livello europeo.
EMISSIONI DI GAS SERRA DALL'AGRICOLTURA
Data aggiornamento scheda:L’indicatore descrive le emissioni di gas serra (CH4, N2O, CO2) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, dovute principalmente alla gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti e permette di valutare il peso del settore rispetto al totale di emissione nazionale e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione. L'andamento delle emissioni di gas serra del settore agricoltura a partire dal 1990 è in tendenziale diminuzione; tuttavia, ulteriori interventi di riduzione dovranno essere intrapresi per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e delle Direttive europee. In particolare, l’obiettivo al 2030 per l’Italia fissato dal Regolamento Effort Sharing (2023/857/EC) è pari a -43,7% di riduzione delle emissioni complessive di gas serra dei settori agricoltura, civile, trasporti, rifiuti e impianti industriali non inclusi nella Direttiva EU-ETS (European Union Emission Trading Scheme), rispetto ai livelli del 2005. Nel 2022, le emissioni di gas serra dall’agricoltura hanno un peso marginale rispetto al totale delle emissioni dei settori del Regolamento Effort Sharing, pari all’11,2%; mentre la riduzione delle emissioni di gas serra del settore agricoltura rispetto al 2005 è pari a -12,2%.
EMISSIONI DI GAS SERRA NEI SETTORI ETS ed ESD
Data aggiornamento scheda:L'indicatore è costituito dalle quote di emissione generate dagli impianti soggetti al sistema di scambio di quote (EU emissions trading, EU ETS), istituito con la Direttiva 2003/87/CE, e le emissioni di tutti i settori non coperti dal sistema ETS, ovvero piccola-media industria, trasporti, civile, agricoltura e rifiuti, secondo la Decisione 406/2009/CE (Effort Sharing Decision, ESD) fino al 2020 e secondo il Regolamento Effort Sharing (ESR 2018/842) dal 2021. Le emissioni dei settori non ETS, mentre nel 2020 sono state inferiori all’obiettivo richiesto di 37 MtCO2eq, nel 2022 non sono in linea con quanto richiesto dall’obiettivo, poiché superiori 5,5 MtCO2eq.
INDICE DI RUNOFF
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce su base annuale la valutazione (espressa in %) del rapporto tra il volume annuo del runoff (ruscellamento superficiale) e il volume annuo di precipitazione. Questo indicatore ha lo scopo di fornire una valutazione della quantità di acqua che si trasforma direttamente in deflusso superficiale rispetto al totale delle precipitazioni e di valutare il trend sul lungo periodo, anche in relazione al possibile impatto dovuto ai cambiamenti climatici. I valori annuali dell'indicatore sono, inoltre, confrontati con il corrispondente valore medio calcolato sull’intero periodo 1951–2023.
Nel 2023 il valore dell’indicatore è risultato uguale al 23,7%, inferiore al valore medio di 25,1% di lungo periodo, registrando ancora un trend negativo, sebbene con uno scarto inferiore, rispetto al 2022, anno soggetto a una persistente siccità e alte temperature, in cui il valore ha raggiunto appena il 18,5%.
INTENSITÀ EMISSIVA DI GAS SERRA DA CONSUMI ENERGETICI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore è costituito dal rapporto tra le emissioni atmosferiche di gas serra e i consumi finali di energia per settore. Il valore medio delle intensità emissive mostra una differenza tra i settori in relazione alla diversa diffusione delle fonti rinnovabili. Complessivamente l’intensità emissiva per gli impieghi finali è diminuita del 25,1% dal 1990 al 2022.
INTERNAL FLOW
Data aggiornamento scheda:L'indicatore internal flow fornisce la stima annua (espressa in mm) della quantità di risorsa idrica rinnovabile che naturalmente si produce in un determinato territorio per effetto delle precipitazioni che cadono nello stesso territorio. L'indicatore è calcolato per ogni anno dal 1951 al 2023. Il valore medio dell’indicatore ragguagliato al territorio nazionale dell’ultimo trentennio climatologico 1991–2020 è di 441,9 mm, corrispondenti a un volume di 133,5 miliardi di metri cubi, mentre la media di lungo periodo 1951-2023 (cosiddetta Long-Term Annual Average - LTAA) è di 455,7 mm, corrispondenti a 137,7 miliardi di metri cubi.
Nel 2023 il valore dell’indicatore è di 372,2 mm, corrispondenti a 112,4 miliardi di metri cubi. Il 2023 vede pertanto confermarsi il trend negativo sulla disponibilità annua di risorsa idrica, ormai registrato da diversi anni in Italia. Tuttavia, il 2023 può considerarsi un anno in ripresa rispetto al 2022, quando si è raggiunto il minimo storico della disponibilità di risorsa idrica rinnovabile, dal 1951 a oggi, con un valore di 67,0 miliardi di metri cubi. Il valore del 2023 rappresenta una riduzione della disponibilità di risorsa del 18,4% rispetto alla media di lungo periodo 1951–2023 e del 15,8% rispetto all’ultimo trentennio climatologico.
ONDATE DI CALORE E MORTALITÀ
Data aggiornamento scheda:L'indicatore misura l'impatto delle ondate di calore sulla salute della popolazione anziana, di età maggiore o uguale a 65 anni, nelle 27 città italiane incluse nel "Piano nazionale di prevenzione e allerta degli effetti sulla salute delle ondate di calore" e dotate di un Sistema di previsione e allarme (HHWW - Heat Health Watch Warning). Il Piano nazionale è del CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) del Ministero della salute, e coordinato dal DEP Lazio (Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale – Regione Lazio). L’estate 2023 è stata caratterizzata da temperature superiori alla media stagionale di riferimento e complessivamente per l’intero periodo estivo (15 maggio–15 settembre) ma, nonostante le elevate temperature, la mortalità è risultata in linea con il valore atteso. La valutazione mensile dell’impatto sulla salute ha evidenziato incrementi della mortalità associati durante le ondate di calore di luglio e agosto in diverse città.
PERCENTUALE DEL TERRITORIO ITALIANO SOGGETTO A DEFICIT E SURPLUS DI PRECIPITAZIONE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce una valutazione sulle condizioni di umidità (surplus di precipitazione rispetto alla climatologia) e di siccità (deficit di precipitazione rispetto alla climatologia) a cui è soggetto il territorio nazionale, in termini di stato e trend. Per ciascun mese dal 1952 al 2023, la percentuale del territorio italiano soggetto a condizione di deficit e/o di surplus di precipitazione è espressa mediante lo Standardized Precipitation Index (SPI) relativo alla precipitazione aggregata sulla scala temporale di 3 e 12 mesi.
Il 2023 è stato soggetto, nel complesso, a un deficit di precipitazione di entità minore rispetto a quanto occorso nel 2022. A rendere meno severo nel 2023 il deficit di precipitazione, ha contribuito l’elevato volume di precipitazioni che si è riversato nel mese di maggio, che è stato, a livello nazionale, più del doppio di quello che mediamente caratterizza lo stesso mese, con localmente valori cumulati di pioggia addirittura superiori di oltre 6 volte le medie del periodo. Ciò ha determinato valori massimi di percentuale del territorio nazionale caratterizzati da "siccità estrema" (SPI ≤ –2,0) più contenuti rispetto all'anno precedente, uguali all'8,0% e al 9,9% rispettivamente per la precipitazione cumulata su 3 mesi e quella cumulata su 12 mesi. Per contro, in termini di surplus di precipitazione, sulla scala temporale di 3 mesi, valori massimi nell'anno della percentuale del territorio nazionale caratterizzata da "umidità estrema" (SPI ≥ 2,0) sono stati dell'ordine del 26–28%, mentre valori massimi relativi a "umidità severa o moderata" (1,0 ≤ SPI < 2,0) hanno raggiunto il 46%. Inferiori le percentuali del Paese colpite da "umidità estrema" (massimo 3,4%) e "umidità severa o moderata" (massimo 21,4%) su una scala temporale di 12 mesi.
PRECIPITAZIONI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce la valutazione (espressa in mm) dell'altezza d'acqua, ragguagliata alla superficie del territorio nazionale, che precipita al suolo (sia in forma liquida sia solida) per ciascun mese e per l'intero anno.
L'indicatore relativo al 2023 è confrontato, per ciascun mese dell'anno, con i corrispondenti valori medi del periodo 1951–2023 ottenuti mediante la medesima metodologia. Nel 2023 il valore delle precipitazioni totali annue è stato di 923,9 mm, di poco inferiore al corrispondente valore medio di lungo periodo (LTAA).
BILANCIO DI AZOTO E FOSFORO DA IMPIANTI DI ACQUACOLTURA IN AMBIENTE MARINO
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce una stima dell'apporto e della sottrazione di azoto e fosforo, operata rispettivamente dai pesci e dai mitili nell'ambiente costiero in cui si svolgono le attività di allevamento. Il bilancio tra l’immissione di nutrienti da parte dei pesci allevati e la sottrazione da parte dei molluschi consente di stimare, a livello regionale, il contributo quantitativo netto dell'acquacoltura nei processi trofici lungo le coste italiane. A livello nazionale, nel 2020, la stima del bilancio di azoto e fosforo derivante dalle attività di allevamento intensivo di specie ittiche e di mitili evidenzia, una riduzione, rispetto al 2019, dell'apporto di tali nutrienti dovuto al decremento della produzione di pesci allevati e una diminuzione della sottrazione di tali nutrienti dovuta al decremento della produzione di mitili allevati. A livello regionale, in Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e Marche la sottrazione di azoto e fosforo, operata dai mitili, è maggiore della immissione operata dai pesci.
CONSUMI SPECIFICI MEDI DI COMBUSTIBILE NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI FOSSILI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore misura l'energia primaria, in MJ, necessaria per produrre un kWh di elettricità o, meglio, esprime l'efficienza della conversione dell'energia primaria delle fonti fossili in elettricità per il consumo finale. I dati disponibili mettono in evidenza una riduzione dei consumi specifici relativi alla produzione di energia elettrica del 18,4% per la produzione lorda e del 20% per quella netta dal 1996 al 2022. Il trend di lungo termine dell'indicatore mostra quindi un incremento dell’efficienza di produzione elettrica del parco termoelettrico.
FLUSSI DI ENERGIA E DOMESTIC ENERGY FOOTPRINT
Data aggiornamento scheda:Un sistema economico funziona anche grazie agli impieghi energetici.
Il consumo totale di energia delle unità residenti indica la quantità di energia utilizzata dalle attività economiche e dalle famiglie per le attività di produzione e di consumo, distinguendone gli usi energetici da quelli non energetici.
Il consumo totale di energia in Italia nel 2021 è pari a 7,05 exajoule, con una riduzione rispetto al 2008 del 17,1%. Il consumo totale è finalizzato per la quasi totalità agli usi energetici. Sempre nel 2021, oltre due terzi degli usi energetici totali sono imputabili alle attività produttive. Fra queste, le prime sei per usi energetici (poco più della metà degli usi totali) contribuiscono a poco meno del 7% del Prodotto interno lordo italiano . Il 31% degli usi energetici totali è dovuta ai consumi delle famiglie (principalmente riscaldamento/raffrescamento e trasporto).
ISPRA stima inoltre la footprint energetica interna, che permette di analizzare gli usi energetici dal lato della domanda finale interna e di evidenziarne l'ammontare diretto e indiretto incorporato nei beni e nei servizi offerti sul mercato interno dalle filiere produttive italiane.
INTENSITÀ DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL’INDUSTRIA RISPETTO AL VALORE AGGIUNTO
Data aggiornamento scheda:L’indicatore di efficienza, elaborato per gli anni dal 1990 al 2020, esprime le emissioni di anidride carbonica per unità di valore aggiunto nell’industria manifatturiera ed edilizia in Italia. La consistente riduzione dell’intensità di emissione negli anni (-48% tra il 1990 e il 2020) è indice del miglioramento del livello di efficienza raggiunta dall’industria manifatturiera ed edilizia in Italia.
INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA CARTARIA
Data aggiornamento scheda:Viene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della carta e della stampa in Italia, analizzata sia con riferimento al valore aggiunto sia alla produzione. Nel 2020 rispetto all’anno precedente il valore di intensità rispetto alla produzione risulta inferiore rispetto al 2019 (-2,2%), l’intensità rispetto al valore aggiunto risulta maggiore rispetto al 2019 (+2,7%). In termini di trend rispetto al 1990 l’indicatore calcolato in riferimento al valore aggiunto e alla produzione mostra un andamento crescente. Tale indicatore, elaborato per il periodo 1990-2020, è comunicato annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.
INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA CHIMICA
Data aggiornamento scheda:L’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria chimica in Italia, è analizzata con riferimento al valore aggiunto. Nel 2020 l'indicatore aumenta dell'1,7% rispetto al 2019 sebbene rispetto al 1990 sia diminuito del 61,5%.Tale indicatore, elaborato per il periodo 1990-2020, viene comunicato annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.
INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA DELLA LAVORAZIONE DEI MINERALI NON METALLIFERI
Data aggiornamento scheda:Viene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della lavorazione dei minerali non metalliferi in Italia, analizzata con riferimento sia al valore aggiunto del settore sia alla produzione di cemento. Le emissioni di CO2 derivanti dai processi energetici nell'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi decrescono, in valore assoluto, del 50,8% dal 1990 al 2020.Nello stesso periodo,diminuisce del 27,5%anche l’intensità emissiva rapportata a un milione di euro di valore aggiunto. Tali indicatori, elaborati per il periodo 1990-2020, vengono comunicati annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto nei periodi di impegno.
INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA SIDERURGICA
Data aggiornamento scheda:Viene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica nell’industria siderurgica in Italia, analizzata con riferimento sia al valore aggiunto del settore sia alla produzione di acciaio, rispetto ai quali si registra un decremento, rispettivamente, del 74,3% e del 60,4% nel periodo 1990-2020. Tali indicatori, elaborati per il periodo 1990-2020, sonocomunicati annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto nei periodi di impegno. Le emissioni di CO2 derivanti dall'industria siderurgica decrescono del 68,3% dal 1990 al 2020. Nel 2020 le emissioni sono diminuite del 18,55% rispetto all'anno precedente.
PORTATE
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce una valutazione dell’andamento dei volumi d’acqua misurati in sezioni d’alveo di alcuni dei principali corsi d’acqua italiani rispetto all’anno e al decennio precedente. Per il 2021 è stato possibile rappresentare i dati di portata relativi a 6 sezioni di chiusura di altrettanti corsi d’acqua di rilievo nazionale (Po, Arno, Adige, Bacchiglione, Serchio e Tevere). Nel 2021 i volumi annui defluiti nelle sezioni di misura, presentano sensibili incrementi rispetto al 2020, con aumenti compresi tra il 6% e il 25%, ad eccezione delle sezioni sull’Adige e sul Po.
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA IMPIANTI DI COGENERAZIONE
Data aggiornamento scheda:Nel 2022 il contributo degli impianti di cogenerazione alla produzione totale di energia elettrica è pari al 37,1%, mentre la quota della cogenerazione rispetto alla produzione termoelettrica lorda ha raggiunto il 53,1%.
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA PER FONTE
Data aggiornamento scheda:Nel 2022 la produzione totale di energia elettrica è stata di 283,9 TWh con un decremento del 1,8% rispetto al 2021. Il contributo delle fonti rinnovabili nella produzione elettrica, al netto della produzione da pompaggi e comprensiva della produzione da biomasse e rifiuti, è stato del 35,6% nel 2022.
PRODUZIONE DI ENERGIA IDROELETTRICA
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni sulla produzione di energia idroelettrica lorda in Italia con l'obiettivo di analizzarne l'andamento temporale e valutarne eventuali trend significativi anche in relazione ai cambiamenti climatici. La produzione idroelettrica, infatti, è una fonte energetica strettamente dipendente dall'andamento delle variabili meteorologiche e climatiche che ha portato, e porterà nel tempo, ad una riduzione della disponibilità idrica e ad una maggiore difficoltà nella sua gestione. Sommando agli effetti dei cambiamenti climatici l'impatto degli usi antropici, negli scenari futuri si stima in generale un calo della potenziale produzione idroelettrica.
PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA DEGLI IMPIANTI DA FONTI RINNOVABILI
Data aggiornamento scheda:Nel 2022, con 100,5 TWh di produzione lorda di energia elettrica degli impianti da fonti rinnovabili, il contributo relativo nella produzione elettrica totale è stato del 35,6%. Il contributo del fotovoltaico sul totale delle fonti rinnovabili è del 28%. La fonte eolica rappresenta il 20,4%. La quota di energia idroelettrica è del 28,3%. Le bioenergie rappresentano il 17,5% e la fonte geotermica il restante 5,8%. La scarsa piovosità nel 2022 ha fatto registrare una drastica riduzione del contributo idroelettrico rispetto all’anno precedente (-37,4%).
PUNTA ORARIA DI FABBISOGNO ENERGETICO NEI MESI ESTIVI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni sulla variazione delle punte orarie di fabbisogno di energia elettrica nel periodo estivo (maggio-settembre) per il raffrescamento rispetto ai picchi di fabbisogno dovuti a tutti gli altri usi. I valori mostrano un andamento crescentenel periodo analizzato, con tassi differenti per i diversi mesi e particolarmente rilevanti nei mesi di giugno e luglio. Con l’aumento della temperatura media globale gli scenari futuri prevedono una riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento degli ambienti e un aumento per il loro raffrescamento: l’effetto complessivo sulla domanda di energia dipenderà dall’andamento dei parametri meteorologici a livello locale e stagionale così come dalla struttura dell’approvvigionamento energetico.
TEMPERATURA ACQUE MARINE
Data aggiornamento scheda:Indicatore di stato dei mari italiani, descrive la media della temperatura superficiale delle acque marine. Nel 2022 si denota una sostanziale stabilità generale, con un lieve aumento delle temperature medie più marcato nel Canale di Sicilia rispetto al periodo 2008-2021.
TEMPERATURA DELL'ARIA
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce una rappresentazione dell'andamento delle temperature medie mensili registrate in città capoluogo di provincia/regione nel corso del 2021, confrontato con quello delle temperature medie mensili calcolato per le stesse località sul trentennio 1961-1990. Nel corso del 2021 si è registrato un aumento generalizzato delle temperature medie mensili rispetto al periodo di riferimento, con superamenti dei valori di riferimento mediamente per 8 mesi e in particolare nei mesi estivi e invernali. Sono soprattutto le città del Nord quelle in cui gli incrementi di temperatura assumono valori significativi in specie nei mesi di febbraio e dicembre. Va rilevato che nei mesi di aprile e di ottobre i valori di temperatura, nella gran parte dei capoluoghi, sono stati mediamente più bassi rispetto al periodo di riferimento.
STRATEGIE E PIANI DI ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Data aggiornamento scheda:Le Strategie e i Piani regionali di Adattamento sono lo strumento principale a disposizione delle regioni per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e implementare azioni finalizzate a ridurre le vulnerabilità dei territori. In Italia, le strategie e i piani regionali adottati sono ancora molto pochi. Nonostante manchino un quadro normativo cogente e un contesto di riferimento programmatico nazionale, si rilevano tuttavia iniziative, progetti e studi climatici e di vulnerabilità che si auspica portino verso percorsi di approvazione prima di Strategie e poi di Piani di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Il problema dei cambiamenti climatici impone, infatti, che vengano definite e realizzate con urgenza azioni concrete volte a rendere i territori più resilienti.