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CONSUMI FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER SETTORE ECONOMICO
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I consumi finali di energia elettrica sono cresciuti costantemente dal 1990 al 2008 per poi flettere per effetto della crisi economica. In seguito agli effetti della pandemia di SARS-CoV-2 i consumi del 2020 si sono ridotti del 5,7% rispetto all’anno precedente con un rimbalzo del 6,2% nel 2021 seguito dalla diminuzione negli anni successivi. Nel 2023 si registra un decremento del 4,6% rispetto al 2021, attestandosi al valore di 24 Mtep. La quota dei consumi nell'industria è scesa dal 51,7% nel 1990 al 38,3% nel 2023, quella dei settori terziario e residenziale è aumentata dal 43,2% al 56,3%, quella dell’agricoltura e pesca è rimasta quasi costante intorno al 2%, mentre quella dei trasporti, con delle fluttuazioni, si mantiene intorno al 3,4%.
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CONSUMI FINALI E TOTALI DI ENERGIA PER SETTORE ECONOMICO
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L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021, per poi diminuire nei due anni successivi. Nel 2023 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 110,5 Mtep, -1,3% rispetto al 2022.
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CONSUMI SPECIFICI MEDI DI COMBUSTIBILE NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI FOSSILI
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L'indicatore misura l'energia primaria, in MJ, necessaria per produrre un kWh di elettricità o, meglio, esprime l'efficienza della conversione dell'energia primaria delle fonti fossili in elettricità per il consumo finale. I dati disponibili mettono in evidenza una riduzione dei consumi specifici relativi alla produzione di energia elettrica del 19,4% per la produzione lorda e di circa il 21% per quella netta dal 1996 al 2023. Il trend di lungo termine dell'indicatore mostra quindi un incremento dell’efficienza di produzione elettrica del parco termoelettrico.
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CONSUMI TOTALI DI ENERGIA PER FONTI PRIMARIE
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L'analisi del contributo delle diverse fonti energetiche primarie al consumo interno lordo di energia mostra che il ruolo predominante dei prodotti petroliferi si sta riducendo a favore dell’incremento del gas naturale e delle fonti rinnovabili, rispettivamente 35,4% e 20,5% nel 2023. La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili hanno effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, tra i più bassi tra i paesi industrializzati.
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DIPENDENZA ENERGETICA
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L'indicatore mostra la dipendenza dell'economia nazionale dalle importazioni di diverse fonti energetiche per soddisfare il proprio fabbisogno. La diminuzione della quota di petrolio e l’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili determina la diminuzione della dipendenza energetica nazionale. Dal 2007 si osserva una riduzione della dipendenza energetica, passata dal valore massimo dell'85,5% nel 2006 al minimo del 75,1% nel 2020. Nel 2023 la dipendenza fa registrare il 76,1%.
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EMISSIONI DI ANIDRIDE SOLFOROSA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI
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L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera di anidride solforosa (SO2) all'origine dei processi di acidificazione. Le emissioni di anidride solforosa provengono fondamentalmente dai processi energetici. Nel 2023 tali processi hanno contribuito per il 92,1% alle emissioni complessive di anidride solforosa. Le emissioni di anidride solforosa hanno origine essenzialmente dall'utilizzo dei combustibili fossili (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico e trasporti); esse possono essere ridotte migliorando la qualità dei combustibili e/o attraverso il trattamento degli effluenti gassosi del processo. La diminuzione delle emissioni di anidride solforosa da processi energetici (-96,1% nel 2023 rispetto al 1990 e -98,1% rispetto al 1980), dovuta all’utilizzo di combustibili con minore tenore di zolfo e l’utilizzo di sistemi di abbattimento delle emissioni, ha finora garantito il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione. Le emissioni di anidride solforosa complessive del 2023 sono inferiori dell’82,5% rispetto al 2005.
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EMISSIONI DI GAS SERRA COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI
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L'indicatore riguarda le emissioni in atmosfera dei gas serra che influenzano gli equilibri climatici. Nel 2023 i processi energetici sono stati all’origine del 95,5% delle emissioni di anidride carbonica, del 12,9% delle emissioni di metano e del 22,4% delle emissioni di protossido di azoto, mentre non hanno contribuito alle emissioni di sostanze fluorurate; complessivamente, l’80,3% delle emissioni di gas serra è stato di origine energetica. Nel periodo 1995-2023, l’andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici è stato sostanzialmente parallelo a quello dei consumi energetici fino al 2004, mentre successivamente si delinea un disaccoppiamento che diventa più accentuato negli ultimi anni, in seguito alla riduzione del PIL e alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica e nell’industria. Nel 2023 si registra una riduzione delle emissioni da processi energetici pari all'8,4% rispetto al 2022.
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EMISSIONI DI GAS SERRA DA PROCESSI ENERGETICI PER SETTORE ECONOMICO
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L’indicatore valuta l'andamento delle emissioni di gas serra da processi energetici per i diversi settori, al fine di diminuire l'impatto dell'uso di energia sui cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra da processi energetici nel periodo 1990-2023 sono diminuite del 27,5 % con andamenti differenti per i vari settori. Le emissioni dal settore civile sono diminuite del 12,6% rispetto al 1990, quelle da trasporti sono aumentate del 5,8%. Nello stesso periodo, le emissioni dal settore delle industrie energetiche scendono del 47,3% mentre quelle dalle industrie manifatturiere mostrano una riduzione del 45,2%. Nel 2023 le emissioni da processi energetici sono state 308,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (-8,4% rispetto all’anno precedente).
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EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI
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L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo. Nel 2023, i processi energetici hanno contribuito per il 89,8% delle emissioni complessive di ossidi di azoto. Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-75,4% nel 2023 rispetto al 1990), dovuta all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili. Nel 2023, le emissioni totali di NOx sono inferiori del 57,2% rispetto al 2005, in linea con il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione.
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INTENSITÀ ENERGETICHE FINALI SETTORIALI E TOTALE
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Il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia è più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale oltre i valori degli altri paesi), del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica lorda l’Italia si colloca al 7° posto tra i paesi europei.
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QUOTA DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NEI CONSUMI FINALI
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In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili nel 2020 è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17% per il 2020. Nel 2023 la quota è del 19,6%, ancora lontana dall’obiettivo del 38,7% da raggiungere nel 2030.
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