INTENSITÀ ENERGETICHE FINALI SETTORIALI E TOTALE

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Antonio Caputo, Giulia Iorio, Francesca Palomba

    Abstract
    Grafici interattivi
    Abstract

    Il confronto interno all’Unione Europea mette in evidenza che l’intensità energetica primaria e finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale oltre i valori degli altri paesi), del più basso reddito pro capite, del clima relativamente mite. Secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 7° posto tra i paesi europei.

    Descrizione

    L'indicatore misura l'efficienza energetica dei sistemi economici, cioè la quantità di energia necessaria per unità di PIL prodotto. In particolare, l'intensità energetica primaria è definita dal rapporto tra il consumo interno lordo di energia e il PIL, mentre l'intensità energetica finale è definita dal rapporto tra il consumo finale di energia e il PIL.

    Scopo

    Valutare la relazione esistente tra l'andamento dei consumi energetici e la crescita economica, al fine di aumentare l'efficienza del consumo energetico.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull'ambiente e delle risposte della società.
    Fornisce una base per confronti internazionali.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Con la Decisione n.1386/2013/UE, l'Unione Europea definisce il VII programma generale di azione in materia ambientale fino al 2020. Il 14 ottobre 2020 la Commissione europea ha presentato la proposta di decisione che istituisce l'VIII programma di azione per l'ambiente dal 2021 al 2030 e il 29 marzo 2022 il Consiglio dell’UE lo ha adottato. Non sono applicabili obiettivi a questo indicatore.

    DPSIR
    Determinante
    Risposta
    Tipologia indicatore
    Efficienza (C)
    Riferimenti bibliografici

    ENEA, Rapporto Energia e Ambiente, anni vari

    Fonte dei dati

    EUROSTAT (Ufficio Statistico delle Comunità Europee)

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Accessibilità dei dati di base

    EUROSTAT, https://ec.europa.eu/eurostat/data/database

    MASE, Bilancio Energetico Nazionale, anni vari, https://sisen.mase.gov.it/dgsaie/ 

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    1995-2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    L’indicatore è costituito da più parametri: • il rapporto tra il consumo interno lordo dell'energia e il prodotto interno lordo (PIL) ai prezzi di mercato a valori concatenati 2020 per un determinato anno civile. • il rapporto tra il consumo finale e PIL ai prezzi di mercato a valori concatenati 2020, mentre l’intensità settoriale è data dal rapporto tra consumi finali in tep e valore aggiunto a valori concatenati 2020.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    ENEA calcola le intensità energetiche finali totali e settoriali a livello sia nazionale sia regionale. I dati sono adeguatamente documentati e di fonte nota e ben fondati in termini scientifici e tecnici. Sono semplici e facili da interpretare. Hanno una estesa copertura temporale, sono comparabili nello spazio e nel tempo e consentono un confronto a livello internazionale.

    Stato
    Buono
    Trend
    Positivo
    Valutazione/descrizione dello stato

    L’intensità energetica finale nel 2022, pari a 58,2tep consumati per milione di €, si è ridotta del 7,7% rispetto al 2021. I vari settori hanno intensità molto diverse (Tabella 1). L’industria manifatturiera e l’agricoltura hanno i valori più elevati: 85,0tep/M€ e 94,3tep/M€, rispettivamente. Tra i settori con intensità energetica più bassa si citano il settore edilizio (5,9tep/M€) e i servizi (13,4tep/M€).

    Valutazione/descrizione del trend

    A fronte di una considerevole variabilità annuale, su un periodo di lungo termine si osserva un andamento decrescente dell’intensità energetica finale, dovuta a una diminuzione di energia impiegata per unità di PIL prodotto. Complessivamente l’intensità energetica finale nel periodo 1995-2022 si è ridotta dell'16,1% (Tabella 1). Dei diversi settori l’edilizia e i servizi fanno registrare un sensibile incremento dell’intensità energetica mostrando un utilizzo poco efficiente delle risorse, rispettivamente 159,3% e 24,1% dal 1995 al 2022. D’altro canto, gli altri settori, soprattutto l’industria, contribuiscono alla diminuzione dell’intensità. L'intensità energetica dell'industria manifatturiera è scesa del 33,3%, mentre quelle del settore trasporti e agricoltura e pesca sono scese rispettivamente del 16,1% e del 7,5%.

    Commenti

    Il confronto interno all’Unione Europea evidenzia che sia l’intensità energetica primaria sia l'intensità energetica finale dell’Italia resta più bassa della media europea per effetto della storica carenza di fonti primarie di energia (che ha favorito la creazione di comportamenti e infrastrutture parsimoniose nell’uso dell’energia e una struttura produttiva non eccessivamente energivora), della forte fiscalità (che ha aumentato il costo delle fonti energetiche all’utenza finale ben oltre i valori tipici negli altri paesi), del più basso reddito pro capite e del clima relativamente mite. La serie storica dell’intensità energetica mostra che i valori europei dell’intensità primaria e finale, rispettivamente 91 e 60 tep/M€, si stanno avvicinando a quelli nazionali e che secondo una graduatoria crescente dei valori di intensità energetica primaria l’Italia si colloca al 7° posto tra i paesi europei (Tabelle 2 e 3 e Figura 1).

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