Descrizione 1
Antonio Caputo, Giulia Iorio, Francesca Palomba
L'analisi del contributo delle diverse fonti energetiche primarie al consumo interno lordo di energia mostra che il ruolo predominante dei prodotti petroliferi si sta riducendo a favore dell’incremento del gas naturale (37,9% del totale nel 2022) e delle fonti rinnovabili (19,0% del totale nel 2022). La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili hanno effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, tra i più bassi tra i paesi industrializzati.
L'indicatore misura la produzione di energia da ciascuna delle fonti energetiche primarie.
Valutare il contributo delle diverse fonti energetiche primarie alla produzione di energia, al fine di aumentare l'utilizzo di combustibili meno inquinanti.
Con la Decisione n.1386/2013/UE, l'Unione Europea definisce il VII programma generale di azione in materia ambientale fino al 2020. Il 14 ottobre 2020 la Commissione europea ha presentato la proposta di decisione che istituisce l'VIII programma di azione per l'ambiente dal 2021 al 2030. Il 29 marzo 2022 il Consiglio dell’UE ha adottato l'VIII programma di azione per l'ambiente dal 2021 al 2030. Non sono applicabili obiettivi a questo indicatore.
Descrizione 2
MASE, Bilancio Energetico Nazionale (BEN), anni vari, https://sisen.mase.gov.it/dgsaie/
Qualificazione dati
MASE, Bilancio Energetico Nazionale (BEN), https://sisen.mase.gov.it/dgsaie/
Nazionale
1990-2022
Qualificazione indicatore
Il dato è rilevato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ed è elaborato secondo la metodologia Eurostat.
Nel 2022 i consumi totali di energia ammontano a 148,1 Mtep di cui 56,1 Mtep di gas naturale, 51,5 Mtep di petrolio e 28,2 Mtep di energia rinnovabile. Risorse di minore entità sono i combustibili solidi (7,4 Mtep), i rifiuti non rinnovabili (1,2 Mtep) e l’energia elettrica importata (3,7 Mtep) (Tabella 1). I consumi del 2022 mostrano una riduzione rispetto all’anno precedente (-3,9%). Analizzando i consumi per fonti si osservano le seguenti variazioni rispetto al 2021: combustibili solidi: +33,8%, petrolio: +1,1%, gas naturale: -10,1%; fonti rinnovabili: -7,0%, rifiuti non rinnovabili: +0,3%, energia elettrica: +0,5%.
La quota del gas naturale rispetto ai consumi totali di energia è cresciuta dal 26,3% nel 1990 al 41,2% nel 2020 passando nel 2022 a rappresentare il 37,9%; quella dei prodotti petroliferi è scesa dal 57,3% nel 1990 al 31,7% nel 2020, con un aumento negli anni successivi (34,8% nel 2022). Si osserva un andamento analogo per la quota dei combustibili solidi che, dopo una costante riduzione dal 2012 al 2021 (da 9,6% a 3,6%), ha registrato un rimbalzo al 5% nel 2022. La quota delle fonti rinnovabili mostra una rapida crescita nel periodo 1990-2020 passando dal 4,4% al 20,7%, seguita da una battuta d'arresto negli ultimi anni (19,6% nel 2021 e 19,0% nel 2022). I rifiuti non rinnovabili, sebbene restino minoritari tra le fonti primarie del Paese, presentano un incremento dallo 0,1% nel 1990 allo 0,8% nel 2022. L’andamento della quota di energia elettrica importata oscilla intorno alla media del 2,2% (Tabella 1).
Dati
Tabella 1: Consumo interno lordo di energia* per fonti primarie
MASE/EUROSTAT
*Consumo interno lordo di energia definito da produzione primaria + prodotti recuperati + importazioni + variazioni delle scorte - esportazioni - bunkeraggi internazionali marini; ** Import netto di energia elettrica
Figura1: Quota del consumo interno lordo di energia* per fonti primarie
Elaborazioni ISPRA su dati del MASE/EUROSTAT
*Consumo interno lordo di energia definito da produzione primaria + prodotti recuperati + importazioni + variazioni delle scorte - esportazioni - bunkeraggi internazionali marini; ** Import netto di energia elettrica
La struttura degli approvvigionamenti energetici italiani si sta modificando verso una maggiore diversificazione delle fonti energetiche utilizzate. Il ruolo predominante dei prodotti petroliferi si sta riducendo a favore dell’incremento del gas naturale e delle fonti rinnovabili (Figura 1). La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili hanno effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, che è tra i più bassi tra i paesi industrializzati.