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QUALITÀ DELLE ACQUE - INQUINAMENTO DA PESTICIDI

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Abstract: 
L’indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo. I livelli misurati sono confrontati con i limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente. L'indicatore permette un’analisi dell’evoluzione della contaminazione nel decennio 2008-2017 in termini di frequenza di ritrovamento dei pesticidi nelle acque, nonché sul rischio ambientale derivante dal loro utilizzo.
Descrizione: 
L’uso dei prodotti fitosanitari (noti anche come pesticidi) svolge una funzione importante nel garantire la produzione e la qualità dei prodotti agricoli, tuttavia queste sostanze chimiche possono costituire un rischio per la salute dell’uomo e per gli ecosistemi, con un impatto immediato e nel lungo termine. L'indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente e i rischi connessi. Le informazioni sono tratte dal Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque (in corso di pubblicazione, per cui i risultati sono da considerarsi provvisori; ultima edizione disponibile: ISPRA, 2018), a cui si rimanda per una più completa trattazione. Oltre ai prodotti fitosanitari impiegati in agricoltura, i pesticidi comprendono anche i biocidi che, in molti casi, utilizzano le stesse sostanze attive. Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque è reso complesso dal numero di sostanze interessate e dall’uso dispersivo, che interessa grandi estensioni di territorio. Le concentrazioni misurate sono confrontate con i limiti ambientali stabiliti a livello europeo e nazionale: gli Standard di Qualità Ambientale (SQA) per le acque superficiali, le norme di qualità ambientale per la protezione delle acque sotterranee. Per le acque sotterranee i limiti coincidono con quelli delle acque potabili, per le acque superficiali, invece, sono stabiliti sulla base di valutazioni ecotossicologiche delle sostanze. La contaminazione da pesticidi è stata valutata tramite gli indicatori previsti dal Piano di Azione Nazionale nell’ambito della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, al fine di misurare l’efficacia delle azioni programmate per la riduzione dei rischi ed è relativa al decennio 2008-2017. Complessivamente, nel corso di questi anni si è avuta una razionalizzazione e armonizzazione dei programmi di monitoraggio regionali, con un’estensione della rete di campionamento, un miglioramento delle prestazioni dei laboratori e un ampliamento dello spettro delle sostanze cercate, che tiene conto delle caratteristiche che possono determinare un rischio ambientale.
Scopo: 
Fornire una rappresentazione dello stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da pesticidi su base nazionale e regionale, in riferimento ai limiti di concentrazione stabiliti dalla normativa vigente. Individuare, inoltre, le sostanze maggiormente rilevate nei corpi idrici, supportando processi decisionali volti a limitare i rischi per l’ambiente. Seguire l’evoluzione della contaminazione derivante dall’uso dei pesticidi.
Rilevanza: 
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
Misurabilità: 
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Un’ “idonea” copertura temporale
Solidità: 
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Riferimenti normativi: 
Regolamento (CE) 1107/2009
Regolamento (CE) 528/2012
Direttiva 98/83/CE
Direttiva 2000/60/CE
Direttiva 2006/118/CE
Direttiva 2008/105/CE
Direttiva 2009/90/CE
Direttiva 2009/128/CE
Direttiva 2013/39/UE
D.Lgs 152/06
D.Lgs 30/09
D.Lgs 260/2010
D.Lgs 172/15
Decreto Ministeriale n. 56 del 14 aprile 2009
Decreto Ministeriale n. 35 del 22 gennaio 2014
Obiettivi fissati dalla normativa: 
Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque viene eseguito nel rispetto dei compiti stabiliti dal Piano di Azione Nazionale (Decreto ministeriale n. 35 del 22 gennaio 2014) ai sensi della Direttiva 2009/128/CE sull'uso sostenibile dei pesticidi, al fine di acquisire informazioni sullo stato di qualità della risorsa idrica, di individuare eventuali effetti non previsti adeguatamente nella fase di autorizzazione e non adeguatamente controllati nella fase di utilizzo. I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari (Regolamento CE 1107/2009), utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e i biocidi (Regolamento UE 528/2012), impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.). Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi. Il monitoraggio si inserisce nel quadro più ampio della disciplina per la tutela delle acque, che con la Direttiva 2000/60/CE e le direttive derivate, stabilisce standard di qualità ambientale per le acque superficiali (Direttiva 2008/105/CE e Dir. 2013/39/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 172/15) e i limiti di qualità per la protezione delle acque sotterranee (Direttiva 2006/118/CE recepita con il D.Lgs. 30/09). La normativa di riferimento per le specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato chimico delle acque è rappresentata dalla Direttiva 2009/90/CE (recepita in Italia con il D.lgs. 260/2010), la quale fissa criteri minimi di efficienza per i metodi di analisi e stabilisce le regole per comprovare la qualità dei risultati delle analisi. Infine, l’analisi dei trend di contaminazione risponde a quanto predisposto dalla Direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi e che definisce un Piano di azione nazionale. Il Piano, attuato con Decreto Ministeriale n. 35 del 22 gennaio 2014, prevede una serie di indicatori tra cui alcuni specifici per la tutela dell’ambiente acquatico, a cui si fa riferimento.
DPSIR: 
Impatto, Stato
Tipologia indicatore: 
Descrittivo (tipo A), Efficacia delle politiche (tipo D)
Riferimenti bibliografici: 
Rapporti sul monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque, dati 2015-2016, 2013-2014, 2011-2012, 2009-2010, 2007-2008, 2006, 2005, 2004, 2003 dell’ISPRA (http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti)
Limitazioni: 
Difficoltà nel reperimento dei dati; disomogeneità dei dati relativi a diverse unità territoriali (rete di monitoraggio, frequenza di campionamento, sostanze cercate, prestazioni dei laboratori).
Ulteriori azioni: 
Il miglioramento dell’indicatore richiede: aumento della copertura territoriale e temporale; omogeneità delle indagini rispetto ai criteri di priorità delle sostanze; miglioramento dei limiti di quantificazione delle metodiche analitiche.
Frequenza rilevazione dati: 
Annuale
Accessibilità dei dati di base: 
I dati di monitoraggio dei pesticidi prodotti dalle regioni sono trasmessi all’ISPRA attraverso il Sistema Informativo Nazionale per la Tutela delle Acque Italiane (SINTAI). http://www.sintai.isprambiente.it.
Fonte dei dati di base: 
ARPA/APPA (Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell'Ambiente)
Province Autonome
Regioni
Unità di misura: 
Microgrammo per litro (µg/l)
Descrizione della metodologia di elaborazione: 
Il livello di contaminazione è riportato come numero dei siti di monitoraggio in cui la concentrazione delle sostanze presenti supera i limiti normativi di riferimento. La frequenza di rilevamento delle sostanze è riportata come percentuale dei siti in cui è presente la sostanza a concentrazione superiore ai limiti. La frequenza di ritrovamento di pesticidi nelle acque è riportata come percentuale dei campioni con residui e come percentuale dei siti di monitoraggio in cui la concentrazione delle sostanze presenti supera i limiti.
Core set: 
7EAP - Dati sull'ambiente
Tipo rappresentazione: 
Grafico
Mappa
Tabella
Periodicità di aggiornamento: 
Annuale
Copertura spaziale: 
Nazionale
Regionale
Copertura temporale: 
2008-2017
L’informazione prodotta fornisce una significativa rappresentazione dello stato generale di contaminazione delle acque da pesticidi e un’indicazione delle sostanze maggiormente ritrovate. La fonte dei dati è affidabile in quanto i dati sono forniti dalla rete delle agenzie per la protezione dell’ambiente, che adoperano procedure analitiche certificate. L’informazione offre anche la considerevole possibilità di supportare processi decisionali volti a limitare i rischi per l’ambiente, di appurare l’efficacia di specifiche azioni di mitigazione e di seguire l’evoluzione della contaminazione. Tuttavia non è ancora stata raggiunta tra le diverse unità territoriali un’uniformità per quanto riguarda: i limiti analitici di quantificazione, la copertura spaziale della rete di monitoraggio, l’adozione di criteri di priorità per la scelta delle sostanze da indagare. Questo comporta una parziale comparabilità dell’informazione sia nel tempo sia nello spazio e una discordanza dal reale stato di contaminazione.
Stato: 
Non definibile
Trend: 
Non definibile
Descrizione dello stato e trend: 
Nel decennio 20008-2017 si è avuto un incremento della copertura territoriale e della rappresentatività del monitoraggio. Rimane ancora, tuttavia, una forte disomogeneità fra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, dove tuttora esso è generalmente poco rappresentativo, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate. D’altra parte, si presenta la necessità di un aggiornamento continuo per tenere conto delle sostanze nuove immesse sul mercato. Ad oggi, pertanto, il quadro nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque è ancora insufficiente a rappresentare adeguatamente l’intera situazione nazionale, sebbene gli sforzi compiuti nell’aggiornamento dei programmi regionali di monitoraggio lascino prevedere un progressivo miglioramento dell’efficacia delle indagini. I dati del 2017 confermano uno stato di contaminazione già segnalato negli anni precedenti, con consistenti superamenti dei limiti soprattutto nelle acque superficiali. Il limite di quantificazione (LoQ) non consente un'adeguata valutazione dello stato di contaminazione.
Commenti: 
Lo stato dei controlli nazionali è migliorato nell’arco di tempo considerato. È aumentata la copertura territoriale e il numero di campioni, soprattutto sono aumentate le sostanze cercate (Figura 1, 2 e 3). I livelli di contaminazione sono riferiti ai limiti ambientali definiti dalla normativa per la tutela delle acque, tali limiti sono gli standard di qualità ambientale (SQA) (Tabella 1). La contaminazione da pesticidi è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta (Figure 4 e 5). Come già segnalato, questo dipende largamente dal fatto che le indagini sono generalmente più rappresentative nelle regioni del Nord. Nel resto del paese la situazione è ancora abbastanza disomogenea, in alcune regioni la copertura territoriale è limitata, così come è limitato il numero delle sostanze cercate. Nelle acque superficiali 419 punti di monitoraggio (24,4% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono (Tabella 2): glifosate e il suo metabolita AMPA, superiori agli SQA rispettivamente nel 28,5% e nel 58,4% dei siti monitorati. Il glifosate è l’erbicida più utilizzato in Italia e nel mondo, ma la sua ricerca è ancora limitata a sole sette regioni, nonostante si confermi tra i maggiori contaminanti delle acque. Da segnalare per frequenza l’erbicida metolaclor e il suo metabolita metolaclor-esa sopra i limiti nel 7,6% e nel 9,2% dei siti, nonché dell’erbicida quinclorac superiore ai limiti nel 9,4% dei casi. Nelle acque sotterranee 195 punti (6% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale. Si conferma la presenza dei composti triazinici che, ad eccezione della terbutilazina, non sono più in commercio da molti anni, ma ancora persistono nell’ambiente (Tabella 3). I metaboliti di atrazina e terbutilazina (atrazina desetil desisopropil, 2-idrossiatrazina, terbutilazina-desetil e atrazina desetil) contribuiscono nel loro insieme al 6% di superamenti. Rilevante la presenza di glifosate e AMPA superiori ai limiti nel 1,4% e nel 2,8% dei casi, del fungicida carbendazim (3,1%) e dell’erbicida bentazone riscontrato in 42 punti (2,1%). Diffusi anche i casi di non conformità dell’erbicida metolaclor (23 punti), del fungicida metalaxil (16 punti) e del metabolita erbicida 2,6-diclorobenzammide (12 punti).
L’analisi dell’evoluzione della contaminazione (Figure 6 e 7) indica un aumento progressivo della contaminazione, nel periodo di osservazione che va dal 2008 al 2017, ad esclusione del biennio 2010-2011. La frequenza nei campioni aumenta con una correlazione diretta all’estensione della rete e al numero delle sostanze cercate. Per spiegare l’andamento bisogna tenere conto, tra le altre cose, dei limiti del monitoraggio in molte regioni, del mancato aggiornamento che consideri le sostanze nuove e del fatto che molte sostanze sono state vietate in seguito al programma di revisione europeo. Questo, ragionevolmente, ha determinato il calo della frequenza dopo il 2009. Il successivo aumento è correlato all’ampliamento dello sforzo di ricerca degli ultimi anni. La frequenza di superamento degli SQA (Figura 8) esprime l’andamento della contaminazione da pesticidi nelle acque in termini di possibile rischio per l’ambiente, tenendo conto dei livelli di tossicità delle sostanze. Nelle acque superficiali, la frequenza del superamento degli SQA ha un aumento pressoché regolare, raggiungendo il valore massimo nel 2017 (24,4%). L’andamento è pressoché stabile nelle acque sotterranee, con valori intorno al 7%. La possibile spiegazione va ricercata nelle dinamiche lente del comparto, in particolare, delle falde profonde.
Allegati: 
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