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EMISSIONI DI PARTICOLATO FINE (PM2,5): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALE

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Abstract: 
L'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM2,5) per settore di provenienza dal 1990 al 2019, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-38,8%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 10,1 % nel 2019, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 73,5%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono del 38,7%, rappresentando nel 2019 il settore più importante con il 66,6% di peso sulle emissioni totali.
Descrizione: 
Il materiale particolato di dimensione inferiore a 2.5 µm è costituito da particelle aerodisperse di dimensioni tali che, una volta inalate, penetrano in profondità nel sistema respiratorio umano. Come il PM10, anche il particolato PM2,5 è in parte emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera (PM2,5 primario) ed è in parte formato attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti (PM2,5 secondario). L’emissione diretta di PM2.5 è associata a tutti i processi di combustione, in particolare quelli che prevedono l’utilizzo di combustibili solidi (carbone, legna) o liquidi come gasolio e olio combustibile. Particelle fini sono dunque emesse dai trasporti su strada, dagli impianti per la produzione di energia, dagli impianti per il riscaldamento domestico e dagli incendi boschivi. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle di origine secondaria, così come quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo.
Scopo: 
Valutare l’andamento nel tempo delle emissioni di PM2,5 (polveri di dimensioni inferiori a 2.5 µm) disaggregate per settore, rilevanti per il monitoraggio dell'efficacia delle normative di riduzione delle emissioni con particolare attenzione alle aree urbane.
Rilevanza: 
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È semplice, facile da interpretare
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
Misurabilità: 
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
Un’ “adeguata” copertura spaziale
Un’ “idonea” copertura temporale
Solidità: 
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi: 
Come Parte della Convenzione UNECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (CLRTAP), l’Italia è tenuta all’aggiornamento e alla comunicazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni inquinanti in atmosfera, che contempla, tra i vari inquinanti, anche il PM2,5.
La normativa nazionale di riferimento per la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”, parte quinta). Il Decreto è stato successivamente aggiornato dal D.Lgs.128/2010 e ha subito ulteriori modifiche a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 sugli impianti industriali.
Numerose normative limitano le emissioni di particolato in determinati settori, in particolare nei trasporti stradali e nell'industria. Per quanto riguarda le sorgenti stazionarie, la Direttiva 2010/75/UE indica i valori limite di emissione di particolato per combustibili solidi, liquidi e gassosi nei grandi impianti di combustione. Per gli impianti di combustione medi, la Direttiva (UE) 2015/2193 stabilisce norme anche per il controllo delle emissioni atmosferiche, al fine di ridurre i rischi potenziali per la salute umana e per l'ambiente.
Per le sorgenti mobili, i provvedimenti più recenti in merito alle emissioni di materiale particolato derivano dal Regolamento CE 715/2007 relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e dal Regolamento CE 595/2009 relativo all'omologazione dei veicoli a motore e dei motori riguardo alle emissioni dei veicoli pesanti (Euro VI).
La nuova Direttiva NEC 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio (recepita con il Decreto legislativo 81 del 2018), concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, definisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rispetto al 2005, applicabili dal 2020 al 2029 e a partire dal 2030: rispettivamente impegni di riduzione del 10% e del 40%.
DPSIR: 
Pressione
Tipologia indicatore: 
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici: 
Cóndor R., De Lauretis R., Romano D., Vitullo M., 2008. Inventario nazionale delle emissioni di particolato e principali fonti di emissione. In: Atti 3° Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico. Il particolato at-mosferico: la conoscenza per l’informazione e le e le strategie di intervento Bari 6-8 Ottobre, Italia.
De Lauretis R., Gaudioso D., Gonella B., Romano D., 2006. Inventario delle emissioni in atmosfera di PM10 e strategie di riduzione, XXII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana, Firenze, 10-15 Settembre 2006, Atti del Congresso.
ISPRA, anni vari. Dati e pubblicazioni disponibili su: http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni
ISPRA, 2009. De Lauretis R. et al., La disaggregazione a livello provinciale dell’inventario nazionale delle emis-sioni, Anni 1990 – 1995 – 2000 - 2005. Rapporti 92/2009. Disponibile su http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti
ISPRA, 2010. De Lauretis R. et al., Trasporto su strada Inventario nazionale delle emissioni e disaggregazione provinciale, Rapporti - N. 124 /2010.
ISPRA, 2021. Italian Emission Inventory 1990-2019. Informative Inventory Report 2021 (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/inventario-nazionale-delle-emissioni-in-atmosfera-1990-2019-informative-inventory-report-2021; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2021-submission).
Limitazioni: 
Non compilato  
Ulteriori azioni: 
Non compilato  
Frequenza rilevazione dati: 
Annuale
Accessibilità dei dati di base: 
Utilizzati i dati ISPRA dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni).
Fonte dei dati di base: 
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Descrizione della metodologia di elaborazione: 
Stima calcolata nell'ambito della realizzazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Per gli inquinanti atmosferici la metodologia utilizzata è quella indicata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook 2019). Per la descrizione della metodologia di stima si fa riferimento all'Informative Inventory Report – IIR (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/inventario-nazionale-delle-emissioni-in-atmosfera-1990-2019-informative-inventory-report-2021; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2021-submission
Core set: 
EEA - CSI
7EAP - Dati sull'ambiente
Altri Core set: 
Green deal
Periodicità di aggiornamento: 
Annuale
Copertura spaziale: 
Nazionale, Regionale
Copertura temporale: 
1990-2019
I dati di emissione riportati costituiscono la fonte ufficiale di riferimento per la verifica degli impegni assunti a livello internazionale, in ragione del ruolo di ISPRA come responsabile della realizzazione annuale dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Le stime dei dati sono calcolate in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità e completezza richieste dalla metodologia di riferimento. Un ulteriore miglioramento potrà derivare dall'individuazione di potenziali sorgenti emissive al momento non incluse nella metodologia di stima.
Stato: 
Buono
Descrizione/valutazione dello stato: 
I livelli di emissione del PM2,5 sono pari nel 2019 a 139 kt, al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020 (156kt, riduzione del 10% rispetto ai valori del 2005) (Figura 1).
Trend: 
Positivo
Descrizione/valutazione del trend: 
Le emissioni nazionali di PM2,5 si riducono nel periodo 1990-2019 del 38,7% delineando un andamento positivo dal punto di vista ambientale (Tabella 1) . Nonostante il trend complessivo sia in decrescita, dall’analisi di dettaglio settoriale, si evidenziano degli incrementi, in particolare le emissioni provenienti dalla combustione non industriale crescono del 38,7% tra il 1990 e il 2019, a causa dell’aumento registrato nella combustione di legna negli impianti di riscaldamento residenziali che, nel 2019, rappresenta il settore più importante con il 66,6% di peso sulle emissioni totali.
Variabili: 
Emissioni di PM2,5
Commenti: 
Le emissioni nazionali vengono calcolate conformemente alla metodologia di stima adottata a livello europeo e riportata nell’EMEP/EEA Air pollutant emission inventory guidebook – 2019. Nei totali non vengono conteggiate le emissioni da sorgenti naturali (altre sorgenti di emissione e assorbimenti) conformemente alla classificazione adottata nella stima delle emissioni dell'inventario nazionale.
Nel periodo 1990-2019, il settore del trasporto stradale presenta una decrescita pari al 73,5% e contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 10,1% nel 2019. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, invece, aumentano del 38,7% rappresentando nel 2019 il settore più importante con il 66,6% delle emissioni totali. Gli altri processi di combustione registrano rilevanti cali delle emissioni di particolato. In particolare, le emissioni derivanti dalla combustione per la produzione di energia e nell'industria di trasformazione decrescono del 98,3%, arrivando a rappresentare solo lo 0,4% delle emissioni totali nel 2019, contro una media di circa l’8% fino al 1995. Le emissioni provenienti dai processi di combustione nell'industria scendono del 69,1%, raggiungendo un peso sul totale pari al 4,4% nel 2019. Le riduzioni riscontrate nei settori dell’energia e dell’industria sono principalmente dovute all’introduzione di due strumenti normativi: il DPR 203/88 che stabilisce le norme per l'autorizzazione degli impianti e il DM del 12 luglio 1990, che introduce limiti di emissione degli stabilimenti.
Nel 2019 le emissioni dalle attività agricole, dai processi produttivi e dalle altre sorgenti mobili pesano rispettivamente il 3,8%, il 4,8% e il 6,6% sul totale, con diminuzioni dal 1990 rispettivamente pari a -24,3%, -50,3% e -71,0%. Le emissioni legate al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti, aumentando del 6,1% dal 1990, nel 2019 raggiungendo una quota sul totale delle emissioni pari all’1,8% (Tabella 1, Figura 1). Da un’analisi dei dati a livello regionale si evince che le regioni che contribuiscono maggiormente alle emissioni di PM2,5 sono la Lombardia (16,1 kt/a) e il Veneto (13,3 kt/a), mentre quelle con un minore impatto sono il Molise (1,4 kt/a) e la Valle d’Aosta (0,7 kt/a) (Tabella 2 e Figura 2).
Allegati: 
AllegatoDimensione
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File Tabella2.xlsx12.53 KB
Office spreadsheet icon DatiFigura1.xls72.5 KB
File DatiFigura2.xls.xlsx18.48 KB
Image icon Figura 1.jpg187.96 KB
Image icon Figura 2.jpg87.94 KB