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Rifiuti
- ESPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSIL'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono destinate all'estero ai fini del recupero e dello smaltimento. Nel 2020, la quantità totale di rifiuti speciali esportata è pari a oltre 3,6 milioni di tonnellate, 2,4 milioni di tonnellate sono rifiuti non pericolosi (66% del totale) e 1,2 milione di tonnellate sono rifiuti pericolosi (34% del totale). I maggiori quantitativi di rifiuti sono destinati alla Germania e all'Austria, rispettivamente 817 mila tonnellate e 432 mila tonnellate.IMPORTAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI E PERICOLOSIL'indicatore misura le quantità di rifiuti speciali che vengono importate ai fini di un recupero nelle attività produttive. I rifiuti speciali importati in Italia nel 2020 (6,7 milioni di tonnellate) sono costituiti quasi esclusivamente da rifiuti non pericolosi (98,7%); i rifiuti pericolosi, infatti, sono 85 mila tonnellate (1,3% del totale importato). Il maggior quantitativo proviene dalla Germania, circa 2 milioni di tonnellate (29,4% del totale importato), costituito quasi interamente da rifiuti non pericolosi (i rifiuti pericolosi sono solo 3.840 tonnellate), rifiuti prettamente di natura metallica. Segue la Francia, con oltre 939 mila tonnellate (13,9% del totale), costituite, anche queste, prevalentemente da rifiuti metallici.PERCENTUALE DI PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO E RICICLAGGIONel 2020 la percentuale di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio si attesta al 54,4% e quindi al di sopra dell’obiettivo (50%) se si applica la metodologia 2 e al 48,4% applicando la metodologia 4, al netto dei rifiuti da C&D provenienti da utenze domestiche.QUANTITÀ DI RIFIUTI AVVIATI AL COMPOSTAGGIO E ALLA DIGESTIONE ANAEROBICAL'indicatore misura la quantità di rifiuti avviati al trattamento biologico e, in particolare, al compostaggio, al trattamento integrato anaerobico/aerobico e alla digestione anaerobica. Nel 2020, la quantità complessiva dei rifiuti recuperati attraverso tali trattamenti (8,1 milioni di tonnellate) indica, nel confronto con il 2019 (oltre 7,9 milioni di tonnellate), una differenza di 177 mila tonnellate (+ 2,2%); la quota dei rifiuti organici, che passa da circa 6,4 milioni di tonnellate a circa 6,6 milioni di tonnellate (pari all'81,2% del totale trattato), evidenzia una crescita di 205 mila tonnellate, pari al 3,2%.QUANTITÀ DI RIFIUTI AVVIATI AL TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICOL'indicatore misura il quantitativo di rifiuti avviati al trattamento meccanico biologico nel 2020, che ammonta a 9,6 milioni di tonnellate. Rispetto al 2019 si assiste a una riduzione dell’8,3%, pari a 875 mila tonnellate. Il decremento evidenziato, riconducibile alla diminuzione dei rifiuti urbani indifferenziati avviati a trattamento meccanico biologico, deriva da una sostanziale riduzione della produzione dei rifiuti urbani a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da SARS-COV19 che ha interessato gran parte dell’anno 2020.QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI INCENERITI E RECUPERATI ENERGICAMENTE E NUMERO DI IMPIANTI DI INCENERIMENTONel 2020 sono stati avviati ad incenerimento oltre1,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui 899 mila tonnellate (68,4% del totale) non pericolosi e circa 416 mila tonnellate (31,6% del totale) pericolosi. Il numero totale degli impianti che hanno ricevuto rifiuti speciali è pari a 80, 31 dei quali autorizzati principalmente al trattamento di rifiuti urbani. La gran parte degli impianti è localizzata al Nord (47) mentre al Centro e al Sud sono presenti, rispettivamente, 7 e 26 impianti. Coerentemente con la distribuzione del parco impiantistico la parte prevalente dei rifiuti speciali è trattata negli impianti localizzati al Nord (87,4% del totale con oltre 1,1 milione di tonnellate), cui seguono le regioni del Sud con l’11,6% (152 mila tonnellate) e del Centro con l’1% (quasi 14 mila tonnellate).QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI RECUPERATIL'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali avviati alle operazioni di recupero (R1-R12) di cui all'allegato C del D.Lgs. 152/2006. Nel 2020 i quantitativi di rifiuti speciali recuperati sono consistenti, pari al 71,7% del totale gestito (159,8 milioni di tonnellate) e il trend risulta in continua crescita (+ 8,8% nell'ultimo triennio). La quantità totale di rifiuti speciali recuperati ammonta a 114,6 milioni di tonnellate, di cui quasi 4 milioni di tonnellate sono pericolosi. La regione con il maggior quantitativo di rifiuti speciali recuperato è la Lombardia (27,5% del totale recuperato), seguita dal Veneto (11%) e dall'Emilia-Romagna (9%).QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI SMALTITI IN DISCARICA, E NUMERO DI DISCARICHEL'indicatore mostra la quantità di rifiuti speciali smaltiti in discarica per categoria e per tipologia di rifiuti e il numero di discariche. Nel 2020, i quantitativi di rifiuti speciali complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 9,9 milioni di tonnellate, pari al 6,2% del quantitativo dei rifiuti speciali gestiti a livello nazionale (circa 159,8 milioni di tonnellate). Rispetto al 2019, si rileva una diminuzione pari a 2 milioni di tonnellate (-17,7%). Il numero totale delle discariche operative è pari a 285: 131 discariche per rifiuti inerti (46% del totale degli impianti operativi), 143 discariche per rifiuti non pericolosi (50% del totale), e 11 discariche per rifiuti pericolosi (4% del totale). Analizzando il triennio 2018 - 2020, si assiste a una progressiva diminuzione del numero totale degli impianti che passano da 310 del 2018, a 305 del 2019, e a 285 nel 2020.QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI UTILIZZATI COME FONTE DI ENERGIA IN IMPIANTI PRODUTTIVIL'indicatore misura la quantità di rifiuti speciali trattati in impianti produttivi, presenti sul territorio nazionale, in totale o parziale sostituzione di combustibili tradizionali. Nel 2020 sono stati recuperati in impianti di coincenerimento 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi (93,8% del totale) e circa 113 mila tonnellate (6,2% del totale) da rifiuti pericolosi. Il quadro impiantistico regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali, corrispondente al 73% del totale, è recuperato nelle regioni del Nord; seguono le regioni del Sud con il 14% e quelle del Centro con il 13%.QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI INCENERITI, E NUMERO DI IMPIANTI DI INCENERIMENTONel 2020, i rifiuti urbani inceneriti, comprensivi del CSS (rifiuti combustibili), della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal trattamento dei rifiuti urbani stessi, sono oltre 5,3 milioni di tonnellate (-3,6% rispetto al 2019); il 70,2% di questi rifiuti viene trattato al Nord, il 10% al Centro e il 19,8% al Sud. Gli impianti di incenerimento operativi sul territorio nazionale sono 37. In particolare, il parco impiantistico è prevalentemente localizzato nelle regioni del Nord (26 impianti), mentre al Centro e al Sud sono operativi, rispettivamente, 5 e 6 impianti.QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI RACCOLTI IN MODO DIFFERENZIATONel 2020 la raccolta differenziata è pari al 63% della produzione nazionale (28,9 milioni di tonnellate), con una crescita di 1,8 punti percentuali rispetto al 2019. Nonostante l’ulteriore incremento non viene, tuttavia, ancora conseguito l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2012 (65%).QUANTITÀ DI RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA E NUMERO DI DISCARICHEL’indicatore mostra la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica e il numero degli impianti operativi. Nel 2020, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a 5,8 milioni di tonnellate e il numero delle discariche operative è pari a 131 impianti. Si registra una riduzione, rispetto al 2019, delle quantità totali di rifiuti urbani smaltiti in discarica pari al 7,4%, e una situazione nel complesso stabile per quanto riguarda il sistema impiantistico (nel Nord il numero delle discariche è rimasto invariato, nel Centro 4 impianti in meno e nel Sud 4 impianti in più). Tuttavia, non si tratta di nuovi impianti, ma di discariche per rifiuti non pericolosi che nell’anno in esame, a differenza dei precedenti, hanno ricevuto rifiuti di origine urbana.RICICLAGGIO/RECUPERO DI RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONEI rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione costituiscono, in termini assoluti, il flusso più rilevante dei rifiuti speciali prodotti sia a livello europeo sia nazionale. Il settore delle costruzioni, attraverso l’uso intenso delle risorse naturali, genera forti impatti sul territorio e un progressivo impoverimento della materia prima dovuti all'apertura di cave di inerti naturali. La Commissione europea ha, pertanto, ritenuto prioritario monitorare il flusso dei rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione fissando, all’articolo 11 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, un obiettivo specifico di preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse le operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali. Nel 2020 il tasso di recupero e riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione, pari al 77,9%, si colloca al di sopra dell'obiettivo previsto dalla Direttiva 2008/98/CE del 70%, fissato per il 2020.TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIOLa normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030 per i rifiuti di imballaggio che rappresentano uno dei principali flussi monitorati. Il tasso di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, calcolato come rapporto tra la quantità di rifiuti riciclati e la quantità di rifiuti prodotti, monitora i progressi verso un'economia circolare valutando il loro reinserimento nei cicli industriali come materie prime secondarie. Nell’ottica di assicurare condizioni uniformi di misurazione dei nuovi obiettivi basate sull’effettiva quantità dei rifiuti d’imballaggio ritrattati per ottenere nuovi prodotti, materiali o sostanze, sono state definite, a livello europeo, stringenti metodologie di calcolo. Con l’applicazione delle nuove metodologie, gli obiettivi previsti per il 2025 sono praticamente già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica. Per incrementarne il riciclaggio, tra le linee di azione su cui intervenire vi è lo sviluppo di nuove tecnologie di trattamento, soprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono attualmente difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico.TASSO DI RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALIL’indicatore è utile per monitorare i progressi verso un'economia circolare, consentendo di identificare le quantità di materia reimmessa nell'economia a seguito del trattamento dei rifiuti. Rispetto ai quantitativi complessivamente avviati a operazioni di recupero e smaltimento, più dei due terzi vengono riciclati, collocando l’Italia tra i Paesi con il tasso di riciclaggio più alto.
- PRODUZIONE DEI RIFIUTI URBANI PER UNITA' DI PILRispetto al 2019, risultano in contrazione sia la produzione di rifiuti sia gli indicatori socio-economici (PIL e spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie residenti e non residenti), anche questi ultimi fortemente influenzati dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, si può in ogni caso rilevare un disallineamento tra l’andamento della produzione dei rifiuti e quello degli indicatori socio-economici, considerato che i rifiuti prodotti fanno registrare un calo più contenuto (-3,6%) rispetto a quello del PIL e delle spese delle famiglie, rispettivamente pari al 9% e all’11,5%.PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALILa produzione di rifiuti speciali totale, in Italia nel 2020, si attesta a quasi 147 milioni di tonnellate. Tra il 2019 e il 2020 si rileva una diminuzione nella produzione totale, pari al 4,5%, corrispondente a circa 7 milioni di tonnellate. Come per i rifiuti urbani, anche i dati sui rifiuti generati dalle attività produttive (industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e risanamento ambientale) sono stati fortemente influenzati dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha segnato, nel 2020, il contesto socioeconomico nazionale. Il 2020 è stato caratterizzato da un calo significativo dei consumi sul territorio nazionale, a causa delle chiusure degli scambi commerciali e delle misure di restrizione adottate, nonché da interruzioni nelle catene di approvvigionamento, in particolare nelle forniture di materie prime e semi-lavorati, con conseguenti ripercussioni sulle produzioni manifatturiere. I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,3% del totale dei rifiuti prodotti, diminuiscono di quasi 6,7 milioni di tonnellate (-4,6%), quelli pericolosi di poco più di 300 mila tonnellate (-3%). Il settore delle costruzioni, in particolare, ha risentito significativamente della crisi pandemica, sia per la chiusura dei cantieri, in particolare di opere pubbliche, sia per la riduzione della manutenzione di edifici o di nuove costruzioni per l’edilizia abitativa, commerciale e non residenziale: i rifiuti non pericolosi da operazioni di costruzione e demolizione, stimati da ISPRA, diminuiscono del 5,2%, corrispondente a oltre 3,5 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019.PRODUZIONE DI RIFIUTI TOTALI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALIL’indicatore permette la valutazione delle pressioni sull’ambiente e dell’efficienza delle risorse utilizzate dall’economia per la produzione di ricchezza, e i suoi progressi verso la realizzazione di una circolarità dell’economia. Il rapporto tra produzione nazionale di rifiuti e Consumo di Materiale Interno è tra i più alti rilevati a livello europeo (23,9%). Se da un lato il livello di rifiuti totali prodotti si dimostra sensibile alla congiuntura pandemica, complessivamente il sistema economico non appare ancora in grado di limitare la produzione di rifiuti rispetto sia alla ricchezza prodotta. sia rispetto alla materia prima utilizzata.PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANINel 2020 la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si attesta a 28,9 milioni di tonnellate, in calo del 3,6% rispetto al 2019 (-1,078 milioni di tonnellate). Dopo la lieve diminuzione del 2019, la produzione torna a calare in modo più significativo, per effetto della pandemia, nel 2020.