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Atmosfera
- BILANCIO DI MASSA DEI GHIACCIAIL’indicatore è elaborato per un campione ridotto di ghiacciai alpini, e rappresenta la somma algebrica tra la massa di ghiaccio accumulato, derivante dalle precipitazioni nevose, e la massa persa per fusione nel periodo di scioglimento. I dati di bilancio di massa costituiscono un'indicazione fondamentale per valutare lo "stato di salute" dei ghiacciai. Dall’analisi dei dati dal 1995 al 2021 emerge che per i corpi glaciali considerati a livello complessivo, il bilancio cumulato mostra perdite significative che ammontano da un minimo di oltre 20 metri di acqua equivalente per il ghiacciaio del Basòdino a un massimo di oltre 43 metri per il ghiacciaio di Caresèr, per una perdita di massa media annua pari a oltre un metro di acqua equivalente.GIORNI CON GELOL'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di freddo intenso in Italia, più precisamente esprime il numero di giorni con temperatura minima assoluta dell'aria minore o uguale a 0°C. Nel 2021 è stata osservata una diminuzione di circa 2 giorni con gelo rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).GIORNI ESTIVIL'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di caldo intenso in Italia, più precisamente esprime il numero di giorni con temperatura massima dell'aria maggiore di 25 °C. Nel 2021 è stato osservato un incremento di circa 7 giorni estivi rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).NOTTI TROPICALIL'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di caldo intenso in Italia, nello specifico esprime il numero di giorni con temperatura minima dell'aria maggiore di 20°C. Nel 2021 è stato osservato un incremento di circa 8 notti tropicali rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).ONDE DI CALOREL'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di caldo intenso in Italia. Un’onda di calore è un evento della durata di almeno 6 giorni consecutivi nei quali la temperatura massima è superiore al 90° percentile della distribuzione delle temperature massime giornaliere nello stesso periodo dell’anno sul trentennio climatologico. L'indicatore conta il numero dei giorni caratterizzati da un’onda di calore, così definita, in un anno. Nel 2021 è stato osservato un decremento di circa 2 giorni di onde di calore rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).PRECIPITAZIONE CUMULATAL'indicatore descrive l'entità e la distribuzione delle precipitazioni in Italia. Nel 2021 le precipitazioni cumulate annuali in Italia sono state complessivamente inferiori di circa il 7% rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).TEMPERATURA MEDIAL'indicatore descrive l'andamento della temperatura media in Italia. L'aumento della temperatura media registrato in Italia negli ultimi trenta anni è stato quasi sempre superiore a quello medio globale sulla terraferma. Nel 2021 l’anomalia, rispetto alla media climatologica 1991-2020, della temperatura media in Italia (+0,23 °C) è stata inferiore a quella globale sulla terraferma (+0,41 °C). In Italia, il valore dell'anomalia della temperatura media del 2021 si colloca al di fuori della classifica dei dieci anni più caldi della serie dal 1961. A partire dal 2000 le anomalie rispetto alla base climatologica 1991-2020 sono state sempre positive, ad eccezione di quattro anni: (2004, 2005, 2010 e 2013).
- EMISSIONI DI COMPOSTI ORGANICI PERSISTENTI (IPA, DIOSSINE E FURANI): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di composti organici persistenti per settore di provenienza, dal 1990 al 2020. L’obiettivo del conseguimento di valori di emissione inferiori a quelli del 1990, è stato conseguito sia per gli IPA (-32,7%) sia per diossine e furani (-47,0%), seppure con andamenti differenti.EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2 ,CH4 ,N2 O,HFCS,PFCS,SF6 ): TREND E PROIEZIONIL’indicatore rappresenta le proiezioni delle emissioni nazionali di gas serra fino al 2050, considerando lo scenario basato sulle politiche correnti al 31/12/2021, quindi incluse quelle del PNRR. Lo scenario è stato calcolato a partire dagli ultimi dati storici consolidati relativi al 2021, considerando quindi gli effetti indotti dalla pandemia di COVID-19. Le riduzioni previste nelle emissioni di gas serra totali (incluso il LULUCF) stimate per il 2030 e 2050, rispetto al 1990, nello scenario a politiche correnti risultano rispettivamente pari a -39% e -48%.EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2 ,CH4 ,N2 O,HFCS,PFCS,SF6 ):PROCAPITE E PILL’indicatore rappresenta, nell'arco temporale 1990 - 2020, l’andamento delle emissioni di gas serra in Italia per abitante e rispetto al PIL. Si rileva una diminuzione per entrambi, accentuata dalla crescita della popolazione e del PIL, che evidenziano dunque un disaccoppiamento tra determinanti e pressioni.EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2, CH4, N2O, HFCS, PFCS, SF6): DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni di gas serra nazionali dal 1990 al 2020, per settore di provenienza. Dall’analisi dei dati si registra, nel 2020, una riduzione sensibile delle emissioni rispetto al 1990 (-26,7%), spiegata dalla recessione economica che ha frenato i consumi negli ultimi anni ma anche da un maggiore utilizzo di energie rinnovabili, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 (-31,2% rispetto al 1990). Il peso della crisi pandemica si nota nella più marcata riduzione delle emissioni nel 2020.EMISSIONI DI GAS SERRA NEI SETTORI ETS ED ESDL'indicatore è costituito dalle quote di emissione fino al 2020 generate dai settori industriali soggetti al sistema di scambio di quote (EU emissions trading), istituito in base alla Direttiva 2003/87/CE, e le emissioni di tutti i settori non coperti dal sistema ETS, ovvero piccola-media industria, trasporti, civile, agricoltura e rifiuti secondo la Decisione 406/2009/CE (Effort Sharing Decision, ESD). Le emissioni dei settori ESD sono inferiori all’obiettivo richiesto di 37 MtCO2eq nel 2020.EMISSIONI DI METALLI PESANTI (CD, HG, PB, AS, CR, CU, NI,SE,ZN): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore rappresenta la serie storica delle emissioni nazionali di metalli pesanti dal 1990 al 2020, per settore di provenienza. Dal 1990 si rileva una riduzione delle emissioni per tutti i metalli. In particolare, le emissioni di cadmio, mercurio e piombo sono in linea con gli obiettivi fissati a livello internazionale dal Protocollo di Aarhus, essendosi ridotte rispetto ai valori del 1990 rispettivamente del -65%, -62% e -96%.EMISSIONI DI PARTICOLATO (PM10): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM10) per settore di provenienza dal 1990 al 2020, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-45,2%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 9,3 % nel 2020, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 73,5%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono del 32,7%, rappresentando nel 2020 il settore più importante con il 54,2% di peso sulle emissioni totali.EMISSIONI DI PARTICOLATO FINE (PM2,5): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM2,5) per settore di provenienza dal 1990 al 2020, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-42,2%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva dei circa l'8% nel 2020, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 79,9%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono del 32,6%, rappresentando nel 2020 il settore più importante con il 66,6% di peso sulle emissioni totali.EMISSIONI DI PRECURSORI DI OZONO TROPOSFERICO (NOx E COVNM): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL’indicatore rappresenta l’andamento nazionale dei valori di emissione dei precursori di ozono troposferico: ossidi di azoto e composti organici volatili non metanici, distinti per settore di provenienza. Si evidenzia la marcata decrescita dal 1990 al 2020 (-73,1% per NOx, e -55,6% per COVNM), determinata dalla forte diminuzione delle emissioni derivanti dal trasporto.EMISSIONI DI SOSTANZE ACIDIFICANTI (SOx, NOx, NH3): TREND E DISAGGREGAZIONE SETTORIALEL'indicatore descrive l'andamento delle emissioni nazionali di sostanze acidificanti SOx, NOx e NH3, sia a livello totale sia settoriale, evidenziandone il trend decrescente dal 1990 al 2020 (-72,0%). Con riferimento alla Direttiva 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, che definisce gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni rispetto al 2005, applicabili dal 2020 al 2029 e a partire dal 2030, gli ossidi di zolfo e l’ammoniaca raggiungono la percentuale di riduzione imposta per il 2020 già dal 2009; mentre gli ossidi di azoto la raggiungono nel 2014.
- QUALITÀ DELL' ARIA AMBIENTE: PARTICOLATO (PM10)L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM10 in atmosfera misurati nel corso del 2021 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di PM10 sono 594. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di riferimento sono 537. Sono stati registrati superamenti sia del valore limite annuale (1 stazione pari allo 0,2% dei casi) sia del valore limite giornaliero (118 stazioni pari al 22% dei casi). Risultano infine superati nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio sia il valore di riferimento annuale dell’OMS (91% dei casi), sia quello giornaliero (91% dei casi).QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: BENZO(A)PIRENE NEL PM10L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di benzo(a)pirene in atmosfera, misurati nel corso del 2021 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di B(a)P sono 174. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento sono 160. Sono stati registrati superamenti del valore obiettivo in 13 stazioni, pari all'8,1% dei casi.QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: BIOSSIDO DI AZOTO (NO2)L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di biossido di azoto (NO2) in atmosfera misurati nel corso del 2021, nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati da ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di NO2 sono 650. Le stazioni con le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento sono 603. Il Valore limite orario è rispettato ovunque: in nessuna stazione si è verificato il superamento di 200 µg/m³, come media oraria, per più di 18 volte. Il valore di riferimento OMS, che non prevede superamenti dei 200 µg/m³, è superato in 7 stazioni (pari all’1,2% delle stazioni con copertura temporale sufficiente). Il valore limite annuale, pari a 40 µg/m³ come media annua, è superato in 20 stazioni (3,3%). Il valore di riferimento OMS per gli effetti a lungo termine sulla salute umana, pari a 10 µg/m³ come media annua, è superato in 469 stazioni (77,8%).QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: OZONO TROPOSFERICO (O3)L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di ozono in atmosfera misurati nel corso del 2021, nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e per cui sono stati trasmessi dati di O3 sono 360. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori soglia e dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana sono 337. Le stazioni suburbane, rurali e rurali di fondo che rispettano la percentuale minima richiesta per il calcolo dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (AOT40v) sono 162. L’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (OLT) è stato superato nella quasi totalità delle stazioni: 88%. La percentuale di stazioni in cui l’OLT è stato superato per più di 25 giorni è pari al 44%. La soglia di informazione per la protezione della salute è stata superata nel 23% delle stazioni mentre la soglia di allarme è stata superata in 1 sola stazione. Il valore di riferimento OMS, pari a 100 µg/m³ come 99° percentile, è superato in 316 stazioni (pari al 94% delle stazioni con copertura temporale sufficiente). L’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (AOT40v) è stato superato nella quasi totalità delle stazioni (92%).QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: PARTICOLATO (PM2,5)L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM2,5 in atmosfera misurati nel corso del 2021 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010 e s.m.i.) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati del PM2,5 sono 322. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento sono 293. Il valore limite annuale del PM2,5 (25 µg/m³) è rispettato nella quasi totalità delle stazioni: sono stati registrati superamenti soltanto in una stazione pari allo 0,3% dei casi. Risulta tuttavia superato, nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’OMS (98,6% dei casi) che nelle linee guida recentemente aggiornate è stato ridotto a 5 µg/m³ (il valore di riferimento precedente era pari a 10 µg/m³).