Autori:
Elisa Brustia, Gabriele Leoni, Daniele Spizzichino
Abstract:
I beni culturali che ricadono nella zona stimata da ISPRA a pericolosità elevata sono 4.083 pari all' 1,9%, mentre quelli ricadenti nel buffer a pericolosità moderata sono 7.264 pari al 3,4% del totale dei beni culturali italiani.
Descrizione:
L’indicatore fornisce informazioni sui beni culturali esposti a pericolosità vulcanica sul territorio nazionale. La stima è stata effettuata utilizzando come dati di input: i beni architettonici, monumentali e archeologici della banca dati VIR (Vincoli in Rete) curata dall’ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro) e la mappa dei vulcani attivi e dei buffer di pericolosità realizzata da ISPRA sulla base della cartografia disponibile. I due buffer, quello di pericolosità vulcanica elevata (colate, flussi piroclastici, falls e ceneri) e quello di pericolosità vulcanica moderata (falls e ceneri), sono stati realizzati per interpolazione cautelativa delle carte di pericolosità (ove disponibili) prodotte dalle relative autorità competenti (es. Osservatorio Vesuviano, INGV, Protezione Civile), da Università e Istituti di ricerca.
Scopo:
Fornire una stima a scala nazionale della distribuzione dei beni culturali esposti a pericolosità vulcanica.
RILEVANZA - L'indicatore:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È semplice, facile da interpretare
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
MISURABILITÀ - I dati utilizzati per la costruzione dell’indicatore sono/hanno:
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Un’ “idonea” copertura temporale
SOLIDITÀ - L'indicatore:
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Non compilato
DPSIR:
Stato, Impatto
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici:
http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/vulcani_attivi.wp
http://srv1.rm.ingv.it/srv1/srv
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/vulcani_attivi.wp
http://srv1.rm.ingv.it/srv1/srv
Limitazioni:
Le limitazioni principali del presente indicatore sono legate all'attuale definizione delle zone a diversa pericolosità vulcanica.
Ulteriori azioni:
Azioni previste in futuro per aumentare la qualità e il dettaglio del presente indicatore saranno volte principalmente al miglioramento della zonazione di pericolosità vulcanica (analisi per la migliore caratterizzazione spaziale e tipologica delle zone soggette a colate e/o prodotti di ricaduta).
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
I dati di base sul patrimonio culturale italiano sono reperibili e consultabili al seguente indirizzo:
http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/utente/login
https://www.ingv.it/
http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/utente/login
https://www.ingv.it/
Fonte dei dati di base:
INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)
ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro)
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Protezione Civile
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Buffering, intersezione e analisi spaziale in ambiente GIS di diverse banche dati.
Core set:
Non compilato
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
2020
Indicatore di portata nazionale, semplice, facile da interpretare. Fornisce una base per confronti a livello internazionale. Per ogni apparato vulcanico i dati, che scaturiscono da metodologie standardizzate, sono affidabili. L’indicatore, ben fondato in termini tecnici e scientifici, è comparabile nel tempo e nello spazio. |
Stato:
Non definibile
Descrizione/valutazione dello stato:
I beni culturali che ricadono nel buffer di pericolosità elevata sono 4.083, pari all’1,9% del totale dei beni culturali, mentre quelli ricadenti nel buffer a pericolosità moderata sono 7.264, pari al 3,4% del totale.
In mancanza di parametri oggettivi di riferimento, la valutazione dello stato non è definibile.
In mancanza di parametri oggettivi di riferimento, la valutazione dello stato non è definibile.
Trend:
Non definibile
Descrizione/valutazione del trend:
Non sono state apportate variazioni sulle estensioni dei buffer relativi alla pericolosità vulcanica e pertanto non è possibile stimare una variazione dell’indicatore. La lieve variazione del numero totale di beni esposti rispetto alla precedente rilevazione deriva da correzioni della base dati sia qualitative (geolocalizzazione), sia quantitative (integrazione del numero dei beni). Il trend dell’indicatore non è definibile.
- Titolo Figura 1: Beni culturali e rischio vulcanico (2020)
Fonte Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISCR Titolo Tabella 1: Beni culturali esposti a pericolosità vulcanica (2020) Fonte Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISCR Legenda Pericolosità elevata = colate, flussi piroclastici e prodotti di ricaduta prossimali; Moderata = prodotti di ricaduta distali Note Pericolosità vulcanica Beni culturali n. Elevata 4,083 Moderata 7,264 Titolo Tabella 2: Comuni italiani classificati a pericolosità vulcanica elevata1, con il maggior numero di beni culturali Fonte Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e ISCR Legenda Pericolosità elevata = colate, flussi piroclastici e prodotti di ricaduta prossimali Note Comune Beni culturali n. Napoli 2331 Pompei 222 Pozzuoli 173 Acireale 145 Ercolano 101 Bacoli 97 Lipari 66 Portici 54 Torre del Greco 53 Ischia 52 Castiglione di Sicilia 49 Adrano 48 Bronte 43 Procida 36 Randazzo 35 Forio 32 Torre Annunziata 28 Linguaglossa 27 Francavilla di Sicilia 24 Quarto 24
Tra i beni culturali esposti a elevata pericolosità vulcanica (Figura 1) possiamo ricordare in particolare, nella regione Campania, il centro storico di Napoli e i siti archeologici di Pompei ed Ercolano. Per quanto riguarda la regione Sicilia, nell’area a pericolosità elevata, ricadono il parco dell’Etna e le isole Eolie con i loro ecosistemi unici e il centro storico di Acireale; nell’area a pericolosità moderata ricadono i centri storici di Catania e Taormina, con l’area archeologica di Giardini-Naxos.
In Campania, Napoli presenta il maggior numero di beni culturali esposti a pericolosità vulcanica con 2.331 beni; in Sicilia, Acireale con 145 beni (Tabella 2).