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SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE
Abstract:
L’indicatore fornisce le informazioni principali sui 42 siti contaminati d’interesse nazionale (SIN). La superficie complessiva a terra dei SIN è pari a 171.211 ettari e rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano. L’estensione complessiva delle aree a mare ricomprese nei SIN è pari a 77.733 ettari. La problematica interessa, ad eccezione del Molise, tutte le regioni italiane. In termini di avanzamento complessivo delle procedure a terra, noto, sia per i suoli sia per le acque sotterranee, per meno del 50% dell’estensione totale dei 35 SIN considerati, si osserva che la caratterizzazione è stata eseguita ad oggi in oltre il 60% della superficie sia per i suoli che per le acque sotterranee,[gli interventi di bonifica/messa in sicurezza sono stati approvati con decreto in più del 14% delle superfici (18% nel caso delle acque sotterranee) e il procedimento si è concluso nel 16% della superficie complessiva per i suoli e nel 12% per le acque sotterranee.
Descrizione:
L’indicatore fornisce le informazioni principali sui Siti contaminati d’Interesse Nazionale (SIN): il numero, l’ubicazione, i riferimenti normativi di individuazione e perimetrazione, la superficie e lo stato di avanzamento delle attività di caratterizzazione e messa in sicurezza/bonifica. I Siti d’Interesse Nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali e ambientali (Art. 252, comma 1 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.).
Lo stato di avanzamento delle procedure di caratterizzazione e messa in sicurezza/bonifica è stato distinto per suolo e acque sotterranee ed è rappresentato in tre fasi: piano di caratterizzazione eseguito, progetto di messa in sicurezza/bonifica approvato con decreto, procedimento concluso (aree risultate non contaminate a seguito delle indagini di caratterizzazione (C<CSC – Concentrazione Soglia di Contaminazione) o dell’analisi di rischio sito specifica (C<CSR – Concentrazione Soglia di Rischio), aree con messa in sicurezza operativa o permanente conclusa, aree con certificazione di avvenuta bonifica).
Lo stato di avanzamento delle procedure di caratterizzazione e messa in sicurezza/bonifica è stato distinto per suolo e acque sotterranee ed è rappresentato in tre fasi: piano di caratterizzazione eseguito, progetto di messa in sicurezza/bonifica approvato con decreto, procedimento concluso (aree risultate non contaminate a seguito delle indagini di caratterizzazione (C<CSC – Concentrazione Soglia di Contaminazione) o dell’analisi di rischio sito specifica (C<CSR – Concentrazione Soglia di Rischio), aree con messa in sicurezza operativa o permanente conclusa, aree con certificazione di avvenuta bonifica).
Scopo:
Fornire le informazioni sulle caratteristiche dei SIN e lo stato di avanzamento delle attività di caratterizzazione e messa in sicurezza/bonifica del suolo e delle acque sotterranee nei siti contaminati riconosciuti d’interesse nazionale.
Rilevanza:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È semplice, facile da interpretare
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Misurabilità:
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
Un’ “adeguata” copertura spaziale
Solidità:
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
La gestione dei siti contaminati è regolamentata, in Italia, dal D.Lgs. 152/06 e s.m.i. (Parte IV, Titolo V). Il D.Lgs. 152/06 e s.m.i. individua l’analisi di rischio come strumento chiave per la definizione di sito contaminato e per la relativa gestione. La procedura di valutazione dei siti contaminati si articola in due step:
• a valle delle indagini preliminari il confronto con i valori di screening tabellari (CSC) stabiliti per le matrici suolo e acque sotterranee identifica i siti potenzialmente contaminati (C>CSC);
• successivamente, a valle della caratterizzazione di dettaglio e dell’analisi di rischio sito specifica che stabilisce nuovi valori soglia specifici (CSR), il sito può essere dichiarato contaminato (C>CSR) o non contaminato (C<CSR).
Per la gestione dei siti accertati come contaminati sono previsti dalla normativa interventi di:
• messa in sicurezza operativa: interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attività; comprende inoltre gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti;
• messa in sicurezza permanente: interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente; in tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici;
• bonifica: interventi atti a eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR).
La normativa vigente non prevede il raggiungimento di specifici obiettivi gestionali dei siti contaminati (ad esempio il completamento dell’identificazione dei siti contaminati sul territorio nazionale/regionale entro un determinato limite temporale e/o risanamento di una percentuale dei siti contaminati entro un determinato limite temporale).
• a valle delle indagini preliminari il confronto con i valori di screening tabellari (CSC) stabiliti per le matrici suolo e acque sotterranee identifica i siti potenzialmente contaminati (C>CSC);
• successivamente, a valle della caratterizzazione di dettaglio e dell’analisi di rischio sito specifica che stabilisce nuovi valori soglia specifici (CSR), il sito può essere dichiarato contaminato (C>CSR) o non contaminato (C<CSR).
Per la gestione dei siti accertati come contaminati sono previsti dalla normativa interventi di:
• messa in sicurezza operativa: interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attività; comprende inoltre gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti;
• messa in sicurezza permanente: interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente; in tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici;
• bonifica: interventi atti a eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR).
La normativa vigente non prevede il raggiungimento di specifici obiettivi gestionali dei siti contaminati (ad esempio il completamento dell’identificazione dei siti contaminati sul territorio nazionale/regionale entro un determinato limite temporale e/o risanamento di una percentuale dei siti contaminati entro un determinato limite temporale).
DPSIR:
Stato, Risposta
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici:
Non compilato
Limitazioni:
L’indicatore, pur rappresentando le aree contaminate di maggior interesse ambientale ed economico, non fornisce un quadro esaustivo della contaminazione e dello stato di avanzamento delle bonifiche in Italia.
Ulteriori azioni:
Elaborazione di informazioni relative alla tipologia delle sorgenti di contaminazione e al tipo e grado di contaminazione delle matrici suolo e acque sotterranee.
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
https://www.mite.gov.it/bonifiche/documenti-sullo-stato-di-avanzamento-delle-procedure-di-bonifica
Fonte dei dati di base:
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
MiTE (Ministero della Transizione Ecologica).
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Lo stato di avanzamento è riferito esclusivamente alle aree a terra ed è generalmente espresso in termini percentuali di superficie rispetto alla superficie perimetrata a terra del SIN.
Core set:
EEA - CSI
7EAP - Dati sull'ambiente
Accordo di Partenariato Italia 2014-2020
Altri Core set:
Non compilato
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
2020
In molti siti le procedure sono state avviate sin dal 1998, ma la comparabilità temporale dei dati risente non solo della variazione negli anni del numero dei siti (dai 13 nel 1998 ai 57 di fine 2008 fino agli attuali 42) ma anche dell’estensione degli stessi (negli anni diversi SIN sono stati oggetto di riperimetrazione). La comparabilità spaziale, invece, è elevata perché i siti di interesse nazionale sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e sono gestiti, dal punto di vista amministrativo, a livello centrale dal Ministero della Transizione Ecologica garantendo uguali modalità operative. L’indicatore risente dell’assenza di informazione relativa a porzioni rilevanti di alcuni SIN. |
Stato:
Medio
Descrizione/valutazione dello stato:
Nel confronto con i dati al 01-02-2020 (precedente edizione dell’Annuario dei dati Ambientali) si registra un avanzamento delle attività per 11 SIN (Balangero, Brescia Caffaro, Crotone-Cassano-Cerchiara, Livorno, Manfredonia, Massa e Carrara, , Priolo, Sesto san Giovanni, Terni, Trieste e Venezia - Porto Marghera). In particolare, per i SIN di Brescia Caffaro, Crotone-Cassano-Cerchiara, Priolo e Trieste gli avanzamenti delle attività riguardano entrambe le matrici, suolo/sottosuolo e acque sotterranee, per Massa e Carrara riguardano esclusivamente la matrice acque sotterranee e per tutti gli altri SIN, invece, riguardano solo la matrice suolo/sottosuolo.
Trend:
Non definibile
Descrizione/valutazione del trend:
L’analisi del trend non è significativa a causa del limitato intervallo temporale disponibile (il primo set di dati risale a (giugno 2016).
Variabili:
"superfici dei siti"; "numero di siti"
Allegati:
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La sentenza del TAR Lazio n. 7586/2014 del 17.07.2014 ha determinato il reinserimento dell’area del territorio del Bacino del Fiume Sacco tra i Siti di Interesse Nazionale, pertanto la titolarità dei relativi procedimenti di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica è stata nuovamente attribuita al MATTM. A fine 2016 le procedure di consultazione sono terminate ed è stata pubblicata la perimetrazione del SIN.
La legge n. 205 del 27.12.2017 ha individuato il SIN Officina Grande Riparazione ETR di Bologna.
La legge n.120 del 11.09.2020 ha individuato il SIN Area vasta di Giugliano.
Ad oggi il numero complessivo dei SIN è di 42 (Figura 1).
La perimetrazione dei SIN, può variare nel tempo incrementando o riducendo le superfici coinvolte. Ciò può avvenire sulla base di nuove informazioni sulla contaminazione potenziale e/o accertata di nuove aree o sulla base di una più accurata definizione delle zone interessate dalle potenziali sorgenti di contaminazione che in alcuni casi può determinare una riduzione delle superfici incluse nel SIN.
L’avanzamento delle attività di caratterizzazione e messa in sicurezza/bonifica (Tabella 3) è riferito esclusivamente alle aree a terra ed è generalmente espresso in termini percentuali di superficie rispetto alla superficie perimetrata del SIN a terra, ad eccezione di alcuni SIN per i quali è riferito solo a una porzione della superficie perimetrata a terra.
In termini di collocazione geografica, alcuni SIN ricadono nel territorio di più regioni: si tratta di Pieve Vergonte e Cengio e Saliceto che interessano rispettivamente Piemonte e Lombardia e Piemonte e Liguria (Tabella 1). Le regioni ove ricadono più SIN sono Lombardia (5 SIN e parte del SIN Pieve Vergonte), Piemonte (3 SIN e parte dei SIN Pieve Vergonte e Cengio e Saliceto), Toscana (4), Puglia (4) e Sicilia (4) (Tabella 2, Figura 2). In termini di estensione complessiva dei SIN, le regioni che presentano le maggiori superfici perimetrate (terra+mare) sono Piemonte (circa 105.800 ha), Sardegna (circa 56.800 ha), Sicilia (circa 24.400 ha) e Puglia (circa 24.000 ha). La superficie complessiva a terra dei SIN rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano. A livello regionale, in un solo caso (Piemonte con il 4,2%) la superficie a terra dei SIN è superiore all’1% del territorio regionale (Tabella 2).
, L’avanzamento delle procedure per il suolo e per le acque sotterranee è riferito alla somma delle estensioni a terra dei SIN per le quali sono disponibili dati relativi all'avanzamento. (Figure 3 e 4) Sono pertanto esclusi i SIN Area vasta di Giugliano, Officina Grande Riparazione ETR di Bologna e Bacino del Fiume Sacco. Sono esclusi dalla rappresentazione anche i SIN di Balangero, Casale Monferrato, Emarese e Biancavilla per la specificità della contaminazione prevalente (amianto, materiali contenenti amianto, fluoroedenite) e della tipologia di interventi che riguardano la messa in sicurezza di tali materiali. Gli “n.a.” che, sia per i suoli sia per le acque sotterranee, ammontano a poco più del 50% dell’estensione totale, tengono conto delle aree ricomprese nel perimetro di alcuni SIN che non sono state considerate ai fini della valutazione dello stato di avanzamento (ad esempio le aree minerarie nel Sulcis-Iglesiente Guspinese, le aree esterne allo stabilimento per il SIN di Pieve Vergonte, ecc.). Dall'analisi complessiva emerge un quadro analogo per i suoli e le acque sotterranee, ovvero caratterizzazione eseguita in oltre il 60% della superficie, bonifica/MIS approvata con decreto in più del 14% (18% nel caso delle acque sotterranee) e procedimento concluso nel 16% della superficie complessiva per i suoli, 12% nel caso delle acque sotterranee.