Autori:
Luca Congedo, Di Leginio, Anna Luise, Michele Munafò, Nicola Riitano,
Abstract:
Il degrado del suolo e del territorio è un fenomeno complesso su cui incidono molti fattori interdipendenti e non vi è attualmente un consenso scientifico uniforme riguardo alle modalità di valutazione di questi fattori, che possono dare esiti diversi a seconda dei processi considerati. Oltre ai tre sub-indicatori proposti dall'UNCCD nell'ambito della Land Degradation Neutrality (copertura del suolo, contenuto in carbonio organico e indice di produttività del suolo) nel presente indicatore vengono considerati ulteriori indici/parametri, particolarmente rilevanti nel contesto italiano e disponibili a livello nazionale. I risultati mostrano che più di 12.000 km2 (circa il 4% del territorio nazionale) sono stati degradati da più di un fattore, ponendo questi territori tra le aree da tenere maggiormente sotto controllo.
Descrizione:
Il degrado del suolo e del territorio è un fenomeno complesso causato da molteplici fattori che limitano o inibiscono le funzioni produttive, regolative e fruitive nonché i servizi ecosistemici che un suolo naturale è in grado di offrire. Tali fattori sono interconnessi e non vi è un accordo da parte della comunità scientifica su come valutarli. Negli ultimi anni l’Italia ha aderito al progetto pilota sulla Land Degradation Neutrality (LDN), promosso dal Segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), e al programma LDN Target Setting lanciato dallo stesso Segretariato per aiutare e affiancare i paesi nell’individuazione dei target volontari di LDN e nella definizione delle misure associate per il raggiungimento del target 15.3 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, da valutare attraverso l’indicatore relativo alla "Percentuale di territorio degradato su/superficie totale del territorio".
La UNCCD (2017) ha proposto una metodologia finalizzata alla valutazione qualitativa secondo un approccio che prevede l'utilizzo combinato dei seguenti tre sub-indicatori, lasciando la possibilità di inserirne altri ritenuti importanti a livello di singolo paese: la copertura del suolo e i suoi cambiamenti nel tempo, la produttività del suolo (stimata attraverso l'indice NDVI Normalized Difference Vegetation Index) e il contenuto in carbonio organico.
Nel caso italiano è stata presentata, nell’ambito dell’edizione 2019 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, una prima serie di indicatori aggiuntivi che sono stati aggiornati al 2020 (laddove possibile) nell'edizione di quest'anno.
L’approccio proposto è basato sui seguenti sub-indicatori:
1. Cambiamenti di copertura del suolo
2. Perdita di produttività
3. Perdita di carbonio organico
4. Perdita di qualità degli habitat
5. Aumento della frammentazione
6. Aree di impatto potenziale (identificate come le superfici potenzialmente impattate con aree di buffer di 60 metri dalla superficie coperta artificialmente)
7. Densità delle coperture artificiali (sulla base della definizione prevista nell'ambito del Sustainable Development Goal (SDG) 11)
8. Incremento degli spazi naturali di dimensioni inferiori a 1.000 m2
9. Superfici percorse dal fuoco
10. Aumento dell'erosione idrica legata alla variazioni della copertura del suolo nel periodo di riferimento.
Il calcolo finale prevede la sovrapposizione dei diversi indicatori considerati, senza attribuire pesi a ciascun fattore proposto. La valutazione, non tenendo conto di altri importanti fattori di degrado quali la salinizzazione, la contaminazione o la compattazione, è sicuramente ancora parziale ma rappresenta un primo tentativo di risposta all'indicatore 15.3.1 proposto dalle Nazioni Unite per monitorare il degrado del suolo e del territorio.
La UNCCD (2017) ha proposto una metodologia finalizzata alla valutazione qualitativa secondo un approccio che prevede l'utilizzo combinato dei seguenti tre sub-indicatori, lasciando la possibilità di inserirne altri ritenuti importanti a livello di singolo paese: la copertura del suolo e i suoi cambiamenti nel tempo, la produttività del suolo (stimata attraverso l'indice NDVI Normalized Difference Vegetation Index) e il contenuto in carbonio organico.
Nel caso italiano è stata presentata, nell’ambito dell’edizione 2019 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, una prima serie di indicatori aggiuntivi che sono stati aggiornati al 2020 (laddove possibile) nell'edizione di quest'anno.
L’approccio proposto è basato sui seguenti sub-indicatori:
1. Cambiamenti di copertura del suolo
2. Perdita di produttività
3. Perdita di carbonio organico
4. Perdita di qualità degli habitat
5. Aumento della frammentazione
6. Aree di impatto potenziale (identificate come le superfici potenzialmente impattate con aree di buffer di 60 metri dalla superficie coperta artificialmente)
7. Densità delle coperture artificiali (sulla base della definizione prevista nell'ambito del Sustainable Development Goal (SDG) 11)
8. Incremento degli spazi naturali di dimensioni inferiori a 1.000 m2
9. Superfici percorse dal fuoco
10. Aumento dell'erosione idrica legata alla variazioni della copertura del suolo nel periodo di riferimento.
Il calcolo finale prevede la sovrapposizione dei diversi indicatori considerati, senza attribuire pesi a ciascun fattore proposto. La valutazione, non tenendo conto di altri importanti fattori di degrado quali la salinizzazione, la contaminazione o la compattazione, è sicuramente ancora parziale ma rappresenta un primo tentativo di risposta all'indicatore 15.3.1 proposto dalle Nazioni Unite per monitorare il degrado del suolo e del territorio.
Scopo:
Analizzare lo stato e l'aumento del degrado del suolo e del territorio attraverso una serie di indicatori descrittivi e di indicatori proxy del fenomeno.
RILEVANZA - L'indicatore:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
MISURABILITÀ - I dati utilizzati per la costruzione dell’indicatore sono/hanno:
Un’ “adeguata” copertura spaziale
SOLIDITÀ - L'indicatore:
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Il tema del monitoraggio del territorio è presente nell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e nei relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals -SDGs), da raggiungere entro il 2030, che dovranno essere integrati nei programmi nazionali a breve e medio termine, così da evitare la coesistenza di agende differenti e incoerenti (UN, 2015). Tra i 169 sotto-obiettivi individuati da raggiungere entro il 2030, di particolare interesse per la tutela del suolo e del territorio, c'è quello di "garantire la lotta alla desertificazione, il ripristino dei terreni degradati e del suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni". Per monitorare il raggiungimento di questo target è stato universalmente proposto
l'indicatore 15.3.1: "Percentuale di suolo degradato/superficie totale di territorio". Non esistono obiettivi fissati dalla normativa, tuttavia l'indicatore vuole contribuire alla misurazione di uno dei target individuati dagli SDGs, ovvero il raggiungimento, entro il 2030, di un land degradation neutral world, quale elemento essenziale per mantenere le funzioni e i servizi ecosistemici nel tempo. Agli inizi di novembre 2020 la Commissione Europea ha lanciato la roadmap che condurrà alla “New Soil Strategy – healthy soil for healthy life” da approvare entro il 2021, come previsto anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 28 aprile 2021 sulla protezione del suolo, con la quale si chiede alla Commissione di predisporre una direttiva vincolante in materia. Tra le numerose sfide che la nuova strategia prenderà in considerazione c’è anche il ripristino dei suoli degradatati ed il miglioramento del monitoraggio della qualità del suolo, obiettivi che potranno certamente contribuire a rendere l’attuale metodologia più efficiente, robusta e condivisa tra i diversi Stati membri.
l'indicatore 15.3.1: "Percentuale di suolo degradato/superficie totale di territorio". Non esistono obiettivi fissati dalla normativa, tuttavia l'indicatore vuole contribuire alla misurazione di uno dei target individuati dagli SDGs, ovvero il raggiungimento, entro il 2030, di un land degradation neutral world, quale elemento essenziale per mantenere le funzioni e i servizi ecosistemici nel tempo. Agli inizi di novembre 2020 la Commissione Europea ha lanciato la roadmap che condurrà alla “New Soil Strategy – healthy soil for healthy life” da approvare entro il 2021, come previsto anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 28 aprile 2021 sulla protezione del suolo, con la quale si chiede alla Commissione di predisporre una direttiva vincolante in materia. Tra le numerose sfide che la nuova strategia prenderà in considerazione c’è anche il ripristino dei suoli degradatati ed il miglioramento del monitoraggio della qualità del suolo, obiettivi che potranno certamente contribuire a rendere l’attuale metodologia più efficiente, robusta e condivisa tra i diversi Stati membri.
DPSIR:
Stato
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici:
UN (2015), Transforming our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development, A/RES/70/1, United Nations.
UNCCD (2016), Report of the Conference of the Parties on its twelfth session, held in Ankara from 12 to 23 October 2015. Part two: Actions. ICCD/COP(12)/20/Add.1, United Nations Convention to Combat
Desertification, Bonn. http://www.unccd.int/Lists/OfficialDocuments/cop12/20add1eng.pdf.
UNCCD (2017), Good Practice Guidance SDG Indicator 15.3.1 Proportion of land that is degraded over total land area, https://www.unccd.int/sites/default/files/relevant-links/2017- 10/Good%20Practice%20Guidance_SDG%20Indicator%2015.3.1_Version%201.0
Munafò, M. (a cura di), 2021. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021. Report SNPA 22/21
UNCCD (2016), Report of the Conference of the Parties on its twelfth session, held in Ankara from 12 to 23 October 2015. Part two: Actions. ICCD/COP(12)/20/Add.1, United Nations Convention to Combat
Desertification, Bonn. http://www.unccd.int/Lists/OfficialDocuments/cop12/20add1eng.pdf.
UNCCD (2017), Good Practice Guidance SDG Indicator 15.3.1 Proportion of land that is degraded over total land area, https://www.unccd.int/sites/default/files/relevant-links/2017- 10/Good%20Practice%20Guidance_SDG%20Indicator%2015.3.1_Version%201.0
Munafò, M. (a cura di), 2021. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021. Report SNPA 22/21
Limitazioni:
Mancano serie storiche per definire trend più consistenti, oltre a indicatori nazionali su altre minacce e problematiche relative al suolo
Ulteriori azioni:
Si cercherà in futuro di integrare l’indicatore con altri parametri che via via si renderanno disponibili.
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
I sub-indicatori relativi al consumo di suolo sono disponibili al seguente link: http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/consumo-di-suolo/indicatori
Fonte dei dati di base:
FAO
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
JRC (Joint Research Centre)
SNPA (Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente)
Descrizione della metodologia di elaborazione:
La metodologia prevede la sovrapposizione del trend 2012-2020 dei tre sub-indicatori (copertura del suolo, perdita di produttività e diminuzione del carbonio organico) individuati dalla UNCCD con altri sub-indicatori/indici ritenuti importanti a livello nazionale. Per il calcolo dei primi tre sub-indicatori è stato utilizzato il modello Trends.Earth in ambiente QGIS (http://trends.earth/docs/en/) che permette di processare serie storiche di indici e variabili da immagini satellitari. Il degrado complessivo viene derivato dall’integrazione dei diversi sub-indicatori con il criterio The One Out, All Out (UNCCD, 2017).
Core set:
7EAP - Dati sull'ambiente
SDGs Indicators
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
2012,2020
L'indicatore quantifica il livello di degrado del territorio, cercando di rispondere all'indicatore 15.3.1 relativo al monitoraggio dell'obiettivo 15.3 degli SDGs, seguendo pertanto gli standard internazionali esistenti a garanzia della solidità scientifica. Ha una buona copertura spaziale, è di portata nazionale e applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale; è altresì in grado di descrivere il trend in atto e l'evolversi della situazione ambientale; appare sensibile ai cambiamenti che avvengono nell'ambiente e infine, fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali e delle pressioni sull'ambiente, in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile globali. La stima finale, risentendo dell’aggiornamento delle cartografie sul consumo di suolo con i nuovi dati satellitari disponibili, non è confrontabile con le percentuali presentate nelle passate elaborazioni (2012-2018 e 2012-2019) |
Stato:
Scarso
Descrizione/valutazione dello stato:
Rappresentando l'indicatore la sommatoria di diversi processi di degrado, di cui molti correlati con l’aumento del consumo di suolo (frammentazione, perdita di qualità degli habitat, aree di impatto potenziale, densità delle coperture artificiali, incremento degli spazi naturali di dimensioni inferiori a 1.000 m2), la valutazione dello stato risente chiaramente delle stesse dinamiche territoriali che hanno portato negli ultimi anni a consumare ogni anno vaste porzioni di superfici naturali.
Trend:
Negativo
Descrizione/valutazione del trend:
I vari sub-indicatori proposti, essendo legati alle dinamiche territoriali relative al consumo di suolo, indicano situazioni di peggioramento nel lasso di tempo considerato: più di 70.000 km2, pari a circa il 25% del territorio nazionale, presentano almeno una causa di degrado.
- Titolo Figura 1: Aree in degrado tra il 2012 e il 2020 per una o più cause
Fonte Elaborazione ISPRA Foglio2
Titolo Tabella 1: Aree in Km2 in cui è aumentato il degrado per una o più cause nel periodo 2012-2020 Fonte Elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA Legenda Le classi da 1 a 3 indicano i fattori di degrado e loro estensione sul territorio nel periodo 2012-2020 Note Aggiornamento 2020 Foglio1 Cause di degrado km2 % del territorio nazionale 1 60,857 20.19 2 12,455 4.13 3 1,854 0.61 Totale 75,166 24.94 - Titolo Figura 2:Percentuale di superficie degradata per un fattore (2012, 2020).
Fonte Elaborazione ISPRA
Nonostante i limiti di questa valutazione, legati soprattutto all'assenza di altri processi altrettanto importanti da tenere in considerazione quando si parla di degrado del suolo e/o del territorio (es. salinizzazione, compattazione), si evidenziano comunque situazioni di criticità che dovrebbero essere ulteriormente approfondite e investigate. L’assenza di un’adeguata rete nazionale di monitoraggio dei suoli determina la mancanza di dataset significativi che renderebbero senz’altro più esaustivo e completo l’indicatore.