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IMPATTO DEL CONSUMO DI SUOLO SULLA PRODUZIONE AGRICOLA

Immagine abstract
Abstract: 
La valutazione dei servizi, intesi come flussi di benefici, è basata sull’identificazione della struttura biofisica e dei processi/funzioni dai servizi. In questo senso, i beni e dunque anche i prodotti agricoli sono considerati come “mezzo” attraverso il quale si fruisce del contributo degli ecosistemi al benessere umano. La produzione di cibo viene classificata come servizio di approvvigionamento, rappresentato dalla produzione agricola. Questo è uno dei servizi che subisce un rilevante impatto a causa delle diverse forme di degrado del suolo, vedendo al primo posto il consumo di suolo come maggiore fattore. L'indicatore fornisce una misura dell'impatto del consumo di suolo sulla produzione agricola (in quintali) con una fotografia aggiornata annualmente. A causa del consumo di suolo tra il 2012 e il 2020 si perde annualmente un quantitativo di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli non più prodotti.
Descrizione: 
L’indicatore fornisce la stima della perdita di produzione potenziale determinata dal consumo di suolo dal 2012 all’anno osservato. Trattandosi di un valore di produzione annua, la perdita così determinata si ripete per ciascuno degli anni successivi a quello osservato. La produzione agricola potenziale associata all’unità di superficie è stimata in base alla capacità produttiva e alla tipologia di produzione, basata sull’integrazione dei dati del Censimento Agricoltura (ISTAT, 2013), associate alla classe di copertura al 2012 (ISPRA). La capacità produttiva così stimata per le diverse porzioni di territorio viene considerata stabile nel periodo successivo, ciò che varia è la trasformazione delle porzioni di territorio soggette a consumo di suolo. In questi termini, ciò che viene rilevato è esclusivamente l’effetto della perdita di superfici determinata dal consumo di suolo e la valutazione può essere considerata indipendente sia dalla variazione delle pratiche agricole sia dai fattori climatici. Per rappresentare la variabilità inter-annuale e confrontare tra loro i diversi anni di osservazione, si riporta anche il valore della perdita media annuale, ovvero la perdita prodotta da un anno di consumo di suolo calcolata dividendo la perdita complessiva per il numero di anni del periodo osservato, per singola classe di coltura (seminativi, vigneti, frutteti e frutti minori, oliveti, foraggere).
Scopo: 
Fornire informazioni sulla perdita della capacità di produrre alimenti e biomassa in relazione alla riduzione del suolo agricolo dovuta all'impermeabilizzazione, che rappresenta uno dei principali impatti antropici sul suolo. Il valore dell’indicatore in termini quantitativi è un dato utile per l’analisi dell’impatto del consumo di suolo sulla produzione agricola nel tempo e nello spazio, consentendo anche il confronto con le variabili del settore agricolo. Il valore di perdita media annuale, in particolare, consente di seguire le trasformazioni tra anni successivi, mentre la percentuale rispetto al 2012 consente di evidenziare l’andamento temporale del fenomeno.
Rilevanza: 
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È semplice, facile da interpretare
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Misurabilità: 
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Solidità: 
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi: 
Non esistono obiettivi specifici fissati dalla normativa nazionale per il consumo di suolo e in particolare per il consumo di suolo agricolo, tuttavia l'indicatore vuole contribuire alla misurazione di uno dei tanti target individuati in relazione alla perdita di biodiversità e alla governance territoriale definiti a livello europeo e adottati dall’Italia in particolare l’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo al 2050 (Parlamento Europeo 2013, Settimo Programma di Azione Ambientale) e di neutralità rispetto al degrado posto dal SDG 15- target 15.3.1 al 2030.
DPSIR: 
Impatto
Tipologia indicatore: 
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici: 
Dominati, E., Patterson, M., Mackay, A., 2010, A framework for classifying and quantifying the natural capital and ecosystem services of soils. Ecological Economics, 69, 1858 – 1868
MEA, Millennium Ecosystem Assessment, 2005. ECOSYSTEMSAND HUMAN WELL-BEING. World Resources Institute, Washington, DC. 2005
Munafò, M. ed. (2021). Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2021 Report SNPA 22/2021
Potschin, M. and R. Haines-Young (2011): Ecosystem Services: Exploring a geographical perspective. Progress in Physical Geography 35(5): 575-594.
Limitazioni: 
La valutazione del servizio di produzione agricola a scala nazionale incontra un importante limite riguardante l'aggiornamento delle informazioni relative sia alla produzione agricola, legate al Censimento agricoltura dell'ISTAT, sia alla disponibilità di una carta di copertura del suolo (ISPRA), al momento disponibile per il 2012, e in corso di elaborazione per il 2018, nonché per gli strati informativi sulla qualità dei suoli, per l’estensione e tipologia delle colture effettive su tutto il territorio nazionale aggiornati con frequenza utile.
Ulteriori azioni: 
Non compilato  
Frequenza rilevazione dati: 
Annuale
Accessibilità dei dati di base: 
6° censimento agricoltura ISTAT http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/Index.aspx
Carta nazionale copertura del suolo 2012 ISPRA http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/copertura-del-suolo/carta-di-copertura-del-suolo
Carta nazionale consumo di suolo 2020 ISPRA http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/consumo-di-suolo

Fonte dei dati di base: 
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
Descrizione della metodologia di elaborazione: 
Seguendo la principale letteratura in materia di servizi ecosistemici a partire dal Millennium ecosystem assessment e in particolare lo schema a cascata proposto nell’ambito del CICES (Haines-Young et al. 2011 e successivi aggiornamenti), nonché gli approfondimenti sulla specificità dei servizi relativi alla risorsa suolo (Dominati et al, 2010), la valutazione biofisica del flusso di produzione agricola è riferita alla produzione effettiva (in quintali, dati provinciali ISTAT) al fine di ottenere per ogni unità di superficie i valori in q/ha di tutte le produzioni e quantificarne la perdita complessiva.
La produzione agricola potenziale associata all’unità di superficie è stimata in base alla capacità produttiva e alla tipologia di produzione basata sull’integrazione dei dati del Censimento Agricoltura (ISTAT, 2013) associate alla classe di copertura al 2012 (ISPRA). La capacità produttiva così stimata per le diverse porzioni di territorio viene considerata stabile nel periodo successivo. Ciò che varia è la trasformazione delle porzioni di territorio soggette a consumo di suolo, cui si associa la perdita di produzione. La dipendenza sia dalla variazione delle pratiche agricole sia dai fattori climatici, andrebbero considerati laddove si facesse riferimento alla produzione effettiva di ciascun singolo anno anziché una produzione potenziale mediaLe diverse tipologie di produzione presenti nel database ISTAT sono state associate in raggruppamenti semplificati identificati come “Macro classi” di produzione (seminativi, vigneti, frutteti e frutti minori, oliveti, prati stabili), per renderle coerenti con le classi di copertura presenti nella carta di copertura ISPRA e alle classi considerate nel monitoraggio del consumo di suolo. Le colture che non erano riferibili a una delle cinque classi (es. fiori, piante ornamentali, vivai, fronde, funghi coltivati) non sono state considerate nelle elaborazioni.
Per ciascuna macro-classe i dati di produttività (in q/ha) delle diverse coltivazioni sono stati mediati su ciascuna macro-classe, utilizzando come peso la superficie occupata da ciascuna coltura secondo i dati ISTAT. I valori medi di produttività così derivati sono stati poi associati alle superfici in funzione della copertura del suolo. La copertura utilizzata per ogni anno è derivata dalla sovrapposizione della carta di copertura del suolo (ISPRA, 2012) integrata con la carta del consumo di suolo per gli anni successivi.
Il consumo di suolo è definito come variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato). Per necessità di semplificazione non si considera per questo indicatore la distinzione fra consumo di suolo permanente (dovuto a una copertura artificiale permanente) e consumo di suolo reversibile (dovuto a una copertura artificiale reversibile) e non si tiene conto le eventuali rinaturalizzazioni. Inoltre, non si esaminano le variazioni di copertura o i cambi di tipologia produttiva all’interno delle singole classi di copertura.
Attraverso questa operazione è stato possibile estrarre la variazione di produzione dovuta al consumo di suolo, tra il 2012 e il 2019 e tra il 2012 e il 2020, stimando i quintali di prodotti agricoli di cui si è complessivamente perduta la produzione.
Il valore medio annuale della perdita è stato calcolato dividendo il totale dei cambiamenti per il numero di anni intercorsi tra il 2012 e il 2019 e tra il 2012 e il 2020 (rispettivamente 7 e 8). Inoltre, per descrivere il trend del fenomeno viene fornito un valore binario, che rappresenta l’aumento o la diminuzione della perdita media annuale.

Core set: 
Non compilato  
Altri Core set: 
Non compilato  
Periodicità di aggiornamento: 
Annuale
Copertura spaziale: 
nazionale, regionale, provinciale, comunale
Copertura temporale: 
2012, 2019, 2020
L’informazione è sufficiente alla rappresentazione dell'impatto del consumo di suolo, tuttavia a causa dei limiti posti dalla metodologia adottata, dall’aggiornamento della carta di copertura e dalle indicazioni sulle colture effettive, non è adeguata a caratterizzare le perdite a scala locale, né gli effetti dei cambiamenti climatici e dei cambi di pratica agricola.
Stato: 
Scarso
Descrizione/valutazione dello stato: 
La perdita di produzione agricola a causa dell’artificializzazione dei suoli, tra il 2012 e il 2020, ha raggiunto oltre 4 milioni di quintali annui. Considerando solo il consumo di suolo dell’ultimo anno sono stati persi oltre 487 mila quintali, valore leggermente inferiore alla perdita media annuale valutata sui due periodi 2012-2019 e 2012-2020. Analizzando le differenti situazioni si evidenzia in alcune regioni un rapporto tra la perdita media annua e il valore della produzione al 2012 intorno allo 0,1% (Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Lazio) mentre le altre hanno valori più contenuti. La perdita più limitata si presenta in Molise (Tabella 1).
Trend: 
Negativo
Descrizione/valutazione del trend: 
Descrizione/valutazione del trend:
L'indicatore mostra un trend negativo per il 2020 rispetto al 2019, poiché si ha un incremento di perdita pari a 487 mila quintali, seppure con una perdita media annua in decrescita (Tabella 1). A livello regionale, a fronte della maggior parte di regioni con trend in decrescita, Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Abruzzo e Molise presentano una perdita in aumento. In Emilia-Romagna, che ha in assoluto il valore maggiore di produzione agricola regionale, si osserva un trend in diminuzione.
Variabili: 
Consumo di suolo annuo
Commenti: 
Tra il 2012 e il 2020 in Italia si stima una perdita potenziale, a causa del consumo di suolo, di circa 4.154.559 quintali di prodotti agricoli che avrebbero potuto fornire le aree perse nel periodo considerato (escludendo le rinaturalizzazioni), in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Analizzando le cinque categorie principali di colture (vigneti, frutteti, oliveti, foraggere e seminativi) (Tabella 2 ) si osserva che la maggiore riduzione stimata si è avuta nella classe dei seminativi, con oltre 316 mila quintali, seguita dalle foraggere, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti, con una perdita rispettivamente, di circa 122, 38, 31 e 11 mila quintali di prodotti.
Analizzando solo la produzione potenziale di seminativi, la maggiore perdita media annua si rileva in Emilia-Romagna con più di 47 mila quintali, seguita dal Veneto con 46 mila quintali, Lombardia con circa 33 mila quintali e dal Lazio con 25 mila quintali ( Figura 1).
Queste informazioni evidenziano le condizioni, il trend e il tasso di cambiamento in uno dei servizi ecosistemici più rilevanti per la collettività e sono, pertanto, di supporto per politici e decisori nell'ambito della programmazione ai diversi livelli e della pianificazione territoriale. Contribuisce, inoltre, all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 15: Proteggere, ripristinare e promuovere l'uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione e arrestare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità.