ALTEZZA DELLA MAREA ASTRONOMICA LUNGO LE COSTE ITALIANE

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La marea è un fenomeno periodico di innalzamento e abbassamento della superficie del mare dovuto all’attrazione gravitazione esercitata dalla Luna, dal Sole e dagli altri corpi celesti sulle masse di acqua presenti sulla Terra e secondariamente dovuto anche alle perturbazioni meteorologiche. I dati della Rete Mareografica Nazionale (ISPRA) sono stati utilizzati per caratterizzare l’ampiezza della componente astronomica del segnale di marea lungo le coste Italiane. La marea astronomica come ben noto, presenta profonde differenze nei diversi mari italiani, raggiungendo la sua massima escursione nel Nord Adriatico e nella Laguna di Venezia, essendo fortemente influenzata anche dalla configurazione del bacino.

CLEAN COAST INDEX (CCI)

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Grafici interattivi

Qualsiasi materiale solido, fabbricato o trasformato dall'uomo, abbandonato o perso in ambiente marino e costiero o che arrivi al mare in qualsiasi modo è definito un rifiuto marino. L’Italia, con il Decreto Legislativo n. 190/2010 di recepimento della Direttiva Quadro sulla Strategia per l'Ambiente Marino, effettua dal 2015 un intenso programma di monitoraggio dei rifiuti marini, inclusi quelli spiaggiati. Due volte l’anno, in primavera e autunno, le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) costiere realizzano il monitoraggio dei rifiuti solidi presenti in aree campione di 69 spiagge di riferimento lungo il litorale nazionale. Per valutare il grado di pulizia delle spiagge sulla base della densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate è stato calcolato il Clean Coast Index (CCI), un indicatore sviluppato e applicato a livello internazionale.

Nel 2023 il CCI è stato calcolato per 69 spiagge sia in primavera sia in autunno. In primavera, l’80% delle spiagge monitorate sono risultate pulite o molto pulite contro il 12% di spiagge sporche o molto sporche. In autunno, il 77% delle spiagge sono risultate pulite o molto pulite, mentre il 12% sporche o molto sporche. Il resto delle spiagge è risultato abbastanza pulito. Rispetto all’anno precedente, la percentuale di spiagge pulite o molto pulite è aumentata in autunno (75% nel 2022), mentre in primavera si è mantenuta uguale.

EUTROFIZZAZIONE

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L’eutrofizzazione è un processo causato dall’arricchimento in nutrienti, in particolare composti dell’azoto e del fosforo, che determina un incremento della produzione primaria e della biomassa algale con conseguente alterazione delle comunità bentoniche e, in generale, diminuzione della qualità delle acque. L’immissione nell’ambiente marino e costiero di azoto e fosforo può derivare da fonti diffuse (carichi fluviali, principali collettori di attività agricole e di scarichi civili) e da fonti puntuali (scarichi derivanti dagli impianti di trattamento delle acque reflue, industriali e derivanti da attività di acquacoltura).
Obiettivi legati al controllo e alla gestione dell'eutrofizzazione sono fissati dalla Direttiva Quadro sulle Acque (WFD, Direttiva 2000/60/CE), dalla Direttiva sulla Strategia Marina (Descrittore 5, Direttiva 2008/56/CE) e dalle Direttive Nitrati (Direttiva 91/676/CEE) e Acque Reflue Urbane (Direttiva 91/271/CEE) maggiormente focalizzate, le ultime due, sulla gestione delle pressioni. Le cause dell’eutrofizzazione sono soprattutto da riferirsi agli apporti di nutrienti veicolati a mare dai fiumi o dagli insediamenti costieri che provocano seri impatti negativi sulla salute degli ecosistemi marini e sull’uso sostenibile di beni e servizi; le principali fonti di nutrienti sono riconducibili al settore agro-zootecnico e a quello civile (insediamenti urbani).

Le valutazioni dello stato ambientale in relazione all'eutrofizzazione, in accordo a quanto previsto dalla Direttiva 2008/56/CE, ha evidenziato il raggiungimento del Buono Stato Ambientale. Pertanto, le misure finora adottate ai sensi della Direttiva 2000/60/EC, della Direttiva 91/676/CEE e della Direttiva 91/271/CEE risultano idonee al raggiungimento dei traguardi ambientali. 

MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA - ALTERAZIONE DELLE CONDIZIONI IDROGRAFICHE

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Il monitoraggio previsto dalla Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE per il Descrittore 7 prende in considerazione le alterazioni permanenti delle condizioni idrografiche dovute alle infrastrutture costiere e marine soggette a VIA nazionale, realizzate o in corso di realizzazione o progettazione a partire dal 2012. L'indicatore di riferimento per il D7C1 è relativo all’estensione dei corpi idrici marino costieri di ciascuna Sottoregione marina, definiti ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, che presenta impatti dovuti a cambiamenti permanenti delle condizioni idrologiche dovuti a nuove infrastrutture realizzate a partire dal 2012 e soggette a VIA nazionale. L'obiettivo per tale indicatore è il non superamento del 5% dell'estensione dei corpi idrici marino costieri. Nel 2023 l'obiettivo è stato raggiunto.

MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA - CONCENTRAZIONE DI CONTAMINANTI

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Il Descrittore 8 della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE (MSFD) al fine di conseguire il buono stato ambientale delle acque marine, attraverso la graduale eliminazione dell’inquinamento, richiede specificatamente la valutazione della presenza dei contaminanti chimici e dei loro effetti nelle matrici ambientali. Nel triennio 2021-2023 è stato svolto da ISPRA il monitoraggio della Sottoregione Mar Adriatico (MAD), Sottoregione Mar Ionio e Mediterraneo Centrale (MIC) e Sottoregione Mar Mediterraneo Occidentale (MWE) i cui dati sono stati elaborati e integrati con quelli consegnati dalle Agenzie regionali e gli istituti zooprofilattici sperimentali.

Da questo monitoraggio si evince che per lo studio della concentrazione dei contaminanti la percentuale di copertura dei dati, sebbene differente per le varie matrici e sottoregioni, ha mostrato un miglioramento, permettendo il raggiungimento della valutazione del GES per la matrice sedimento in due MRU e per la matrice biota nella MRU Mar Adriatico.

MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA - MICRORIFIUTI NELLO STRATO SUPERFICIALE DELLA COLONNA D'ACQUA

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L’Italia, in applicazione alla Direttiva Quadro per la Strategia Marina, ha attuato dal 2015 un esteso programma di monitoraggio dei rifiuti marini, inclusi i microrifiuti presenti nello strato superficiale della colonna d’acqua. Tale monitoraggio è condotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (di cui ISPRA fa parte), sotto il coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). La composizione, quantità e distribuzione dei microrifiuti superficiali sono parametri essenziali per raggiungere il buono stato ambientale delle acque marine, obiettivo della Direttiva. I microrifiuti sono particelle con dimensioni inferiori ai 5 mm, la cui origine è difficile da identificare una volta disperse nell’ambiente. Queste particelle derivano sia da fonti primarie, come pellets e microgranuli utilizzati in cosmetica o prodotti abrasivi, sia da fonti secondarie, come la frammentazione di macrorifiuti. Con l’elaborazione dei dati effettuata dal 2016 al 2022 è stato possibile definire un valore mediano di densità delle microparticelle presenti nei nostri mari, pari a 0,04 microparticelle su m2,ossia 40.000 microparticelle su km2. Tale valore si conferma aggiungendo alla serie di dati anche quelli del 2023. A livello di Mediterraneo, la Convenzione di Barcellona ha fissato un valore soglia di 0,000845 microparticelle per m² (845 microparticelle per km²), pertanto, rispetto a questo valore, l’Italia è ancora distante dal raggiungimento del buono stato ambientale.

MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA – RIFIUTI MARINI SPIAGGIATI

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Grafici interattivi

La Strategia Marina (Direttiva 2008/56/CE) rappresenta un importante strumento di governance del sistema mare, promuovendo l’adozione di strategie mirate alla salvaguardia dell’ecosistema marino per il raggiungimento del Buono Stato Ambientale. Il Buono Stato Ambientale è valutato sulla base di 11 temi o descrittori qualitativi e, fra questi, il descrittore 10 prevede che le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provochino danni all’ambiente costiero e marino. L’Italia realizza dal 2015 un esteso programma di monitoraggio dei rifiuti marini, compresi quelli spiaggiati. Nel 2023, la mediana dei rifiuti marini totali spiaggiati sui litorali italiani è risultata di 250 rifiuti ogni 100 m, il valore più basso dell’intera serie storica. Si tratta però di una densità ancora nettamente superiore al valore soglia di 20 rifiuti ogni 100 m, stabilito a livello europeo come requisito per il raggiungimento del Buono Stato Ambientale. Come negli anni precedenti, le plastiche monouso sono il rifiuto spiaggiato più comune rappresentando il 13% del totale; tuttavia, per questa tipologia di rifiuti si osserva un netto calo rispetto al 2022 (29%) che, se confermato nei prossimi anni, potrebbe rappresentare un primo risultato significativo dell'efficacia del Programma di Misure della Strategia Marina e, in particolare, dell’applicazione della Direttiva 2019/904 per la riduzione della plastica monouso.


UPWELLING

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L'upwelling è un fenomeno fisico dovuto all'azione di vento e correnti che possono generare una corrente di risalita, orientata verso il largo e ortogonale alla costa.
Questo fenomeno ha un notevole impatto sulla fauna ittica locale e per questo di grande interesse. L'individuazione delle aree più favorevoli al generarsi di questo fenomeno è stata realizzata utilizzando i dati di velocità e direzione del vento forniti dalla Rete Mareografica Nazionale (RMN) gestita da ISPRA. Questi dati opportunamente elaborati consentono di individuare le zone costiere che con più probabilità sono maggiormente esposte al fenomeno dell’upwelling come, ad esempio, la zona di Carloforte in Sardegna che si conferma essere tra le più favorevoli alla generazione di tale variabile.