SITI DI ESTRAZIONE DI RISORSE ENERGETICHE: OLIO E GAS

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Fiorenzo Fumanti

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    L'indicatore quantifica le attività di estrazione di risorse minerarie energetiche fossili (olio e gas) in Italia, fornendo dati su ubicazione dei siti, produzione, riserve e potenziali impatti ambientali. Al 30 novembre 2024, risultano 154 concessioni di coltivazione (55 in mare), 23 permessi di ricerca (6 in mare) e 15 concessioni di stoccaggio gas, concentrate in Pianura Padana. La produzione di olio, concentrata in Basilicata (91% del totale), è stabile, mentre quella di gas è in calo, con 3 miliardi di Sm³ estratti nel 2023. La sospensione delle attività di ricerca dal 2019 e l’introduzione del PiTESAI hanno ridotto le concessioni, mitigando l'impatto ambientale. Le riserve certe italiane ammontano a 41,8 miliardi di Sm³ di gas (65,2% a terra) e 84,6 milioni di tonnellate di olio, concentrate soprattutto in Basilicata e Sicilia.

    Descrizione

    L'indicatore considera gli insediamenti estrattivi di risorse energetiche (idrocarburi). Definisce la diffusione sul territorio delle concessioni di coltivazione e ricerca e, quindi, anche dei relativi impianti di servizio (per esempio: bacini di decantazione e discariche di materiali di perforazione). Fornisce informazioni sull'entità delle risorse estratte, sulle riserve disponibili e, indirettamente, sulla potenziale esistenza di focolai di diffusione di sostanze inquinanti. Gli insediamenti sopra citati rappresentano un'importante risorsa economica ma sono anche indice di possibile degrado del territorio. Oltre al consumo di risorse fossili non rinnovabili, le attività collegate all'estrazione possono infatti determinare fenomeni di inquinamento, con peggioramento della qualità dell'aria, del suolo e delle acque superficiali/sotterranee, innesco di fenomeni di subsidenza, alterazioni del paesaggio.

    Scopo

    Quantificare le attività antropiche di estrazione di risorse minerarie energetiche in termini di risorse disponibili e di potenziale impatto ambientale-paesaggistico.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    È sensibile ai cambiamenti che si verificano nell'ambiente e/o nelle attività umane
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull'ambiente e delle risposte della società.
    Fornisce una base per confronti internazionali.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    I giacimenti di idrocarburi sono patrimonio indisponibile dello Stato. La normativa nazionale fa riferimento, oltre che al RD n. 1443 del 29/07/27, alle Leggi n. 6/1957 e n. 613/1967 relativamente alle attività in terraferma e in offshore, alla Legge 9/1991 di attuazione del Piano Energetico Nazionale (PEN) 1988, al D.Lgs. 625/1996 di attuazione della normativa comunitaria sul "licensing", al D.Lgs. 164/2000 di apertura del mercato del gas, alla Legge 239/2004 di riordino del settore energetico e alla Legge 99/2009 relativa all'internazionalizzazione delle imprese che comprende anche disposizioni in materia di energia. Quest'ultima stabilisce, tra l'altro, i criteri per il rilascio, tramite procedimento unico, dei permessi di ricerca e delle concessioni di coltivazione, modificando in parte la Legge 239/04. La concessione di coltivazione costituisce titolo per la costruzione degli impianti e delle opere necessarie che sono considerate di pubblica utilità. La perforazione dei pozzi esplorativi, la costruzione degli impianti e delle opere connesse è soggetta a valutazione d'impatto ambientale. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali il D.Lgs. 152/06 definisce le aree in cui sono vietate le attività di ricerca, di prospezione e di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e disciplina la procedura di VIA. A seguito dell'incidente alla piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico è entrato in vigore il D.Lgs. 29 giugno 2010, n.128 che istituisce il divieto delle attività all'interno di aree marine e costiere a qualsiasi titolo tutelate dal punto di vista ambientale e nelle zone marine poste entro 12 miglia all'esterno delle stesse. L'art. 35 del D.Lgs. 22 giugno 2012, n.83 (Decreto Sviluppo) estende tale divieto all'intera linea di costa nazionale, fatti salvi i titoli abilitativi già rilasciati o con procedimento in corso sino al termine della vita utile del giacimento. Con il DM 28 dicembre 2021 il Ministero della Transizione Ecologica ha approvato il PiTESAI (Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee), in applicazione dall’art. 11-ter, DL n. 135/2018 convertito, con modificazioni, dalla Legge 12/2019. Il Piano è uno strumento di pianificazione generale volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle attività minerarie energetiche, nel perseguimento dell’obiettivo di una transazione ecologica sostenibile che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati dalla Unione Europea per la decarbonizzazione al 2050. Il Piano individua, sulla base di criteri ambientali, sociali ed economici, le aree potenzialmente idonee allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Fornisce inoltre le regole per le aree con attività in corso. Le istanze di prospezione e ricerca potranno proseguire solo se ricadenti in “aree potenzialmente idonee”, se riguardanti gas e se presentate a partire dal 1° gennaio 2010. Quanto alla coltivazione, il Piano prevede il proseguimento dei procedimenti relativi a istanze di concessione in “aree potenzialmente idonee”, così come quelli ricadenti in “aree potenzialmente non idonee”, purché il potenziale minerario di gas sia superiore a 150 MSmc stabilisce, inoltre, i criteri per i casi in cui tale potenziale non sia accertato ma esistano infrastrutture in essere. Le concessioni di coltivazione vigenti che, alla data di adozione del PiTESAI non ricadranno nella suddetta casistica, resteranno in vigore fino alla scadenza del titolo senza possibilità di eventuali ulteriori proroghe. Alcune norme del PiTESAi sono state semplificate con il DL 21 marzo 2022 rilasciato a seguito del conflitto ucraino e della conseguente crisi energetica. Con le Direttive del 28 giugno e del 4 agosto 2022 e con i successivi DL 173/22 e 176/22 il MASE ha definito le procedure per l'approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale. 

    DPSIR
    Pressione
    Stato
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (A)
    Riferimenti bibliografici

    MASE-DiE-IS-UNMIG (2024) - Data Book 2024. Attività 2023. Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica,  Dipartimento energia (DiE) Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS). Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG). Roma. 

    MISE-DGISSEG-UNMIG (2020) - Il Mare. Numero speciale BUIG, ottobre 2020

    MASE-DiE-IS-UNMIG (2024) - BOLLETTINO UFFICIALE DEGLI IDROCARBURI E DELLE GEORISORSE. Anno LXVIII, n. 11 - Novembre 2024

    Limitazioni

    Non sono disponibili informazioni omogenee a scala nazionale sullo stato ambientale dei siti di estrazione di risorse energetiche.

    Ulteriori azioni

    Migliorare l'informazione relativa alle problematiche ambientali dei siti di estrazione di risorse energetiche.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Data source
    Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
    Accessibilità dei dati di base

    Acquisizione dei dati dal rapporto annuale dell'UNMIG (Ufficio nazionale Minerario per gli idrocarburi e le Georisorse) aggiornati con i dati pubblicati sul sito https://unmig.mase.gov.it/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/ e sul relativo webgis

    Copertura spaziale

    Nazionale, Regionale

    Copertura temporale

    1982 - novembre 2024

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Elaborazione tramite foglio di calcolo e applicazioni GIS dei dati UNMIG per gli idrocarburi

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore fornisce un quadro esauriente delle georisorse energetiche liquide e gassose del sottosuolo nazionale e delle relative pressioni sull’ambiente. I dati provengono da fonti attendibili e affidabili e sono aggiornati con regolarità. Sono elaborati secondo standard internazionali, garantiscono affidabilità e comparabilità sia a livello temporale sia spaziale e possono essere confrontati con dati internazionali.

    Stato
    Non definibile
    Trend
    Non definibile
    Valutazione/descrizione dello stato

    L'indicatore ha il duplice obiettivo di quantificare le georisorse disponibili e di valutare il potenziale impatto sull'ambiente dei siti di estrazione. A novembre 2024 nel territorio nazionale sono vigenti 154 concessioni per coltivazione di idrocarburi (55 in area marina), 23 permessi di ricerca (6 a mare) (Tab. 1) e 15 concessioni di stoccaggio gas (Tab. 2). In terraferma le maggiori pressioni sull’ambiente si registrano in Basilicata, dove si rileva la maggior estensione di aree concesse e la più alta produzione di idrocarburi. Nelle aree marine il maggior numero di impianti è localizzato nell’Adriatico centrale e settentrionale. La sospensione delle attività di ricerca dal 2019 sino all'adozione del PiTESAI e la successiva decadenza o rinuncia di titoli minerari ricadenti in aree non idonee ha sicuramente mitigato l'impatto ambientale sul territorio e nel mare, ma ancora non si dispone di un quadro omogeneo dello stato ambientale dei siti di estrazione, che andrà valutato anche sulla base delle nuove politiche in materia di coltivazione delle risorse nazionali.

    Valutazione/descrizione del trend

    Nel 2023 è continuato il pluridecennale decremento dell'estrazione di gas unitamente alla diminuzione della produzione di olio (Figura 1). In continua diminuzione i titoli minerari anche per effetto delle limitazioni poste dal PITESAI (Figure 2 e 3). La crisi energetica derivante dalla mutata situazione geopolitica sta però portando a un ripensamento sulla coltivazione delle risorse nazionali e a una probabile revisione del PiTESAI. Una valutazione del trend sarà possibile solo nei prossimi anni.

    Commenti

    La concessione per la coltivazione d'idrocarburi viene rilasciata dal MASE al termine di un lungo e complesso procedimento che inizia con un’istanza per un permesso di ricerca. Attualmente la richiesta può essere inoltrata solo per la ricerca di giacimenti di gas e solo nelle aree ritenute potenzialmente idonee dal PiTESAI. Dapprima vengono svolte indagini non invasive (prospezioni) a seguito delle quali, se sono evidenziate possibilità di ritrovamento d'idrocarburi, viene richiesta l’autorizzazione all’esecuzione di un pozzo esplorativo. In caso di esito positivo del pozzo si procede con l’istanza di concessione. Il conferimento del titolo minerario (permesso/concessione) è condizionato dalla VIA condotta dal MASE, dal parere degli Enti coinvolti e dall’istruttoria della CIRM (Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie). Al 30/11/2024 risultano vigenti 154 concessioni di coltivazione (55 in mare) e 23 permessi di ricerca (6 in mare) (Tabella 1). 27 titoli di coltivazione e 2 permessi di ricerca risultano cessati e sono in attesa di ripristino minerario dell’area. La cancellazione di un titolo minerario è, infatti, vincolata al ripristino ambientale che avviene dopo la predisposizione di un piano di bonifica e la valutazione ministeriale d’intesa con la regione competente. La superficie in terraferma impegnata dai titoli vigenti è pari a 8.666 km2, di cui 4.517 km2 per permessi di ricerca (Tabella 1), con una riduzione di 1340 Km2 rispetto all'anno precedente. Le regioni con la più ampia porzione di territorio impegnata da titoli minerari per idrocarburi risultano Emilia-Romagna (41), Sicilia (18), Marche (16), Basilicata (12), Lombardia (11) e  con un'elevata concentrazione di concessioni di coltivazione nelle province di Bologna (14), Matera (10),  Fermo (9), Foggia (6). Nel sottosuolo marino la Zone A e B si contraddistinguono per l'elevato numero di concessioni (31 e 18) (Tabella 1). Inalterate le 15 concessioni vigenti per lo stoccaggio del gas naturale, tramite reiniezione in giacimenti esauriti, concentrate nella Pianura Padana (6 in Lombardia e 5 in Emilia-Romagna) (Tabella 2). La superficie impegnata dai titoli non riflette, però, il reale impatto sul territorio poiché le aree dei titoli sono definite, da normativa vigente, come archi di meridiano e parallelo approssimati di 1° e risultano pertanto molto superiori a quelle realmente occupate dall’insieme degli impianti. Il consumo effettivo di suolo dovuto alle attività di coltivazione in Italia è pari a circa 14,1 km2, corrispondente allo 0,0047% del territorio nazionale (Tabella 3). Il massimo valore del consumo di suolo si raggiunge in Emilia-Romagna dove ammonta allo 0,022% del territorio regionale. All’interno del titolo le zone non utilizzate dagli impianti restano liberamente fruibili per gli altri usi.  Sono in corso le istruttorie relative alle istanze per 23 permessi di ricerca di cui 11 a mare e 5 concessioni di coltivazione delle quali 1 a mare (Figura 2).  La quantità di materiale estratto nel 2023 mostra una diminuzione della produzione di olio, che si assesta a 4,23 milioni di ton, associata allo storico e perdurante decremento della produzione di gas ormai sceso a poco più di 3 miliardi di Sm3 (Tabella 4, Figura 1). 

    La produzione di olio è concentrata in terraferma (91% del totale nazionale) grazie ai giacimenti della Basilicata e, in misura molto minore, della Sicilia. Dal 2023 la produzione del gas a terra supera quella a mare (50,6% contro 49, 4%) La maggior parte del gas è, invece, prodotto nei pozzi a terra (50,6% del totale nazionale) a causa del decremento produttivo della Zona A (dal 26,6% al 22,9% del totale nazionale). In terraferma una significativa produzione di gas è presente solo in Basilicata dove si estrae il 36,6% del totale nazionale (Tabella 5, Figura 4). 

    In terraferma risultano produttivi al 30/11/2024, 825 pozzi, dei quali 399 eroganti olio (71) o gas (328), con una maggior concentrazione in Emilia-Romagna (187 gas e 6 olio) e in Sicilia (41 gas e 31 olio) e, a livello provinciale, a Bologna (125 pozzi gas), Firenze (42 gas), Modena (25 gas, 6 olio) e Caltanissetta (28 olio). Gli altri 426 pozzi produttivi non stavano erogando al momento della rilevazione. In area marina, su 700 pozzi produttivi ne risultano eroganti 195, dai quali viene estratto in larga prevalenza gas naturale (138), in particolare nella Zona A (8) (Tabella 1). 

    Le riserve di idrocarburi italiani vengono calcolate con i criteri definiti a livello internazionale e vengono suddivise in certe, possibili e probabili. Nel 2023 (Tabella 6) le riserve di gas certe si attestano a 41.807 milioni di metri cubi standard, il 65,2% delle quali ubicate in terraferma. Le riserve di olio recuperabili con certezza sono stimate in 84.630.000 tonnellate concentrate in terraferma (94,2%), soprattutto nell'Italia meridionale e per la maggior parte in Basilicata. Questa ripartizione, che evidenzia un maggior riserva di olio rispetto al gas, si riflette nell’andamento storico delle estrazioni (Tabella 4, Figura 1). La produzione di gas ha raggiunto il suo picco storico nel 1994, quando copriva il 40% del fabbisogno nazionale, cui ha seguito un progressivo declino. Al contrario la produzione di olio si è mantenuta, negli ultimi 35 anni, tra 4 e 6 Gt annui. L’andamento della produzione del gas naturale è indicativo di un progressivo esaurimento o di un parziale sfruttamento dei vecchi giacimenti non compensato dall’entrata in produzione di nuovi ritrovamenti anche per la mancanza di investimenti nella ricerca. La coltivazione dei due più promettenti giacimenti a gas rinvenuti è bloccata per cause diverse. Il primo (Nord Adriatico) per i pericolosi impatti sull’area di Venezia mentre l’altro (Argo-Cassiopea-Panda nell’offshore di Gela) è ancora sospeso. Dal punto di vista giacimentologico le più importanti province petrolifere sono l’Alto Adriatico e la Pianura Padana (gas e olio), il Bacino di Pescara (olio e gas), l’Adriatico meridionale (olio e gas), l’Appennino meridionale (olio), la Fossa Bradanica in Puglia (gas e olio), l’off-shore calabro (gas), la Sicilia centrale (gas) e il Bacino delle Isole Pelagie (olio) (Figura 5). Rimangono però ampie zone in cui, per motivi logistici e/o economici o, nel caso di acque di confine, di politica internazionale, le attività di esplorazione sono state limitate o assenti. Poco esplorati sono le parti italiane dei bacini profondi dell’Adriatico meridionale e dello Ionio nei quali stanno, invece, investendo molto i paesi confinanti (Croazia, Montenegro, Albania, Grecia). Analoga situazione è quella del canale di Sicilia, dove alcune compagnie stanno esplorando i fondali confinanti con quelli italiani, con ritrovamenti di significativa importanza. Praticamente inesplorato è il Bacino Provenzale a ovest della Sardegna. Diverso è il discorso per quanto riguarda il Tirreno la cui caratteristiche geologiche non lasciano molte prospettive di ritrovamenti. Le problematiche ambientali derivanti dai processi di estrazione dovrebbero essere quindi inquadrate e valutate anche nel contesto geopolitico del Mediterraneo considerando che i paesi costieri, confinanti o non con l’Italia, hanno aperto alla ricerca e alla coltivazione la quasi totalità dei loro fondali marini  e che eventuali eventi incidentali potrebbero ripercuotersi anche nelle aree marine di competenza italiana (Figure 6 e 7). Non si dispone di una cartografia aggiornata dell'area mediterranea ma le figure 6 e 7 sono comunque indicative dei grandi interessi che permangono a scala continentale e dei potenziali pericoli per i nostri mari.  

    Allegati
    Titolo

    Tabella 1: Titoli minerari di coltivazione e ricerca di idrocarburi per regione, provincia e zona marina, con relativi pozzi (30/11/2024)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Legenda

    ZONA “A” - Mare Adriatico settentrionale e centrale; ZONA “B” - Mare Adriatico centrale e meridionale; “C” - Mare Tirreno meridionale, Canale di Sicilia, Mar Ionio meridionale; ZONA “D” - Mare Adriatico meridionale e Mare Ionio; ZONA “E” - Mar Ligure, Mare Tirreno, Mare di Sardegna, ZONA “F” - Mare Adriatico meridionale e Mare Ionio; ZONA “G” - Mar Tirreno meridionale e Canale di Sicilia

    Titolo

    Tabella 2: Concessioni di stoccaggio in terraferma di gas naturale, con relativi pozzi, per regione e provincia (30/11/2024)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Titolo

    Tabella 3 - Impatto sul territorio delle attività di produzione energetica (dati al 30/11/2024)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Note

    aPozzi  produttivi ma non eroganti, di monitoraggio, non produttivi,  altro  bNel territorio del Friuli-Venezia Giulia ricade una minima parte, senza impianti, della concessione del Veneto. cI titoli ricadenti in più di una regione sono conteggiati più volte, una per ciascuna regione. d La percentuale è calcolata sull'intero territorio nazionale e quindi comprende anche le regioni prive di impianti.

    Titolo

    Tabella 4: Produzione delle attività estrattive (31/12/2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Titolo

    Tabella 5 - Produzione nazionale di idrocarburi per regione/zona marina (2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Titolo

    Tabella 6: Risorse e riserve olio e gas (2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

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    Titolo

    Figura 1: Produzione di idrocarburi in Italia nel periodo 1982-2023

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

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    Titolo

    Figura 2: Carta dei titoli minerari vigenti di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi (Sx); Carta delle nuove istanze e dei titoli decaduti (dx) (30/11/2024)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

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    Titolo

    Figura 3: Aree idonee/non idonee per le attività di prospezione e di ricerca

    Fonte

    PiTESAI (2022) - Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee. MASE

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    Titolo

    Figura 5: Perimetrazione del potenziale geominerario definito con criterio geologico per gli idrocarburi (2022)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA in PiTESAI, Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee

    Legenda

    Interesse Minerario Elevato: aree dove l’esplorazione ha avuto i maggiori successi e si sono concentrati nel tempo le concessioni ed i permessi; Interesse Minerario Marginale: Aree con sporadiche mineralizzazioni rinvenute ma con condizioni geologiche non sfavorevoli. Non si può escludere la presenza di giacimenti più rilevanti; Interesse Minerario Incerto: Aree con sostanziale assenza di indagini, ma condizioni geologiche potenzialmente favorevoli sulla base dei pochi dati disponibili.

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    Titolo

    Figura 6 Distribuzione dei titoli minerari italiani e delle aree aperte alla ricerca o concesse alla coltivazione dalle nazioni confinanti (30/04/2020)

    Fonte

     

    Ministero dello Sviluppo Economico (2020). Il mare, terza edizione. Numero speciale del Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse (BUIG), ottobre 2020.

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    Titolo

    Figura 7: Aree mediterranee interessate da concessioni di coltivazione, permessi di ricerca e aree aperte alle istanze di ricerca per idrocarburi (2015) Sono indicati anche i tracciati dei gasdotti.

    Fonte

    Marine Ecosystem Restoration in Changing European Seas (MERCES project). WP1, Deliverable 1.2 Current marine pressures and mechanisms driving changes in marine habitats.

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    Titolo

    Figura 4: Produzione nazionale di idrocarburi per regione/zona marina (2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - Direzione generale infrastrutture e sicurezza (IS) - Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG)

    Italian