Descrizione 1
Giovanni Finocchiaro, Silvia Iaccarino
L'indicatore misura la dipendenza del turismo italiano dai mercati internazionali, in particolare da quelli più lontani, valutando l'impatto ambientale connesso ai trasporti a lungo raggio. Nel 2024 le presenze complessive raggiungono 466,2 milioni, di cui il 14,8% provenienti da paesi distanti oltre 2.000 km. Tale quota, in crescita rispetto al 2023, conferma la ripresa dei flussi internazionali e il ritorno ai valori pre-pandemici, ma rappresenta anche un elemento critico per la sostenibilità ambientale del settore, poiché i viaggi aerei a lunga distanza incidono fortemente sulle emissioni di CO2.
L’indicatore fa parte della dimensione ambientale della dashboard del turismo dell’Unione Europea e misura la dipendenza del turismo italiano da mercati internazionali lontani. I paesi di origine sono considerati distanti se si trovano a una distanza di 2.000 km o più dalla destinazione. Un alto valore dell'indicatore implica un'impronta ambientale potenzialmente più elevata a causa dei viaggi a lunga distanza.
A tal fine si considera il numero delle notti trascorse in strutture ricettive (presenze) dei turisti provenienti da paesi lontani, in quanto il loro viaggio genera degli impatti, sia in termini di infrastrutture sia di emissioni.
Mostrare il potenziale impatto ambientale dovuto al turismo da mercati internazionali lontani.
L’indicatore non risponde a specifici riferimenti normativi.
Descrizione 2
https://tourism-dashboard.ec.europa.eu
Qualificazione dati
ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
http://dati.istat.it/ "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi - dati annuali"- Paese di origine.
Nazionale, Regionale
2015-2024
Qualificazione indicatore
L'indicatore è calcolato come il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive (presenze) da parte di turisti stranieri provenienti da origini lontane. I paesi sono considerati distanti se il 50% o più del loro territorio si trova a una distanza di 2.000 km o più dalla destinazione (dal centro del territorio italiano). Sono calcolate anche le presenze dei turisti provenienti dalle distanze vicine (<2.000km) e quelli nazionali.
Nel 2024, le presenze totali in Italia raggiungono 466,2 milioni, con un aumento rispetto al 2023. I turisti provenienti da paesi esteri ammontano a circa 253,9 milioni, di cui 184,9 milioni da distanze inferiori a 2.000 km e 69,1 milioni da distanze maggiori. La quota di turisti provenienti da paesi lontani si attesta quindi al 14,8% del totale (Tabella 1, Figura 2).
Questi viaggi a lungo raggio, prevalentemente effettuati in aereo, contribuiscono in modo significativo all’aumento delle emissioni di gas serra e all'impatto ambientale complessivo del settore turistico. Mentre le presenze turistiche nazionali e da paesi più vicini contribuiscono in misura minore alle emissioni derivanti dai trasporti, la dipendenza da turisti che viaggiano da grandi distanze indica un’impronta ecologica più elevata. Nel complesso, lo stato può essere considerato medio, in quanto la crescita dei mercati lontani è positiva dal punto di vista economico, ma aumenta la pressione ambientale legata ai trasporti a lunga distanza. Dal punto di vista ambientale, non si procede verso la direzione auspicata. La sfida attuale è trovare un equilibrio tra l'accoglienza di turisti da mercati lontani e la necessità di limitare l'impatto ambientale, promuovendo modalità di viaggio più sostenibili.
Nel periodo 2015-2019, la quota di turisti provenienti da paesi distanti è cresciuta dal 12,4% al 13,7%. (Tabella 1, Figura1). Dopo il crollo del 2020-2021 (3,9% e 3,6%), dovuto alla pandemia e alla forte contrazione dei voli intercontinentali, la quota è tornata a crescere, arrivando al 9,8% nel 2022, al 13,5% nel 2023, per raggiungere infine il 14,8% nel 2024 (Tabella 1, Figura 1). Questa dinamica indica una tendenza a lungo termine verso una maggiore dipendenza dai mercati turistici distanti, con effetti potenzialmente dannosi sul clima e sull’ambiente, poiché il trasporto aereo rimane tra i maggiori contributori alle emissioni globali.
Il trend, seppur stabile, risulta negativo dal punto di vista ambientale, poiché la ripresa dei viaggi a lungo raggio implica un aumento significativo delle emissioni associate al trasporto aereo, contrastando gli obiettivi di riduzione delle pressioni climatiche.
Dati
Table 1: Overnight stays by distance from the country of origin
ISPRA elaboration on ISTAT data
Distance is calculated from the geographic center of Italy to the center of the country of origin. There are three categories: Italy, countries less than 2,000 km from Italy, and countries more than 2,000 km from Italy.
I dati confermano una progressiva normalizzazione dei flussi turistici internazionali, con una quota di presenze da paesi lontani che si riallinea al periodo pre-COVID. Nel 2024 le presenze estere raggiungono circa 253,9 milioni, con 69,1 milioni da paesi distanti oltre i 2.000 km.
Regioni come il Lazio (40,3%), la Campania (24,2%), la Lombardia (20,3%) e la Toscana (20,9%) confermano il ruolo di poli attrattivi del turismo intercontinentale (Figura 3). Questo comporta una concentrazione territoriale degli impatti ambientali, con maggiore pressione sulle aree urbane e sulle infrastrutture di trasporto. La dipendenza strutturale dai mercati lontani rappresenta un fattore di vulnerabilità sia ambientale sia climatica. Per ridurre tale pressione, è necessario incentivare il turismo domestico e quello europeo a corto e medio raggio, promuovendo forme di mobilità sostenibile, in particolare il trasporto ferroviario per le tratte intraeuropee.