Descrizione 1
Fabrizio Vazzana, Francesca Pepe
L'indicatore analizza la distribuzione sul territorio nazionale di tutte le attività industriali secondo le categorie definite nel D.Lgs. 105/2015 per gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. L'analisi delle tipologie di stabilimenti permette di definire, sia pure in modo qualitativo, una mappatura del rischio industriale nel nostro Paese. La normativa suddivide gli stabilimenti in 38 categorie di attività più una trentanovesima categoria (altro) comprendente tutte le attività non rientranti nelle precedenti, sulla base del codice NACE, un sistema di classificazione generale utilizzato per sistematizzare ed uniformare le definizioni delle attività economico/industriali nei diversi Stati membri dell'Unione Europea. In particolare, alla data del 31 dicembre 2024, risulta che il numero totale di stabilimenti a rischio di incidente rilevante è pari 933, con una lieve flessione rispetto a dicembre 2023 di 11 unità. Per quanto concerne la tipologia delle attività presenti sul territorio nazionale, si riscontra una prevalenza di depositi di "stoccaggio di GPL” e di “impianti chimici”. Seguono le cosiddette "Altre attività, non specificate", i depositi di “stoccaggio di combustibili” e gli stabilimenti di “produzione, imbottigliamento e distribuzione all'ingrosso di gas di petrolio liquefatto (GPL)”. Insieme questi costituiscono circa il 50% del totale degli stabilimenti. Seguono gli impianti di “trattamento dei metalli mediante processi elettrolitici o chimici”, impianti di "produzione di prodotti farmaceutici" e di "produzione, distruzione e stoccaggio di esplosivi”. A seguire gli impianti di “fabbricazione di sostanze chimiche (non specificate altrimenti nell'elenco)”, quelli di “produzione e stoccaggio di pesticidi, biocidi e fungicidi” e quelli di “stoccaggio, trattamento e smaltimento dei rifiuti”.
Dall'analisi delle tipologie di stabilimenti è possibile ottenere importanti informazioni sulla mappa del rischio industriale nel nostro Paese. L’attività di uno stabilimento permette, infatti, di conoscere preventivamente, sia pure in modo qualitativo, il potenziale pericolo associato. La nuova normativa suddivide gli stabilimenti Seveso in 38 categorie di attività più una trentanovesima categoria (altro) comprendente tutte le attività non rientranti nelle precedenti, sulla base del codice NACE, un sistema di classificazione generale utilizzato per sistematizzare e uniformare le definizioni delle attività economico/industriali nei diversi Stati membri dell'Unione Europea. Dall’appartenenza di uno stabilimento a una delle sopraelencate categorie è possibile conoscere preliminarmente i rischi a questo associabili. I depositi di stoccaggio di combustibili e gas liquefatti e i depositi di esplosivi e articoli pirotecnici sono caratterizzati, per esempio, da un prevalente rischio di incendio e/o esplosione con effetti riconducibili, in caso di incidente, principalmente a irraggiamenti e sovrappressioni più o meno elevati e quindi a danni strutturali agli impianti ed edifici e danni fisici per l’uomo. Gli impianti chimici, gli impianti di produzione di prodotti farmaceutici, i depositi di stoccaggio di pesticidi, biocidi e fungicidi associano al rischio di incendio e/o esplosione, come i precedenti, il rischio di diffusione di sostanze tossiche, anche a distanza, e quindi la possibilità di pericoli, immediati e/o differiti nel tempo, per l’uomo e per l’ambiente. Gli impianti di lavorazione e trattamento dei metalli e gli impianti di stoccaggio, trattamento e smaltimento dei rifiuti sono invece normalmente caratterizzati da un prevalente rischio di danno ambientale e in conseguenza a danni indiretti alla salute dell’uomo.
Stimare la natura prevalente dei rischi cui sono soggetti: l’uomo, l'aria, il suolo, il sottosuolo, la falda e le acque superficiali, in relazione alla presenza di determinate tipologie di stabilimenti a rischio di incidente rilevante.
D.Lgs. 105/2015
Descrizione 2
ISPRA-MASE, Inventario Seveso ISPRA, Annuario dei dati ambientali - Vari anni
In funzione della rapidità con cui le informazioni pervengono in ISPRA, ora soggette a valutazione.
nessuna
Qualificazione dati
Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, previsto dall’ articolo 5, comma 3 del D.Lgs. 105/2015. https://www.rischioindustriale.isprambiente.gov.it/seveso-query-105/Default.php
Nazionale
2019-2024
Qualificazione indicatore
Tutte le informazioni sono tratte dall'Inventario Nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, previsto dall’ articolo 5, comma 3 del D.Lgs. 105/2015. L'inventario permette l'estrazione di un file excel che permette di estrapolare dopo differenti passaggi, i dati necessari per l'aggiornamento dell'indicatore.
Al 31 dicembre 2024, il numero di stabilimenti è pari a 933; quelli di soglia inferiore sono pari a 438, mentre quelli di soglia superiore, sono 495.
Si evidenziano lievi variazioni del numero e del tipo di industrie sottoposte agli obblighi imposti dalla normativa “Seveso”. Al dicembre 2024, il numero di stabilimenti rileva una lieve flessione, non significativa per la quantificazione di un trend specifico (933 rispetto ai 944 dell'anno precedente). Dal 2019 al dicembre 2024 gli stabilimenti sono passati da 991 a 933, con una riduzione pari a circa il 5%.
Dati
Tabella 1 - Stabilimenti Seveso per tipologia di attività
Per quanto concerne la tipologia delle attività presenti sul territorio nazionale, si riscontra una prevalenza di “depositi di stoccaggio di gas liquefatti (GPL)” e di “impianti chimici”. Seguono le cosiddette "Altre attività, non specificate", i depositi di “stoccaggio di combustibili”, gli stabilimenti di “produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di GPL”. Insieme questi costituiscono circa il 50% del totale degli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante presenti sul territorio nazionale (Figura 1). Seguono i depositi di “stoccaggio e distribuzione all’ingrosso e al dettaglio (ad esclusione del GPL)” e gli impianti di “trattamento dei metalli mediante processi elettrolitici o chimici”. A seguire gli impianti di “produzione dei prodotti farmaceutici”, quelli di "produzione, distribuzione e stoccaggio di esplivi", quelli di “fabbricazione di sostanze chimiche (non specificate altrimenti nell’elenco)” e quelli di “produzione e stoccaggio di pesticidi, biocidi e fungicidi”. Come si può notare dalla Tabella 1, le variazioni sono minime, quindi appare verosimile che dall'entrata in vigore del D.Lgs. 105/2015, dopo il passaggio dal D.Lgs. 334/99 che ha portato a una sensibile diminuzione degli stabilimenti assoggettati, si rilevi una condizione di sostanziale stabilità, seppure con un lieve processo di riduzione nel corso degli anni.