Descrizione 1
Cristina Frizza
Nel 2024 il Consumo materiale interno in Italia si è attestato a 486 milioni di tonnellate (-0,7% rispetto al 2023), mentre la Produttività delle risorse è cresciuta a 3,76 euro/kg (+1,4%), confermando un miglioramento nell’efficienza d’uso delle risorse naturali.
Il Consumo materiale interno (CMI; l'acronimo inglese conosciuto a livello internazionale è DMC) è l'indicatore principale derivato dal modulo dei conti ambientali fisici EW-MFA (Economy-Wide Material Flow Accounts). Il CMI misura l'ammontare di materiali utilizzati direttamente in un sistema economico e viene calcolato sottraendo all''Input materiale diretto' (pari a 'Estrazione interna di materiali utilizzati' più 'Importazioni') le 'Esportazioni'. Esso equivale alla quantità di materiali che alla fine del periodo di riferimento diventano parte dello stock materiale di un'economia (rifiuti in discariche controllate; beni capitali, quali edifici, infrastrutture e macchinari; beni durevoli di consumo) o che sono stati trasformati in materiali residui che tornano nell'ambiente (emissioni in atmosfera, nelle acque e nel suolo; utilizzi dissipativi di prodotti e perdite). Il CMI viene utilizzato a sua volta per costruire l'indicatore di efficienza 'Produttività delle risorse', che calcola la relazione fra l'attività economica e il consumo di risorse naturali. La Produttività delle risorse, definita come il rapporto tra il Prodotto interno lordo e il Consumo materiale interno, è uno degli indicatori principali usati per il monitoraggio delle politiche dell'economia circolare.
Monitorare l’obiettivo del consumo e della produzione sostenibile e il verificarsi del disaccoppiamento fra l’utilizzo delle risorse naturali e l'attività economica.
Regolamento (UE) N. 691/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 2011 relativo ai conti economici ambientali europei.
Descrizione 2
Economy-wide material flow accounts. Handbook, 2018 edition. Eurostat, Luxembourg, 2018 (https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-manuals-and-guidelines/-/KS-GQ-18-006) System of Environmental-Economic Accounting 2012 - Central Framework. United Nations, New York, 2014 (https://seea.un.org/content/seea-central-framework)
I flussi di materia delle importazioni e delle esportazioni si riferiscono ai beni scambiati nel commercio internazionale. Pertanto, il CMI non comprende i flussi di materiali indiretti associati al commercio internazionale; tali flussi sono calcolati nell'ambito dei flussi di materia in raw material equivalents (materie prime equivalenti).
Qualificazione dati
Eurostat
Database di Eurostat:
Material flow accounts - https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_mfa/default/table?lang=en
Resource productivity - https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/env_ac_rp/default/table?lang=en
Nazionale
1995-2024
Qualificazione indicatore
Gli indicatori derivati dai conti dei flussi di materia (EW-MFA) forniscono informazioni su tutti gli scambi fisici tra l’antroposfera e l’ambiente naturale, a eccezione dell’acqua e dell’aria utilizzate in quanto tali (cioè non incorporate nei prodotti o nei residui, come ad esempio l’acqua utilizzata per l’irrigazione in agricoltura, oppure l’aria utilizzata per il raffreddamento di impianti industriali). Tali scambi sono espressi in termini di massa e gli aggregati sono composti esclusivamente da quantità fisiche misurate in peso. La classificazione di materiali che interessa i flussi dell'estrazione di risorse, importazioni ed esportazioni si articola secondo quattro categorie principali di materiali ('biomasse', 'minerali metalliferi', 'minerali non metalliferi', 'combustibili fossili'), a cui vanno aggiunte le categorie 'altri prodotti' e 'rifiuti' che si applicano solo ai flussi del commercio con l'estero. EW-MFA fanno parte dei conti ambientali sviluppati dal Sistema statistico europeo in coerenza con i concetti e gli schemi fondamentali della contabilità economica nazionale e con le linee guida adottate dagli organismi internazionali per lo sviluppo di un sistema di contabilità integrata ambientale ed economica. Si tratta di un approccio: i) multi-scala, in quanto è possibile effettuare analisi a livello sia macro (intera economia) sia meso (attività economica); ii) multi-dimensionale, in quanto integra la dimensione economica e ambientale.
Nel 2024 l’Italia registra un Consumo materiale interno pro capite di 8,2 tonnellate, nettamente inferiore alla media europea (13,4 tonnellate), e una Produttività delle risorse pari a 3,76 euro/kg, superiore al dato UE (2,36 euro/kg), evidenziando una performance migliore rispetto al contesto europeo.
Tra il 1995 e il 2024, a fronte di una crescita del PIL del 22%, il Consumo materiale interno si è ridotto del 31%, determinando un aumento della Produttività delle risorse di oltre il 77% (pari a +1,6 euro/kg). Il trend evidenzia un miglioramento complessivo, pur mostrando una forte dipendenza dalle dinamiche economiche, con l’eccezione della marcata flessione del CMI osservata tra il 2006 e il 2013 (Tabella 1, Figura 1).
Dati
Tabella 3: Dipendenza dalle importazioni
Elaborazione Ispra su dati Eurostat
L'indicatore è costruito come rapporto fra le importazioni in unità fisiche e l'input materiale diretto, per categoria di materiale.
Dal 1995 al 2024 la Produttività delle risorse in Italia aumenta complessivamente del 77%, passando da circa 2,1 euro/kg a valori prossimi ai 3,7 euro/kg. L’andamento non è stato però lineare: dopo una lunga fase di stabilità fino al 2007, la produttività cresce in maniera decisa negli anni successivi, raggiungendo 3,2 euro/kg nel biennio 2013–2014 e 3,4 euro/kg tra il 2017 e il 2019, per poi subire una temporanea flessione legata alla crisi pandemica, prima di tornare ai valori più elevati nel 2022 (Figura 1, Tabelle 1–2). L’analisi congiunta di PIL e Consumo materiale interno (CMI) mette in luce tre fasi distinte: fino al 2006 e dopo il 2013 le due variabili risultano fortemente accoppiate, mentre nel periodo centrale (2006–2013) la caduta del CMI – in gran parte attribuibile ai minerali non metalliferi – amplifica gli effetti della crisi economica, determinando una crescita significativa della produttività delle risorse.
Le dinamiche delle componenti del CMI consentono di approfondire ulteriormente il quadro (Tabella 2). Nel periodo 1995–2024 le esportazioni italiane crescono del 49%, con un andamento complessivamente positivo seppur non uniforme. Le importazioni mostrano invece una traiettoria più vicina a quella dell’estrazione interna: entrambe raggiungono un massimo nel 2007 per poi ridursi, riflettendo le trasformazioni strutturali del sistema economico e produttivo nazionale.
Il tema della dipendenza dall’estero riveste un ruolo centrale (Tabella 3). Tra il 1995 e il 2024 la quota di materiali importati sull’input materiale diretto complessivo cresce dal 35,6% al 46,6%. L’Italia si dimostra autosufficiente soltanto per i materiali da costruzione, mentre la dipendenza dalle importazioni è in aumento per le biomasse (dal 25% a circa il 40%) ed è pressoché totale per i minerali metalliferi e i combustibili fossili. Questo quadro sottolinea come, pur a fronte di progressi nella produttività delle risorse, il sistema economico italiano rimanga fortemente esposto alle dinamiche dei mercati internazionali delle materie prime.