Descrizione 1
Daniela Romano
L'indicatore rappresenta l'andamento delle emissioni nazionali di particolato (PM10) per settore di provenienza dal 1990 al 2023, evidenziando a livello totale una marcata riduzione negli anni (-42,9%). Il settore del trasporto stradale, che contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 9,8% nel 2023, presenta una riduzione nell’intero periodo pari al 67,8%. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale, nel medesimo periodo, crescono circa del 33,7%, rappresentando nel 2023 il settore più importante con il 45,9% di peso sulle emissioni totali.
Le polveri di dimensione inferiore a 10 µm hanno origine sia naturale sia antropica. L'origine naturale è da ricondurre all'erosione dei suoli, all'aerosol marino, alla produzione di aerosol biogenico (frammenti vegetali, pollini, spore), alle emissioni vulcaniche e al trasporto a lunga distanza di sabbia. Una parte consistente delle polveri presenti in atmosfera ha origine secondaria, ed è dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici. Inoltre, tra i costituenti delle polveri rientrano composti quali idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti. Le polveri, soprattutto nella loro frazione dimensionale minore, hanno una notevole rilevanza sanitaria per l'alta capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle di origine secondaria, così come quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo.
Valutare l’andamento nel tempo delle emissioni di PM10 (polveri di dimensioni inferiori a 10 µm) disaggregate per settore, rilevanti per il monitoraggio dell'efficacia delle normative di riduzione delle emissioni con particolare attenzione alle aree urbane.
Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution (CLRTAP, 1979) DPR 203/88 DM 12 luglio 1990 D.Lgs. n. 152/2006 D.Lgs. n. 128/2010 D.Lgs. n. 46/2014 Direttiva (UE) 2015/2193 Direttiva 2010/75/UE Regolamento CE 715/2007 Regolamento CE 595/2009 Come Parte della Convenzione UNECE sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (CLRTAP), l’Italia è tenuta all’aggiornamento e alla comunicazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni inquinanti in atmosfera, che contempla, tra i vari inquinanti, anche il PM10. Nell’ambito dei settori dell’energia e dell’industria, il DPR 203/88 stabilisce le norme per l'autorizzazione degli impianti e il DM del 12 luglio 1990 introduce limiti di emissione degli stabilimenti. La normativa nazionale di riferimento per la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”, parte quinta). Il Decreto è stato successivamente aggiornato dal D.Lgs.128/2010 e ha subito ulteriori modifiche a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46. Numerose normative limitano le emissioni di polveri in determinati settori, in particolare nei trasporti stradali e nell'industria. Per quanto riguarda le sorgenti stazionarie, la Direttiva 2010/75/UE indica i valori limite di emissione di particolato per combustibili solidi, liquidi e gassosi nei grandi impianti di combustione. Per gli impianti di combustione medi, la Direttiva (UE) 2015/2193 stabilisce norme anche per il controllo delle emissioni nell'aria di polveri, al fine di ridurre i rischi potenziali per la salute umana e per l'ambiente. Per le sorgenti mobili, i provvedimenti più recenti in merito alle emissioni di materiale particolato derivano dal Regolamento CE 715/2007 relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e dal Regolamento CE 595/2009 relativo all'omologazione dei veicoli a motore e dei motori riguardo alle emissioni dei veicoli pesanti (Euro VI).
Descrizione 2
ISPRA, 2022. La disaggregazione a livello provinciale dell’inventario nazionale delle emissioni. Disponibile su http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti. Rapporti 369/2022.
ISPRA, 2025. Italian Emission Inventory 1990-2023. Informative Inventory Report 2025. (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2025-submission).
Qualificazione dati
Utilizzati i dati ISPRA dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera (http://emissioni.sina.isprambiente.it/inventario-nazionale/).
Nazionale
1990-2023
Qualificazione indicatore
Stima calcolata nell'ambito della realizzazione dell'inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Per gli inquinanti atmosferici la metodologia utilizzata è quella indicata dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EMEP/EEA air pollutant emission inventory guidebook 2019). Per la descrizione della metodologia di stima si fa riferimento all'Informative Inventory Report – IIR (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/; https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2025-submission
I livelli di emissione del PM10 sono pari nel 2023 a circa 198 kt riducendosi di circa il2% rispetto al 2022. Tale diminuzione è dovuta principalmente alle emissioni provenienti dalla combustione non industriale che contribuiscono al 46% delle emissioni di PM 10 e che decrescono nel medesimo periodo del 3%, grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche. Si attribuisce una valutazione “positiva” (Tabella 1).
Le emissioni nazionali di PM10 si riducono nel periodo 1990-2023 del 42,9% delineando un andamento positivo dal punto di vista ambientale (Tabella 1).
Dati
Tabella 1: Emissioni nazionali di PM10 per settore di provenienza
ISPRA
A: Combustione energia e industria di trasformazione; B: Combustione non industriale; C: Combustione industriale; D: Processi produttivi; E: Estrazione distribuzione combustibili fossili/geotermia; F: Uso di solventi; G: Trasporti stradali; H: Altre sorgenti mobili; I: Trattamento smaltimento rifiuti; L: Agricoltura
I valori di emissione sono stati aggiornati coerentemente con l'aggiornamento annuale dell'inventario nazionale delle emissioni.
Le emissioni nazionali vengono calcolate conformemente alla metodologia di stima adottata a livello europeo e riportata nell’EMEP/EEA Air pollutant emission inventory guidebook – 2019. Nei totali non vengono conteggiate le emissioni da sorgenti naturali (altre sorgenti di emissione e assorbimenti) conformemente alla classificazione adottata nella stima delle emissioni dell'inventario nazionale. Nel periodo 1990-2023, il settore del trasporto stradale presenta una decrescita pari al 67,8% e contribuisce alle emissioni totali con una quota emissiva del 10% nel 2023. Le emissioni provenienti dalla combustione non industriale aumentano del 33,7%, rappresentando nel 2023 il settore più importante con il 45,9% delle emissioni totali. Gli altri processi di combustione registrano rilevanti cali delle emissioni di particolato. In particolare, le emissioni derivanti dalla combustione per la produzione di energia e nell'industria di trasformazione decrescono del 98,9%, arrivando a rappresentare solo lo 0,2% delle emissioni totali nel 2023, contro una media di oltre il 12% fino al 1995. Le emissioni provenienti dai processi di combustione nell'industria scendono del 74,7%, raggiungendo un peso sul totale pari al 3,5% nel 2023. Le riduzioni riscontrate nei settori dell’energia e dell’industria sono principalmente dovute all’introduzione di due strumenti normativi: il DPR 203/88 che stabilisce le norme per l'autorizzazione degli impianti e il DM del 12 luglio 1990, che introduce limiti di emissione degli stabilimenti. Nel 2023 le emissioni dalle attività agricole, dai processi produttivi e dalle altre sorgenti mobili pesano rispettivamente il 10,7%, il 19,1% e il 3,9% sul totale, con diminuzioni dal 1990 rispettivamente pari a -34,7%, -46,2% e -75,7%. Le emissioni legate al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti, aumentano del 19,1% dal 1990, nel 2023 raggiungono una quota sul totale delle emissioni pari al 2,9% (Tabella 1, Figura 1).