AZIENDE AGRICOLE CHE ADERISCONO A MISURE ECOCOMPATIBILI E CHE PRATICANO AGRICOLTURA BIOLOGICA
Data aggiornamento scheda:
Nel 2023, l’agricoltura biologica in Italia ha raggiunto una superficie coltivata di 2.456.020 ettari, coinvolgendo circa 94,4 mila operatori biologici. Il biologico interessa il 7,4% del numero di aziende agricole e il 19,8% della superficie agricola utilizzata (Censimento ISTAT 2021), con una distanza di 5,2 punti percentuali rispetto alla soglia del 25% di SAU Biologica.
Negli ultimi 33 anni l'andamento è stato crescente sia in termini di operatori, sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola utilizzata in Italia.
A livello europeo, l’Italia è tra gli stati membri più virtuosi.
CERTIFICAZIONE DI GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE
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La crescente pressione antropica esercitata sugli ecosistemi forestali negli ultimi decenni, dovuta anche all’incremento nell’utilizzazione delle biomasse, sia come bioenergia, sia come materiale tecnico e da costruzione, ha condotto, in molti casi, al degrado di tali sistemi naturali e semi-naturali, specie nelle aree tropicali del pianeta. Tali fenomeni risultano spesso associati allo sfruttamento insostenibile e/o illegale delle risorse forestali. Il taglio, la trasformazione e il trasporto del legno e dei suoi derivati generano rilevanti impatti negativi sia dal punto di vista ambientale, sia economico, sia sociale. Nell’ultimo ventennio l’attenzione da parte di decisori politici, aziende private, associazioni e privati cittadini, è stata rivolta all'uso sostenibile delle biomasse forestali, stimolando azioni concrete e strumenti efficaci mirati a prevenire tali impatti e a mitigarne gli effetti. La certificazione forestale nasce come strumento volto a prevenire gli impatti negativi e le minacce al patrimonio forestale nazionale e internazionale, attraverso l’adozione di pratiche improntate a un’attenta pianificazione e monitoraggio delle attività di utilizzazione e gestione delle biomasse legnose.
In Italia, al 31 dicembre 2023, la superficie forestale certificata secondo lo schema del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC™) è pari a 984.107 ettari (con un incremento del 6% rispetto al 2022); mentre, la superficie certificata secondo lo schema del Forest Stewardship Council® (FSC®) ammonta a 85.214 ettari (4% in più rispetto all’anno precedente).
CONSUMI FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER SETTORE ECONOMICO
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I consumi finali di energia elettrica sono cresciuti costantemente dal 1990 al 2008 per poi flettere per effetto della crisi economica. Dal 2015 i consumi tornano a crescere fino a raggiungere un livello stabile dal 2017. In seguito agli effetti della pandemia di SARS-CoV-2 i consumi del 2020 si sono ridotti del 5,7% rispetto all’anno precedente con un rimbalzo del 6,2% nel 2021. Nel 2022 si registra un decremento dell’1,8% rispetto al 2021, attestandosi al valore di 24,7 Mtep. La quota dei consumi nell'industria è scesa dal 51,7% nel 1990 al 38,9% nel 2022, quella del settore civile (terziario e residenziale) è aumentata dal 43,2% al 55,6%, quella dell’agricoltura e pesca è rimasta quasi costante intorno al 2%, mentre quella dei trasporti, con delle fluttuazioni, si mantiene pari al 3,1%.
CONSUMI FINALI E TOTALI DI ENERGIA PER SETTORE ECONOMICO
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L'indicatore misura l'energia consumata dagli utenti finali e l’energia totale consumata dal Paese. A partire dal 1990 si registra un andamento crescente dell’energia disponibile per i consumi finali, con un picco raggiunto nel 2005. Successivamente si rileva un’inversione di tendenza fino a un minimo toccato nel 2014. Fino al 2018 si osserva una ripresa dei consumi finali seguita dalla flessione nel 2019 e dalla repentina riduzione nel 2020 a causa del lockdown delle attività economiche per contenere la diffusione della pandemia di SARS-CoV-2, seguita dalla ripresa dei consumi nel 2021, per poi diminuire nel 2022. Nel 2022 l’energia disponibile per il consumo finale, contabilizzata secondo la metodologia adottata da Eurostat, è pari a 112,0 Mtep, -6,9% rispetto al 2021.
CONSUMI TOTALI DI ENERGIA PER FONTI PRIMARIE
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L'analisi del contributo delle diverse fonti energetiche primarie al consumo interno lordo di energia mostra che il ruolo predominante dei prodotti petroliferi si sta riducendo a favore dell’incremento del gas naturale (37,9% del totale nel 2022) e delle fonti rinnovabili (19,0% del totale nel 2022). La maggiore diversificazione e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili hanno effetti positivi sul livello di autosufficienza energetica dell’Italia, tra i più bassi tra i paesi industrializzati.
DIFFUSIONE DI SPECIE ALLOCTONE ANIMALI E VEGETALI
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L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza in Italia delle specie alloctone animali e vegetali, attraverso la loro consistenza numerica, mostrando i trend di introduzione nel territorio nazionale nell'ultimo secolo, il tasso medio annuo di introduzione (numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno), i vettori di ingresso (secondo le categorie CBD) e la distribuzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Il numero di specie alloctone in Italia è in progressivo e costante aumento. Sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche introdotte nel nostro Paese sono state quasi 3.800, di cui 3.659 attualmente presenti sul territorio. Il numero medio di specie introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, passando da 6 specie/anno degli anni ’70, a 16 specie/anno nello scorso decennio, per arrivare alle quasi 30 specie/anno nel decennio in corso. Anche l’andamento del numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 conferma questo andamento esponenziale, con un aumento in 120 anni di oltre il 500%.
DIPENDENZA ENERGETICA
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L'indicatore mostra la dipendenza dell'economia nazionale dalle importazioni di diverse fonti energetiche per soddisfare il proprio fabbisogno. La diminuzione della quota di petrolio e l’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili determina la diminuzione della dipendenza energetica nazionale. A partire dal 2007 si osserva una riduzione della dipendenza energetica, passata dal valore massimo registrato nel 2006 dell'85,5% al minimo del 75,1% del 2020. Nel 2021 la dipendenza fa registrare il 76,9%, in risalita rispetto all’anno precedente; nel 2022, la dipendenza continua a crescere fino al 78,7%.
DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI FERTILIZZANTI (CONCIMI, AMMENDANTI E CORRETTIVI)
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L’indicatore considera i fertilizzanti distribuiti in agricoltura, cioè i mezzi tecnici impiegati essenzialmente per la crescita delle colture agrarie. Analizza la loro distribuzione territoriale e nel tempo, per una rappresentazione complessiva dell’impatto ambientale in funzione dei quantitativi e tipologie di fertilizzanti immessi in commercio.
Nel 2023 sono stati immessi in commercio oltre 4,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti.
Il 40,7% è costituito dai concimi minerali (semplici, composti, a base di meso e microelementi), che costituiscono da sempre la tipologia più venduta, con l’unica eccezione nel 2022 e nonostante una riduzione nel lungo periodo (2000 - 2023).
Seguono i fertilizzanti organici (ammendanti e concimi organici), con un dato di vendita leggermente inferiore (39,8%) e una crescita nel lungo periodo (2000 - 2023). La categoria più venduta è quella degli ammendanti, con oltre 1,2 milioni di tonnellate. Il loro volume di vendita, abbastanza stabile da diversi anni, è per il secondo anno consecutivo più alto rispetto ai minerali semplici, che rappresentano la categoria prevalente tra i concimi minerali (64,7%).
DISTRIBUZIONE PER USO AGRICOLO DEI PRODOTTI FITOSANITARI (ERBICIDI, FUNGICIDI, INSETTICIDI, ACARICIDIE VARI)
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Confrontando i dati delle vendite di prodotti fitosanitari con l’anno precedente (2021) si registra una diminuzione dell’11,6%. Analogo calo si registra anche per la quantità di principi attivi contenuti nei prodotti, che da circa 50 milioni di chilogrammi del 2021 scende a 45 milioni (-11,5%). Diminuisce, conseguentemente, anche la quantità di principi attivi distribuiti per ettaro: (da 4,0 chilogrammi per ettaro di Sau nel 2021 a 3,6 nel 2022).
Nel periodo più ampio 2014–2022 la distribuzione dei prodotti fitosanitari presenta una contrazione di mercato del -20,8%. I principi attivi diminuiscono del 25,0%, rispetto al 2014, anno di entrata in vigore del vecchio PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) in fase avanzata di revisione, con dinamiche diverse per le varie categorie. Diminuiscono, i principi attivi (p.a.) di fungicidi (-21%), insetticidi e acaricidi (-32,3%), gli erbicidi (-40,8%) e i vari (-26,5%). I biologici invece pur subendo un incremento di ben circa il 59% dal 2014, ad oggi rappresentano solo una quota minima di mercato pari all’1,1% del totale.
DOMANDA E INTENSITÀ DEL TRASPORTO MERCI
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L'indicatore valuta la domanda del trasporto di merci (anche in relazione alla crescita economica) e l'evoluzione nel tempo della ripartizione modale. La domanda di trasporto viene soddisfatta in maniera crescente dall’autotrasporto che per incremento e quota modale (62% circa nel 2023) continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto.
DOMANDA E INTENSITÀ DEL TRASPORTO PASSEGGERI
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L'indicatore misura la domanda di trasporto passeggeri (secondo le diverse modalità) e ne rapporta l'andamento con quello della crescita economica e della popolazione. La domanda di trasporto viene soddisfatta in maniera crescente dal trasporto stradale individuale (autovetture e motocicli) che per incremento e quota modale (81% circa nel 2023) continua a essere predominante rispetto alle altre modalità di trasporto.
EMISSIONI DI GAS SERRA (CO2 ,CH4 ,N2O, HFCS, PFCS, SF6 ): TREND E PROIEZIONI
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L’indicatore rappresenta le proiezioni delle emissioni nazionali di gas serra fino al 2040, considerando lo scenario basato sulle politiche correnti al 31/12/2022, quindi incluse quelle del PNRR e lo scenario con le politiche e misure aggiuntive definite dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC). Lo scenario è stato calcolato a partire dagli ultimi dati storici consolidati relativi al 2022, nonché dall’evoluzione attesa dei principali driver macroeconomici secondo le indicazioni fornite alla Commissione europea. Le riduzioni previste nelle emissioni di gas serra totali (incluso il LULUCF) stimate per il 2030, rispetto al 1990, nello scenario a politiche correnti e nello scenario con politiche aggiuntive risultano rispettivamente pari a -38% e -49%.
EMISSIONI SPECIFICHE DI ANIDRIDE CARBONICA
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L'indicatore permette di valutare l’andamento delle emissioni specifiche di anidride carbonica del parco auto circolante tramite il confronto tra i valori risultanti dalle procedure di omologazione e i valori derivanti dall’utilizzo reale dei veicoli su strada. Esso risulta inoltre utile ai fini del monitoraggio delle emissioni di anidride carbonica del parco auto circolante in relazione al rispetto degli accordi volontari tra la Commissione europea e l'industria automobilistica. Dal 2001, anno in cui la Motorizzazione Civile ha iniziato a monitorare le emissioni specifiche del parco immatricolato nuovo, esse risultano in diminuzione e comunque nettamente inferiori alle stime delle emissioni reali su strada, denotando un divario tra dato di omologazione e dato reale.
EVENTI FRANOSI PRINCIPALI
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L'indicatore fornisce informazioni sui principali eventi franosi che hanno causato vittime, feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali, infrastrutture lineari di comunicazione primarie e infrastrutture/reti di servizi sul territorio nazionale nell’ultimo anno. I principali eventi di frana, verificatisi nel 2023, sono stati 192 e hanno causato 11 morti, 24 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale e a edifici.
GIORNI CON GELO
Data aggiornamento scheda:
L'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di freddo intenso in Italia, più precisamente esprime il numero di giorni con temperatura minima assoluta dell'aria minore o uguale a 0°C. Nel 2023 è stata osservata una diminuzione di circa 10 giorni con gelo rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).
GIORNI ESTIVI
Data aggiornamento scheda:
L'indicatore descrive la tendenza dei fenomeni di caldo intenso in Italia, più precisamente esprime il numero di giorni con temperatura massima dell'aria maggiore di 25 °C. Nel 2023 è stato osservato un incremento di circa 19 giorni estivi rispetto al valore medio calcolato nel trentennio di riferimento (1991-2020).
IMPERMEABILIZZAZIONE E CONSUMO DI SUOLO
Data aggiornamento scheda:
L'indicatore quantifica il suolo consumato a seguito di una variazione da una copertura non artificiale a una copertura artificiale, secondo il principio del consumo di suolo netto, ovvero al netto delle trasformazioni da suolo consumato a suolo non consumato (in genere ripristino di cantieri e di altre aree che l’anno precedente rientravano nel consumo di suolo reversibile). Il consumo di suolo lordo registrato nel corso del 2023 ha riguardato 7.254 ettari di territorio, causando la perdita spesso irreversibile di aree naturali semi-naturali e agricole e dei loro rispettivi servizi ecosistemici.
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE AMBIENTALE SU WEB
Data aggiornamento scheda:
A luglio 2024 si evidenzia che l’offerta di strumenti d’informazione e comunicazione ambientale su web da parte delle istituzioni monitorate è stabile rispetto al 2023 sia riguardo la media complessiva dei siti web monitorati (31 punti a fronte di un valore massimo di 48 punti), sia se si fa riferimento alla media dei siti web SNPA (29 punti) e alla media dei siti degli Enti di ricerca e MASE (37 punti). Sono 16 i siti che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore alla media complessiva di 31. Il sito istituzionale più ricco di strumenti e contenuti web è quello dell’INGV (42 punti).
INTEGRALE POLLINICO ALLERGENICO E ANNUALE
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore Integrale Pollinico Allergenico e Annuale considera due integrali: l’Integrale Pollinico Annuale (IPAn) e l’Integrale Pollinico Allergenico (IPA) che descrivono la quantità di polline presente in un anno nell’atmosfera delle località in cui sono posizionate le stazioni di monitoraggio. L’Integrale Pollinico Annuale e l’Integrale Pollinico Allergenico sono soggetti localmente a variazioni anche molto consistenti da un anno all'altro causate dai diversi andamenti delle caratteristiche meteoclimatiche stagionali. Si tratta di indicatori quantitativi cumulati che quindi non danno indicazioni sulle modalità di distribuzione nell’anno dei pollini aerodispersi.
PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI
Data aggiornamento scheda:
Nel 2022, anno segnato dal delicato contesto geopolitico internazionale, la produzione dei rifiuti speciali generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare una flessione rispetto al 2021, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, attestandosi a 161,4 milioni di tonnellate (-2,1%, corrispondente a 3,4 milioni di tonnellate). I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti, diminuiscono di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), quelli pericolosi di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%).
Il settore dell’edilizia continua a registrare ancora un aumento, pur se più contenuto rispetto al precedente anno, legato agli incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici unitamente alle attività dei cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale.
PRODUZIONE DI RIFIUTI TOTALI ESCLUSI I PRINCIPALI RIFIUTI MINERALI
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore permette la valutazione delle pressioni sull’ambiente e dell’efficienza delle risorse utilizzate dall’economia per la produzione di ricchezza, e i suoi progressi verso la realizzazione di una circolarità dell’economia. Il rapporto tra produzione nazionale di rifiuti e prodotto interno lordo, nel 2022, è di poco superiore alla media europea (66 kg/1.000*€ vs 60 kg/1.000*€). In generale, il sistema economico non appare ancora in grado di limitare la produzione di rifiuti rispetto alla ricchezza prodotta.
QUALITÀ DELL' ARIA AMBIENTE: PARTICOLATO (PM10)
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM10 in atmosfera misurati nel corso del 2023 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di PM10 sono 573. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di riferimento sono 541. Non sono stati registrati superamenti del valore limite annuale, mentre il valore limite giornaliero è stato superato in 63 stazioni (pari al 12% dei casi). Risultano infine superati nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio sia il valore di riferimento annuale dell’OMS (91% dei casi), sia quello giornaliero (84% dei casi).
QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: BENZO(A)PIRENE NEL PM10
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di benzo(a)pirene in atmosfera, misurati nel corso del 2023 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di B(a)P sono 164. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di riferimento sono 159. Sono stati registrati superamenti del valore obiettivo in 17 stazioni, pari al 10,7% dei casi.
QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: BIOSSIDO DI AZOTO (NO2)
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di biossido di azoto (NO2) in atmosfera misurati nel corso del 2023 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati da ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati di NO2 sono 630. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento sono 600. Il Valore limite orario è rispettato ovunque: in nessuna stazione si è verificato il superamento di 200 µg/m³, come media oraria, per più di 18 volte. Il valore di riferimento OMS, che non prevede superamenti dei 200 µg/m³, è superato in 8 stazioni (pari al 1,3% delle stazioni con copertura temporale sufficiente). Il valore limite annuale, pari a 40 µg/m³ come media annua, è superato in 13 stazioni (2,2%). Il valore di riferimento OMS per gli effetti a lungo termine sulla salute umana, pari a 10 µg/m³ come media annua, è superato in 450 stazioni (75,0%).
QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: OZONO TROPOSFERICO (O3)
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di ozono in atmosfera misurati nel corso del 2023, nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs 155/2010) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e per cui sono stati trasmessi dati di O3 sono 348. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori soglia e dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana sono 326. Le stazioni suburbane, rurali e rurali di fondo che rispettano la percentuale minima richiesta per il calcolo dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (AOT40v) sono 146. L’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (OLT) è stato superato nella quasi totalità delle stazioni: 88,1%. La percentuale di stazioni in cui l’OLT è stato superato per più di 25 giorni è pari al 43,9%. La soglia di informazione per la protezione della salute è stata superata nel 34% delle stazioni mentre la soglia di allarme è stata superata in solo 2 stazioni. Il valore di riferimento OMS, pari a 100 µg/m³ come 99° percentile, è superato in 313 stazioni (pari al 96% delle stazioni con copertura temporale sufficiente). L’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (AOT40v) è stato superato nella quasi totalità delle stazioni (93,2%).
QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE: PARTICOLATO (PM2,5)
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM2,5 in atmosfera misurati nel corso del 2023 nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale, raccolti e archiviati in ISPRA nel database InfoAria, secondo quanto previsto dalla Direttiva 2008/50/CE (e dal decreto legislativo di recepimento D.Lgs. 155/2010 e s.m.i.) e dalla Decisione 2011/850/EU. Le stazioni di monitoraggio che hanno misurato e comunicato dati deli PM2,5 sono 334. Le serie di dati con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento sono 310. Il valore limite annuale del PM2,5 (25 µg/m³) è rispettato nella totalità delle stazioni tranne una, pari allo 0,3% dei casi. Risulta tuttavia superato, nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’OMS (99,7% dei casi) che nelle linee guida recentemente aggiornate è stato ridotto a 5 µg/m³ (il valore di riferimento precedente era pari a 10 µg/m³).
QUANTITÀ DI RIFIUTI SPECIALI RECUPERATI
Data aggiornamento scheda:
L'indicatore misura la quantità totale di rifiuti speciali avviati alle operazioni di recupero (R1-R12) di cui all'allegato C del D.Lgs. 152/2006. Nel 2022 i quantitativi di rifiuti speciali recuperati sono consistenti, pari al 73,3% del totale gestito (176,6 milioni di tonnellate) e il trend risulta in continua crescita (+13% nell'ultimo triennio). La quantità totale di rifiuti speciali recuperati ammonta a 129,4 milioni di tonnellate, di cui 4,2 milioni di tonnellate sono pericolosi. La regione con il maggior quantitativo di rifiuti speciali recuperato è la Lombardia (28% del totale recuperato), seguita dal Veneto (10,9%) e dall'Emilia-Romagna (9,2%).
RICICLAGGIO/RECUPERO DI RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE
Data aggiornamento scheda:
I rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione costituiscono, in termini assoluti, il flusso più rilevante dei rifiuti speciali prodotti sia a livello europeo sia nazionale. Il settore delle costruzioni, attraverso l’uso intenso delle risorse naturali, genera forti impatti sul territorio e un progressivo impoverimento della materia prima dovuti all'apertura di cave di inerti naturali. La Commissione europea ha, pertanto, ritenuto prioritario monitorare il flusso dei rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione fissando, all’articolo 11 della Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, un obiettivo specifico di preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse le operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali. Nel 2022, il tasso di recupero e riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione si attesta al 79,8%, al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato per il 2020 dalla Direttiva 2008/98/CE.
SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE
Data aggiornamento scheda:
L’indicatore descrive lo stato dei 42 Siti contaminati d’Interesse Nazionale (SIN) che coprono complessivamente 148.594 ettari di superficie terrestre (0,49% del territorio italiano) e 77.136 ettari di aree marine. La problematica riguarda tutte le regioni italiane, eccetto il Molise. Al 30 giugno 2024 per il 65% dell’estensione totale dei 36 SIN considerati sono disponibili informazioni sullo stato di avanzamento delle procedure: la caratterizzazione è completata nel 59% dei suoli e nel 55% delle acque sotterranee, mentre gli interventi di bonifica/messa in sicurezza sono stati approvati con decreto nel 13% della superficie per i suoli e nel 17% delle acque sotterranee. Il 17% dei suoli e il 6% delle acque sotterranee hanno concluso l’iter. Le informazioni offerte dall’indicatore delineano un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali e delle risposte della società in relazione a obiettivi normativi e di sostenibilità.
SITI DI ESTRAZIONE DI RISORSE ENERGETICHE: GEOTERMIA
Data aggiornamento scheda:
In Italia, l’energia geotermica, rinnovabile e sostenibile, è concentrata in 10 concessioni toscane con 34 impianti che nel 2023 hanno prodotto 5.692 GWh, coprendo il 31% del fabbisogno regionale e il 70% delle fonti rinnovabili della Toscana.
Gli usi diretti del calore geotermico (climatizzazione, termalismo, teleriscaldamento) e le pompe di calore geotermiche, circa 20.000, sono in crescita ma ancora sottoutilizzati rispetto ai paesi nordeuropei. L’impatto ambientale è limitato e mitigato da sistemi di abbattimento (AMIS) e reiniezione dei fluidi. Le risorse italiane, concentrate nell’area tosco-laziale, mostrano anche un potenziale di recupero di elementi strategici come il litio, cruciale per la transizione energetica.