BENI CULTURALI ESPOSTI A FRANE E ALLUVIONI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Carla Iadanza, Alessandro Trigila, Gianluigi Di Paola

    Abstract
    Abstract

    L’indicatore fornisce informazioni relative ai beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. I beni culturali a rischio frane sono 45.339, dei quali 13.966 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.997 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 54.103 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.

    Descrizione

    L’indicatore fornisce informazioni sui beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. La stima viene effettuata utilizzando come dati di input: a) i beni architettonici, monumentali e archeologici della banca dati VIR – Vincoli In Rete curata dall’ICR (Istituto Centrale per il Restauro); b) la Mosaicatura nazionale ISPRA delle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico – PAI armonizzata in 5 classi (pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e delle aree di attenzione AA); c) la Mosaicatura nazionale ISPRA delle aree a pericolosità idraulica elevata con tempo di ritorno fra 20 e 50 anni (alluvioni frequenti), a pericolosità media con tempi di ritorno fra 100 e 200 anni (alluvioni poco frequenti) e a pericolosità bassa (scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi) (D.Lgs. 49/2010 di recepimento della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE), perimetrate dalle Autorità di Bacino Distrettuali e, per i territori di rispettiva competenza, dalle Province Autonome di Trento e Bolzano.

    Scopo

    Fornire un quadro dei beni culturali a rischio idrogeologico in Italia.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È semplice, facile da interpretare.
    È sensibile ai cambiamenti che si verificano nell'ambiente e/o nelle attività umane
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull'ambiente e delle risposte della società.
    Fornisce una base per confronti internazionali.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e di dissesto idrogeologico riferita all'intero territorio nazionale (art. 55 del D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”); D.L. 180/98 “Decreto Sarno” convertito in Legge 267/1998, DPCM del 29/09/98 (Atto di indirizzo e coordinamento), L. 365/00.

    DPSIR
    Stato
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (A)
    Riferimenti bibliografici

    Trigila A., Lastoria B., Iadanza C., Bussettini M., Mariani S., D’Ascola F., Salmeri A., Cassese M.L., Pesarino V., Di Paola G., Romeo S., Rischia I., Dessì B., Spizzichino D., Licata V., Gallozzi P.L. (2025) Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio - Edizione 2024. ISPRA, Rapporti 415/2025.

    Limitazioni

    -

    Ulteriori azioni

    -

    Fonte dei dati
    Autorità di Bacino
    ICR (Istituto Centrale per il Restauro)
    ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
    Province Autonome
    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Accessibilità dei dati di base

    I beni architettonici, monumentali e archeologici derivano dalla banca dati VIR - Vincoli In Rete curata dall’ICR (Istituto Centrale per il Restauro) (http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/utente/login). 

    Le Mosaicature nazionali della pericolosità da frana e idraulica, elaborate da ISPRA, sono pubblicate sulla piattaforma nazionale IdroGEO (https://idrogeo.isprambiente.it/).

    Copertura spaziale

    Nazionale, regionale, comunale

    Copertura temporale

    2024

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    La stima del rischio è stata effettuata intersecando, in ambiente GIS, i punti dei Beni Culturali VIR – ICR bufferizzati a 30 m, per approssimare le dimensioni fisiche dei beni, con le mosaicature delle aree a pericolosità da frana dei PAI e delle aree a pericolosità idraulica (D.Lgs. 49/2010). Le aree a pericolosità da frana dei PAI includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. La vulnerabilità, che rappresenta il grado di danno dell'elemento a rischio nel corso di un evento (compresa tra 0 = nessun danno e 1 = perdita totale), è stata posta cautelativamente pari a 1. Una valutazione della stessa richiederebbe, oltre alla conoscenza della magnitudo dei fenomeni, una schedatura specifica della vulnerabilità da frana e idraulica del singolo bene esposto. I beni culturali a rischio frane in Italia sono elaborati sulla base della banca dati VIR - ICR (versione del 1° novembre 2024) e della Mosaicatura nazionale della pericolosità da frana (v. 5.0 – 2024). I beni culturali a rischio alluvioni in Italia sono elaborati sulla base della banca dati VIR - ICR (versione del 1° novembre 2024) e della Mosaicatura nazionale della pericolosità idraulica (v. 5.0 – 2020).

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L’indicatore, che fornisce una base per confronti a livello internazionale, risponde alla domanda di informazione riguardante i beni culturali esposti a frane e alluvioni in Italia. La comparabilità nello spazio è ottima in quanto la metodologia è standardizzata.

    Stato
    Non definibile
    Trend
    Non definibile
    Valutazione/descrizione dello stato

    I beni culturali a rischio frane sono 45.339, dei quali 13.966 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.997 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 54.103 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.

    Valutazione/descrizione del trend

    Non è possibile definire un trend, in quanto le variazioni del numero di beni culturali a rischio frane e alluvioni, rispetto ai precedenti aggiornamenti della Banca dati Annuario, sono legate all’integrazione/revisione della banca dati dei beni culturali VIR - Vincoli In Rete (ICR) e all’integrazione/revisione delle mappature delle aree a pericolosità da frana e idraulica (Autorità di Bacino Distrettuali), più che all’aggiornamento delle suddette mappe con gli eventi franosi o alluvionali recenti.

    Commenti

    I beni culturali a rischio frane in Italia sono 45.339 pari al 19,8% del totale (Tabella 1, Figura 1). Se si considerano le classi di pericolosità elevata P3 e molto elevata P4, i beni culturali esposti sono 13.966, pari al 6,1%. Il numero più elevato di beni culturali a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 si registra in Campania, Toscana, Marche, Emilia-Romagna e Lazio.

    I beni culturali a rischio alluvioni in Italia sono 17.642 (7,7% del totale) nello scenario di pericolosità idraulica elevata (tempo di ritorno fra 20 e 50 anni), 35.997 (15,7%) nello scenario di pericolosità idraulica media (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 54.103 (23,6%) nello scenario di pericolosità bassa (Tabella 2, Figura 2). Quest’ultimo rappresenta lo scenario massimo atteso ovvero la massima estensione delle aree inondabili in Italia; i dati dei beni culturali a rischio relativi ai tre scenari non vanno quindi sommati. Il numero più elevato di beni culturali a rischio alluvioni nello scenario medio si rileva in Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Liguria.

    Allegati
    File
    Titolo

    Tabella 1: Beni culturali a rischio frane su base regionale (2024)

    Fonte

    ISPRA

    File
    Titolo

    Tabella 2: Beni culturali a rischio alluvioni su base regionale (2024)

    Fonte

    ISPRA

    Note

    * Le aree a pericolosità idraulica elevata non sono disponibili per il territorio della ex Autorità di Bacino Regionale delle Marche; il dato della Regione Marche è stato elaborato sul 12% del territorio che non ricade nell’ex AdB Marche.

    ** Lo scenario a pericolosità bassa rappresenta lo scenario massimo atteso ovvero la massima estensione delle aree inondabili in Italia. I dati relativi ai tre scenari non vanno quindi sommati.

    Immagine
    Titolo

    Figura 1: Beni culturali a rischio in aree a pericolosità da frana PAI su base comunale (2024)

    Fonte

    ISPRA

    Immagine
    Titolo

    Figura 2: Beni culturali a rischio alluvioni in aree pericolosità media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni) su base comunale (2024)

    Fonte

    ISPRA

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