Descrizione 1
Marco D'Antona, Marco Di Leginio, Valentina Falanga
Il D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani) è il principale riferimento normativo per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale (beni culturali e paesaggio). Le aree vincolate considerate nel loro complesso, cioè quelle identificate ai sensi dell’art. 142 e dell'art.136 presentano una percentuale di superficie consumata al 2023 inferiore alla media nazionale (5,43%), con un aumento nell’ultimo anno di poco inferiore a 1.400 ettari. La Campania è la regione con la più alta percentuale di suolo consumato in aree vincolate (11%) e con il maggiore aumento, sia in termini assoluti (+135 ettari) sia di densità dei cambiamenti (3,53 m2/ha).
I cambiamenti di consumo di suolo sono stati analizzati nell’ambito dei seguenti beni vincolati limitatamente a quelli areali (fonte Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico - SITAP) così come definiti nel D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani): Art. 142 comma 1: a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare (coste); b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi (laghi); c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici, approvato con Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1.775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna (fiumi); d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole (montagne); l) i vulcani (vulcani). Art. 136: immobili e aree di notevole interesse pubblico (ope legis).
Valutare i cambiamenti di consumo di suolo nelle aree soggette a vincolo ex D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani) tra due anni consecutivi.
Per le aree soggette a vincolo il riferimento considerato è il D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani). Per quanto riguarda il suolo e il consumo di suolo, i Programmi di azione europei in campo ambientale e l'Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l'uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. La Commissione europea è da anni impegnata su questi temi e la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006, successivamente ritirata e oggi di nuovo in discussione, sottolineava proprio la necessità di porre in essere buone pratiche per mitigare gli effetti negativi dell'impermeabilizzazione sulle funzioni del suolo. Tali obiettivi sono stati ulteriormente esplicitati in successivi atti strategici europei: “Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse” e “Strategia Tematica sull'ambiente urbano (COM/2005/0718)”. Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva denominata Soil Monitoring and Resilience. Rispetto all’attesa legge sulla salute del suolo, annunciata nella Strategia europea del suolo per il 2030, la Commissione europea ha preferito un approccio a due tempi, anticipando il monitoraggio e la valutazione della qualità dei suoli rispetto all’entrata in vigore di stringenti limiti di legge, i quali sono rimandati alla fase di valutazione della direttiva, sei anni dopo la sua approvazione.
Il 18 agosto 2024 è entrata in vigore la Nature Restoration Law approvata con Regolamento (UE) 2024/1991 [1] del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2024, il cui principale obiettivo è fermare l’attuale perdita e ripristinare la biodiversità dell’UE, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e adattarsi ai cambiamenti climatici, e per migliorare la sicurezza alimentare. Il regolamento stabilisce obblighi specifici per i diversi tipi di ecosistema, fra cui terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani e, congiuntamente agli obiettivi della Strategia europea sulla biodiversità per il 2030, istituisce un quadro all’interno del quale gli Stati membri attuano misure di ripristino efficaci allo scopo di:
- ripristinare il 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050;
- ripristinare almeno il 30% degli ecosistemi terrestri, costieri, d’acqua dolce e marini che non sono in buono stato entro il 2030, con particolare attenzione agli habitat protetti e alle aree della rete Natura 2000;
- rimuovere barriere artificiali per ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero;
- piantare almeno tre miliardi di alberi entro il 2030 per migliorare la biodiversità e l’ecosistema urbano.
[1]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=OJ:L_202401991
Non essendoci una specifica normativa nazionale di riferimento, non esistono obiettivi sul tema. L’Italia è comunque tenuta a rispettare gli obiettivi comunitari e quelli previsti dall’Agenda 2030 (allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030). A livello regionale sono diverse le norme che impongono obiettivi di contenimento progressivo del consumo di suolo.
Descrizione 2
Munafò, M. (a cura di), 2024. Consumo di suolo, dina-miche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2024. Report ambientali SNPA, 43/2024
Difficoltà nella disponibilità di immagini ad altissima risoluzione per alcune aree.
La disponibilità di immagini ad altissima risoluzione è propedeutica nel perfezionare la qualità dell’indicatore, rendendo più omogenee e precise le stime all'interno delle aree soggette a vincolo.
Qualificazione dati
http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/consumo-di-suolo www.sitap.beniculturali.it
Nazionale, Regionale
2006; 2012; 2015-2023
Qualificazione indicatore
L'indicatore deriva dall'incrocio della carta dei cambiamenti di consumo di suolo con i beni vincolati limitatamente a quelli areali . In particolare, l'indicatore prende in considerazione aree soggette a vincolo ex D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani), art.136 e 142, presenti all’interno del database SITAP (Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico della Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura, e l’arte contemporanee del Ministero dei beni e delle attività culturali). All’interno di tali territori è stata valutata la porzione interessata da consumo di suolo, con riferimento alla Carta nazionale del consumo di suolo prodotta da SNPA. Confrontando poi il dato del 2023 con la revisione degli anni precedenti è stato valutato il nuovo consumo di suolo che ha interessato le aree vincolate nell’ultimo anno (tra il 2022 e il 2023) e negli altri intervalli temporali considerati (2006, 2012, 2015-2023). La disponibilità di nuovi dati satellitari ha permesso di affinare e migliorare le stime di tutta la serie storica. I risultati sono stati espressi in termini di ettari e percentuale, con riferimento alle 20 regioni amministrative e al territorio nazionale.
All’interno delle aree vincolate, nel corso del 2023, l’incremento di suolo consumato è pari a 1.399 ettari (Tabella 1), facendo aumentare il valore complessivo del suolo consumato nazionale a circa 563.078 ettari, il 5,4% di tutta la superficie di tali aree (Figura 1). Questa percentuale risulta significativamente inferiore alla media nazionale (7,16%, cfr. Tabella 1 indicatore Impermeabilizzazione e Consumo di Suolo), grazie principalmente al regime di tutela di cui godono tali aree che ne garantisce una preservazione maggiore rispetto al resto del territorio nazionale.
Nonostante il regime di tutela, il consumo di suolo all’interno delle aree vincolate non si arresta. In un anno (2022-2023) sono stati consumati 1.399 ettari. Complessivamente, tra il 2006 e il 2023, si sono persi più di 24.000 ettari (Tabella 2).
Dati
Tabella 1: Suolo consumato (2023) e consumo di suolo netto (2022-2023) nei vincoli art. 136 e art. 142 considerati complessivamente
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
Tabella 2: Consumo di suolo annuale netto (2006-2023) nei vincoli art. 136 e art. 142 considerati complessivamente
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
aggiornamento 2023
Tabella 3: Suolo consumato (2023) e consumo di suolo annuale netto (2022-2023) nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica - Coste, laghi e fiumi (ex D.lgs. 42/2004).
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
Tabella 4: Suolo consumato (2023) e consumo di suolo annuale (2022-2023) nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica - Montagne (ex D.lgs. 42/2004).
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
Tabella 5: Suolo consumato (2023) e consumo di suolo annuale (2022-2023) nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica - Vulcani (ex D.lgs. 42/2004).
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
Tabella 6: Suolo consumato (2023) e consumo di suolo annuale (2022-2023) nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica (ex D.lgs. 42/2004 - art. 136).
Elaborazione ISPRA su cartografia SNPA e SITAP
Il D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani) è il principale riferimento normativo per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale (beni culturali e paesaggio). È stato pertanto analizzato il consumo di suolo e i suoi cambiamenti nell’ambito dei beni vincolati, limitatamente a quelli areali, definiti dall’art. 142 comma 1 lett. a, b, c, d, i e dall’art. 136 (Figura 1). Considerando complessivamente i regimi vincolistici analizzati, le regioni con il maggiore incremento di superficie di suolo consumato risultano essere la Campania, con 135 ettari, Lombardia ed Emilia-Romagna, con entrambe 122 ettari, segue il Veneto con 114 ettari. In queste 4 regioni si colloca circa un terzo del totale del consumo di suolo nazionale in queste aree, pari a 1.399 ettari (Tabella 1). Dal 2006 al 2023, più di 24.000 ettari sono stati consumati in queste aree, di cui oltre 2.000 ettari concentrati in due regioni (Veneto e Sicilia - Tabella 2). Il regime vincolistico individuato all’art. 142 comma 1 lett. a, b, c (coste, laghi, fiumi) presenta invece un suolo consumato pari al 7,4% della sua estensione (Tabella 3), in linea con la media nazionale (7,1%). Le regioni che presentano una percentuale di suolo consumato maggiore in queste aree vincolate sono Veneto, Campania e Lombardia (12,4%, 11,1% e 10,9%). Il suolo consumato all'interno delle zone montuose (art.142 lett. d) risulta influenzato dalle caratteristiche orografiche del territorio, con valori che solo in due casi (Toscana e Calabria) raggiungono l’1% della loro estensione. La regione in cui si è consumato di più in queste aree, tra il 2022 e il 2023, è il Trentino-Alto Adige con 9,9 ettari (Tabella 4). Per quanto riguarda il territorio vulcanico (art. 142 lett. l), la percentuale di territorio consumata è dovuta prevalentemente alla regione Campania, in cui le aree vulcaniche risultano essere coperte artificialmente per il 27,6% delle aree complessive. Di rilievo è anche il dato della Sicilia, con valori di suolo consumato pari a 12% e un incremento tra il 2022 e il 2023 di circa 30 ettari (Tabella 5). Infine, il vincolo ex art. 136 presenta valori di suolo consumato pari a circa il 5,3% del territorio vincolato. La regione con una percentuale di suolo consumato maggiore è la Calabria (13,7%), mentre, per quanto riguarda l’incremento tra il 2022 e il 2023 le regioni con i valori più elevati sono Campania, Trentino-Alto Adige e Sardegna rispettivamente con 86, 80 e 72 ettari (Tabella 6).