Descrizione 1
Alessandro Di Menno di Bucchianico, Raffaela Gaddi, con il contributo della rete POLLnet-SNPA e del Centro di monitoraggio aerobiologico dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata
L’indicatore Integrale Pollinico Allergenico e Annuale considera due integrali: l’Integrale Pollinico Annuale (IPAn) e l’Integrale Pollinico Allergenico (IPA) che descrivono la quantità di polline presente in un anno nell’atmosfera delle località in cui sono posizionate le stazioni di monitoraggio. L’Integrale Pollinico Annuale e l’Integrale Pollinico Allergenico sono soggetti localmente a variazioni anche molto consistenti da un anno all'altro causate dai diversi andamenti delle caratteristiche meteoclimatiche stagionali. Si tratta di indicatori quantitativi cumulati che quindi non danno indicazioni sulle modalità di distribuzione nell’anno dei pollini aerodispersi.
L’integrale pollinico esprime la somma delle concentrazioni polliniche medie giornaliere in un dato intervallo di tempo o, equivalentemente, il prodotto della concentrazione media di una stagione per la sua durata. Questo termine è stato tradizionalmente presentato come indice (ad esempio indice pollinico annuale o stagionale) ma questa terminologia è oggi in disuso e superata nella letteratura scientifica (Galán et al., 2017).
L'Integrale Pollinico Annuale (IPAn) si ottiene dalla somma delle concentrazioni giornaliere del polline di una determinata famiglia misurate nell’anno considerato, mentre l'Integrale Pollinico Allergenico (IPA) si ottiene dalla somma delle concentrazioni polliniche delle principali e più diffuse famiglie allergizzanti presenti sul territorio nazionale. I taxa botanici qui considerati sono: le Asteraceae (anche chiamate Compositae), le Betuloideae e le Coryloideae (sottofamiglie delle Betulaceae che raggruppano taxa distinti in passato nelle famiglie Betulaceae e Corylaceae), le Cupressaceae e Taxaceae (contate insieme), le Poaceae (anche chiamate Gramineae), le Oleaceae e le Urticaceae. L'Integrale Pollinico Annuale rappresenta la quantità cumulata di granuli pollinici di una determinata specie, mentre l’Integrale Pollinico Allergenico dà conto della quantità complessiva di pollini allergenici presenti, nell’anno, in una specifica località.
Valutare, sinteticamente, la carica allergenica pollinica di una determinata località, confrontarla con quella di altre e studiarne la variazione nello spazio. Tali indicazioni contribuiscono alla valutazione del rischio sanitario legato alle allergie e consentono una prima verifica di determinate azioni di mitigazione eventualmente messe in campo dalle autorità competenti.
Direttiva n. 92/43/CEE: Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. UNI 11108 – 2004: Qualità dell'aria - Metodo di campionamento e conteggio dei granuli pollinici e delle spore fungine aerodisperse.
UNI CEN/TS 16868 – 2015: Aria Ambiente - Campionamento ed analisi di pollini e spore fungine dispersi in aria per le reti di monitoraggio delle allergie - Metodo Volumetrico Hirst.
UNI EN 16868 – 2019: Aria Ambiente - Campionamento ed analisi di pollini e spore fungine dispersi in aria per le reti di monitoraggio delle allergie - Metodo Volumetrico Hirst.
Non esiste una normativa specifica che fissi limiti o obiettivi di concentrazione per i pollini aerodispersi.
Descrizione 2
Galán, C., Ariatti, A., Bonini, M. et al. (2017), Recommended terminology for aerobiological studies. Aerobiologia 33, 293–295. https://doi.org/10.1007/s10453-017-9496-0
ISPRA - Di Menno di Bucchianico A., Gaddi R., Cattani G., et al. (2021), Stato e trend dei principali pollini allergenici in Italia (2003-2019), Rapporti 338/2021, ISBN:978-88-448-1037-5.
Di Menno di Bucchianico, A., Gaddi, R.,Brighetti, M.A. et al. A. Status and Trend of the Main Allergenic Pollen Grains and Alternaria Spores in the City of Rome (2003–2019), Sustainability 2023, 15, 6150. https://doi.org/10.3390/su15076150.
È un indicatore quantitativo che descrive un fenomeno in cui sono fondamentali anche gli aspetti qualitativi. La copertura spaziale e temporale dell’indicatore è limitata.
Attivazione di nuove stazioni di monitoraggio fino ad averne almeno una per ogni capoluogo di provincia.
Qualificazione dati
SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente)
Università di Roma "Tor Vergata"
I dati forniti dalla rete POLLnet SNPA sono direttamente accessibili (https://pollnet.isprambiente.it/)
I dati di Roma sono forniti dall’Università di Roma “Tor Vergata” (https://web.uniroma2.it)
Comunale (63/7.904)
2023
Qualificazione indicatore
L'Integrale Pollinico Annuale (IPAn) si ottiene dalla somma delle concentrazioni giornaliere del polline di una determinata famiglia misurate nell’anno considerato, mentre l'Integrale Pollinico Allergenico (IPA) si ottiene dalla somma delle concentrazioni polliniche delle principali e più diffuse famiglie allergizzanti presenti sul territorio nazionale: Asteraceae (o Compositae), Betuloideae, Coryloideae, Cupressaceae/Taxaceae, Poaceae (o Gramineae), Oleaceae, Urticaceae.
Nel 2023, risultano attive 64 stazioni (di cui 62 della rete dell’SNPA POLLnet); per 58 delle 64 stazioni sono disponibili serie con copertura dati (DC) sufficienti a elaborare l’indicatore (DC > 70%). La distribuzione territoriale coinvolge 19 regioni su 20. La variabilità a livello territoriale è notevole (Figure da 1 a 8): nel 2023 il valore massimo dell’Integrale Pollinico Allergenico è stato registrato nel comune di Castel Di Lama (in provincia di Ascoli Piceno), con un valore di 57.065 P·d/m3 e il minimo a Reggio Calabria con 865 P·d/m3 (Tabella 1 e Figura 8).
Non è possibile definire un trend.
Dati
Tabella 1: Integrali pollinici annuali e integrale pollinico allergenico (2023)
Elaborazione ISPRA su dati SNPA e Università Roma "Tor Vergata"
[1] Dati del Centro di monitoraggio aerobiologico e ambientale dell'Università di Roma "Tor Vergata"
[2] Copertura dati insufficiente
[3] In grassetto i dati riportati in mappa. Valore evidenziato soltanto per le serie con almeno il 70% di dati validi
Nel 2023, si conferma la variabilità spaziale dell’indicatore, tra un sito e l’altro, e la variabilità temporale che localmente può essere molto accentuata. Le variazioni spaziali sono essenzialmente da attribuire alla localizzazione di siti di campionamento che rispecchiano le caratteristiche generali della vegetazione locale, oltre a essere fortemente influenzate dalla loro specifica collocazione su microscala (ossia dalla loro maggiore o minore distanza da specie allergeniche). D’altra parte, le variazioni temporali sono da imputarsi principalmente alle condizioni meteo registrate nell'anno, tali da favorire o deprimere la presenza di pollini aerodispersi. Come riportato nella Tabella 1 e nelle Figure 1-7, il valore più alto si rileva per le Asteraceae (Compositae) in Emilia Romagna, a Piacenza (1.537 P·d/m3); per le Betuloideae in Piemonte, a Omegna (14.775 P·d/m3); per le Coryloideae in Trentino, a San Michele all’Adige (13.424 P·d/m3); per le Cupressaceae -Taxaceae nelle Marche, a Castel di Lama (39.213 P·d/m3); per le Oleaceae in Sardegna, a Sassari (8.853 P·d/m3); per le Poaceae (Gramineae) in Emila Romagna, a Parma (8.808 P·d/m3); per le Urticaceae in Alto Adige a Bolzano (13.526 P·d/m3). Complessivamente, i valori più alti dell’Integrale Pollinico Allergenico si registrano a Castel di Lama (Ascoli Piceno) (57.065 P·d /m3) e a Cagliari (49.575 P·d /m3).
Da notare che, specialmente nelle aree urbane più estese, la quantità di pollini allergenici presenti in atmosfera dipende anche dalle caratteristiche del verde urbano e dalla sua gestione. Una corretta pianificazione degli interventi (messa a dimora di piante non allergizzanti in sostituzione di quelle allergizzanti, corretta programmazione di sfalci e potature, buona manutenzione di strade, marciapiedi e aree marginali contro l'aggressione di erbe infestanti quasi sempre allergizzanti) può portare a sensibili diminuzioni della carica allergenica presente in atmosfera. Tali attività, poiché riguardano la qualità dell'aria in relazione alla salute umana, sono ascrivibili tra quelle idonee al perseguimento dell'obiettivo 3a del 7° Programma d’azione ambientale (7° PAA).