CLIMATOLOGIA LAGUNARE

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Devis Canesso, Elisa Coraci, Franco Crosato

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    Le variabili meteorologiche osservate nella Laguna di Venezia (le pressioni atmosferiche medie annuali, le precipitazioni totali annuali, il numero di giorni piovosi e le anomalie termiche) consentono di fotografare i mutamenti climatici in atto. Nel corso del 2023, in presenza di una pressione media annua pari a 1.014,7 mbar, inferiore di 1,5 mbar rispetto alla media del periodo di riferimento, sono stati registrati 705 mm di pioggia (-16% rispetto alla media) nell’arco di 73 giorni piovosi, mentre le temperature continuano a mostrarsi in tendenziale e continuo aumento.

    Descrizione

    L'indicatore si propone di monitorare le variazioni annuali della pressione atmosferica media, dell'ammontare totale delle precipitazioni, del numero dei giorni piovosi e delle anomalie delle temperature medie, quali espressione locale dei cambiamenti climatici in atto. La Laguna di Venezia è un'area estremamente importante non solo per il patrimonio storico-culturale (Sito UNESCO dal 1987), ma anche perché è uno specifico sito di interesse nazionale per la flora e la fauna presente: gran parte della laguna è infatti area SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona di Protezione Speciale). È uno dei più importanti siti europei di passo e nidificazione per l'avifauna migratrice, tutelati dalle specifiche Direttive 92/43/CEE (Direttiva Habitat) e 2009/147/CE (Direttiva Uccelli). Infine, parte della Laguna di Venezia è inserita nella lista delle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (1971).

    Scopo

    Monitorare le variazioni climatiche locali. Essendo la Laguna di Venezia un'area particolarmente sensibile alle variazioni climatiche e alle sue immediate ricadute per quanto riguarda la crescita del livello medio del mare, è di notevole interesse monitorare con continuità anche altre grandezze fisiche che possono contribuire, sia in maniera diretta (regime delle pressioni) sia indiretta (precipitazioni e variazioni della temperatura), a modificare i delicati equilibri lagunari e dell'antistante fascia litoranea.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    È sensibile ai cambiamenti che si verificano nell'ambiente e/o nelle attività umane
    Fornisce una base per confronti internazionali.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    L'indicatore risponde alle esigenze conoscitive fissate nell'allegato II della Direttiva 2000/60/CE in materia di acque costiere e acque di transizione.

    DPSIR
    Stato
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (A)
    Riferimenti bibliografici
    • Osservatorio della Laguna e del territorio del Comune di Venezia (www.atlantedellalaguna.it);
    • Smart M., Vinals M., (2005) "La Laguna di Venezia: zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar", Provincia di Venezia;
    • Magistrato alle Acque di Venezia - Ufficio Idrografico, Annali Idrologici;
    • ISPRA (2024) "Bollettino Meteo-Mareografico - Laguna di Venezia - Anno 2023" (www.venezia.isprambiente.it).
    Limitazioni

    La stazione di monitoraggio è ubicata nell’isola del Lido di Venezia, cordone litoraneo antistante l’omonima laguna e pertanto caratterizzato da un microclima costiero sito specifico. L'indicatore, seppur rappresentativo della fascia costiera, con buona approssimazione risulta significativo anche per il bacino lagunare retrostante. 

    Ulteriori azioni

    Aumentare la robustezza dell'indicatore mantenendo attivo il monitoraggio continuo delle grandezze fisiche selezionate.

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Oraria e ad ogni 10 minuti
    Data source
    ARPAV (Arpa Veneto)
    ISPRA
    Accessibilità dei dati di base

    Il presente indicatore si basa su elaborazioni di dati validati reperibili alla sezione DATI del sito web www.venezia.isprambiente.it

    Copertura spaziale

    Laguna di Venezia

    Copertura temporale

    1986-2023

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    - Per la pressione atmosferica: media aritmetica annuale della pressione osservata, con campionamento ogni 10 minuti (fino al 2019) e ogni 5 minuti (dal 2020); 

    - Per le precipitazioni: sommatoria annuale delle precipitazioni registrate ogni 10 minuti (fino al 2019) e ogni 5 minuti (dal 2020) e numero dei giorni piovosi (giorni con minimo 1 mm di pioggia registrata); 

    - Per la temperatura: anomalie annuali e mensili calcolate rispetto alla media del periodo 1991-2020.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore sintetizza bene il microclima costiero specifico della laguna di Venezia. La continuità delle osservazioni (dal 1986) garantisce la comparabilità nel tempo e la disponibilità di una base climatologica consistente (periodo 1991-2020) che consente di valutare gli effetti dei cambiamenti climatici come da linee guida del World Meteorological Organization (WMO). Le metodologie di rilevazione sono coerenti con le prescrizioni WMO, pertanto, risulta ottima la comparabilità nello spazio.

    Stato
    Scarso
    Trend
    Negativo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Le grandezze fisiche considerate (nello specifico la pressione atmosferica media annuale, l'ammontare delle precipitazioni annue e il numero dei giorni piovosi) mostrano nell’ultimo periodo una marcata variabilità, con una tendenza all'aumento dell’estremizzazione dei fenomeni meteorologici. Nel 2023 si rileva una pressione media annua pari a 1.014,7 mbar, inferiore di 1,5 mbar rispetto al periodo di riferimento 1991-2020 e un totale di pioggia caduta inferiore del 16% (705 mm). Dall’esame dell’andamento delle anomalie termiche mensili delle temperature massime registrate nel 2023 rispetto alle medie mensili del periodo di riferimento (Figura 3), come nell'anno precedente il mese di ottobre si distingue per valori massimi ben superiori alla media (circa +3,0 °C), seguito da gennaio e settembre (circa +2°C). Si rileva invece un’anomalia termica negativa nel periodo primaverile-estivo, con i mesi di aprile e maggio caratterizzati dai valori più bassi rispetto alla media (-1,5 e -1,6 °C rispettivamente). Per quanto riguarda le anomalie termiche annuali delle temperature massime, il 2023 si pone quindi sempre al di sopra della media del trentennio di riferimento, con uno scostamento di +0,5°C (Figura 4).

    Valutazione/descrizione del trend

    Le serie analizzate della pressione atmosferica (media annuale) e delle precipitazioni (ammontare annuo e numero di giorni piovosi) registrano un netto aumento della variabilità a partire dalla metà degli anni '90, con una tendenza all'incremento del numero dei fenomeni meteorologici estremi. Per quanto riguarda le temperature massime, le anomalie calcolate sul periodo 1991-2020 si presentano in costante crescita. Il 2011 ha dato inizio al periodo mediamente più caldo dei trentotto anni riportati in analisi (Figura 4). Tutte le indicazioni emerse concordano nel definire negativo il trend in atto.

    Commenti

    La pressione atmosferica media annua è strettamente associata al regime piovoso: a una bassa pressione atmosferica corrisponde un tendenziale aumento delle precipitazioni e viceversa (Figura 1). Nel corso del periodo di riferimento è da evidenziare una tendenziale diminuzione barometrica media e un contemporaneo aumento della variabilità nei regimi pressori stessi. Notevoli sono, infatti, le violente oscillazioni dei campi di pressione media, i quali hanno un’evidente ricaduta sull’ammontare totale delle precipitazioni: si veda, a solo titolo di esempio, l’eccezionale variazione tra il 2010 e 2011 e ancora tra il 2014 e il 2015. L’andamento annuale delle precipitazioni totali e dei giorni piovosi (Figura 2) mostra un primo periodo (1986-1994) sostanzialmente stabile per l’ammontare delle precipitazioni e il numero di giorni piovosi (mediamente 784 mm e 77 giorni piovosi per anno). Dal 1995 in poi, l’equilibrio diventa progressivamente instabile con forti variazioni tra anni più piovosi (2004, 2008, 2010, 2013, 2014) e anni maggiormente secchi (1997, 1998, 2000, 2003, 2011, 2012 e 2015). In particolare, il 2011 e il 2015 sono gli anni più secchi dell’intera serie storica, con circa il 35% di pioggia caduta in meno rispetto alla media del periodo di riferimento (839 mm). La maggiore variabilità registrata nelle precipitazioni totali annuali si riflette anche sul numero di giorni piovosi, che mostra un andamento piuttosto stabile tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90. Successivamente, fino ai primi anni 2000, aumentano le oscillazioni interannuali. È dal 2003 che le variazioni diventano acute, a volte nemmeno allineate tra i valori di pioggia totale e di giorni piovosi, presentando spesso un ammontare di precipitazioni molto alto in un numero di giorni piovosi relativamente basso, correlazione che tende a spiegare il manifestarsi di fenomeni meteorologici sempre più severi. Nel 2023 sono stati registrati 73 giorni piovosi, cioè 7 giorni in meno rispetto alla media del periodo di riferimento. Le variazioni di pressione (registrate nel periodo in esame) sono correlate, oltre che alle precipitazioni, anche alle variazioni del livello del mare e, di conseguenza, al numero di casi di “acqua alta”, come descritto nei relativi indicatori. Per quanto riguarda l’andamento delle temperature, dalla Figura 4 emerge una chiara discontinuità tra gli anni ‘90 e 2000, momento della decisa variazione nell’andamento delle temperature medie nel corso dell’ultimo trentennio. Complessivamente, gli ultimi 13 anni si attestano quindi come il periodo mediamente più caldo dell’intero periodo in analisi.

    Allegati
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    Figura 1: Pressione media e precipitazioni totali annuali

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ARPA Veneto e ISPRA

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    Figura 2: Precipitazioni annuali e numero di giorni piovosi

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ARPA Veneto e ISPRA

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    Figura 3: Anomalie termiche mensili (2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ARPA Veneto e ISPRA

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    Figura 4: Anomalie termiche delle temperature massime

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ARPA Veneto e ISPRA

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