SPESE PER LA RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE INDUSTRIA

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Giovanni Finocchiaro e Mariangela Soraci

    Abstract
    Grafici interattivi
    Abstract

    L’aggiornamento 2022 evidenzia la continua ripresa delle spese intra‑muros per Ricerca e Sviluppo (R&S) delle imprese industriali, che raggiungono 11,39 miliardi di euro (+3,1 % rispetto al 2021), superando per la prima volta il picco pre‑pandemico del 2019. La quasi totalità della spesa (98,9 %) continua a essere sostenuta dal comparto manifatturiero, mentre l’apporto delle attività estrattive, di fornitura energetica e dei servizi di gestione dei rifiuti si attesta all’1,1 %. Nel decennio 2012‑2022 l’investimento complessivo è cresciuto di oltre un terzo (+36,6 %), come descritto in tabella 1. Rapportando la spesa al PIL la quota si colloca, nel 2023, intorno all’- 1,31 % - (1,37 % nel 2022), valore che mantiene l’Italia al di sotto della media dell’area dell’euro e dei principali partner industriali europei.


     

    Descrizione

    L'indicatore riporta il valore delle spese intra-muros sostenute dalle imprese industriali (industria in senso stretto) per attività di Ricerca & Sviluppo, che comprende la ricerca di base, la ricerca applicata e lo sviluppo sperimentale. L'attività di ricerca e sviluppo (R&S) è definita come il complesso di lavori creativi intrapresi in modo sistematico sia per accrescere l'insieme delle conoscenze (ivi compresa la conoscenza dell'uomo, della cultura e della società) sia per utilizzare tali conoscenze per nuove applicazioni. Le spese intra-muros sono le spese sostenute per le attività di ricerca e sviluppo svolte dalle imprese con proprio personale e con proprie attrezzature (sono esclusi i progetti esterni). La spesa per R&S intra-muros comprende sia le spese correnti (spese di personale + acquisto di beni e servizi) sia quelle in conto capitale.

    Scopo

    Le spese sostenute dalle imprese industriali per Ricerca & Sviluppo rappresentano una fonte di informazione per valutare la capacità di aggiornamento tecnologico e di innovazione competitiva delle stesse.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    Fornisce una base per confronti internazionali.
    It has a threshold or reference value against which it can be compared.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    La cornice normativa che sorregge gli investimenti in Ricerca e Sviluppo delle imprese industriali si è consolidata negli ultimi anni su tre livelli complementari. A scala europea, resta vincolante il Regolamento (UE)n. 995/2012, che impone agli Stati membri la raccolta e la trasmissione armonizzata dei dati sulla spesa in R&S, mentre il programma quadro Horizon Europe, istituito dal Regolamento (UE)2021/695, definisce priorità tematiche e meccanismi di finanziamento capaci di orientare una quota crescente di investimenti privati. L’attuazione del «nuovo Spazio Europeo della Ricerca» è stata formalizzata con la Raccomandazione del Consiglio (UE)2021/2022, che riconferma l’obiettivo, condiviso da tutti i Paesi membri, di destinare il 3% del PIL [SI1] dell’Unione alle attività di ricerca e innovazione entro il 2030 (target che l’Italia concorre a raggiungere con un impegno nazionale pari all’1,53% del PIL). A partire dal 2023, il Chips Act europeo (Regolamento 2023/1782) ha introdotto ulteriori incentivi e partenariati pubblico‑privato nel comparto dei semiconduttori, rafforzando il legame fra politica industriale dell’UE e spesa interna in R&S.

    Sul piano nazionale, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il Programma Nazionale della Ricerca 2021‑2027 – aggiornato nel 2023 – mobilitano risorse e crediti d’imposta che sostengono direttamente gli investimenti delle imprese, assicurando coerenza con la Strategia europea e contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare del Goal 9 «Imprese, innovazione e infrastrutture».

    Questo insieme di atti – comunitari e nazionali – stabilisce dunque sia gli obblighi statistici sia gli obiettivi quantitativi e qualitativi che inquadrano la dinamica della spesa in R&S del settore industriale, rendendo l’indicatore un riferimento chiave per monitorare i progressi verso una crescita basata sull’innovazione e la competitività tecnologica.

    DPSIR
    Risposta
    Tipologia indicatore
    Contesto (F)
    Riferimenti bibliografici

    ISTAT, Rilevazione statistica sulla ricerca e lo sviluppo nelle imprese;
    https://siqual.istat.it/SIQual/visualizza.do?id=5000075

    ISTAT, Statistiche report, anni vari, “Ricerca e Sviluppo in Italia”;

    Eurostat, Statistics explained, anni vari, “Spesa per la protezione dell'ambiente”;

    OECD, 2002 (prima ed. 1964). Manuale sulle rilevazioni statistiche delle attività di R&S (Manuale di Frascati).

    Limitazioni

    La spesa in R&S non è necessariamente correlata positivamente al miglioramento delle prestazioni ambientali dell’imprese: essa è riferita a diverse discipline tecnico-scientifiche che possono avere un impatto positivo, neutro o negativo e che può in ogni caso prodursi anche nel lungo periodo. L’indicatore è stato classificato come di “Risposta” secondo il modello DPSIR, ma ciò è da intendersi solo per la parte di spesa in R&S delle imprese che ha un verificato effetto positivo in termini di protezione ambientale. Tuttavia, allo stato attuale della metodologia di raccolta delle informazioni questo “di cui” è indistinguibile dall’aggregato. Nel suo complesso l’indicatore va interpretato come puramente contestuale.

    Ulteriori azioni

    -

    Fonte dei dati

    EUROSTAT (Ufficio Statistico delle Comunità Europee) ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Two year
    Accessibilità dei dati di base

    Database ufficiale ISTAT dati.istat.it alla voce “Imprese/Ricerca e Sviluppo/Spesa”

    Data browser Eurostat alla voce “Science, technology, digital society/Science and technology/Research and development (R&D)/Research and development expenditure, by sectors of performance”

    Copertura spaziale

    Nazionale

    Copertura temporale

    2012-2022

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    I dati di base utilizzati per la costruzione delle tabelle e dei grafici derivano dalle statistiche ufficiali Istat e Eurostat e sono presentati tal quali o con minime rielaborazioni, ad esempio il calcolo delle variazioni percentuali.

    Periodicità di aggiornamento
    Biennale
    Qualità dell'informazione

    La rilevazione sulla ricerca scientifica e lo sviluppo sperimentale (R&S) riferita all'attività di ricerca svolta dalle imprese è realizzata annualmente utilizzando le metodologie suggerite dal Manuale dell'OCSE sulle rilevazioni statistiche delle attività di R&S (Manuale di Frascati), pubblicato nel 1964 e revisionato nel 2002. Ciò assicura la piena comparabilità dei risultati a livello internazionale. Il questionario utilizzato per la rilevazione è predisposto dall'Istat secondo quanto previsto dal Regolamento dell'Unione Europea su Scienza e tecnologia (Regolamento n. 995/2012).

    Stato
    Medio
    Trend
    Stabile
    Valutazione/descrizione dello stato

    Nel 2022 la spesa intra‑muros per R&S delle imprese dell’industria in senso stretto ammonta a 11,39 miliardi di euro, in crescita di 348 milioni (+3,1 %) rispetto al 2021 (Tabella 2). Il 98,9 % della somma è imputabile alle attività manifatturiere (11,27 miliardi), mentre la restante parte fa capo alle attività estrattive e alla fornitura di energia, gas, acqua e gestione dei rifiuti (0,13 miliardi) ( Tabella 1). Il principale canale di finanziamento rimane l’autofinanziamento delle imprese (90,5 % del totale), con un contributo del “resto del mondo” pari al 6,8 % (Tabella 2); le quote provenienti da istituzioni pubbliche, università e non‐profit non sono pubblicabili per vincoli di riservatezza statistica. Rapportata al prodotto interno lordo, la spesa si posiziona nel 2023 intorno all’1,31 %, confermando il divario con Germania (circa 3,11 %), Francia (circa 2,19%) e con la media dell’area dell’euro (circa 2,25%), come descritto in Tabella 4 e in Figura 3.Dal punto di vista ambientale, l’incremento complessivo delle spese non si traduce ancora in un orientamento netto verso tecnologie a basse emissioni: la quota preponderante rimane concentrata nei comparti chimico-metallurgici, settori con potenziali impatti elevati. La lieve contrazione degli investimenti nelle attività più energy-intensive, però, lascia intravedere un primo riequilibrio verso processi più efficienti e meno impattanti: un segnale incoraggiante, ma non sufficiente per definire “positivo” lo stato attuale rispetto agli obiettivi di neutralità climatica.


     

     

    Valutazione/descrizione del trend

    Tra il 2012 e il 2022 gli investimenti interni in R&S del settore industriale sono aumentati del 36,6 %, passando da 8,34 a 11,39 miliardi di euro (Tabella 1). Dopo la contrazione registrata nel 2020 (‑4,3 % rispetto al 2019) per effetto della crisi pandemica, il biennio 2021‑2022 mostra un recupero cumulato del 6,4 %, che ha riportato la spesa sopra il livello pre‑crisi (Tabella 1). La dinamica è trainata dal comparto manifatturiero (Figura 1), che cresce del 3,7 % nell’ultimo anno, mentre le attività estrattive e di utility segnano un calo del 35,5 % (Tabella 1). La quota sul PIL, in graduale ascesa fino al 2020 (1,51%), cala nel triennio successivo fino a circa 1,31 % nel 2023. Nel medio periodo si osserva una divergenza significativa: la spesa totale cresce, mentre i comparti material-intensive arretrano, segno di una graduale riallocazione verso filiere potenzialmente più sostenibili. Tuttavia, il ritmo di convergenza resta modesto, e la distanza dal target europeo (3 % del PIL in R&S, con focus su green innovation) previsto nella Raccomandazione del Consiglio (UE) 2021/2122 del 26 novembre 2021 sul «Patto per la Ricerca e l’Innovazione in Europa», indica che la traiettoria, pur indirizzata nella giusta direzione, necessita di un’accelerazione consistente per essere in linea con le ambizioni ambientali dell’UE.

     

    Commenti

    Nel 2022 il settore dei prodotti chimici si conferma la prima voce di investimento, con 529 milioni di euro destinati alla R&S (+3,3 % rispetto al 2021 e +49,7 % sul 2012), evidenziando il ruolo chiave della chimica – anche fine e specialità – nello sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche. Seguono i prodotti in metallo (328 milioni, –10,2 %), i minerali non metalliferi – cemento, vetro e ceramica – (124 milioni, –10,0 %), la metallurgia (85 milioni, –9,4 %) e la filiera della carta (64 milioni, –4,9 %). Le attività estrattive mostrano, invece, una brusca riduzione a 18 milioni (–74,8 %), confermando una tendenza già osservata nel 2020. (Tabella 3)

    Nel 2022 quasi la metà (circa 46 %) della spesa R&S censita nei comparti ambientali di Tabella 3 ricade nella chimica, mentre l’insieme dei settori più material- ed energy-intensive (minerali non metalliferi, metallurgia, prodotti in metallo, carta ed estrazione) scende al 54 %, in netto calo rispetto al 2012. Incrociando questo dato con la struttura delle fonti di finanziamento (Tabella 2), emerge che l’autofinanziamento delle imprese convoglia risorse soprattutto verso attività a più alto contenuto tecnologico, lasciando in secondo piano le filiere tradizionali.

    Questo graduale riequilibrio, se orientato verso tecnologie pulite ed efficienza dei processi, può ridurre l’impronta ambientale dell’industria; affinché il potenziale si traduca in risultati misurabili – e per colmare il divario con la media UE evidenziato in Tabella 4 – occorre però rafforzare gli incentivi mirati (crediti d’imposta “green”, partenariati di Horizon Europe) e agganciare le nuove risorse del PNRR ai progetti di eco-innovazione.


     

    Allegati
    File
    Titolo

    Tabella 1: Spesa per Ricerca & Sviluppo intra-muros delle imprese dell'industria in senso stretto (2012-2022)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISTAT

    Note

    La valutazione è a prezzi correnti. La fonte di finanziamento è il totale dell'economia. 

    File
    Titolo

    Tabella 2: Spesa in Ricerca & Sviluppo dell'industria in senso stretto per fonte di finanziamento (2012-2022)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISTAT

    Legenda

    c: dato oscurato per la tutela del segreto statistico

    Note

    Valutazioni a prezzi correnti

    File
    Titolo

    Tabella 3: Spesa per R&S intra-muros delle imprese industriali per settore di attività economica (2012-2022)

    Fonte

    Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

    Note

    Valutazioni a prezzi correnti

    File
    Titolo

    Tabella 4: Spesa per Ricerca & Sviluppo delle imprese in % del PIL, principali paesi industrializzati e aggregati geopolitici europei (2012-2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati EUROSTAT

    Note

    b: interruzione nella serie storica; e: dato stimato; p: dato provvisorio

    Immagine
    Titolo

    Figura 1: Spesa per Ricerca & Sviluppo intra-muros delle imprese dell'industria in senso stretto (2012-2022)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati ISTAT

    Note

    La valutazione è a prezzi correnti. La fonte di finanziamento è il totale dell'economia. 

    Immagine
    Titolo

    Figura 2: Spesa per R&S intra-muros delle imprese industriali per settore di attività economica (2012-2022)

    Fonte

    Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

    Note

    Valutazioni a prezzi correnti

    Immagine
    Titolo

    Figura 3: Spesa per Ricerca & Sviluppo delle imprese in % del PIL, principali paesi industrializzati e aggregati geopolitici europei (2012-2023)

    Fonte

    Elaborazione ISPRA su dati EUROSTAT

    Legenda

    b: interruzione nella serie storica; e: dato stimato; p: dato provvisorio

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