Descrizione 1
Federica Ferrigno, Fiorenzo Fumanti
In Italia, l’energia geotermica, rinnovabile e sostenibile, è concentrata in 10 concessioni toscane con 34 impianti che nel 2023 hanno prodotto 5.692 GWh, coprendo il 31% del fabbisogno regionale e il 70% delle fonti rinnovabili della Toscana.
Gli usi diretti del calore geotermico (climatizzazione, termalismo, teleriscaldamento) e le pompe di calore geotermiche, circa 20.000, sono in crescita ma ancora sottoutilizzati rispetto ai paesi nordeuropei. L’impatto ambientale è limitato e mitigato da sistemi di abbattimento (AMIS) e reiniezione dei fluidi. Le risorse italiane, concentrate nell’area tosco-laziale, mostrano anche un potenziale di recupero di elementi strategici come il litio, cruciale per la transizione energetica.
L’energia geotermica è l’energia contenuta sotto forma di calore nell’interno della Terra. Prodotta dal decadimento naturale di elementi radioattivi è enorme e inesauribile, e si dissipa diffusamente verso la superficie. Al di sotto della superficie terrestre la temperatura aumenta, in media, di circa 3° ogni 100 m (gradiente geotermico), ma situazioni geologiche particolari quali la presenza di corpi magmatici sepolti, generano anomalie termiche positive che possono creare le condizioni per l’instaurarsi, a profondità tecnologicamente accessibili, di sistemi geotermici nei quali il vettore energetico è rappresentato dall’acqua circolante in fase liquida e/o gassosa. Nella sua accezione industriale, l'energia geotermica è quella porzione di energia che può essere estratta e sfruttata dall’uomo. L'energia geotermica può essere utilizzata indirettamente per la generazione di elettricità in presenza di acquiferi a temperature medio-alte (85°<T<350°) e con diverse tecnologie a seconda delle caratteristiche del fluido. Le fonti geotermiche a medio-bassa entalpia (T<150°) sono idonee a molteplici applicazioni termiche con utilizzo diretto del fluido caldo (riscaldamento, balneazione, agroalimentare, piscicoltura, ecc.). Areali di applicabilità molto più ampi hanno le pompe di calore geotermiche che sfruttano la stabilità termica del sottosuolo a basse profondità (generalmente 30-100m) assorbendone il calore per ricederlo nell'ambiente domestico. A differenza di altre fonti energetiche rinnovabili (FER), il geotermico è indipendente dalle condizioni esterne e quindi disponibile e programmabile tutto l'anno, in qualsiasi momento della giornata, e fornisce un carico di base stabile alla rete elettrica. Non utilizza combustibile e quindi non emette ulteriori gas climalteranti. Secondo l'IPCC lo sviluppo dell'energia geotermica, nei suoi usi diretti e indiretti, svolgerebbe un ruolo molto significativo nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
L’indicatore descrive l’evoluzione temporale della produzione di energia geotermoelettrica sul territorio nazionale con una particolare attenzione alla Toscana, regione geotermica per eccellenza, dove la geotermia riesce a coprire il 30% dei fabbisogni regionali, ed una visione dell’utilizzo globale di questa fonte energetica. Ancora poco trattata la geotermia a bassa entalpia per la scarsità di dati disponibili di un mercato che è comunque in fase di diffusione anche in Italia.
Quantificare le attività nazionali di estrazione di risorse geotermiche ad uso elettrico e termico. Localizzare i siti di estrazione in relazione alle caratteristiche geologiche e definirne le potenzialità. Fornire informazioni utili alla valutazione dell'impatto delle attività sull'ambiente.
Le attività di ricerca, concessione e coltivazione delle risorse geotermiche sono disciplinate dal D.Lgs. 22/2010, revisione della Legge 896/1986 (Disciplina della ricerca e della coltivazione delle risorse geotermiche, cd "Legge Geotermica"). Il decreto stabilisce di interesse nazionale le risorse ad alta entalpia (T>150°C) o utilizzabili per un progetto geotermico di almeno 20MWt e di interesse locale quelle a media (150-90°C) e bassa (T<90°C) entalpia. Le Autorità competenti per le funzioni amministrative, per il rilascio del permesso di ricerca e della concessione di coltivazione, comprese le funzioni di vigilanza, sia per le risorse d’interesse nazionale sia per quelle d’interesse locale sono le regioni o gli enti da esse delegati nel cui territorio sono rinvenute. Tali funzioni sono attribuite allo Stato (MIMIT e MASE) nel caso di rinvenimento di risorse geotermiche nel mare territoriale o nella piattaforma continentale. Il MASE è anche Autorità competente per quanto riguarda la sperimentazione tramite impianti pilota come disposto dalla L 98/2013. Il rilascio del titolo minerario, in ottemperanza all’art. 3 comma 11 del D.Lgs. 22/2010, resta subordinato alla presentazione di un’idonea fideiussione bancaria o assicurativa commisurata al valore delle opere di recupero ambientale previste al seguito delle attività. L’inventario delle risorse geotermiche nazionali è reso disponibile dal MASE e dal CNR. Ai sensi dell'art. 38-ter della Legge 134/2012, sono infrastrutture e insediamenti strategici gli impianti per l’estrazione di energia geotermica di cui al D.Lgs. 22/2010. I limiti alle emissioni in atmosfera per le centrali geotermoelettriche sono fissati dal D.Lgs. 152/2006. La Regione Toscana ha stabilito valori limite di emissione totale di stabilimento più restrittivi rispetto alla normativa nazionale con applicazione di valori limite di emissione anche per gli impianti AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato). La Legge 34/2022 prevede l'incentivazione di impianti geotermici a bassa entalpia.
Descrizione 2
IRENA (2024), Renewable Energy Statistics 2024, The International Renewable Energy Agency, Abu Dhabi.
Terna (2024), Dati statistici sull'energia elettrica in Italia 2023.
GSE (2022), Energia da fonti rinnovabili in Italia - Rapporto Statistico 2020.
Della Vedova B., Bottio I., Cei M., Conti P., Giudetti G., Gola G., Spadoni L., Vaccaro M., Xodo, L. (2022), Geothermal Energy Use, Country Update for Italy. Proceedings of the European Geothermal Congress 2022. EGEC - European Geothermal Energy Council. https://europeangeothermalcongress.eu/wp-content/uploads/2023/03/Proceedings02-1.pdf
ARS Toscana (2022), Geotermia e salute in Toscana - Rapporto 2021
ARPAT (1999-2022), Monitoraggio delle aree geotermiche toscane, rapporti annuali dal 1999 al 2022
UGI (2017), Stime di crescita della geotermia in Italia 2016 – 2030, con proiezioni al 2050
IPCC (2011), Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, Ch.4 Geothermal energy. https://www.ipcc.ch/report/renewable-energy-sources-and-climate-change-mitigation/geothermal-energy/
Manzella A., Ungarelli C. (2011), La geotermia. Il Mulino Bologna, 127 pp.
http://geodh.eu/ https://www.eurobserv-er.org/heat-pumps-barometer-2021/
https://gdr.openei.org/ https://www.thinkgeoenergy.com/
I dati globali sono affetti da un differente reporting nelle potenze installate (Nominale, Lorda, Netta) e nei quantitativi di energia prodotti. Ciò rende i vari report internazionali diversi tra loro ma comunque restanti nello stesso ordine di grandezza.
Qualificazione dati
Per i titoli minerari e la produzione, i dati di MASE-UNMIG (https://unmig.mase.gov.it/risorse-geotermiche/) sono stati integrati con quelli di Regione Toscana (https://www.regione.toscana.it/-/permessi-concessioni-e-impianti), UGI e Terna (https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/pubblicazioni-statistiche)
Per i dati geotermici profondi si è fatto riferimento al DB Geothopica gestito da CRN ed ENI http://geothopica.igg.cnr.it/i.
Per i dati internazionali a vari siti di riferimento sul tema, citati in riferimenti bibliografici.
(https://www.irena.org/Energy-Transition/Technology/Geothermal-energy; https://www.thinkgeoenergy.com/)
Nazionale, Regionale
1916-2023
Qualificazione indicatore
Elaborazione tramite foglio di calcolo e applicazioni GIS dei dati MASE-UNMIG, Regione Toscana, Unione Geotermica Italiana, Gestore Sistema Elettrico e Terna.
Le 34 centrali geotermiche ad uso energetico sono tutte localizzate all’interno di 10 concessioni toscane (Figura 4) e sono costantemente monitorate dall'ARPAT che certifica, negli ultimi anni, il continuo rispetto dei valori emissivi imposti dalle normative vigenti. In particolare, l'installazione degli AMIS (Abbattimento Mercurio e idrogeno Solforato) ha determinato una sensibile diminuzione delle emissioni di acido solfidrico e mercurio. Gli ultimi superamenti dei valori limite risalgono al 2015. Gli studi più recenti dimostrano che i gas climalteranti sono emessi spontaneamente delle aree geotermiche e non sono legati alle centrali. Le indagini epidemiologiche non hanno evidenziato impatti significativi derivanti della produzione di energia geotermoelettrica. L’abbattimento delle emissioni ha migliorato notevolmente l’ambiente circostante le centrali. L'incremento delle pompe di calore geotermiche e degli altri usi diretti del calore contribuisce a ridurre l'utilizzo delle fonti fossili., tutto ciò permette una valutazione “ambientale” dello stato “buono”.
L'energia geotermica è in crescita in tutto il mondo (Figura 3)). In Italia la potenza efficiente installata è peròstabile dal 2014 e, nonostante le grandi potenzialità, non sono previsti significativi incrementi nel futuro. In aumento l'utilizzo delle risorse a bassa entalpia (Tabella 4) grazie alla crescita delle pompe di calore geotermiche che, tuttavia, sono ancora lontane dal raggiungimento dei numeri dei paesi nord-europei.
Dati
Tabella 1: Titoli minerari per la coltivazione e ricerca di risorse geotermiche in terraferma, per regione e provincia (2023)
Elaborazione ISPRA su dati MASE/Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e la Geotermia e Regione Toscana
a La somma dei titoli provinciali può non corrispondere al totale regionale poichè quelli ricadenti in più di una provincia sono conteggiati più volte, una per ciascuna provincia; ad es. la concessione di coltivazione "Travale" ricade nei territori delle provincie di Siena, Pisa e Grosseto
Tabella 2: Impianti geotermoelettrici italiani suddivisi per tipo di tecnologia utilizzata (2023)
Elaborazione ISPRA su dati Regione Toscana e UGI
Nota: a) I sistemi Dry stream utilizzano vapore ad alte temperatura (>235°) e pressione per muovere una turbina accoppiata ad un generatore elettrico
b) Nei sistemi ad acqua dominante, e con temperature superiori a 150°, il fluido arriva in superfice tramite pozzi e a causa della caduta di pressione (flash) si separa in vapore, inviato alla turbina, e in acqua che viene reiniettata. c) Nei sistemi a ciclo binario il fluido geotermico caldo vaporizza un secondo fluido con temperatura di ebollizione più bassa, che va ad alimentare la turbina in un ciclo chiuso. Tutto il fluido geotermico viene reiniettato. d) Nei sistemi EGS (Enhanced Geothermal System) vengono iniettati a profondità di diversi chilometri (> 3 km) fluidi ad alta pressione, in grado di creare un network di fratture e quindi di generare un serbatoio geotermico artificiale. e) Gruppo binario all'interno dell'impianto Bagnore 3
Tabella 3: Ripartizione percentuale della produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili e incidenza dell'energia geotermica sulla produzione lorda e sui consumi elettrici lordi totali, Italia e Toscana (2023)
Elaborazione ISPRA su dati Terna
Tabella 4: Pompe di calore installate in Europa e incremento percentuale 2019-2021
Elaborazione ISPRA su dati EurObserv'ER
Figura 1: Distribuzione mondiale delle centrali geotermoelettriche (2023)
Elaborazione ISPRA su dati Geothermal Data Repository U.S. Department of Energy (https://gdr.openei.org/)
Ogni anno la Terra rilascia energia pari a circa 40TW, il triplo di tutta l'energia necessaria per i fabbisogni umani. Solo una porzione di tale energia è utilizzabile e di questa solo una piccola parte viene realmente sfruttata. Nella maggior parte dei casi l’energia geotermica sfruttata è quella associata ai sistemi idrotermali (geotermia convenzionale). In questi casi un corpo magmatico caldo presente in profondità riscalda un acquifero e l’acqua circolante diventa il vettore energetico (in fase liquida o gassosa) per il trasporto del calore in superficie, spontaneamente (fumarole, soffioni, geyser ecc.) o tramite pozzi. A causa della dinamica della litosfera i valori più elevati del flusso di calore terrestre e, di conseguenza le aree geotermiche convenzionali, sono localizzati dove masse calde sono più vicine alla superficie, come in corrispondenza dei margini di placca cui è associato anche un intenso vulcanismo (Figure 1 e 2). Nel 2022, 22 paesi nel mondo hanno generato un totale di circa 100 miliardi di kWh di elettricità da energia geotermica (Figura 3 ). Da molti anni la classifica è capeggiata dagli Stati Uniti che sfruttano parzialmente l'enorme potenziale della costa occidentale dove è presente il più grande e famoso campo geotermico al mondo, The Geyser. Dopo essere stata la culla della produzione di energia da fonti geotermiche, con il primo impianto al mondo costruito a Larderello nel 1913, e leader mondiale fino alla metà del secolo scorso, l'Italia è attualmente al settimo posto nella produzione geotermoelettrica. Per il suo assetto geologico, l'Italia è un paese a elevato potenziale geotermico. I fluidi geotermici a temperatura abbastanza elevata per permettere la produzione di energia elettrica (media e alta entalpia) sono localizzati nelle zone a elevato flusso di calore, corrispondenti a corpi magmatici sepolti e ad apparati vulcanici estinti o attivi, come nella fascia costiera tosco-laziale-campana, nelle isole vulcaniche del Tirreno e nell'area etnea (Figura 4). Localmente, come a Larderello e al Monte Amiata, il flusso di calore raggiunge valori molto elevati. Al contrario le risorse a media-bassa entalpia, utilizzabili per usi diretti (riscaldamento di edifici, balneazione, termalismo, serricoltura, acquacoltura ecc.) si trovano anche in molte altre aree del territorio nazionale. Con le pompe di calore geotermiche possono essere sfruttate anche risorse a bassa temperatura presenti quasi ovunque e a piccola profondità. Le risorse geotermiche oggetto di titolo minerario sono concentrate nell’area tosco-laziale. Su un totale nazionale di 36 titoli di concessione e ricerca, 25 ricadono nel territorio toscano e 6 in quello laziale (Figura 5, Tabella 1). La produzione geotermoelettrica è esclusiva di 10 concessioni localizzate nella Toscana centro-meridionale e concentrate nelle zone di Larderello e del Monte Amiata (Figura 6). Le concessioni di Ferrara e di Vicenza sono legate a usi diretti della risorsa geotermica (riscaldamento), mentre la concessione di Valentano nel Lazio non è attualmente produttiva così come quella di Poggio Montone (GR). All'interno delle 10 concessioni toscane sono localizzati (Figura 6) 34 impianti (con 37 sezioni produttive ), 29 dei quali a "vapore dominante" nei campi geotermici di Larderello e Radicondoli e 5 ad "acqua dominante" nella zona del Monte Amiata dove, all'interno dell'impianto Bagnore3 è situato l'unico gruppo binario attualmente funzionante (Tabella 2). La potenza nominale complessiva è di 915,8 MW,(Tabella 2) con una potenza efficiente lorda di 817,1 MW cui corrisponde una produzione, nel 2023, di 5.692 GWh (Figure 7,8). La potenza installata è stabile dal 2014 (Figura 7). L'energia geotermica copre solo il 2,15% della produzione elettrica nazionale, ma in Toscana rappresenta circa il 36% della produzione elettrica regionale e riesce a soddisfare più del 31% dei fabbisogni regionali (Tabella 3). Considerando la produzione elettrica da FER, la geotermia rappresenta circa il 5% a livello nazionale ma arriva al 70% della produzione toscana (Figura 9, Tabella 3). Più diffusi sul territorio nazionale gli usi diretti del calore geotermico, il cui utilizzo principale è quello della climatizzazione degli edifici anche tramite l'utilizzo di pompe di calore geotermiche e reti di teleriscaldamento (Tabella 5). Secondo l’EEA, la climatizzazione degli edifici rappresenta il 50% dei consumi energetici europei ed è evidente l'importante contributo che la geotermia potrebbe portare alla riduzione delle fonti fossili. L'uso delle fonti geotermiche per le reti di teleriscaldamento urbano è in fase di sviluppo ma, nonostante il grande potenziale, resta ancora una minima parte delle fonti energetiche utilizzate per le reti italiane. Il grande utilizzo delle pompe di calore geotermiche nei paesi nordeuropei è chiara testimonianza delle potenzialità di tale tecnologia, che potrebbe contribuire in modo sostanziale anche al riscaldamento residenziale italiano, con conseguente diminuzione dell'utilizzo di fonti fossili e biomasse. Anche se in costante aumento il numero delle pompe geotermiche in Italia, con circa 20.000 pompe di calore geotermiche è ancora molto lontano dai numeri nordeuropei (Tabella 4), tale dato è utile per definire l’ordina di grandezza degli impianti domestici ma è però da considerare non certificato, in attesa che le Regioni si dotino di un catasto ufficiale delle pompe di calore geotermiche. Gli impatti ambientali sono limitati agli usi geotermoelettrici ma possono essere controllati con apposite misure di mitigazione anche nelle aree che, per loro natura geologica, rilasciano inquinanti nell’ambiente (ad esempio tramite soffioni, fumarole, geyser). Le emissioni di gas climalteranti (anidride carbonica e metano) non sono generate dalle centrali che semplicemente convogliano in singoli punti emissivi i gas presenti nei fluidi geotermici e che naturalmente sarebbero stati rilasciati diffusamente in atmosfera attraverso il suolo. Mancando la combustione non vengono emesse polveri sottili o ossidi di azoto, mentre le emissioni convogliate di acido solfidrico e mercurio sono mitigate da appositi sistemi di abbattimento (AMIS). La subsidenza provocata dall'estrazione dei fluidi è mitigata dalla reiniezione delle acque mentre l'impatto paesaggistico può essere limitato da specifiche misure di architettura del paesaggio. Il consumo di suolo e decisamente minore rispetto ad altre FER, in particolare il fotovoltaico. La sismicità indotta, legata all'iniezione ad alta pressione di acqua per fratturare la roccia, è prerogativa dei sistemi geotermici migliorati (EGS-Enhanced Geothermal Systems) non in funzione in Italia. Le indagini epidemiologiche di ARS Toscana non hanno evidenziato significativi impatti sulla salute delle popolazioni derivanti dalla produzione geotermoelettrica, nell'area amiatina deve però essere ulteriormente indagato l'incremento delle concentrazioni ematiche e urinarie di mercurio, tallio e arsenico tenendo ben in conto i valori naturali di fondo nelle acque e nei suoli. I fluidi geotermici possono contenere elevate quantità di elementi indispensabili per tutta l'industria legata alla green economy, come il litio e le terre rare, che possono essere adeguatamente recuperati. In particolare, i fluidi geotermici delle zone vulcanico-geotermiche peritirreniche (Toscana-Lazio-Campania) presentano concentrazioni di litio fino a 480 mg/l (Figura 10). Tali valori sono circa il doppio di quelli riscontrati nelle salamoie del campo geotermico californiano di Salton Sea, considerato dagli statunitensi come la fonte che permetterà agli USA di raggiungere l'indipendenza dai mercati esteri del litio. Attualmente sono stati rilasciati 6 permessi di ricerca nell'area del Lago di Bracciano, con lo scopo di valutare la fattibilità dell'operazione.