Descrizione 1
Alessandro Calabrese, Lucilla Carnevali, Stefania Ercole, Piero Genovesi
L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza in Italia delle specie alloctone animali e vegetali, attraverso la loro consistenza numerica, mostrando i trend di introduzione nel territorio nazionale nell'ultimo secolo, il tasso medio annuo di introduzione (numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno), i vettori di ingresso (secondo le categorie CBD) e la distribuzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Il numero di specie alloctone in Italia è in progressivo e costante aumento. Sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche introdotte nel nostro Paese sono state quasi 3.800, di cui 3.659 attualmente presenti sul territorio. Il numero medio di specie introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, passando da 6 specie/anno degli anni ’70, a 16 specie/anno nello scorso decennio, per arrivare alle quasi 30 specie/anno nel decennio in corso. Anche l’andamento del numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 conferma questo andamento esponenziale, con un aumento in 120 anni di oltre il 500%.
Secondo la CBD (Convention on Biological Diversity) per specie alloctona (esotica, aliena, introdotta, non-nativa) deve intendersi "una specie, sottospecie o gruppo tassonomico di livello gerarchico più basso introdotta (a causa dell'azione dell'uomo, intenzionale o accidentale) al di fuori della propria distribuzione naturale passata o presente, inclusa qualunque parte della specie, gameti, semi, uova o propagoli di detta specie che potrebbero sopravvivere e conseguentemente riprodursi". Per specie alloctona invasiva deve intendersi "una specie alloctona la cui introduzione e/o diffusione minaccia la biodiversità".
L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza delle specie alloctone animali e vegetali in Italia, attraverso la loro consistenza numerica e mostra sia i trend di introduzione di specie alloctone nel territorio nazionale nell'ultimo secolo, sia il tasso medio annuo (numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno). I dati utilizzati per l'indicatore sono stati estratti dalla Banca Dati Nazionale Specie Alloctone, realizzata da ISPRA su incarico del MASE, costantemente aggiornata e consultabile sul sito www.specieinvasive.isprambiente.it
L’indicatore riporta anche i distributivi dati relativi alla rendicontazione esennale ai sensi dell’art.24 del Regolamento UE 1143/14.
L'indicatore è utile a rappresentare il fenomeno delle invasioni biologiche che causa danni alla biodiversità, ai servizi ecosistemici, alla salute umana e all'economia.
Dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore il Regolamento (EU) 1143/2014 del Parlamento e del Consiglio europei sulla prevenzione e la gestione dell'introduzione e la diffusione delle specie aliene invasive. Il Regolamento fissa le regole per prevenire, ridurre al minimo e mitigare l'impatto sulla biodiversità, sui servizi ecosistemici, sulla salute umana e sull'economia dovuto all'introduzione e diffusione, sia deliberata che accidentale, di specie aliene invasive all'interno dell'Unione Europea. La Commissione ha adottato un elenco di specie invasive rilevanti per l'Unione, che è aggiornato di continuo e revisionato almeno ogni 6 anni. Le specie presenti in questo elenco non possono essere intenzionalmente introdotte nel territorio europeo, né essere allevate, trasportate, immesse sul mercato o rilasciate nell'ambiente. Il Regolamento stabilisce l’obbligo di mettere a punto un sistema di sorveglianza per il rilevamento precoce e l'eradicazione rapida delle specie di rilevanza unionale ancora assenti dal territorio dello Stato membro, nonché l’obbligo di attuare misure di gestione efficaci per le specie già presenti. Inoltre, ogni Stato membro deve svolgere un’analisi approfondita dei vettori tramite i quali le specie esotiche invasive sono introdotte e si diffondono nel proprio territorio, elaborando e attuando un piano d’azione per i vettori prioritari individuati. Spetta agli Stati membri il compito di adottare le misure necessarie per garantire l'applicazione del Regolamento e prevedere le sanzioni in caso di violazione. Infine, è previsto un sistema di autorizzazioni e permessi speciali per consentire alcune attività con le specie aliene invasive, come ad esempio attività di ricerca o conservazione. Gli Stati membri possono istituire elenchi nazionali di specie invasive, anche al fine di introdurre misure di prevenzione e gestione su scala nazionale. Il Decreto legislativo n. 230/17 di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE 1143/2014, entrato in vigore il 14 febbraio 2018, stabilisce le misure per: i controlli ufficiali necessari a prevenire l’introduzione deliberata delle specie di rilevanza unionale e nazionale, il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai divieti, l’istituzione di un sistema nazionale di sorveglianza, le misure di gestione volte all’eradicazione o contenimento delle specie di rilevanza unionale e nazionale e la disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni. A giugno 2019 l’Italia ha inviato i dati per la prima rendicontazione prevista ai sensi dell’art. 24 del Regolamento UE sulle specie aliene di rilevanza unionale. Nel 2025 è prevista la seconda rendicontazione.
Descrizione 2
Aleffi, Tacchi, Cortini Pedrotti, 2008. Check-list of the Hornworts, Liverworts and Mosses of Italy. Bocconea, 22.
Bartolucci et al., 2018. An updated checklist of the vascular flora native to Italy. Plant Biosystems 152(2): 179-303.
Bartolucci F., Peruzzi L., Galasso G., ... & F. Conti, 2024. A second update to the checklist of the vascular flora native to Italy. Plant Biosystems, An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology, 158 (2): 219-296, DOI: 10.1080/11263504.2024.2320126
Galasso et al., 2018. An updated checklist of the vascular flora alien to Italy. Plant Biosystems, 152(3), 556-592.
Galasso G., Conti F., Peruzzi L., ... & Bartolucci F., 2024. A second update to the checklist of the vascular flora alien to Italy. Plant Biosystems, An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology, 158(2), 297-340.
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) - Banca Dati Nazionale Specie Alloctone
Minelli, Ruffo, La Posta (eds.), 1993-1995. Checklist delle specie della fauna italiana. Fascicoli 1-110. Edizioni Calderini, Bologna
Ruffo, Stoch (eds), 2007. Checklist and distribution of the Italian fauna. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2 serie, Sezione Scienze della Vita, 17 (2006): 1-303 with CD ROM.
Seebens H., Blackburn T.M., Essl F., 2017. No saturation in the accumulation of alien species worldwide. Nature Communications, 8, 14435. http://www.nature.com/articles/ncomms14435
I dati utilizzati rappresentano una sottostima della consistenza del fenomeno, sia a causa della limitata quantità di studi specifici in particolare in determinate aree geografiche, sia per il ritardo con cui le specie vengono identificate. Per alcuni gruppi tassonomici i dati sono ancora carenti (in particolare per i funghi e i licheni).
È necessario colmare le lacune in merito alle date di introduzione delle specie aliene in Italia, almeno dal secondo dopoguerra ad oggi.
Qualificazione dati
La Banca Dati Nazionale Specie Alloctone è consultabile on-line sul sito www.specieinvasive.isprambiente.it
Nazionale
(Neolitico) - 1500 – 2024 (date riportate nei riferimenti bibliografici)
Qualificazione indicatore
L'indicatore è stato elaborato calcolando diversi sub-indicatori a partire dai dati aggiornati a novembre 2024 derivanti dalla Banca Dati Nazionale Specie Alloctone (ISPRA). L'elaborazione è costituita da semplici operazioni di calcolo. L'indicatore si basa sull'intero campione di dati relativi alle specie alloctone animali e vegetali (e non solo sulle specie alloctone invasive).
Per il calcolo del tasso di introduzione sono state considerate unicamente le specie aliene sull’intero territorio nazionale e presenti in maniera stabile, con periodo o data di introduzione successivi al 1900. Sono state quindi escluse le specie con status incerto o di origine aliena solo in una parte del territorio nazionale e tutte le specie presenti in maniera occasionale, sporadica o le specie introdotte che si sono poi estinte o sono state eradicate. Infine, sono stati esclusi gli invertebrati cosiddetti pest agricoli e/o forestali, specie legate a colture delimitate nello spazio (es. Heterodera elachista, un nematode giapponese legato alle cisti del riso e del mais, arrivato in Italia tra il 2012 e il 2013). Quest’ultima scelta è basata sul fatto che il Regolamento EU 1143/14 in maniera esplicita esclude l’applicazione dei divieti per queste specie, già coperte da altri strumenti normativi. Per l’analisi delle date di introduzione è stata seguita la metodologia di Seebens et al. (2017).
Il numero di specie alloctone in Italia risulta particolarmente elevato: sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche (o ancora di status incerto) introdotte nel nostro Paese sono state più di 3.800, di cui 3.659 attualmente presenti quasi equamente distribuite tra specie vegetali e animali. Il totale comprende anche le specie con uno status incerto (definite cripotgeniche e per lo più appartenenti al gruppo degli artropodi terrestri e di diversi taxa marini) e le specie esotiche in una parte del territorio nazionale. È necessario ribadire che questi numeri rappresentano una sottostima in particolare per alcuni gruppi tassonomici (quali ad esempio funghi, cromisti e protozoi), anche per la difficoltà di rilevare tempestivamente la presenza di nuove specie.
Il trend è considerato negativo in quanto rimane costante e progressivo l’aumento delle specie alloctone in Italia: tale numero è passato dalle 3.182 specie presenti nel 2017 alle 3.659 specie attualmente presenti. Inoltre, anche osservando il tasso medio annuo di introduzione (Figura 2), si evidenzia un andamento di crescita esponenziale. Ad una prima fase di sostanziale stabilità (1900-1950), con tassi medi di introduzione al di sotto di 2 specie/anno, è seguita una fase di aumento del tasso che, inizialmente moderato, a partire dagli anni ’70 è divenuto molto più consistente arrivando a valori superiori a 7 specie/anno, per raggiungere il suo massimo nel decennio in corso, con oltre 30 specie/anno. Anche l’andamento del numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 conferma questo andamento esponenziale, con un aumento in 120 anni di oltre il 500% (Figura 3).
Dati
Figura 1: Numero di specie alloctone italiane, attualmente presenti in Italia, appartenenti ai principali gruppi tassonomici e percentuale di alloctone sul totale complessivo di specie, calcolata per ciascun gruppo (sono esclusi Funghi e Alghe)
ISPRA - Banca Dati Nazionale Specie Alloctone. Agg. novembre 2024
Figura: 2 Numero di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 e tasso medio annuo di nuove introduzioni, calcolati su 834 specie di data introduttiva certa
ISPRA - Banca Dati Nazionale Specie Alloctone. Agg. novembre 2024.
Per il calcolo del tasso di introduzione, sono state considerate unicamente le specie aliene (status = 1.0) sull’intero territorio nazionale: sono state quindi escluse le specie con status incerto (status = 3 o 4) o di origine aliena solo in una parte del territorio nazionale (status = 1.1).
Sono state considerate solo le specie presenti in maniera stabile (occurrence = 2.0, 2.1, 2.2): sono state escluse tutte le specie assenti (occurrence = 1.0), segnalate erroneamente (occurrence = 1.1), estinte (occurrence = 1.2), eradicate (occurrence = 1.3), intercettate (occurrence = 1.4), presenti in maniera occasionale (occurrence = 3.0), presenti in strutture di contenimento (occurrence = 4.0), incerte (occurrence = 5.0), indefinite (occurrence = 9.9).
Sono stati esclusi gli invertebrati cosidetti pest agricoli e/o forestali (pest = a, f, a/f), specie legate a colture delimitate nello spazio (es. Heterodera elachista, un nematode giapponese legato alle cisti del riso e del mais, arrivato in Italia tra il 2012 e il 2013).
Sono state considerate solo le specie con periodo o data di introduzione successivi al 1900: sono stati esclusi i record senza data, quelli con data solo 1500 e quelli precedenti al 1900; sono state scelte le date precise, quando presenti, o quelle contenute nel campo "data_prima".
Il numero di specie alloctone in Italia si conferma in progressivo e costante aumento. Tale incremento è correlabile all'aumento degli scambi commerciali e allo sviluppo dei sistemi di trasporto che si è verificato in Europa a partire in particolare dal secondo dopoguerra e alla mancanza di sistemi di biosicurezza efficienti sul territorio che possano prevenire nuovi arrivi
In Figura 1 è possibile osservare la consistenza numerica delle specie alloctone e criptogeniche (anche presenti in modo occasionale) italiane appartenenti ai principali gruppi tassonomici animali e vegetali e la proporzione tra specie alloctone introdotte e numero totale di specie (autoctone + alloctone) stimate in Italia per ciascun gruppo. Le specie autoctone in una parte del territorio italiano (e introdotte in un’altra parte) sono state considerate come specie autoctone.
Rispetto alla precedente fotografia, relativa ai dati del dicembre 2021, gli aumenti più rilevanti nelle percentuali di specie alloctone rispetto al numero totale di specie presenti sul territorio nazionale (tra il 2 e il 4%) si evidenziano nei gruppi dei rettili e degli uccelli.
Dall’analisi del tasso di introduzione (Figura 2) si evince chiaramente che il numero medio di specie introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, arrivando a 13 specie all’anno nel decennio 2000-2009 e a 16 specie all'anno nell’ultimo decennio 2010-2019. Nei primi 4 anni del decennio in corso il tasso di introduzione risulta quasi raddoppiato (29,2 specie/anno). Si sottolinea come il dato assoluto di nuove introduzioni per decennio rappresenti sicuramente una sottostima, essendo le conoscenze sulle date di introduzioni delle specie nei passati decenni piuttosto scarse (pari al 20% delle specie inserite nella banca dati). Negli ultimi anni, invece, in cui le date di introduzione delle specie sono maggiormente note, la sottostima può derivare dalla difficoltà di intercettare nuove presenze sul territorio in modo tempestivo. Per dettagli relativi alle scelte operate per il calcolo del tasso di introduzione si veda il campo “Descrizione della metodologia di elaborazione”.
Anche calcolando il numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 (Figura 3) si conferma l’andamento esponenziale del fenomeno: in 120 anni le specie aliene introdotte sono aumentate di oltre il 500%. Dal 2019 il numero delle nuove introduzioni per anno supera le 30 e il 2020 risulta l’anno con il numero massimo di introduzioni di nuove specie (n = 36).
A giugno 2019 è stata consegnata la prima rendicontazione prevista ai sensi dell’art. 24 del Regolamento UE 1143/14 sulle specie esotiche invasive inserite nell’elenco di rilevanza unionale. La mappa (Figura 4) si riferisce alla distribuzione, rappresentata mediante celle 10x10 km2, delle 30 specie presenti in Italia (su 48 totali in elenco). Si evidenzia una concentrazione di specie nel Nord del paese, in particolare nell’area della Pianura padana, a cui si aggiungono due piccoli hot spots in Italia centrale corrispondenti alla Pianura pontina nel Lazio e all’area di Firenze. Nel 2025 è prevista la seconda rendicontazione ai sensi ai sensi dell’art. 24 del Regolamento UE 1143/14 grazie alla quale si effettuerà un aggiornamento.
L’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale è stato aggiornato due volte dall’emanazione del Regolamento e attualmente comprende 88 specie, di cui 47 già presenti in ambiente naturale in Italia.