Descrizione 1
Giovanni Finocchiaro, Silvia Iaccarino
Durante gli anni della pandemia, 2020 e 2021, il settore turistico italiano ha subito una drastica riduzione dell'attività economica a causa delle restrizioni sui viaggi e delle misure di contenimento del virus. Questa contrazione ha portato a una diminuzione significativa del valore aggiunto prodotto dal settore. Tuttavia, le emissioni di CO₂ equivalente non sono diminuite in proporzione, poiché alcune fonti di emissione, come il mantenimento delle infrastrutture turistiche e le emissioni indirette legate al settore, sono rimaste relativamente costanti. Di conseguenza, l'intensità di emissione, misurata in tonnellate di CO₂ equivalente per milione di euro, è aumentata in questi anni, poiché le stesse o simili quantità di emissioni erano associate a un minor output economico.
Nel 2022, con la ripresa delle attività turistiche e l'aumento del valore aggiunto prodotto, l'intensità di emissione è diminuita significativamente, tornando sotto i livelli del periodo pandemico. Questo risultato riflette una maggiore efficienza del settore, dove la crescita economica ha superato l'incremento delle emissioni. Tuttavia, l'Italia si posiziona ancora sopra la media europea, indicando margini di miglioramento nella sostenibilità ambientale del turismo.
L’indicatore fa parte del pilastro “verde” relativo agli impatti ambientali del Dashboardi del turismo dell’Unione Europea. Misura la quantità di emissioni di gas serra prodotte dall'ecosistema turistico per milione di euro di valore aggiunto lordo nel settore turistico. L’ indicatore comprende i seguenti gas a effetto serra: CO2, N2O, CH4, HFC, PFC, SF6NF3, tutto in CO2 equivalente. Valori più bassi indicano un minore contributo alle emissioni di gas serra e all'inquinamento atmosferico per milione di euro di valore aggiunto generato dall'ecosistema turistico della destinazione. Tra le attività turistiche quelle che principalmente contribuiscono alle emissioni di gas serra sono i trasporti (aereo, su strada e navi da crociera), gli hotel, i resort e altre forme di alloggio turistico che consumano energia per riscaldamento, raffreddamento, illuminazione e altre funzioni. Le attività ricreative che richiedono l'uso di veicoli motorizzati, gli impianti di risalita e le attrezzature per lo sci, per citarne alcune.
Fornire una stima di quante emissioni di gas serra sono attribuibili all’ecosistema turistico.
L’indicatore non ha alcuna normativa di riferimento né relativi obiettivi.
Descrizione 2
Tourism GHG intensity - Green pillar - National | Indicator Map view (europa.eu)
Qualificazione dati
Conti delle emissioni atmosferiche per attività NACE Rev. 2 (env_ac_ainah_r2)
https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-datasets/-/env_ac_ainah_r2
Conti nazionali aggregati per branca di attività economica per attività NACE Rev. 2 (nama_10_A64)
https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-datasets/-/nama_10_a64
Settori NACE a 2 cifre considerati: I55-I56, N79, R90-R92, R93 [ESTAT]
https://ec.europa.eu/eurostat/web/metadata/classifications
Nazionale
2019-2022
Qualificazione indicatore
L'indicatore si ottiene dividendo la quantità di emissioni di gas serra prodotte dalle attività dell'ecosistema turistico e il valore aggiunto lordo (nel settore turistico.
Nel 2022, l'Italia ha ridotto l'intensità di emissione dei gas serra nel turismo a 70,6 tonnellate di CO₂ equivalente per milione di euro, rispetto ai valori più elevati registrati nel 2020 (116,9) e nel 2021 (101,9). Questo valore indica un ritorno a livelli pre-pandemia, ma resta superiore alla media dell'Unione Europea (51,4 t CO₂-eq/milioni di euro), posizionando l'Italia tra i paesi con un impatto ambientale relativamente alto nel settore turistico (Tabella 1).
Dal 2019 al 2022, l'andamento dell'intensità di emissione di gas serra nel turismo ha seguito una curva caratterizzata da un forte aumento nel biennio pandemico, seguito da un calo nel 2022. Il picco del 2020-2021 è stato determinato dalla contrazione dell'attività economica, mentre il 2022 segna una ripresa con un'efficienza maggiore. Nonostante questa riduzione, l'Italia rimane sopra la media UE, suggerendo la necessità di ulteriori politiche di sostenibilità nel settore turistico per ridurre l'impatto ambientale nel medio-lungo periodo.
Dati
Tabella 1: Distribuzione nazionale delle intensità dei gas a effetto serra nel turismo
JRC, su dati Eurostat
L'analisi comparativa mostra che nel 2022 l'Italia (70,6 t CO₂-eq/milioni di euro) si colloca tra i paesi con livelli di emissioni superiori alla media europea (51,4 t CO₂-eq/milioni di euro), sebbene abbia registrato una notevole riduzione rispetto agli anni pandemici. Il confronto con altri paesi evidenzia come le economie turistiche dell'Europa orientale, come Polonia (163,1) e Romania (127,2), presentino valori più elevati, mentre paesi dell'Europa occidentale come Germania (36,3) e Spagna (37,2) abbiano livelli più contenuti. (Figura 1) Questo suggerisce che l'Italia probabilmente debba accelerare gli sforzi per migliorare la sostenibilità ambientale del turismo, investendo in soluzioni a basso impatto e in strategie di decarbonizzazione del settore.