Descrizione 1
Giovanni Finocchiaro, Silvia Iaccarino
L'indicatore misura la dipendenza del turismo italiano dai mercati internazionali, soprattutto da quelli più distanti, con l'obiettivo di valutare l'impatto ambientale legato ai trasporti a lungo raggio. L'Italia, essendo una destinazione turistica globale, è influenzata dalle distanze che i turisti percorrono per visitarla. L'aviazione, in particolare, gioca un ruolo cruciale, contribuendo alle emissioni di CO2 a cui concorre, inoltre, l’aumento degli arrivi turistici. Tra il 2015 e il 2019, il turismo ha visto una continua crescita, la proporzione fra i turisti nazionali e i turisti provenienti dai paesi lontani è costante; questo andamento si è interrotto con la pandemia COVID-19 nel 2020. Tuttavia, nel 2022 e 2023, il settore ha mostrato una forte ripresa, con una distribuzione territoriale dei turisti provenienti da origini lontane con valori in linea con il periodo precedente.
L’indicatore fa parte della dimensione ambientale della dashboard del turismo dell’Unione Europea e misura la dipendenza del turismo italiano da mercati internazionali lontani. I paesi di origine sono considerati distanti se si trovano a una distanza di 2.000 km o più dalla destinazione. Un alto valore dell'indicatore implica un'impronta ambientale potenzialmente più elevata a causa dei viaggi a lunga distanza.
A tal fine si considera il numero delle notti trascorse in strutture ricettive (presenze) dei turisti provenienti da paesi lontani, in quanto il loro viaggio genera degli impatti, sia in termini di infrastrutture sia di emissioni.
Mostrare il potenziale impatto ambientale dovuto al turismo da mercati internazionali lontani.
L’indicatore non risponde a specifici riferimenti normativi.
Descrizione 2
https://tourism-dashboard.ec.europa.eu
Qualificazione dati
http://dati.istat.it/ "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi - dati annuali"- Paese di origine.
Nazionale, Regionale
2015-2023
Qualificazione indicatore
L'indicatore è calcolato come il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive (presenze) da parte di turisti stranieri provenienti da origini lontane. I paesi sono considerati distanti se il 50% o più del loro territorio si trova a una distanza di 2.000 km o più dalla destinazione (dal centro del territorio italiano). Sono calcolate anche le presenze dei turisti provenienti dalle distanze vicine (<2.000km) e quelli nazionali.
Nel 2023, il turismo in Italia ha raggiunto 447,2 milioni di presenze totali, con una netta ripresa rispetto agli anni della pandemia. Tuttavia, la crescente quota di presenze turistiche provenienti da paesi distanti più di 2.000 km, che ha raggiunto il 13,5% del totale, rappresenta un fattore critico dal punto di vista ambientale. (Tabella 1, Figura 2) Questi viaggi a lungo raggio, prevalentemente effettuati in aereo, contribuiscono in modo significativo all’aumento delle emissioni di gas serra e all'impatto ambientale complessivo del settore turistico. Mentre le presenze turistiche nazionali e da paesi più vicini contribuiscono in misura minore alle emissioni derivanti dai trasporti, la dipendenza da turisti che viaggiano da grandi distanze indica un’impronta ecologica più elevata. La sfida attuale è trovare un equilibrio tra l'accoglienza di turisti da mercati lontani e la necessità di limitare l'impatto ambientale, promuovendo modalità di viaggio più sostenibili.
Nel periodo 2015-2019, la quota di turisti provenienti da paesi distanti è aumentata progressivamente, passando dal 12,4% al 13,7%. (Tabella 1, Figura1). Questo trend, sebbene positivo dal punto di vista economico, è negativo per l’ambiente a causa dell’impatto associato ai viaggi aerei a lungo raggio, che contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2. Nel 2020 e 2021, a seguito della pandemia, questa quota è crollata rispettivamente al 3,9% e 3,6%, causando una riduzione temporanea delle emissioni legate al trasporto turistico. Con la ripresa del turismo nel 2022 e 2023, la quota è risalita al 9,8% e al 13,5%, ritornando ai livelli pre-pandemici. Questo recupero indica una tendenza a lungo termine verso una maggiore dipendenza dai mercati turistici distanti, con effetti potenzialmente dannosi sul clima e sull’ambiente, poiché il trasporto aereo rimane tra i maggiori contributori alle emissioni globali.
Tuttavia, si ritiene di dare una valutazione del trend stabile/intermedia seppur tendente al negativo, poiché la crescita della quota di turisti da paesi lontani è un indicatore di ripresa economica, ma allo stesso tempo rappresenta una pressione crescente sull'ambiente a causa delle emissioni legate al trasporto aereo.
Dati
Tabella 1: Presenze suddivise in base alle distanze dal paese di origine
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
La distanza va calcolata dal centro del territorio italiano al centro del paese di origine. Ci sono tre categorie: Italia, paesi distanti dall'Italia meno di 2.000 km e paesi distanti dall'Italia più del 2.000 km
Nel 2023, i turisti provenienti da paesi esteri sono aumentati di oltre 33 milioni rispetto al 2022, raggiungendo 234,2 milioni di presenze. Di questi, 173,9 milioni provengono da paesi distanti meno di 2.000 km, mentre 60,2 milioni da paesi più lontani. La ripartizione evidenzia una moderata dipendenza dai mercati lontani, con una quota che torna ai livelli pre-pandemici. Regioni come il Lazio, Campania, Lombardia e la Toscana continuano a ricevere una percentuale significativa di turisti provenienti da paesi distanti, contribuendo all'impronta ambientale legata ai viaggi internazionali (Figura 3). Per ridurre l'impatto ambientale, è essenziale promuovere il turismo domestico e incentivare l'uso di mezzi di trasporto più sostenibili, come il treno, per i viaggi intraeuropei.