Descrizione 1
Francesca Assennato, Marco Di Leginio, Nicola Riitano, Andrea Strollo
Il sequestro e lo stoccaggio di carbonio costituiscono un servizio di regolazione assicurato dai diversi ecosistemi terrestri e marini grazie alla loro capacità di fissare gas serra, seppur con diversa entità, secondo modalità incrementali rispetto alla naturalità dell’ecosistema considerato (tale regola vale in generale e nel contesto mediterraneo e del nostro Paese). Questo servizio contribuisce alla regolazione del clima a livello globale e gioca un ruolo fondamentale nell’ambito delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici. Fra tutti gli ecosistemi terrestri, quelli forestali naturali e seminaturali presentano il più alto potenziale di sequestro di carbonio. Nel pool suolo, in particolare, il carbonio organico costituisce circa il 60% della sostanza organica presente e svolge un'essenziale funzione positiva su molte proprietà del suolo. Partendo dalla mappatura realizzata nell’ambito della GSP (Global Soil Partnership- GSOC map) per il serbatoio suolo, dai dati dell'Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC) e dalle informazioni sulla copertura e consumo di suolo della cartografia ISPRA, l'indicatore fornisce una stima delle quantità di Carbonio Organico contenuto nei quattro pool per i suoli italiani e la variazione determinata dal consumo di suolo nel periodo 2012-2020 e 2012-2021. Lo stock per il 2012 è stimato essere di oltre 2,6 miliardi di tonnellate, un valore che fino al 2021 è stato intaccato per oltre 3,2 milioni di tonnellate e che è in costante diminuzione e con velocità annuali di perdita che ancora aumentano in otto regioni su venti.
L'indicatore carbonio organico dei suoli e impatto del consumo di suolo fornisce informazioni sul contenuto di carbonio organico (CO) negli ecosistemi terrestri e sull'impatto del consumo di suolo sullo stock. La stima dello stock complessivo di carbonio organico (CO) negli ecosistemi terrestri è fornita come dato complessivo per i quattro serbatoi (pool) costituiti dalla biomassa epigea, biomassa ipogea, suolo e sostanza organica morta, basato su stime specifiche per ciascun pool. È inoltre rappresentata la variazione dello stock nel tempo determinata dal consumo di suolo (conversione della copertura del suolo da naturale o seminaturale ad artificiale) che si basa sul monitoraggio del cambio di copertura del suolo nel tempo. L'effetto del consumo di suolo si assume pari all'azzeramento del contenuto di carbonio organico nei quattro serbatoi. L’indicatore considera la valutazione dello stock per l’anno 2012 e la variazione al 2020 e 2021, nonché la tendenza rappresentata in termini di andamento del valore medio del periodo.
Descrivere la quantità di carbonio organico (CO) contenuta nei quattro serbatoi di carbonio degli ecosistemi terrestri (biomassa epigea, biomassa ipogea, suolo e sostanza organica morta) e l'impatto prodotto dal consumo di suolo sullo stock complessivo, permettendo confronti temporali e spaziali a supporto dei processi decisionali.
La normativa vigente non fissa nessun limite e regolamentazione sul quantitativo di carbonio organico nel suolo. Tra gli obiettivi riportati nella nuova Strategia sul suolo (2021), sono previste numerose azioni da adottare con urgenza per combattere la desertificazione, ripristinare le terre degradate ed ottenere la neutralità del degrado del suolo, in particolare il ripristino delle superfici di ecosistemi ricchi di carbonio, il raggiungimento del consumo netto di suolo pari a zero e proteggere la funzione ecosistemica del suolo che funge da serbatoio principale di carbonio. Il ruolo fondamentale della sostanza organica per la funzionalità dei suoli è inoltre recepito nelle varie programmazioni della Politica Agricola Comune e nei Piani di Sviluppo Rurale dove sono generalmente contenute misure atte a mantenere e/o incrementare la sostanza organica nei suoli.
Descrizione 2
FAO, 2018 - Global Soil organic Carbon Map. Technical Report Munafò, M. (a cura di), 2022. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022. Report SNPA 32/22. https://www.snpambiente.it/2022/07/26/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2022/ Annesso metodologico Servizi Ecosistemici https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/resolveuid/26ada36b53354d84a408322fe04e9617 Commissione Europea, 2021 - COM/2021/699 final, disponibile su: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52021DC0699 Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC, 2005)
Non esistendo una rete di monitoraggio nazionale per lo stock di carbonio organico nel serbatoio suolo, l'informazione disponibile per questo serbatoio risente di dati non coevi e delle diverse procedure adottate in laboratorio per la determinazione del carbonio organico. Inoltre, non sono ancora disponibili aggiornamenti sulla copertura del suolo successivi al 2018, e informazioni della ripartizione delle quantità di carbonio organico nelle varie tipologie forestali dell’INFC (Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio) successive al 2015, che consentirebbero una valutazione più tempestiva dello stock e un miglioramento nella valutazione dei cambiamenti nei singoli serbatoi, dovuti ad azioni di ripristino o impatti recenti.
È certamente necessaria l’armonizzazione delle informazioni regionali sul contenuto di Carbonio Organico dei suoli, con la creazione di una rete di monitoraggio nazionale finalizzata ad avere a disposizione dati sul serbatoio suolo spazialmente e temporalmente ben distribuiti, con una serie temporale adatta allo scopo e con procedure standardizzate di determinazione del contenuto del carbonio. Il quadro conoscitivo complessivo potrà inoltre essere notevolmente migliorato a seguito dell’integrazione con le informazioni forestali sulla distribuzione delle specie e parametri di crescita che vengono aggiornati con minore frequenza delle carte di copertura del suolo e non permettono quindi un tempestivo aggiornamento delle stime.
Qualificazione dati
http://54.229.242.119/GSOCmap/ (Global Soil Partnership, 2018) http://groupware.sinanet.isprambiente.it/uso-copertura-e-consumo-di-suolo/library/consumo-di-suolo
nazionale /regionale
I dati sullo stock complessivo sono disponibili al 2012, le variazioni rispetto allo stock sono disponibili per il 2020 e il 2021.
Qualificazione indicatore
Lo stock di carbonio nei quattro serbatoi è stimato in funzione della tipologia d’uso/copertura del suolo, disponibile per l'anno 2012 (Carta di Copertura del suolo ISPRA) e alla variazione prodotta dal consumo di suolo nel periodo 2012-2021 (Carta del consumo di suolo ISPRA). L’indicatore considera sia la variazione nell'intero periodo (ossia dal 2012) sia il trend della variazione dell'ultimo anno, in termini di andamento del valore medio del periodo. Viene inoltre fornito come indicatore del livello di perdita, la perdita media dell'ultimo anno in rapporto allo stock iniziale (anno 2012). L'indicatore fornisce informazioni sul contenuto di carbonio organico (CO) negli ecosistemi terrestri partendo dal dato sul contenuto di carbonio organico nel suolo, costituito dalla Carta nazionale del Carbonio organico realizzata nel 2018. L’elaborazione nazionale sui dati del carbonio organico è stata fatta applicando tecniche di Digital Soil Mapping (reti neurali con Radial Basis Function) a una selezione di circa 6.700 profili rappresentativi, selezionati dalle regioni e raccolti nell’arco temporale compreso tra il 1990 e 2013. Sono state inoltre selezionate una serie di covariate categoriche (geologia, geomorfologia, uso del suolo, strati tematici del suolo) e continue (DEM, dati climatici e caratteristiche del suolo), armonizzati i vari metodi analitici utilizzati (Walkley Black, Springer Klee e Analizzatore Elementare) e sviluppate delle pedofunzioni per la stima della densità apparente. Per la Pianura Padana è stata anche considerata la distribuzione dei pedo-paesaggi derivata dalla carta ecopedologica in scala 1:250.000. Per gli altri serbatoi la stima viene effettuata sulla base di informazioni dall’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC, 2005) e da ricerche bibliografiche deriva l’identificazione dei coefficienti specifici dei diversi serbatoi (Sallustio et al., 2015) e delle diverse classi di copertura del suolo (Vitullo et al., 2007; ISPRA, 2014; Di Cosmo et al., 2016). L'elaborazione dello stock complessivo nei quattro serbatoi di carbonio legati al suolo e degli impatti del consumo di suolo sullo stock di carbonio organico utilizza uno schema semplificato del complesso ciclo del carbonio; in particolare considera costante il quantitativo di carbonio nel tempo, avendo come unico fattore di variazione quello relativo alla copertura del suolo e non prende in considerazione i trasferimenti di carbonio tra un pool e un altro. A partire da questi dati viene caratterizzato, attraverso analisi spaziali in ambiente GIS, il contenuto di carbonio associato a ciascuna copertura e la somma dei quattro serbatoi per l’intero territorio nazionale, utilizzando come dato riferimento per la copertura del suolo le carte di uso del suolo (CUS) proposte dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Munafò M., 2022) disponibili per le annualità 2012 e 2018.
Non è possibile una valutazione dello stato in quanto non sono disponibili dati di confronto. Sono però rappresentate informazioni utili relative alla variabilità del contenuto di carbonio organico nei suoli in funzione dei fattori pedogenetici (geologia, clima, vegetazione). La cartografia nazionale del 2018 (Figura 1) evidenzia lo stretto legame tra carbonio organico e le covariate selezionate: valori più alti si osservano nell’arco alpino e appenninico, nelle aree caratterizzate solitamente da maggiore naturalità e da litologie prevalentemente calcaree e nelle zone boscate non montane. Viceversa, valori inferiori si hanno nelle aree costiere, nei fondovalle e nelle pianure urbanizzate, solitamente caratterizzate da temperature più alte, litologie argillose e nelle aree agricole. I risultati finali (Figura 1) sono rappresentati su un grid di 1 km, che mostrano la distribuzione sul territorio nazionale dell'accumulo complessivo di carbonio organico nel serbatoio suolo (primi 30 cm), pari a 2,56 miliardi di tonnellate.
Il trend dell’impatto del consumo di suolo rappresenta la variazione dello stock di carbonio organico complessivo nei quattro serbatoi legati al suolo, valutato rispetto al 2012. Il trend è negativo, rispetto allo stock al 2012 si evidenzia, infatti, una diminuzione rispettivamente di 2,9 milioni di tonnellate al 2020 e 3,3 milioni di tonnellate al 2021 (Tabella 1). Il confronto della media annuale sui due periodi rispettivamente 2012-2020 e 2012-2021 offre un’indicazione sulla velocità della perdita. A fronte del trend complessivamente negativo nell’intero periodo (2012-2021), tra il 2020 e il 2021 si registra un aumento della perdita media annuale, che supera le 363 mila tonnellate nel 2021, con andamenti regionali che si discostano anche in maniera importante (Tabella 1). Gli incrementi maggiori della perdita media annuale si registrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Campania dove il fenomeno del consumo di suolo è stato più intenso nell'ultima annualità, mentre la perdita media annuale rallenta nelle regioni Veneto Sicilia e Puglia (Figura 2). Rispetto allo stock 2012 la perdita maggiore si è avuta, al 2021 in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Dati
Tabella 1: Variazione dello stock di carbonio organico 2012-2021
Elaborazioni ISPRA su dati ISPRA e FAO-Global Soil Partnership
Nella colonna trend il verde corrisponde a rallentamento del trend di perdita, viceversa il rosso ad un aumento della perdita di carbonio organico nel suolo.
La mappatura nazionale del carbonio organico rappresenta il contributo italiano alla carta mondiale realizzata nell’ambito delle attività della Global Soil Partnership (GSP) istituita presso la FAO. La distribuzione di carbonio organico relativa ai livelli più superficiali (topsoil) dei suoli italiani (Figura 1) evidenzia un accumulo complessivo di carbonio organico nei primi 30 cm di suolo differenziato, con Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Puglia che si manifestano come le regioni dove sono presenti mediamente i suoli più poveri di carbonio, in relazione alle aree agricole (vigneti, frutteti e oliveti) che sono le più penalizzate da un punto di vista di carbonio stoccato, contrariamente alle aree boscate caratterizzate dai contenuti più alti. L'impatto del consumo di suolo sullo stock di carbonio complessivo evidenzia come in soli 9 anni sia stato perduto un quantitativo di quasi 3 milioni di tonnellate (Tabella1), con valori diversi a livello regionale (Figura 2). Nel 2021, le regioni con valori in crescita rispetto all'anno precedente vedono la Campania in testa con un aumento annuale di 3.200 tonnellate, Lombardia, Piemonte e Abruzzo con valori compresi tra le 1.800 e le 1.300 tonnellate in più. Da segnalare anche le diminuzioni importanti in Trentino-Alto Adige e Calabria con oltre 1.750 tonnellate di perdita media annuale in meno rispetto al precedente periodo monitorato (Tabella 1)