Descrizione 1
Valerio Comerci
L'indicatore descrive gli eventi sismici avvenuti nell’anno di riferimento nel territorio italiano, in base alle Magnitudo registrate dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. Nel 2023 nessun evento sismico è stato distruttivo in Italia. Solo un evento ha superato Magnitudo 5 ma con un ipocentro molto profondo, tale da non procurare effetti in superficie. Inoltre, si sono verificati 19 eventi di Magnitudo compresa tra 4 e 4,9. Il terremoto di maggiore Magnitudo, pari a Mw 4,9, si è verificato vicino Marradi (FI). Il numero di terremoti di Magnitudo pari o superiore a 2 avvenuti nel 2023, che si sono maggiormente concentrati, come sempre, lungo l’arco appenninico, l’arco alpino orientale e la Sicilia orientale, è comparabile col numero degli analoghi eventi avvenuti nei quattro anni precedenti.
L'indicatore rappresenta gli eventi sismici significativi ai fini del rischio. Viene rappresentata la sismicità sull'intero territorio nazionale e descritti gli eventi di Magnitudo maggiore. L’indicatore fornisce una descrizione utile alla definizione della pericolosità sismica in Italia.
Descrivere la pericolosità sismica del territorio italiano sulla base delle Magnitudo registrate. Le informazioni relative all'indicatore sono utili a diffondere le conoscenze sulla pericolosità sismica in Italia, essenziali per una corretta pianificazione territoriale.
Non esistono riferimenti normativi collegati direttamente all'indicatore. Esistono invece norme sia nazionali, sia regionali relative alla classificazione sismica e alle costruzioni in zona sismica (si veda Indicatore Classificazione Sismica e Microzonazione Sismica).
Descrizione 2
- Pignone M., Amato A., 2024. Speciale 2023, un anno di terremoti.
- https://ingvterremoti.com/2024/01/08/speciale-2023-un-anno-di-terremoti/
- https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/vulcanico/vulcani-italia/campi-flegrei/il-bradisismo-ai-campi-flegrei/lattuale-crisi/
- SiGeA, 2018. Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione efficace in un Paese fragile. Geologia dell'Ambiente. Supplemento al n. 1/2018. ISSN 1591-5352
- Comerci V., 2006, Il Rischio Sismico in Italia. In: Signorino M. & Mauro F. (a cura di), Disastri Naturali. Conoscere per prevenire. ISAT, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile, Roma, pp.19-43.
Non ci sono limitazioni.
Nessuna.
Qualificazione dati
Sito INGV - http://terremoti.ingv.it/
Nazionale
2000-2023
Qualificazione indicatore
Sono state riportate su un GIS le informazioni provenienti da: http://terremoti.ingv.it/. Vengono, inoltre, fornite informazioni relative agli eventuali effetti indotti dai terremoti, derivate da rilievi ISPRA o da altre fonti. Per gli effetti indotti sull'ambiente, fare riferimento all'indicatore Effetti ambientali dei terremoti e Fagliazione superficiale.
Nel 2023, in Italia e in un intorno di 100 km dai confini e dalle coste si sono verificati 1.936 eventi sismici di Magnitudo maggiore o uguale a 2. Considerando anche gli eventi avvenuti a una distanza superiore ai 100 km e ricadenti nei Paesi limitrofi, i terremoti registrati sono stati 2.015 (Figura 1). Nessuno degli eventi avvenuti in Italia ha raggiunto Magnitudo 6. L’evento più forte ha raggiunto Magnitudo Mw 5,2 e si è verificato il 01/05/2023, in mare, davanti la costa calabra nord-occidentale, a una profondità di 269 km, tale da non provocare risentimenti in superficie. Inoltre, si sono verificati 19 eventi di Magnitudo compresa tra 4 e 4,9. Il terremoto con epicentro a terra di maggiore Magnitudo, pari a Mw 4,9, si è verificato 4 km a sud-ovest di Marradi (FI), a una profondità di circa 8 km. Il sisma ha procurato solo qualche lesione a alcuni edifici, ma non altri danni a beni e persone. Come sempre, la distribuzione geografica degli eventi sismici sul territorio nazionale risulta concentrata essenzialmente lungo tutto l'arco appenninico, la Calabria, la Sicilia settentrionale e orientale e, in minor misura, lungo l'arco alpino, in particolare, quello orientale (Figura 1). Anche se in calo rispetto agli anni scorsi, si nota ancora la presenza degli aftershock della sequenza sismica del 2016-2017 nel Centro Italia che ha rappresentato, in termini di numero di eventi, circa il 30% della sismicità in Italia. Tra questi, l’evento più forte è stato quello di Ussita (MC) del 16 dicembre, pari a ML 3,6 (Pignone e Amato, 2024). Infine, continuano a manifestarsi eventi a profondità molto elevate di fronte la costa calabra, dovuti al processo di subduzione in atto della crosta oceanica ionica al di sotto dell’arco calabro.
La sismicità nel 2023 in Italia è stata essenzialmente paragonabile a quella degli ultimi quattro anni in termini di numero di eventi maggiori o uguali a Magnitudo 2 ed è inferiore a quella degli anni 2009, 2012 e 2016-17, caratterizzati da sequenze con terremoti di poco inferiori e superiori a Magnitudo 6. A differenza dello scorso anno, e come nei precedenti 4 anni, nessun evento ha raggiunto Magnitudo 5,5. Un solo evento ha superato Magnitudo 5. Il numero di eventi compresi tra Magnitudo 4 e 5,5 è quasi uguale al numero dello scorso anno (19 rispetto a 18) ed è sensibilmente maggiore rispetto ai precedenti 3 anni.
Dati
Tabella 1: Terremoti di Magnitudo maggiore o uguale a 4 avvenuti sul territorio italiano nel 2023
Dati INGV, http://terremoti.ingv.it/
ML = Magnitudo Locale; Mw = Magnitudo Momento
Fortunatamente, anche nel 2023 la sismicità in Italia non ha provocato danni a beni e persone degni di rilievo. Dei 2.015 eventi di Magnitudo pari o superiore a 2 registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV (Figura 1), l’unico che ha interessato l’Italia con Magnitudo superiore a 5 (Mw 5,2) è avvenuto in mare, davanti alla costa calabra nord-occidentale, a una profondità tale da non procurare danni in superficie. Il terremoto più forte con epicentro a terra è stato quello di Marradi (FI) con Magnitudo Mw 4,9 che ha provocato solo qualche lesione a qualche edificio. Anche gli altri 18 terremoti di Magnitudo pari o superiore a 4 (Tabella 1) non hanno provocato danni. Nel complesso le profondità ipocentrali sono state comprese tra 2,6 km e addirittura 457,8 km, anche se la maggior parte ricadono entro i primi 30 km, dove si collocano i terremoti crostali. Il terremoto più profondo, avvenuto nel Tirreno meridionale, è dovuto al processo di subduzione della crosta oceanica ionica al di sotto dell’arco calabro che riesce a generare terremoti anche a grandi profondità. I terremoti più superficiali, invece, sono avvenuti nell’area dei Campi Flegrei, a causa di dinamiche vulcano-tettoniche. Infatti, dal 2005, è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera dei Campi Flegrei, ancora in atto. Il valore massimo di sollevamento raggiunto, alla fine di agosto 2024, nel Rione Terra a Pozzuoli (punto di massima deformazione della caldera) è di circa 132,5 cm, di cui 30,5 cm da gennaio 2023. Dal 2018, il sollevamento è stato accompagnato da un graduale incremento dell’attività sismica, sia nel numero di terremoti sia nella loro Magnitudo. Nel corso del 2023, sebbene il maggior numero di eventi sia stato caratterizzato da Magnitudo inferiori a 1, è stato registrato un nuovo incremento nella frequenza dei terremoti. La maggior parte si è verificata nell’area compresa tra Astroni, Solfatara-Pisciarelli-Agnano, Pozzuoli e Golfo di Pozzuoli, con profondità massime di circa 4 km, prevalentemente concentrate nei primi 2 km. Gli eventi più forti si sono verificati il 27 settembre e il 2 ottobre e hanno avuto rispettivamente Magnitudo 4,2 e 4 (https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/vulcanico/vulcani-italia/campi-flegrei/il-bradisismo-ai-campi-flegrei/lattuale-crisi/). La sequenza sta continuando per tutto il 2024, inducendo non poche preoccupazioni nella popolazione. La Commissione Grandi Rischi, più volte convocata, ha rilevato che l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza della presenza di magma in profondità quale causa scatenante dell’attuale crisi bradisismica. Tuttavia, in assenza di evidenze di risalita magmatica, si è ritenuto di confermare “il livello di allerta giallo per il rischio vulcanico”. Si è ritenuto quindi opportuno che sia le attività di monitoraggio da parte dei Centri di Competenza, sia le attività di prevenzione da parte delle varie componenti del Servizio Nazionale si intensifichino ulteriormente e si preparino all’eventuale necessità di innalzare il livello di allerta (https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/vulcanico/vulcani-italia/campi-flegrei/il-bradisismo-ai-campi-flegrei/lattuale-crisi/).