Descrizione 1
Stefano Calcaterra, Piera Gambino
Dai dati raccolti, il fenomeno della subsidenza coinvolge circa il 18% dei comuni italiani, prevalentemente situati nelle regioni del Nord Italia, in particolare nella Pianura Padana, mentre nell'Italia centrale e meridionale il fenomeno interessa prevalentemente le pianure costiere. Le regioni più esposte sono il Veneto e l’Emilia-Romagna, con oltre il 50% dei comuni interessati dal fenomeno.
L'indicatore riporta i comuni interessati da subsidenza. Tale fenomeno consiste in un lento processo di abbassamento del suolo che interessa prevalentemente aree costiere e di pianura. coinvolgendo anche importanti città d'arte, come ad esempio Venezia e Ravenna. L'indicatore ha come unità di rappresentazione l'entità amministrativa comunale e fornisce, a oggi, indicazione sulla presenza del fenomeno. Sono esclusi i comuni nei quali sono presenti quasi esclusivamente manifestazioni riconducibili a fenomeni di sinkhole, oggetto di analisi in un altro specifico indicatore.
Fornire un quadro a scala nazionale del fenomeno della subsidenza e del suo impatto sul territorio, le cui cause possono essere sia naturali, sia di natura antropica. Si tratta di un importante fattore di rischio ambientale specialmente nelle aree intensamente urbanizzate o di recente urbanizzazione e nelle aree costiere dove contribuisce ad accentuare i fenomeni di erosione costiera e ingressione marina, anche in relazione alle variazioni climatiche nel contesto mediterraneo.
Uno dei primi riferimenti normativi finalizzato a intervenire sul fenomeno della subsidenza è la L n. 845 del 10 dicembre 1980 (Protezione del territorio del Comune di Ravenna dal fenomeno di subsidenza), nella quale si indicano gli interventi di difesa dei litorali e degli abitati necessari per contrastare l'abbassamento del suolo e i vincoli e divieti relativi all'uso delle risorse idriche sotterranee. A livello nazionale i principali riferimenti normativi sono la L 183/89, che definisce la subsidenza indotta dall'uomo tra i fenomeni ricadenti nel dissesto idrogeologico e il D.Lgs. 152/2006.
Il Decreto Ministeriale 3 dicembre 1999 all’art.2 istituisce una commissione tecnico-scientifica di elevata qualificazione con il compito di definire la rete di monitoraggio della subsidenza indotta dall’attività sperimentale di coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi e di verificare annualmente l’aggiornamento dei modelli e delle modellazioni numeriche del Concessionario del titolo minerario. Il DL 25 giugno 2008 n.112 all’art.8 prevede che il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle acque del Golfo di Venezia “si applica fino a quando il Consiglio dei Ministri, d'intesa con la regione Veneto, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, non abbia definitivamente accertato la non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste”. Nell’ambito delle attività minerarie il DL 12 settembre 2014, n. 133 evidenzia la necessità di corredare i progetti con un'analisi tecnico-scientifica che dimostri l'assenza di effetti di subsidenza dell'attività sulla costa, sull'equilibrio dell'ecosistema e sugli insediamenti antropici. La Direttiva europea IPPC per la prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (96/61/CE) prevede, a fronte del rilascio dell’autorizzazione integrata AIA, la descrizione dei fenomeni di subsidenza presso i siti interessati al fine di limitarne gli effetti. La normativa è diretta alla mitigazione e prevenzione degli impatti della subsidenza sul territorio.
Descrizione 2
Proceedings of International Symposium on Land Subsidence;
PanGeo project. Piano Straordinario di Telerilevamento – Geoportale Nazionale.;
Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) "Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche". –F. Raspini, S. Bianchini, A. Ciampalini, M. Del Soldato, L. Solari, F. Novali, S. Del Conte, A. Rucci, A. Ferretti & N. Casagli; Continuous, semi-automatic monitoring of ground deformation using Sentinel-1 satellites; Scientific Reports • May 2018 DOI: 10.1038/s41598-018-25369-w.;
Arpa Piemonte (2008) – Linee guida all’interpretazione dei dati satellitari PSInSARTM in Piemonte - Vilardo, G., Ventura, G., Terranova, C., Matano, F., and Nardò, S. (2009). Ground deformation due to tectonic, hydrothermal, gravity, hydrogeological, and anthropic processes in the Campania Region (Southern Italy) from Permanent Scatterers Synthetic Aperture Radar Interferometry. Remote Sens. Environ. 113, 197–212. doi: 10.1016/j.rse.2008.09.007;
Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche, Ministero dello sviluppo economico (2014) (https://unmig.mase.gov.it/geomonitoraggi/linee-guida-per-i-monitoraggi/);
Costantini, M., Ferretti, A., Minati, F., Falco, S., Trillo, F., Colombo, D., et al. (2017). Analysis of surface deformations over the whole Italian territory by interferometric processing of ERS, envisat and COSMO-SkyMed radar data. Remote Sens. Environ. 202, 250–275;doi:10.1016/j.rse.2017.07.017;
G. Farolfi, M. Del Soldato, S. Bianchini & N. Casagli (2019): A procedure to use GNSS data to calibrate satellite PSI data for the study of subsidence:an example from the north-western Adriatic coast (Italy), European Journal of Remote Sensing, DOI: 10.1080/22797254.2019.1663710;
M. Polcari, M. Moro, V. Romaniello, S. Stramondo; “Anthropogenic subsidence along railway and road infrastructures in Northern Italy highlighted by Cosmo-SkyMed satellite data” J. Appl. Remote Sens. 13(2), 024515 (2019), DOI: 10.1117/1.JRS.13.024515;
G. Farolfi, S. Bianchini, N. Casagli; Integration of GNSS and Satellite InSAR Data: Derivation of Fine-Scale Vertical Surface Motion Maps of Po Plain, Northern Apennines, and Southern Alps, Italy; September 2018 - IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing PP(99):1-10, DOI: 10.1109/TGRS.2018.2854371;
L. Tosi, C. Da Lio, T. Strozzi & P. Teatini; Combining L- and X-Band SAR Interferometry to Assess Ground Displacements in Heterogeneous Coastal Environments: The Po River Delta and Venice Lagoon, Italy; Remote Sens. 2016, 8, 308; DOI:10.3390/rs8040308;
G. Herrera-García et al.; Mapping the global threat of land subsidence; Science 371, 34 (2021) DOI: 10.1126/science.abb8549;Solari L, Del Soldato M, Bianchini S, Ciampalini A, Ezquerro P, Montalti R, Raspini F and Moretti S (2018) From ERS 1/2 to Sentinel-1: Subsidence Monitoring in Italy in the Last Two Decades. Front. Earth Sci. 6:149. doi: 10.3389/feart.2018.00149;
EGMS (European Ground Motion Service) https://egms.land.copernicus.eu/;
pubblicazioni scientifiche, atti di convegni e rapporti tecnici;
documentazione reperibile su siti internet di ISPRA, ARPA/APPA e Regioni.
Attualmente l'indicatore non fornisce l'effettiva estensione nazionale del fenomeno e l'entità della subsidenza nelle varie aree, a causa della disomogeneità nei metodi di monitoraggio e della complessità del fenomeno medesimo. Esso, infatti, viene monitorato regolarmente solo in alcune aree, spesso con metodologie differenti, ma non esiste un catalogo nazionale. Poiché il fenomeno della subsidenza spesso non produce effetti rilevanti, viene talvolta ignorato o sottovalutato, pertanto è difficile reperire dati sull'entità del fenomeno. Inoltre, a causa della complessità e dell'elevato costo della rilevazione, esiste una notevole disomogeneità dell'informazione nelle diverse regioni.
È necessario un approfondimento del fenomeno con la realizzazione di un Catalogo a scala nazionale omogeneo che riporti l'entità del fenomeno nelle varie zone del territorio nazionale, la sua reale estensione e l'evoluzione nel tempo, ciò sarà possibile probabilmente in futuro anche grazie all’utilizzo dei prodotti del Programma Mirror Copernicus. Da alcuni anni, in alcune regioni italiane, si è iniziato a studiarlo utilizzando rilevazioni radar-satellitari. Recentemente è stato reso disponibile il servizio operativo di analisi del movimento del suolo disponibile a scala europea, European Ground Motion Service (EGMS), sviluppato sotto il coordinamento dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nell’ambito del Progetto Copernicus Land Monitoring. Tale servizio si basa sull’analisi interferometrica di immagini radar Sentinel-1.
Qualificazione dati
Utilizzati i risultati di studi e monitoraggi effettuati da Enti di Ricerca, Università, Regioni, ISPRA/ARPA/APPA a varie scale e con finalità differenti. In alcune aree inoltre sono state utilizzate le informazioni deducibili dal Piano Straordinario di Telerilevamento (http://www.pcn.minambiente.it/mattm/progetto-piano-straordinario-di-telerilevamento/) e da European Ground Motion Service (EGMS).
Nazionale
2004-2024
Qualificazione indicatore
Raccolta ed elaborazione statistica delle informazioni disponibili.
Il fenomeno della subsidenza coinvolge circa il 18% dei comuni italiani (1.392 comuni). Le regioni più esposte sono il Veneto e l'Emilia-Romagna, con oltre il 50% dei comuni interessati dal fenomeno. Sebbene siano presenti reti di monitoraggio strumentali in alcune aree del territorio nazionale, ad esempio nella Pianura Padana, la conoscenza del fenomeno è ancora parziale e disomogenea.
In alcune zone, come ad esempio in Emilia-Romagna o nella Laguna di Venezia, dove l'estrazione di fluidi dal sottosuolo è rilevante, gli interventi legislativi adottati a tutela del territorio hanno rallentato o addirittura arrestato la subsidenza. Tali provvedimenti non sono stati adottati in tutte le aree interessate dal fenomeno. Pertanto, l’andamento del fenomeno fino ad ora non è definito con accuratezza e in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. In futuro grazie al Programma Copernicus sarà probabilmente possibile studiare il trend del fenomeno a scala nazionale in modo omogeneo.
Dati
Tabella 1: Comuni interessati da subsidenza
Elaborazione ISPRA su dati raccolti dalla letteratura scientifica, ISPRA/ARPA/APPA e dalle regioni
Aggiornamento a novembre 2024
Il fenomeno della subsidenza è generalmente causato da fattori geologici (compattazione dei sedimenti, tettonica, isostasia) e interessa di solito terreni compressibili, ma negli ultimi decenni è stato localmente aggravato dall'azione dell'uomo raggiungendo talvolta dimensioni superiori a quelle di origine naturale. La subsidenza naturale è stimata pari a qualche millimetro l'anno pertanto, le sue conseguenze sono di solito relativamente ridotte, manifestandosi perlopiù in tempi lunghi, anche se comunque può concorrere ad aumentare il rischio di inondazione nelle aree alluvionali e costiere e causare in alcuni casi danni agli edifici e alle infrastrutture. Diverso è il caso della subsidenza indotta e/o accelerata da cause antropiche (estrazione di fluidi, prelievo di solidi dal sottosuolo, bonifiche, ecc.), la quale può raggiungere valori da dieci a oltre cento volte maggiori, con effetti che si possono manifestare anche in tempi brevi determinando, in alcuni casi, la compromissione delle opere interessate. L'interazione di processi naturali e antropici rende complesso il suo studio e pertanto anche la sua mitigazione. È determinante la quantificazione e l'analisi temporale del fenomeno attraverso indagini specifiche di monitoraggio, che possono essere effettuate tramite differenti metodologie (livellazioni geometriche di alta precisione, reti GNSS, tecniche interferometriche differenziali, ecc.), attuate già da diversi anni da alcune regioni, province, comuni, enti di ricerca, università, ISPRA, ARPA/APPA.
Il fenomeno della subsidenza coinvolge circa il 18% dei comuni italiani (1.392 comuni) (Tabella 1). Si tratta prevalentemente di comuni situati nelle regioni del Nord Italia, in particolare nell'area della Pianura Padana. Nell'Italia centrale e meridionale il fenomeno interessa prevalentemente le pianure costiere. Le regioni più esposte sono il Veneto e l'Emilia-Romagna, con più del 50% dei comuni interessati dal fenomeno (rispettivamente 339 e 179 comuni), seguite dalla Toscana (circa il 30%, 85 comuni), Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Campania (oltre il 20%, rispettivamente 322, 51 e 108 comuni), ma non è trascurabile in altre regioni come Calabria, Lazio, Puglia, Umbria e Sicilia, con più del 10% di comuni interessati (Figura 2). In alcune aree esiste un sistema di monitoraggio regionale attraverso il quale è possibile valutare l'andamento nel tempo del fenomeno, come ad esempio in Emilia-Romagna. In questa regione, infatti, da alcuni decenni il fenomeno viene controllato periodicamente, grazie alla disponibilità di una gran mole di misure in sito (livellazione geometrica e GPS), alle quali si sono aggiunte negli ultimi anni le informazioni desumibili dall'interferometria radar da satellite. I risultati del monitoraggio effettuato da ARPA Emilia-Romagna hanno evidenziato nell’ultimo decennio una significativa riduzione del fenomeno grazie al maggiore utilizzo di acque di superficie a uso potabile e quindi alla riduzione dei prelievi da falda. Anche in altre regioni il fenomeno viene studiato utilizzando l'interferometria radar da satellite, come ad esempio in Campania, Veneto, Toscana e Lombardia e Piemonte, tuttavia non è monitorato con regolarità. Attualmente l'unica regione che periodicamente produce carte di iso-subsidenza e di iso-variazione è l'Emilia-Romagna.