Descrizione 1
Barbara Dessì, Francesco Menniti, Irene Rischia
Il monitoraggio degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal 1999 al 31.12.2023 da diverse Amministrazioni dello Stato sul nostro territorio nazionale viene svolto da ISPRA attraverso la piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), in cui sono censiti complessivamente 25.539 interventi, per un importo totale di 19.207 Mln €. Di questi, il numero degli interventi di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) risulta essere poco più del 26% (6.750) del totale, cui corrisponde il relativo finanziamento che è pari a circa il 41% (7.819 Mln €) rispetto alle risorse complessivamente stanziate dalle altre Amministrazioni pubbliche finanziatrici degli interventi censiti in ReNDiS, ovvero, Ministero dell’Interno, Dipartimento Protezione Civile e Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) e Regione Calabria. In particolare, gli interventi di competenza del Ministero dell’Interno, del Dipartimento Protezione Civile, del Dipartimento Casa Italia, del MASAF e della Regione Calabria, rappresentano in numero oltre il 73,5% (18.789) del totale, cui corrisponde un finanziamento di oltre il 59% (19.207 Mln €). In riferimento allo stato di attuazione del complesso degli interventi finanziati, 8.813, pari a circa il 34%, risultano conclusi, il 12% (2.951 interventi) è in fase di esecuzione, il 19% (4.836 interventi) è in fase di progettazione, mentre quasi il 34% (8.703 interventi) sono ancora da avviare o senza dati comunicati. L’indicatore fornisce, inoltre, dati sulla distribuzione regionale degli interventi e sulla loro suddivisione in funzione della tipologia di dissesto. Infine, vengono presentati i dati sulle richieste di finanziamento presentate dalle Regioni/Province Autonome al MASE e al Dipartimento Casa Italia per la realizzazione di nuovi interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, costituite complessivamente da 1.542 richieste, per un importo totale dei progetti presentati pari a circa 4.440 Mln €.
L’indicatore fornisce il numero totale, l’importo complessivo e lo stato di attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal 1999 al 31.12.2023 dalle diverse Amministrazioni dello Stato, centrali e/o locali e acquisiti nella piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) sviluppata e gestita da ISPRA.
L’indicatore, inoltre, fornisce alla data del 31.12.2023 il numero totale delle richieste di finanziamento e il relativo importo avanzate dalle Regioni/Province autonome attraverso la piattaforma ReNDiS al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e al Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) ai fini della realizzazione di nuovi interventi di difesa del suolo.
All’interno dell’Area monitoraggio della piattaforma ReNDiS (http://www.rendis.isprambiente.it/rendisweb) sopra richiamata vengono acquisiti e gestiti i dati relativi agli interventi finanziati dal MASE (c.d. “interventi MASE”) a partire dal 1999 e ,a partire dal 2022, quelli finanziati anche da altre Amministrazioni dello Stato (“interventi extra-MASE”), che comprendono gli interventi di competenza del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali (DAIT) del Ministero degli Interni, del Dipartimento della Protezione Civile e dal Dipartimento Casa Italia della PCM, del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) e della Regione Calabria. Le informazioni di questi interventi possono essere visualizzate con le stesse modalità dei così detti “interventi MASE” e, per gli aspetti tecnici e progettuali, possono essere implementate direttamente dagli Enti attuatori o dalle altre Amministrazioni competenti. Nell’Area istruttorie della piattaforma vengono invece gestite le attività istruttorie finalizzate al finanziamento di nuovi interventi di difesa del suolo con fondi stanziati dal MASE (ex DPCM 27/09/2021)e dal Dipartimento Casa Italia della PCM.
Il principale obiettivo dell’indicatore è la formazione di un quadro unitario delle opere e delle risorse impegnate nel campo della difesa del suolo, condiviso tra tutte le Amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli interventi. L’indicatore consente infatti di valutare la distribuzione sul territorio nazionale delle risorse economiche stanziate per la mitigazione del dissesto idrogeologico e della tipologia delle opere realizzate, anche in funzione della tipologia di dissesto, le relative tempistiche di attuazione e il fabbisogno economico richiesto per la realizzazione di nuovi interventi.
L’indicatore consente, quindi, di migliorare il coordinamento tra le diverse Amministrazioni che nel nostro Paese si occupano a vario titolo degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, migliorando di conseguenza l'ottimizzazione della spesa nazionale per la difesa del suolo.
DL 180/98 e s.m.i.,
Accordi di Programma 2010-2011 e successivi programmi integrativi,
PN 2015-2020,
DPCM del 15/09/2015,
DL 30/2013, DD del 27/11/2017 relativi ai Fondi di progettazione,
DPCM del 20/02/2019,
DPCM del 02/12/2019,
DPCM del 27/09/2021,
DPCM Casa Italia 2023,
Decreti Interministeriali DAIT.
Descrizione 2
ISPRA, Ambiente in Italia: uno sguardo di insieme, Annuario dei dati ambientali 2022, “Annuario in cifre” 2020 ed Edizione 2019: Interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico”.
ISPRA (2020), Rapporto ReNDiS 2020: la difesa del suolo in vent'anni di monitoraggio ISPRA sugli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Rapporti Tecnici 328/2020.
L’indicatore prende in considerazione, oltre agli interventi di competenza del MASE (interventi MASE) a partire dal 1999 al 31 dicembre 2023, anche gli interventi finanziati da altre Amministrazioni pubbliche (interventi extra-MASE), quali il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Protezione Civile e il Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la Regione Calabria. Tali interventi sono stati acquisiti nella piattaforma ReNDiS di ISPRA a partire dal 2022 e, quindi, il loro monitoraggio fa riferimento a un intervallo temporale minore rispetto a quelli finanziati dal Ministero dell’Ambiente. Ulteriore criticità che si evidenzia per gli interventi extra-MASE, a differenza di quelli MASE, riguarda la mancanza quasi totale di dati tecnici relativi ai progetti poiché i dati acquisiti sono quelli derivati dal codice CUP associati ai progetti, ovvero, dati amministrativo-contabili, importo finanziato e ubicazione geografica dell’intervento sul centroide del comune.
Per migliorare la qualità dell’indicatore è auspicabile una maggiore collaborazione di tutte le Amministrazioni pubbliche competenti per gli interventi di difesa del suolo finanziati sul territorio nazionale attraverso l’invio di comunicazioni e la trasmissione di dati relativi agli interventi utilizzando l’interfaccia web della piattaforma ReNDiS.
Qualificazione dati
www.rendis.isprambiente.it
Nazionale, Regionale
1999-2023
Qualificazione indicatore
Per quanto riguarda la tipologia dei dati relativi agli interventi acquisiti in ReNDiS, si evidenzia una sostanziale differenza tra quelli MASE e quelli extra-MASE. Per i primi, infatti sono disponibili nella gran parte dei casi, oltre a dati di natura amministrativa e finanziaria (quadro economico) e sullo stato di attuazione degli interventi, anche dati di tipo tecnico, quali le caratteristiche dei dissesti e delle opere, la documentazione progettuale e la posizione geografica, in gran parte dei casi georiferita.
I dati disponibili per gli interventi extra-MASE, invece, sono quelli derivati dalla Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche (BDAP) interrogata sulla base del codice CUP associato a ciascun intervento, che consistono essenzialmente nei dati amministrativo-contabili (tra cui, denominazione dell’intervento e importo finanziato), nello stato d’attuazione e nella posizione geografica non georiferita, ma ubicata sul centroide del Comune in cui è ubicato l’intervento. Non sono invece presenti dati tecnici utili, il cui eventuale inserimento è comunque possibile in piattaforma ReNDiS ma dovrebbe essere effettuato ad opera degli Enti attuatori o delle Amministrazioni titolari del monitoraggio.
I dati sugli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico censiti in ReNDiS evidenziano che, al 31 dicembre 2023, sono stati finanziati complessivamente 25.539 interventi (Figura 1a), per un importo totale di 19.207 Mln € (Figura 1b).
Di questi, il numero degli interventi di competenza MASE risulta essere poco più del 26% (6.750) del totale, cui corrisponde il relativo finanziamento che è pari a circa il 41% (7.819 Mln €) rispetto alle risorse complessivamente stanziate dalle diverse Amministrazioni pubbliche finanziatrici degli interventi censiti in ReNDiS.
In particolare, gli interventi extra-MASE, finanziati da Ministero dell’Interno, Dipartimento Protezione Civile, Dipartimento Casa Italia, MASAF e Regione Calabria, rappresentano in numero oltre il 73,5% (18.789) del totale, cui corrisponde un finanziamento di oltre il 59% (11.338 Mln €), considerando, inoltre, che il periodo di monitoraggio per questi ultimi copre un arco temporale di soli 5 anni (2019-2023), a differenza di quello relativo agli interventi MASE, che abbraccia un intervallo di tempo di 24 anni.
Esaminando nello specifico i dati degli interventi di competenza di ciascuna Amministrazione sopra richiamata (Figura 2 a e b) si evidenzia che, pur essendo il numero degli interventi DAIT (11.457) di gran lunga superiore rispetto a quelli MASE (6.750), il relativo finanziamento risulta inferiore (6.269 Mln € circa per interventi DAIT e 7.819 Mln € circa per interventi MASE). Questo è attribuibile sia al più breve periodo di monitoraggio considerato per i primi, sia al fatto che l'importo medio di ciascun intervento DAIT risulta generalmente inferiore rispetto a quello di un intervento MASE, poiché le programmazioni messe in atto dal Ministero dell’Ambiente, definite sula base della pianificazione dell’Autorità di Bacino di riferimento, comportano in molti casi l’attuazione di interventi maggiormente complessi e che interessano superfici più estese, caratterizzati quindi da un costo mediamente più elevato.
Se si analizzano i soli interventi di competenza MASE, il confronto tra il numero di interventi e dei relativi importi finanziati, in riferimento ai diversi Gruppi di finanziamento definiti in Tabella 1, consente di evidenziare come gli interventi realizzati a seguito degli Accordi di Programma MATTM-Regioni (AdP 2010-11 e successivi Atti integrativi adottati fino al 2015/2016), ma soprattutto gli interventi del PN 2015-2020 (Tabella 1 e Figure 1 a e 1b), siano caratterizzati da importi unitari mediamente più elevati rispetto alle programmazioni precedenti al 2010 (Atti e Decreti riferiti al D.L 180/98 e successivi programmi integrativi), indicando un orientamento più favorevole a progetti strategici di maggiore importanza (es., casse d’espansione) e riferiti ad aree di più ampia superficie, nell’ottica di una pianificazione che tenga conto di una visione a scala più ampia degli interventi necessari (es., a scala di bacino) e di una programmazione efficiente delle risorse disponibili.
Ulteriori interventi vengono poi programmati nell’ambito del Piano Nazionale 2015-2020 (PN 2015-2020), con un finanziamento complessivo da parte del MASE di circa 1.620 Mln € per la realizzazione di 857 interventi. In tale ambito è stato finanziato anche il Piano stralcio per le aree metropolitane, finalizzato alla realizzazione di 33 interventi in aree metropolitane interessate da fenomeni di tipo alluvionale, per un importo complessivo di quasi 801 Mln €.
Ulteriori risorse, pari a poco più di 853 Mln €, vengono successivamente stanziate dal MASE dal 2021 al 2023 al fine di finanziare 418 interventi, suddivisi fra quelli finalizzati alla realizzazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico (Piani degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, annualità 2021-2023), e quelli finalizzati alla sola progettazione di nuovi interventi attraverso lo stanziamento di uno specifico Fondo progettazione per le annualità 2022-2023 (Tabella 1, Figure 1 a e b).
Nell’arco temporale che va dal 1999 al 2021 l’indicatore mostra un aumento progressivo del numero degli interventi finanziati ai fini della mitigazione del rischio, cui è collegato un trend analogo per le relative risorse stanziate ai fini della loro realizzazione, con incrementi significativi, in termini di numeri di interventi e di relativi finanziamenti, in corrispondenza dell’emanazione di Atti o Decreti di finanziamento correlati al succedersi degli eventi calamitosi più gravi (es., alluvione di Soverato del 2000, alluvione in Liguria del 2001, alluvioni di Genova e Sicilia del 2011, alluvione in Sicilia del 2018, ecc.).
In tale periodo, inoltre, si evidenzia che il rapporto tra i finanziamenti stanziati a partire dal 2010, a seguito degli Accordi di Programma MATTM-Regioni e, dal 2015, in riferimento all’emanazione del PN 2015-2020, e il numero dei relativi interventi finanziati è maggiore rispetto a quello degli anni precedenti, in considerazione degli importi unitari di tali interventi mediamente più elevati rispetto al passato. Quanto sopra è da porsi in relazione sia alla realizzazione a partire dal 2010 di interventi strategici di maggiore importanza (es., casse d’espansione), riferiti ad aree di più ampia superficie, e progettati in riferimento ad una pianificazione più ampia, effettuata a scala di bacino, sia alla maggiore incidenza degli interventi idraulici, a parità di numero di interventi, nel computo delle risorse stanziate dopo il 2010, dovuto al maggior costo unitario dei progetti degli interventi di sistemazioni idrauliche rispetto a quelli definiti per le altre tipologie di dissesto.
A partire dal 2022, con l’acquisizione in ReNDiS degli interventi di competenza extra-MASE, si osserva un notevole repentino incremento del numero degli interventi finanziati e delle relative risorse stanziate, considerando che tali interventi rappresentano in numero circa il 73% del totale. In riferimento a questo, si è registrato un considerevole incremento anche delle risorse stanziate, anche se con un tasso di crescita inferiore, rappresentando il complesso dei finanziamenti extra-MASE il 59% circa del totale dei finanziamenti erogati. Questa evidenza è attribuibile sia al più breve periodo di monitoraggio considerato per tali interventi, sia al fatto che l'importo medio di ciascun intervento extra-MASE risulta generalmente inferiore rispetto a quello di un intervento MASE, poiché le programmazioni messe in atto dal Ministero dell’Ambiente, definite sula base della pianificazione dell’Autorità di Bacino di riferimento, comportano in molti casi l’attuazione di interventi maggiormente complessi e che interessano superfici più estese, caratterizzati quindi da un costo mediamente più elevato.
Dati
Riepilogo e suddivisione dei provvedimenti di finanziamento degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in funzione dell’Amministrazione finanziatrice competente e dei relativi Gruppi di finanziamento (dal 1999 al 31 dicembre 2023).
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS.
Figura 1: Distribuzione complessiva del numero d’interventi e degli importi suddivisi per gruppo di finanziamento presente in ReNDiS finanziati dal MASE e con altre fonti di finanziamento pubblico (extra MASE) (1999-2023)
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS
Figura 2: Distribuzione complessiva del numero d’interventi e dei relativi importi finanziati, suddivisi per competenza delle diverse Amministrazioni che erogano le risorse per la realizzazione degli interventi censiti in ReNDiS (1999-2023)
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS
Figura 3: Distribuzione per Regione/Provincia Autonoma del numero e dell’importo finanziato degli interventi, suddivisi tra quelli di competenza MASE ed extra-MASE (1999-2023)
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS
Figura 5: Tempi medi di realizzazione degli interventi suddivisi per Regione/Provincia Autonoma. La linea rossa corrisponde al tempo medio di realizzazione di un intervento derivato per l’intero territorio nazionale
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS
Riguardo i dati relativi alla Regione Basilicata e alla Provincia autonoma di Trento, non avendo nessuna informazione utile circa i tempi di affidamento lavori, sono stati attribuiti valori medi nazionali al fine di ottimizzare il grafico rappresentato in figura.
Figura 8: Distribuzione del numero di schede istruttorie e relativi importi, inserite nell’Area Istruttorie dalle Regioni e non ancora finanziate in funzione della categoria di dissesto classificato in ReNDiS
Elaborazione ISPRA su dati di monitoraggio interventi per la riduzione del rischio idrogeologico riportati in ReNDiS
Di seguito vengono presentati i dati riguardanti tutti gli interventi finanziati sul territorio nazionale e censiti in ReNDiS al 31.12.2023, suddivisi tra quelli di competenza MASE (interventi MASE) e quelli di competenza di Ministero Interno, Dipartimento Protezione Civile, Dipartimento Casa Italia, MASAF e Regione Calabria (interventi extra-MASE), considerando la loro distribuzione, per numero ed entità del finanziamento, nelle diverse Regioni/Province Autonome.
Il numero totale degli interventi finanziati è pari a 25.539, per un importo complessivo erogato di circa 19.207 Mln €.
La loro distribuzione regionale (Figura 3a - distribuzione del numero degli interventi e Figura 3b - distribuzione degli importi finanziati) consente di rilevare che, considerando complessivamente le diverse fonti delle risorse, la Lombardia è la regione con il maggior numero di interventi finanziati, pari a 2.579, seguita dalla Calabria (2.309), dal Piemonte (2.276), dal Veneto (1.890), dall’Emilia-Romagna (1.874), dal Lazio (1.766), dall’Abruzzo (1.716) e dalla Campania (1.693), mentre le altre regioni/province autonome presentano un numero di interventi decisamente minore.
Se per tale analisi si considera la suddivisione tra interventi MASE e interventi extra-MASE, si osserva che il numero di interventi extra-MASE per ciascuna regione/provincia autonoma considerata è nella gran parte dei casi decisamente maggiore rispetto a quelli di competenza MASE, rispecchiando di fatto quello che accade anche a livello nazionale. Considerando, invece, solo gli interventi extra-MASE, la distribuzione regionale del loro numero segue per la gran parte lo stesso trend sopra richiamato in considerazione delle otto regioni caratterizzate dal numero maggiore di interventi finanziati (1.961 per la Lombardia, 1.736 per la Calabria, 1.726 per il Piemonte, 1.654 per il Veneto, 1.459 per l’Abruzzo, 1.414 per l’Emilia-Romagna, 1.411 per il Lazio).
La distribuzione dei finanziamenti erogati con finanziamenti MASE ed extra-MASE su scala regionale (Figura 3b), invece, si discosta da quella relativa alla distribuzione del numero degli interventi sopra analizzata (Figura 3a), poiché emerge che, per ogni singola regione/provincia autonoma considerata, a un maggior numero di interventi finanziati non corrisponde un maggior importo dei finanziamenti stanziati, in quanto l’entità del finanziamento è da porre in relazione anche alla tipologia di opera realizzata e all’estensione areale delle superfici interessate dalle opere stesse.
In linea generale, dal confronto delle Figure 3a e 3b si rileva che la percentuale del finanziamento MASE rispetto al totale è maggiore della percentuale del numero degli stessi interventi MASE rispetto al totale degli interventi. Tale evidenza può essere messa in relazione, anche in questo caso, con il fatto che gli importi medi dei singoli interventi MASE risultano mediamente più elevati rispetto a quelli di competenza extra-MASE poiché, come già detto precedentemente, in generale gli interventi finanziati dal Ministero dell’Ambiente sono caratterizzati da una maggiore complessità ed estensione areale, essendo la loro realizzazione legata a strategie più ampie definite da una pianificazione a scala di bacino effettuata dai Distretti competenti, a differenza degli interventi extra-MASE per i quali i finanziamenti vengono stanziati perlopiù su base comunale per superfici di minore estensione areale.
In riferimento a quanto sopra, dall’esame dei dati, considerando l’ammontare complessivo dei finanziamenti assegnati (MASE + extra-MASE) (Figura 3b), sembrerebbe sia la Calabria la regione destinataria degli importi maggiori rispetto alle altre regioni, con oltre 1.761 Mln €. A riguardo, però, occorre evidenziare che tale importo contiene nella quota parte extra-MASE anche le risorse relative agli interventi finanziati direttamente dalla regione stessa che, al 31.12.2023, sono gli unici di esclusiva competenza regionale acquisiti nella piattaforma ReNDiS.
Oltre al caso sopra illustrato, dalla Figura 3b si evidenzia che le regioni alle quali sono state assegnate maggiori risorse sono la Campania con quasi 1.700 Mln €, il Veneto (quasi 1.600 Mln €), la Lombardia (1.563 Mln €), la Sicilia (1.556 Mln €), il Piemonte (quasi 1.300 Mln €), il Lazio (1.261 Mln € milioni di €) e l’Emilia-Romagna (1.238 Mln €).
Se si considera, invece, la distribuzione regionale delle risorse stanziate per i soli interventi di competenza MASE, si osservano differenze sostanziali nelle prime otto regioni, considerate in ordine decrescente di finanziamento ottenuto. La Sicilia, infatti, è la regione con il finanziamento del Ministero Ambiente più elevato (circa 863 Mln €), seguita dalla Lombardia (quasi 733 Mln €), dalla Toscana (696 Mln €), dalla Campania (542 Mln €), dall’Emilia-Romagna (quasi 535 Mln €), dalla Calabria (quasi 500 Mln €), dalla Liguria (quasi 496 Mln €) e dal Lazio (447 Mln €).
Sulla base di questi dati, confrontati con quelli corrispettivi relativi al numero degli interventi MASE, emerge il caso della Liguria che, a fronte di un ridotto numero di interventi finanziati (154), inferiore a quello di gran parte delle altre regioni, ha ricevuto una quantità considerevole di risorse (quasi 496 Mln €) per la realizzazione delle opere relative ai progetti degli interventi finalizzati alla mitigazione del rischio alluvionale dell’area urbana di Genova, stanziati a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2011.
In generale, il confronto tra i due trend sopra illustrati, evidenzia che l’entità dei finanziamenti extra-MASE incide in modo rilevante sul trend dei finanziamenti complessivamente stanziati, essendo i primi significativamente maggiori rispetto alle risorse erogate dal MASE.
L’analisi delle tipologie dei dissesti per i quali gli interventi sono stati finanziati, considerando l’ammontare complessivo delle risorse stanziate dal Ministero dell’Ambiente e dalle altre Amministrazioni pubbliche censite in ReNDiS (Figure 4 a e b), offre un ulteriore strumento di valutazione delle problematiche di carattere geologico, idrogeologico e ambientale presenti sul territorio italiano. Infatti, la loro distribuzione rispecchia abbastanza fedelmente quella dei principali dissesti oggetto di intervento per la riduzione del rischio idrogeologico ad essi associato.
In particolare, dall’analisi dei dati rappresentati nella Figura 4a, relativo al numero totale degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finanziati in funzione delle diverse tipologie di dissesto classificate in ReNDiS, si rileva che il numero degli interventi finanziati sul territorio nazionale per le aree in frana (8.035, corrispondente al 31% degli interventi totali) e per quelle colpite da dissesti idraulici (7.032, pari al 28% del totale) è decisamente prevalente rispetto a quelli finanziati per le aree interessate da altra tipologia di dissesto, rappresentando complessivamente il 59% degli interventi totali finanziati. Il numero degli interventi finanziati per i dissesti misti (1.012), per quelli costieri (230) e per quelli valanghivi (170) costituisce complessivamente, infatti, solo il 6% del totale.
Confrontando i dati sopra richiamati con quelli relativi all’ammontare complessivo delle risorse stanziate, MASE ed extra-MASE, in funzione della diversa tipologia di dissesto (Figura 4b), si osserva che, sebbene il numero degli interventi finanziati per le aree in frana sia maggiore rispetto a quello degli interventi finanziati per i dissesti idraulici, l’importo stanziato per le aree interessate da dissesti idraulici è considerevolmente maggiore (circa 7.265 Mln €) in confronto a quello erogato per la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio da frana (quasi 4.900 Mln €), rappresentando il primo il 38% del totale dei finanziamenti complessivamente stanziati. Tale evidenza è spiegabile considerando il maggior costo unitario dei progetti degli interventi di sistemazioni idrauliche rispetto a quelli definiti per le aree in frana e/o caratterizzate da altre tipologie di dissesto. Le sistemazioni idrauliche, infatti, interessano aree molto più estese rispetto a quelle franose e, quindi, comportano maggiori costi legati alla progettazione, all’esproprio di aree, nonché alla quantità di materiali da costruzione che necessitano tali opere. Questo dato trova riscontro anche nel maggiore impatto (principalmente di tipo areale) che un’opera idraulica ha sul contesto territoriale e ambientale (es., casse di espansione, scolmatori) rispetto alle più circoscritte opere di contrasto ai fenomeni franosi, caratterizzate prevalentemente da opere di minori dimensioni e con costi relativamente contenuti, anche se ampiamente diffuse e rappresentate su tutto il territorio nazionale.
Una criticità che emerge chiaramente dall’analisi delle Figure 4a e 4b è il dato relativo all’elevato numero di interventi (9.023) per i quali non è stata definita la tipologia di dissesto in riferimento al quale tali interventi sono stati finanziati che, da soli, rappresentano circa il 35% del totale degli interventi considerati. Quanto sopra risulta ancora più critico se si considera che a tali interventi sono associate risorse pari al 30% di quelle complessivamente stanziate, per un importo corrispondente di oltre 5.738 Mln €.
Tali criticità dipendono essenzialmente dalla diversa tipologia dei dati associati agli interventi MASE ed extra-MASE censiti in ReNDiS. Come infatti già richiamato nei paragrafi precedenti, mentre per i primi nella gran parte dei casi sono disponibili anche dati di tipo tecnico, tra cui la tipologia del dissesto per la quale l’intervento viene finanziato, per i secondi sono disponibili perlopiù solo dati di tipo amministrativo-contabile e sullo stato di attuazione, derivati dal codice CUP e dall’interrogazione della BDAP del MEF a cui la piattaforma ReNDiS è direttamente collegata dal 2023. Per tali interventi, come per tutti quelli censiti in ReNDiS, l’eventuale implementazione dei dati tecnici è di esclusiva competenza degli Enti/Amministrazioni titolari a vario titolo degli interventi stessi.
Passando ad analizzare i tempi medi di realizzazione delle opere per ciascuna regione/provincia autonoma, facendo riferimento ai soli interventi conclusi alla data del 31 dicembre 2023 (Figura 5), per una migliore lettura e analisi dei dati mostrati nel grafico, giova ricordare le seguenti definizioni:
• Tempo di progettazione: tempo che intercorre tra il decreto di finanziamento e l’approvazione del progetto esecutivo;
• Tempo di affidamento: tempo che intercorre tra la pubblicazione del bando e l’aggiudicazione lavori;
• Tempo di esecuzione: tempo che intercorre tra la consegna lavori e la loro ultimazione o collaudo.
Inoltre, si specifica che, per quanto riguarda i dati relativi alla Basilicata e alla Provincia Autonoma di Trento, non avendo nessuna informazione utile circa i tempi di affidamento lavori, sono stati attribuiti i valori medi nazionali al fine di ottimizzare il grafico rappresentato in Figura 5.
In riferimento a quanto sopra, dall’istogramma emerge che, rispetto al valore medio nazionale di realizzazione di un intervento, pari a 4,6 anni, diverse sono le regioni/province autonome per le quali si rileva un tempo superiore, tra cui, Sardegna, Campania, Veneto, Lazio, Bolzano, Friuli-Venezia Giulia e Puglia per le quali si registra una durata media superiore a 5 anni.
Dall’analisi complessiva dei dati, inoltre, emergono i casi della Sardegna e della Campania, caratterizzate da tempi medi di realizzazione che sfiorano i 6 anni (5,9 e 5,8 anni rispettivamente) e, sul fronte opposto, l’Emilia-Romagna e la Provincia Autonoma di Trento, per le quali si registrano i minori tempi medi di attuazione (3,8 e 3,9 anni rispettivamente).
Dal confronto tra i dati sopra richiamati e la durata media delle diverse fasi di realizzazione dell’intervento, si rileva che la fase di progettazione è quella che incide maggiormente nel determinare l’allungamento dei tempi complessivi di realizzazione di un intervento rispetto alle successive fasi di affidamento lavori e della loro esecuzione.