Descrizione 1
Domenico Berti, Mauro Lucarini
Nel 2023, l'Italia ha vissuto uno degli anni più caldi degli ultimi 150 anni, secondo solo al 2022. La temperatura media e massima hanno raggiunto nuovi record, con ottobre che ha registrato temperature superiori di oltre 3°C rispetto alla media del periodo 1991-2021, segnando il valore più alto dal 1961. Durante l'estate, intense ondate di calore hanno colpito il paese, con temperature record di 48,2°C registrate il 24 luglio a Jerzu e Lotzorai in Sardegna, e 41,2°C a Roma all'inizio di agosto. La siccità ha continuato a essere un problema significativo, con il Nord e il Centro Italia che hanno sperimentato condizioni di siccità severa nei primi quattro mesi dell'anno, attenuatesi successivamente. Tuttavia, negli ultimi tre mesi dell'anno, la Sicilia e parte della Calabria ionica hanno sofferto di una siccità estrema con un notevole deficit di precipitazioni.
Eventi meteorologici estremi hanno colpito diverse regioni, causando gravi danni. In maggio, l'Emilia-Romagna è stata devastata da due eventi pluviometrici eccezionali, che hanno portato a inondazioni, frane e 17 decessi. Il 2 novembre, forti temporali in Toscana hanno causato esondazioni e 8 vittime, con piogge eccezionali registrate nelle province di Pisa, Livorno, Pistoia e Prato.
In sintesi, il 2023 è stato caratterizzato da temperature record, siccità persistente e eventi meteorologici estremi che hanno avuto un impatto significativo su diverse regioni italiane.
L'indicatore fornisce informazioni sugli eventi alluvionali originati da fenomeni meteorici rilevanti occorsi sull’intero territorio nazionale e ne definisce i più importanti effetti economici. I dati, tratti da rapporti tecnici ISPRA e/o report tecnici tematici delle ARPA e dei Centri Funzionali di Protezione civile regionali, nonché da decreti e delibere in ambito sia nazionale che locale, riguardano il numero di vittime e l'entità delle risorse necessarie al ripristino dei danni e/o alla mitigazione del rischio (anni 1951 - 2022). Per il periodo che va dal 2002 ad oggi, sono fornite informazioni anche sui caratteri pluviometrici degli eventi (durata delle precipitazioni, massima precipitazione nelle 24h, cumulata totale evento), sul tipo dei fenomeni di dissesto, sui principali effetti al suolo e, infine, sui provvedimenti d'urgenza adottati per fronteggiare l'evento o per mitigarne gli effetti.
Fornire, nell'ambito dei dissesti idrogeologici a scala nazionale, un archivio aggiornato degli eventi alluvionali determinati da fenomeni meteorici intensi, evidenziando il loro impatto sul territorio in termini di danni economici e alle persone, anche al fine di una valutazione delle eventuali modificazioni climatiche in corso.
La normativa è finalizzata alla mitigazione dell'impatto delle alluvioni sul territorio. I principali riferimenti normativi nazionali in materia di "alluvioni" sono la L. 183/89 e il D.L. 180/98 (convertito in L. 267/98) e s.m.i. A livello europeo, i riferimenti fondamentali sono la Direttiva 2000/60 per la protezione delle acque superficiali, di transizione, costiere e sotterranee per una migliore mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità e, successivamente, la Direttiva 2007/60/CE per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni. Al verificarsi di un evento, inoltre, viene dichiarato lo stato d'emergenza con DPCM cui seguono eventuali ordinanze per lo stanziamento dei fondi, sia per la prima urgenza, sia per interventi di risanamento definitivo dei danni.
Descrizione 2
AA.VV. (1969) - L'evento alluvionale del novembre 1966. Ministero dei lavori pubblici, Ministero dell'agricoltura e delle foreste, Commissione interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo. Art. 14 della legge 27-7-1967 n. 632. Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 193 pp.
Benedini M., Gisotti G. (2000) - Il dissesto idrogeologico. Previsione, prevenzione e mitigazione del rischio, Scienze e Tecnica. Carocci ed., Roma.
Cardinali M., Cipolla F., Guzzetti F., Lolli O., Pagliacci S., Reichenbach P., Sebastiani C. & Tonelli G. (1998) - Catalogo delle informazioni sulle località italiane colpite da frane e da inondazioni.
Progetto AVI, CNR-GNDCI Pubblicazione n. 1799. 2 Volumi. Crescenti U. (2003) – Il dissesto idrogeologico in Italia. Scienza e Tecnica, SIPS, anno LXVI – n. 393, maggio 2003, pp. 1-9.
CSFM (1984) – L’alluvione del fiume Taro nel novembre 1982. In Convegno sul dissesto territoriale del novembre 1982 nelle Valli del Taro e del Ceno, Atti del Convegno.
Centro Studi per la Flora Mediterranea, Borgo Val di Taro (PR). FlaNET (1999) – ASEVA. Archivio Storico degli Eventi di carattere Ambientale. A cura della Fondazione Lombardia per l'Ambiente, Milano.
Guha-Sapir D., Below R., Hoyois Ph. (2009) - EM-DAT: The CRED/OFDA International Disaster Database – www.emdat.be – Université Catholique de Louvain – Brussels – Belgium.
Guzzetti F. & Tonelli G. (2004) Information system on hydrological and geomorphological catastrophes in Italy (SICI): a tool for managing landslide and flood hazards. Natural Hazards and Earth System Sciences, Vol. 4:2, 213-232.
Il Giornale della Protezione Civile (Quotidiano on-line, articoli vari).
ISPRA (2024) – Il clima in Italia nel 2023. Report SNPA, 250/2024.
Leggi, Decreti, Ordinanze dello Stato e delle Regioni.
POLARIS Project (2024) – Rapporto Periodico sul Rischio posto alla Popolazione Italiana da Frane e Inondazioni, pubblicato dall’IRPI (CNR).
Rapporti Tecnici vari pubblicati a cura degli Enti Pubblici (Regioni, Comuni, ARPA)
Siti internet di testate giornalistiche sia nazionali, sia locali.
La significatività dell'indicatore è limitata all'impatto socio-economico dell'evento alluvionale, mentre non vengono analizzate in questa sede le cause che lo determinano (se non il fenomeno meteorico). Tale parametro potrebbe essere qualitativamente incrementato disponendo di informazioni, ad esempio sull'influenza esercitata dall'azione antropica in termini di fattori predisponenti e/o scatenanti del dissesto e dell’eventuale amplificazione dei danni. Con la finalità di ridurre tale tipo di limitazione è stata inserita nella Tabella 3 una colonna con la descrizione degli effetti al suolo relativi all'evento alluvionale, che però necessita di un’estesa serie storica per poter fornire dati confrontabili e valutabili. La gravità e l’estensione spaziale degli effetti rappresentano, insieme alla presenza/assenza dei vari provvedimenti normativi emergenziali e post-emergenziali, i criteri più importanti per la selezione degli eventi oggetto di studio e catalogazione. La necessità di mettere a punto tale cernita, effettuata anno per anno, può rappresentare un parziale limite alla completezza del catalogo stesso. Nel caso di regioni che non effettuano abituale attività di reporting, l’accessibilità dei dati risulta a volte difficoltosa.
Le limitazioni esposte si riducono progressivamente con la disponibilità, nel tempo, di dati più dettagliati sulla serie storica, anche in considerazione del crescere del numero di anni di osservazione. La situazione potrebbe ulteriormente migliorare in futuro con l'acquisizione di indicazioni per le cause del fenomeno, ovvero ancora, per l'influenza esercitata dal fattore antropico sui danni in base a un approccio multidisciplinare e in riferimento a quanto definito nella sezione relativa alle limitazioni dell'indicatore. Questa ulteriore azione necessita del coinvolgimento diretto delle strutture locali attualmente fonte dei dati (ARPA, Regioni; Comuni, Province ecc.) o di Enti a vario titolo interessati alla loro raccolta e analisi.
Qualificazione dati
In base a quanto disponibile on-line, sia in forma di banche dati, sia in forma di report, sono raccolte ed elaborate tutte le informazioni idrometeorologiche, geomorfologiche e idrogeologiche prodotte dalle ARPA e/o dai Centri Funzionali delle regioni, che vengono poi completate dalle varie fonti di cronaca più qualificate. Le varie analisi vengono poi corredate dai riferimenti a delibere, ordinanze e decreti emessi a livello nazionale e regionale per le emergenze o dalle informazioni fornite dalla letteratura scientifica edita.
Nazionale
1951- 2023
Qualificazione indicatore
Dopo aver raccolto e rappresentato nelle varie tabelle i dati relativi ai caratteri generali degli eventi, in una successiva fase, per ogni singolo anno è stata calcolata la somma delle vittime ed effettuata una stima dei danni prodotti dagli eventi a scala nazionale. Al fine di renderli confrontabili per anni differenti e fornire un riferimento rispetto all'economia nazionale, i danni sono stati rapportati al valore del PIL (su base ISTAT) dell'anno in cui gli eventi si sono verificati. Si evidenzia che, per il calcolo danno/PIL, nei casi in cui non è stato possibile reperire informazioni in merito alla stima dei danni, viene riportata la cifra riferita ai fondi stanziati.
Lo stato dei fenomeni oggetto dell’indicatore risulta dai dati catalogati. Mancano tuttavia parametri oggettivi di riferimento per la sua valutazione, in quanto su di esso hanno influenza diversi fattori che agiscono in concomitanza tra loro e per i quali non sono chiare le interrelazioni e/o il peso specifico. In particolare, non sono univocamente definibili gli effetti singoli di parametri climatici, trasformazioni antropiche del territorio e azioni di mitigazione del rischio. Nel dettaglio, i principali parametri dell’indicatore, quali numero di perdite di vite umane e danni economici riferiti al rapporto danno/PIL mostrano, nel 2023, valori superiori a quelli del 2022. Tale tendenza sembra costante negli ultimi 3 anni.
La serie di dati rappresentata in Figura 2 mostra, tranne alcune eccezioni, una generale diminuzione dei danni raffrontati al PIL sino all’arco temporale 2001-2007. Tale cambiamento, oltre che a un miglior sviluppo degli interventi di mitigazione del rischio, potrebbe essere attribuibile anche a una naturale variazione periodica dell’intensità e della durata dei fenomeni. Tale tendenza sembrerebbe, invece, non avere una continuità nel periodo 2008-2023, in cui il valore medio relativo al rapporto danno/PIL presenta delle modeste oscillazioni, con anni caratterizzati da esigui picchi positivi, come il 2014, 2015, 2018, 2022, 2023, e presenza di anni con valori in calo come il 2019, 2020 e 2021. I due eventi, verificatisi in Emilia-Romagna a maggio e in Toscana a novembre, hanno determinato un considerevole picco positivo nel numero dei decessi (Figura 1), se si escludono gli eventi di Sarno (1998), Messina (2009) e Ischia-Casamicciola (2022), tutto sommato confermando una continua oscillazione annuale nei valori dell’ultimo decennio e quindi per questo parametro una valutazione del trend complessivo risulta ancora piuttosto difficoltosa.
Dati
Tabella 1: Aspetti pluviometrici degli eventi alluvionali (2023)
Elaborazione ISPRA su dati: Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; Regione Campania, Regione Sardegna, Regione Marche-Protezione Civile, Regione Sicilia-Protezione Civile, ARPA Emilia-Romagna, ARPA Liguria, ARPA Toscana, Centro Meteo Lombardo.
Tabella 2: Impatti socio-economici degli eventi alluvionali (2023)
Elaborazione ISPRA su dati: Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; Regione Marche-Protezione Civile, Regione Sicilia-Protezione Civile,; MiPAAF; Atti e Decreti del Governo della Repubblica (pubblicati su G.U.); Atti e Decreti delle Giunte Regionali; http://www.protezionecivile.it; http://polaris.irpi.cnr.it/; https://cittaclima.it/.
I = Idraulico, F = Franoso, C = Costiero
Tabella 3: Effetti al suolo degli eventi alluvionali (2023)
Elaborazione ISPRA su dati e informazioni: Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; Regione Marche-Protezione Civile, Regione Sicilia-Protezione Civile, ARPA Emilia-Romagna, ARPA Liguria, ARPA Toscana, Centro Meteo Lombardo; MiPAAF; Atti e Decreti del Governo della Repubblica (pubblicati su G.U.); Atti e Decreti delle Giunte Regionali; Agenzie di Stampa; https://cittaclima.it/.
*Ove non è stato possibile reperire il dato relativo ai danni stimati, è stato utilizzato quello relativo alle risorse erogate
Tabella 4: Riepilogo degli eventi alluvionali aggregati per regione (2023)
Elaborazione ISPRA su dati di: Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; Regione Campania, Regione Sardegna, Regione Marche-Protezione Civile, Regione Sicilia-Protezione Civile, ARPA Emilia-Romagna, ARPA Liguria, ARPA Toscana, Centro Meteo Lombardo; MiPAAF; Atti e Decreti del Governo della Repubblica (pubblicati su G.U.); Atti e Decreti delle Giunte Regionali; http://www.protezionecivile.it; http://polaris.irpi.cnr.it/; https://cittaclima.it/.
Figura 1: Vittime delle principali alluvioni in Italia (1951-2023)
Stime ISPRA su dati ISTAT; CNR-GNDCI Progetto AVI; MiPAAF; Protezione Civile Nazionale; Legambiente (https://cittaclima.it/); CNR-Polaris (http://polaris.irpi.cnr.it/); Agenzie di Stampa; Atti e Decreti del Governo della Repubblica (pubblicati su G.U.); Atti e Decreti delle Giunte Regionali (pubblicati sui B.U.R.); Benedini & Gisotti (2000) “Il dissesto idrogeologico”.
Figura 2: Stima del danno complessivo rispetto al PIL (1951-2023)
Stime ISPRA su dati ISTAT; CNR-GNDCI Progetto AVI; MiPAAF; Protezione Civile Nazionale; Agenzie di Stampa; Atti e Decreti del Governo della Repubblica (pubblicati su G.U.); Atti e Decreti delle Giunte Regionali (pubblicati sui B.U.R.); Benedini & Gisotti (2000) “Il dissesto idrogeologico”.
Nelle Tabelle 1 e 2 sono rappresentati i dati relativi agli 11 eventi alluvionali verificatisi durante il 2023, che contengono informazioni sui caratteri generali dei fenomeni (periodo dell’evento, località, bacino idrografico interessato, dati pluviometrici) e sugli impatti socio-economici conseguenti (eventuali vittime, provvedimenti legislativi adottati per la mitigazione del rischio e per il ripristino dei danni, tipologia di dissesto). A scala nazionale il 2023 è stato caratterizzato da una marcata anomalia di precipitazione cumulata media in Italia, con valori negativi rispetto alla media 1991-2021, collocandosi al primo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961. La situazione è stata particolarmente critica al Nord, in particolare in Emilia-Romagna dove, nel 1° quadrimestre, la persistenza di condizioni di blocco anticiclonico si è solo attenuata nei mesi estivi e autunnali, nonostante i gravosi eventi alluvionali verificatisi a maggio. In molti casi durante l’anno si sono susseguite fasi siccitose (tardo inverno e primavera) e fasi con abbondanti precipitazioni, spesso concentrate in meno di 12/24 ore, sia nella stagione estiva che sia in quella autunnale, che hanno provocato eventi alluvionali e dissesti gravitativi. Siccità e alluvioni hanno colpito talora gli stessi territori in tempi successivi, come accaduto ad esempio in Sicilia e in Emilia-Romagna. L’estensione spaziale delle zone coinvolte è stata, in tutti i casi, ridotta in ambito regionale o addirittura sub-regionale. Nove su undici degli eventi censiti hanno mostrato un carattere marcatamente impulsivo, con elevate precipitazioni orarie, ma con quantitativi cumulati per evento molto meno significativi (Tabella 1), a supporto della tesi di una modificazione climatica che evidenzia il cambiamento del regime pluviometrico. In molti casi gli elevati accumuli meteorici concentrati in un breve lasso di tempo hanno determinato ingenti effetti al suolo sia geomorfologici, sia idraulici e hanno causato morti in 6 eventi, per un totale di 25 vittime (Tabella 2), 20 dei quali nei soli eventi di Emilia-Romagna e Toscana. I relativi effetti al suolo, costituiti soprattutto da dissesti gravitativi e di inondazione improvvisa, sono stati causati da precipitazioni con cumulate massime totali prossime ai 300 mm nelle 24h, ma con picchi molto elevati spesso superiori ai 100 mm in poco più di 1 ora (Tabella 1). Spiccano su tutti, per vastità dell’area interessata, numero dei dissesti gravitativi censiti (migliaia), numero di torrenti e fiumi esondati (24), danni materiali alle opere antropiche, all’agricoltura, alle attività industriali, alle abitazioni e per il numero dei decessi, i due eventi che hanno interessato l’Emilia-Romagna nel mese di maggio e quello occorso nel bacino del Bisenzio e dell’Ombrone pistoiese a novembre.
Nella Tabella 3 è riportata una sintesi delle principali alluvioni avvenute in Italia nel 2023, in relazione alle stime dei danni rapportate al PIL dello stesso anno, con un riepilogo dei principali effetti al suolo (esondazioni, frane, rotture arginali, sormonti arginali, sifonamenti, erosioni spondali, ecc.). Per quanto riguarda le vittime causate dagli eventi e il danno economico rapportato al PIL, si può fare riferimento rispettivamente alle Figure 1 e 2. In entrambi i casi, i valori mostrati registrano consistenti aumenti rispetto agli anni precedenti. Infine, la Tabella 4 riporta una sintesi dei dati relativi ai bacini idrografici interessati, in termini di fondi stanziati e provvedimenti legislativi adottati, in forma disaggregata per le aree interessate da uno o più eventi, al fine di fornire un quadro riepilogativo a scala regionale.
A scala nazionale, come in precedenza accennato, tre eventi con numerose perdite di vite umane hanno caratterizzato il 2023. I primi due in ordine temporale sono quelli verificatisi il 2 - 3 e il 16-17 maggio nelle province di Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Ancona, provocando numerosi ed estesi e gravi fenomeni di frana, interruzioni di viabilità, rotture arginali ed esondazioni in 31 bacini fluviali, allagamenti e numerose vittime (27 in totale, delle quali 25 per fenomeni idrologici). In questa prima fase, di spicco il fenomeno alluvionale che ha coinvolto le città di Cesena e Forlì, per la grave esondazione dei fiumi Savio e Montone, ma anche dei centri urbani di Faenza e Riccione il 16 maggio.
Il terzo evento, nei giorni 2-3 novembre, ha interessato in particolare le province di Firenze, Prato e Pistoia, coinvolgendo i bacini del Bisenzio e dell’Ombrone pistoiese nonché numerosi loro immissari e canali di derivazione, causando estesi allagamenti a centri abitati, aree a vocazione agricola e industriali, particolarmente gravi nei comuni di Prato e Campi Bisenzio, ma anche a Quarrata, Montemurlo e Livorno (torrente Rio Maggiore).
Agli eventi di maggio e novembre spettano i più elevati picchi di precipitazioni orarie, con più di 200 mmm in poche ore in tutti e 3 casi, e una cumulata complessiva nelle 36 ore attorno ai 300 mm o superiore. Va comunque rilevato che il maggiore quantitativo cumulato, distribuito in un arco di tempo di circa 48 ore, è stato registrato nell’evento dell’8-10 febbraio in Sicilia, provincia di Siracusa, che peraltro non ha causato perdite di vite umane, ma certamente ingentissimi danni all’agricoltura.