Descrizione 1
Gabriele Bellabarba, Maria Logorelli
L'indicatore riporta, per ciascuna regione/provincia autonoma e per i diversi livelli di tensione, i chilometri di linee elettriche esistenti, in valore assoluto e in rapporto alla superficie territoriale. Per quanto riguarda la consistenza della rete elettrica nazionale, distinta per tensione, le informazioni sono quelle in possesso delle ARPA/APPA e contenute nell'Osservatorio CEM di ISPRA. Tra il 2022 e il 2023 si osserva un lieve aumento delle linee elettriche a 40-150 kV (+ 0,7%), una diminuzione delle linee elettriche a 220 kV (- 5,9%) e delle linee elettriche a 380 kV (-3,8%). La sostanziale stazionarietà delle linee elettriche con tensione 40-150 kV rivela un andamento positivo per quanto riguarda questa tipologia di sorgente elettromagnetica in quanto ha necessità di doversi ramificare in contesti urbani e quindi con maggiore presenza di popolazione. Le variazioni registrate quest’anno per le linee elettriche a 220 kV e 380 kV sono da attribuirsi in prevalenza a una migliore informazione reperibile sui sistemi informatizzati sviluppati nelle regioni coinvolte da sensibili variazioni rispetto all’anno precedente. Comunque, questa tipologia di sorgente elettromagnetica deve sussistere per poter fornire in modo adeguato tutti i servizi necessari alla popolazione, tuttavia, l’esistente viene da tempo sottoposto a un’intensa attività di controllo con normative ad hoc, studiate appositamente per la tutela della popolazione da effetti a breve e a lungo termine causati dalla presenza di campi elettrici e magnetici generati da elettrodotti.
L'indicatore riporta, per ciascuna regione/provincia autonoma e per i diversi livelli di tensione, i chilometri di linee elettriche esistenti, in valore assoluto e in rapporto alla superficie territoriale.
Quantificare le fonti principali di pressione sull'ambiente per quanto riguarda i campi a bassa frequenza (ELF).
L'art. 4 della Legge quadro 36/2001 sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici prevede l'istituzione di un catasto nazionale delle sorgenti fisse e mobili di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e delle zone territoriali interessate, e di catasti regionali realizzati in coordinamento con il catasto nazionale. Il 13 febbraio 2014 è stato emanato il Decreto ministeriale di istituzione del catasto in oggetto a valle di un processo di confronto tra ISPRA e le ARPA/APPA, iniziato diversi anni fa, al fine di definire e condividere le specifiche tecniche per la realizzazione del Catasto stesso. Il CEN (Catasto Elettromagnetico Nazionale) opera in coordinamento con i diversi Catasti Elettromagnetici Regionali (CER) e sono in fase di avvio dei progetti regionali finanziati dal MASE secondo i disposti del DD n.72/2016 relativi alla realizzazione/gestione dei CER. Questo sicuramente porterà a un impulso positivo per la messa a regime degli stessi e di conseguenza del CEN.
Descrizione 2
ISPRA, Annuario dei dati ambientali, anni vari
ISPRA, anni vari, Reports tematici
Numerose sono le criticità che caratterizzano il reperimento delle informazioni relative agli impianti in oggetto, la relativa copertura spaziale e temporale e la qualità dei dati prime fra tutte la mancata emanazione del decreto sulle modalità di inserimento dei dati nel Catasto Elettromagnetico Nazionale relativo alle sorgenti ELF. Altri fattori sono da ritrovarsi nella scarsa efficienza degli strumenti di raccolta dati a livello locale, mancanza di risorse umane e finanziarie dedicate a questa attività.
Azioni sinergiche da parte dei soggetti coinvolti nel cercare di supportare il flusso di informazioni con idonei strumenti normativi e con attività mirate all'analisi delle criticità sopra menzionate al fine di fare luce sulle problematiche e proporre soluzioni per dare maggiore uniformità e completezza del dato a livello nazionale.
Qualificazione dati
9/20
2023
Qualificazione indicatore
Conteggio km linee e rapporto normalizzato di queste con la superficie regionale.
Considerando le linee elettriche con tensione 40-150 kV, 220 kV e 380 kV per le regioni che hanno fornito i dati aggiornati al 2023 (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Molise e Sicilia), si osserva una presenza sul territorio rispettivamente pari al 70%, 18% e 12% rispetto al chilometraggio totale delle linee elettriche (Tabella 1). Le linee elettriche con tensione 40-150 kV sono quelle che, pur emettendo campi elettrici e magnetici di minore intensità rispetto ai 220 kV e 380 kV, hanno maggiori criticità da un punto di vista di interazione con l’ambiente urbano o aree limitrofe. La loro maggiore presenza sul territorio dipende dalle caratteristiche elettriche della linea e dalla necessità di doversi ramificare in contesti urbani.
Tra il 2022 e il 2023, confrontando i dati per le regioni che hanno fornito le informazioni necessarie (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Sicilia) si osserva un lieve aumento delle linee a 40-150 kV (+ 0,7%), una diminuzione delle linee a 220 kV (- 5,9%) e delle linee a 380 kV (-3,8%) (Tabella 2).
Dati
Tabella 1: Lunghezza (L) delle linee elettriche, diversificate per tensione e per regione, in valore assoluto e normalizzata alla superficie (S) regionale (2023)
Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM), ISTAT (aggiornamento al 01/01/2024)
a Il totale Italia si riferisce alle regioni per cui il dato è completo e aggiornato, b Dato non aggiornato, c Lunghezza delle linee normalizzata alla superficie regionale (km di linea per 100 km2 di territorio), nd: dato non disponibile, *: il dato non copre tutta la regione, d Aggiornamento parziale, dati 2023 pervenuti da Inrete distribuzione e RFI,e i dati relativi allle Linne Elettriche AT e AAT sono stati acquisiti da Terna nel 2021. Non è stata riscontrata invece la richiesta di informazioni indirizzata ad ENEL e riguardante i dati degli elettrodotti a MT. I dati relativi alle linee 40-150 kV sono stati forniti dal solo dipartimento provinciale di Salerno e si riferiscono a progetti per la realizzazione di impianti di sorgenti FER.
Tabella 2: Confronto Lunghezza (L) delle linee elettriche, diversificate per tensione e per regione, in valore assoluto e normalizzata alla superficie (S) regionale per gli anni 2022 e 2023
Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM), ISTAT (aggiornamento al 01/01/2024)
a Il totale Italia si riferisce alle regioni per cui il dato è completo e aggiornato, b Dato non aggiornato, c Lunghezza delle linee normalizzata alla superficie regionale (km di linea per 100 km2 di territorio), nd: dato non disponibile, *: il dato non copre tutta la regione, d Aggiornamento parziale, dati 2023 pervenuti da Inrete distribuzione e RFI, e i dati relativi alle Linee Elettriche AT e AAT sono stati acquisiti da Terna nel 2021. Non è stata riscontrata invece la richiesta di informazioni indirizzata ad ENEL e riguardante i dati degli elettrodotti a MT. I dati relativi alle linee 40-150 kV sono stati forniti dal solo dipartimento provinciale di Salerno e si riferiscono a progetti per la realizzazione di impianti di sorgenti FER. Per l'anno 2022 la nota rappresenta la seguente indicazione: i dati relativi alle Linee Elettriche AT e AAT sono stati acquisiti da Terna nel 2021; i dati acquisiti da RFI e quelli desunti dall'"Elenco delle sezioni AT/MT di e-distribuzione per le quali è stata riscontrata inversione del flusso di energia per almeno 1% e 5% del tempo nell'anno 2022" pubblicato da Enel nel 2023.
Non sono stati considerati il numero di stazioni/cabine primarie e cabine secondarie in quanto quasi nessuna regione ha disponibile attualmente tali informazioni. Per quanto riguarda l'informazione sulla consistenza della rete elettrica nazionale, distinta per tensione, i dati riportati in Tabella 1 sono quelli in possesso delle ARPA/APPA e contenuti nell'Osservatorio CEM di ISPRA. Le informazioni sono state aggiornate da 9 regioni (Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Molise e Sicilia). La sostanziale stazionarietà delle linee elettriche con tensione 40-150 kV rivela un andamento positivo per quanto riguarda questa tipologia di sorgente elettromagnetica in quanto ha necessità di doversi ramificare in contesti urbani e quindi con maggiore presenza di popolazione. Le variazioni registrate quest’anno per le linee elettriche a 220 kV e 380 kV sono da attribuirsi in prevalenza per una migliore informazione reperibile sui sistemi informatizzati sviluppati nelle regioni coinvolte da sensibili variazioni rispetto all’anno precedente. Comunque, questa tipologia di sorgente elettromagnetica deve esistere necessariamente per poter fornire in modo adeguato tutti i servizi necessari alla popolazione ma l’esistente viene da tempo sottoposto ad un’intensa attività di controllo con normative ad hoc studiate appositamente per la tutela della popolazione da effetti a breve e a lungo termine causati dalla presenza di campi elettrici e magnetici generati da elettrodotti.