Descrizione 1
Daniele Baroni, Simona Imperio, Riccardo Nardelli, Lorenzo Serra
L’indicatore fornisce un quadro nazionale sullo stato di conservazione delle 268 specie di uccelli nidificanti valutate nel processo di rendicontazione ex art.12 della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Tra queste, sono incluse le specie di interesse comunitario elencate negli Allegati I e II della Direttiva, nonché quelle specie che giustificano la designazione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS). Il risultato dell’indicatore a livello nazionale vede un aumento dal 51% (ciclo di rendicontazione 2007-2012) a 56% (ciclo rendicontazione 2013-2018) di specie con uno stato di conservazione favorevole sul totale delle specie. Tale incremento non ha consentito comunque di soddisfare l’obiettivo posto dalla Strategia per la Biodiversità 2020 dell’Unione Europea (76%). Lo stato di conservazione dell'avifauna italiana nidificante può essere, inoltre, valutato attraverso i trend di popolazione a breve termine, che riflettono i processi in atto nell'ultimo decennio: il 46% delle specie presenta un incremento di popolazione o stabilità demografica, mentre quasi un quarto delle specie risulta in decremento (il restante 33% presenta un andamento di popolazione sconosciuto). Per ciò che concerne, invece, i trend a breve termine dell’estensione d'areale di distribuzione, la frequenza delle specie in diminuzione è minore, poiché solo i casi di declino più marcato portano anche a contrazioni di areale: il 21% delle specie mostra una riduzione di areale, mentre il restante 79% presenta un trend di areale stabile o in aumento.
L’indicatore è basato sullo stato di conservazione delle specie di uccelli nidificanti in Italia, e si basa sui risultati presentati nell’ambito della rendicontazione ex art. 12 della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Nello specifico, l’indicatore si riferisce al ciclo di rendicontazione relativo al periodo 2013-2018, riguardante 268 specie di uccelli nidificanti, ossia tutte le specie native e naturalizzate nidificanti regolarmente in Italia. Tra queste, sono incluse le specie di interesse comunitario elencate in Allegato I e in Allegato II della Direttiva, nonché quelle specie definite “trigger” per la designazione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS). La valutazione dello stato di conservazione si basa principalmente sulle categorie ottenute secondo gli standard IUCN, che tengono conto dei dati assoluti di consistenza di popolazione e di estensione di areale di distribuzione, e delle loro tendenze rispetto al sessennio precedente (2007-2012) categorizzate in incremento, stabile, in diminuzione o sconosciuto. Inoltre, l’analisi dei trend di popolazione e di areale, sia a livello nazionale sia distinti per guild ecologiche, consente di valutare l’efficacia delle politiche di conservazione nei diversi contesti ecologici.
Valutare lo stato di conservazione degli uccelli nidificanti in Italia espresso come proporzione di specie con stato di conservazione favorevole sul totale delle specie oggetto di rendicontazione per la Direttiva Uccelli. L’indicatore fornisce una sintesi dello stato di applicazione della Direttiva, misurandone i progressi ed evidenziando quali siano, allo stato attuale, le principali lacune relative alla raccolta dei dati e alle strategie di conservazione.
La Direttiva Uccelli (2009/147/CE) è stata il primo strumento normativo adottato dall’Unione Europea per la conservazione della biodiversità e ha permesso l’armonizzazione, nei diversi Stati membri, delle normative di tutela delle specie di uccelli selvatici viventi sul territorio europeo. La Direttiva stabilisce anche norme per l'elaborazione di rapporti nazionali sull'attuazione delle sue disposizioni (articolo 12). Nel 2019, gli Stati Membri hanno presentato il loro secondo rapporto ai sensi dell'Articolo 12 della Direttiva Uccelli utilizzando il formato stabilito nel 2011 e aggiornato nel 2016. I rapporti sono obbligatori per tutte le specie nidificanti di presenza regolare e per le popolazioni svernanti e migratrici elencate nell'Allegato I oppure ancora non elencate in Allegato I ma che determinano le designazioni delle ZPS. Il ruolo e i compiti dei diversi soggetti istituzionali che concorrono alla rendicontazione sono definiti dal Decreto interministeriale del 6 novembre 2012, il quale prevede che ISPRA, su incarico del MASE, raccolga e analizzi le informazioni fornite dalle regioni e dalle province autonome sulle specie presenti nel territorio di propria competenza. Nel processo di integrazione a scala nazionale dei dati regionali e provinciali, ISPRA revisiona i dati ricevuti sulla base delle più recenti conoscenze, anche avvalendosi della collaborazione di esperti nazionali e regionali.
L’obiettivo di riferimento per l’indicatore relativo al ciclo di rendicontazione 2013-2018 è dato dalla Strategia per la Biodiversità 2020 dell’Unione Europea, che, tra gli obiettivi principali, ne includeva uno relativo all’applicazione della Direttiva Uccelli. L’obiettivo della Strategia consisteva nell’aumentare del 50% la proporzione di specie con uno stato di conservazione favorevole sul totale delle specie valutate a livello europeo nell’ambito della Direttiva. Tale aumento era previsto entro il 2020.
Descrizione 2
EEA, 2020: State of nature in the EU. Results from reporting under the nature directives 2013–2018, Technical report No 10/2020, European Environment Agency, Copenhagen.
ISPRA - Ercole S., Angelini P., Carnevali L., Casella L., Giacanelli V., Grignetti A., La Mesa G., Nardelli R., Serra L., Stoch F., Tunesi L., Genovesi P. (ed.), 2021. Rapporti Direttive Natura (2013-2018). Sintesi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e delle azioni di contrasto alle specie esotiche di rilevanza unionale in Italia. Serie Rapporti 349/2021.
https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/rapporti/rapporto-349_2021_direttive_natura_def.pdf
ISPRA - Nardelli R., Andreotti A., Bianchi E., Brambilla M., Brecciaroli B., Celada C., Dupré E., Gustin M., Longoni V., Pirrello S., Spina F., Volponi S., Serra L., 2015. Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE in Italia: dimensione, distribuzione e trend delle popolazioni di uccelli (2008- 2012). Serie Rapporti, 219/2015.
Gustin, M., Nardelli, R., Brichetti, P., Battistoni, A., Rondinini, C.,Teofili, C. (compilatori), 2021. Lista Rossa IUCN degli uccelli nidificanti in Italia 2021. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma.
Röschel, L., Noebel, R., Stein, U., Naumann, S., Romão, C., Tryfon, E., Gaudillat, Z., Roscher, S., Moser, D., Ellmauer, T., Löhnertz, M., Halada, L., Staneva, A., Rutherford, C., 2020. State of Nature in the EU - Methodological paper. Methodologies under the Nature Directives reporting 2013-2018 and analysis for the State of Nature 2000. ETC/BD report to the EEA. (https://www.eionet.europa.eu/etcs/etc-bd/products/etc-bd-reports/etc-bd-technical-paper-2-2020-state-of-nature-in-the-eu-methodological-paper-methodologies-under-the-nature-directives-reporting-2013-2018-and-analysis-for-the-state-of-nature-2000)
Storchová, L., Hořák, D., 2018. Life‐history characteristics of European birds. Global ecology and biogeography, 27(4), 400-406.
Le limitazioni sono dovute all’esistenza di disomogeneità nel livello delle conoscenze nelle diverse regioni/province autonome italiane, alla scarsità di piani di monitoraggi ad hoc di lungo periodo e alla necessità di ricorrere a valutazioni di tipo expert-based.
Avvio sistematico di piani di monitoraggio nazionali (a livello di singole specie o di gruppi con ecologia simile). Attualmente, la raccolta dati, pur risultando sufficientemente uniforme nella fase di trasmissione da regioni e province autonome a ISPRA, richiede un'armonizzazione più rigorosa per garantire coerenza a livello nazionale.
Qualificazione dati
Dati e documenti scaricabili dal Central Data Repository dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA).
Risultati ciclo di rendicontazione relativo al periodo 2013-2018 disponibili nel volume ISPRA, Serie Rapporti 349/2021.
Nazionale
2013-2018
Qualificazione indicatore
Lo stato di conservazione è stato assegnato alle singole specie nidificanti secondo le indicazioni metodologiche contenute in Röschel et al., 2020 per la redazione dello “State of Nature in the EU” (EEA, 2020), seguendo i criteri IUCN che tengono conto dei valori assoluti della dimensione della popolazione, dell’estensione dell’areale di distribuzione e delle loro tendenze nel breve termine. In particolare, una popolazione viene classificata come in cattivo stato di conservazione se rientra nei criteri di attribuzione alle seguenti categorie IUCN di minaccia: “Vulnerabile”, “In pericolo”, “In pericolo critico”, “Estinta”. La categoria IUCN “Quasi minacciata” viene classificata come stato di conservazione insoddisfacente. Tutti gli altri casi risultano classificati in uno stato di conservazione favorevole o, in caso di carenza di dati, sconosciuto.
Le tendenze a breve termine sono state valutate considerando un periodo quanto più possibile coincidente con gli ultimi due cicli di rendicontazione ex art. 12 (2007-2018). Il periodo inserito, tuttavia, è stato condizionato dalla disponibilità di dati aggiornati, per cui in alcuni casi ci si è discostati dal periodo di riferimento. Le tendenze di popolazione sono state classificate come in aumento, stabili, in decremento o con andamento sconosciuto. Infine, le tendenze di areale sono state espresse come in aumento, stabili, o in contrazione.
La trasposizione a livello nazionale, per l’Italia, dell’’obiettivo dato dalla Strategia per la Biodiversità 2020, comporta un incremento a partire dal 51% delle specie (valore di riferimento relativo al ciclo di rendicontazione 2007-2012) sino all’obiettivo del 76% delle specie al 2020. Tale obiettivo è stato disatteso, in quanto il valore ottenuto a conclusione del ciclo 2013-2018 è del 56% di specie non minacciate sul totale delle specie valutate, un valore solo lievemente superiore a quello ottenuto a conclusione del ciclo 2007-2012 e ancora distante dall’obiettivo posto dalla Strategia per la Biodiversità al 2020.
Nonostante si sia osservato un aumento nella percentuale di specie in uno stato di conservazione favorevole, passata dal 51% nel ciclo di rendicontazione 2007-2012 al 56% nel ciclo 2013-2018, il trend dell’indicatore è considerato stabile. Questo perché l’incremento risulta troppo modesto se confrontato con gli obiettivi fissati dalla Strategia per la Biodiversità.
Dati
Figura 4: Frequenza percentuale delle categorie che definiscono le tendenze di variazione a breve termine nell’estensione dell’area di distribuzione, differenziate per guild ecologiche* (2013-2018)
ISPRA
* specie legate ad habitat forestali, habitat aperti, ambiente marino e habitat acquatici di zone interne.
L’indicatore riassume i risultati del report italiano ex art. 12 della Direttiva Uccelli per il periodo 2013-2018, per ciò che concerne la rendicontazione di 268 popolazioni di uccelli nidificanti. I trend della popolazione nel breve termine rispecchiano i processi in atto nel corso dell'ultimo decennio: il 46% delle specie presenta un incremento di popolazione o una stabilità demografica, ma quasi un quarto delle specie risulta in decremento (il rimanente 32% presenta un andamento di popolazione sconosciuto). Per ciò che concerne invece i trend dell’estensione degli areali di distribuzione, la frequenza delle specie in diminuzione è minore rispetto ai trend di popolazione, in quanto solo i casi di declino più marcato portano anche a contrazioni di areale: il 21% delle specie presenta una riduzione di areale, mentre il rimanente 79% mostra un areale di nidificazione stabile o in aumento in termini di estensione.
Tra le specie di Allegato I, le popolazioni con trend positivo nel breve termine rappresentano la percentuale maggiore. Tuttavia, almeno 15 popolazioni sono andate incontro ad un calo demografico e in questo insieme figurano specie di interesse conservazionistico estremamente elevato, quali Lanario Falco biarmicus, Pernice bianca Lagopus muta, Bigia padovana Sylvia nisoria.
Per ciò che concerne lo stato di conservazione a livello nazionale, riportato in Figura 1, il 37% delle specie è stato inserito nelle categorie di minaccia o prossima alla minaccia, mentre il 56% delle specie gode di uno stato di conservazione favorevole. In pericolo critico si trovano Migliarino di palude Emberiza schoeniclus, Bigia padovana Sylvia nisoria (con cali estremamente marcati nel breve termine), Gipeto Gypaetus barbatus (in aumento demografico ma con popolazione ancora molto limitata e distribuzione localizzata), Voltolino Porzana porzana, Capovaccaio Neophron percnopterus, Schiribilla Zapornia parva, Forapaglie comune Acrocephalus schoenobaenus, Mignattino comune Chlidonias niger (con trend stabile o sconosciuto). Si sottolinea il fatto che 11 delle 30 specie in maggiore pericolo non siano incluse nell'Allegato I, e che 8 di esse appartengano ai Passeriformi.
Per alcune specie nidificanti (Forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon, Averla cenerina Lanius minor, Calandra Melanocorypha calandra, Bigia padovana) il calo di popolazione sembra essere confermato da una consistente riduzione di areale, fenomeno che ha interessato in modo evidente anche Calandrella Calandrella brachydactyla, Ortolano Emberiza hortulana, Coturnice Alectoris graeca, Fraticello Sternula albifrons e Voltolino Porzana porzana. Nel complesso dell'avifauna nidificante, trend di popolazione negativi (in totale 59) compaiono nella maggior parte degli ordini, ma l'ordine dei Passeriformi rappresenta il 74% di tutte le popolazioni in calo.
La suddivisione in guild ecologiche dell’avifauna nidificante (sensu Storchová e Hořák, 2018) fa emergere ulteriori specificità nelle tendenze sia dei trend della popolazione (Figura 3), sia nelle variazioni di copertura delle distribuzioni (Figura 4). In particolare, le specie legate ad habitat aperti sono quelle maggiormente minacciate, mostrando in maniera consistente la più elevata percentuale di specie in declino sia per quanto riguarda la dimensione delle popolazioni, sia la distribuzione. Per contro, le specie forestali mostrano la più elevata percentuale di specie in aumento di popolazione e di areale. Tuttavia, all’interno di quest’ultima guild ecologica permane un numero ingente di specie in diminuzione, meritevole di attenzione. Le specie legate agli habitat acquatici e marini presentano una minore frequenza di specie in declino, ma soprattutto il più elevato numero di specie con tendenza sconosciuta per ciò che concerne il trend di popolazione, enfatizzando l’importanza di implementare i monitoraggi su queste specie.