Descrizione 1
Marco D'Antona, Marco Di Leginio, Ines Marinosci
All’interno delle aree incluse nell'EUAP (Elenco Ufficiale Aree Protette), il suolo consumato nel 2023 è pari a 58.601ettari totali (1,9% del territorio protetto). Il consumo di suolo avvenuto tra il 2022 e il 2023 è di quasi 70 ettari. I valori più elevati si raggiungono in Campania (3,8%) e in Veneto (3,2%), le uniche regioni a superare la soglia del 3% di territorio consumato in area protetta. Complessivamente tra il 2006 e il 2023 all’interno delle aree protette italiane si sono persi 1.767 ettari.
L'indicatore valuta l’entità del suolo consumato e del nuovo consumo di suolo all’interno del territorio delle aree protette terrestri italiane che rientrano nell’Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP, ultimo aggiornamento del 2010), ed è valutato con riferimento ai Parchi nazionali, alle Riserve naturali (statali e regionali), ai Parchi naturali regionali e alle altre tipologie di aree naturali protette nazionali e regionali. Quest’anno sono stati esclusi i perimetri delle Aree Marine Protette (AMP), contrariamente a quanto considerato nel 2020. Tale valutazione è stata condotta a partire dalla Carta Nazionale del Consumo di Suolo prodotta da ISPRA-SNPA su elaborazioni ISPRA, restituita con riferimento al totale nazionale e alle 20 regioni amministrative.
L’indicatore consente di avere un’informazione sugli impatti derivanti dalla pressione antropica che grava sulle aree protette attraverso una quantificazione della porzione del loro territorio interessata da nuovo consumo di suolo nel periodo di riferimento.
I Programmi di azione europei in campo ambientale e l’Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l’uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità. La Commissione europea è da anni impegnata a favorire un uso più sostenibile del terreno e del suolo. La nuova proposta di direttiva sul monitoraggio e la resilienza dei suoli (COM_2023_416_final - Soil Health Law) sottolinea l’importanza di avere suoli in buona salute e in grado di garantire i necessari servizi ecosistemici e la necessità di introdurre buone pratiche per mitigare gli effetti negativi dell'impermeabilizzazione sulle funzioni del suolo. Tali obiettivi sono stati ulteriormente esplicitati in precedenti atti strategici europei: Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e Strategia Tematica sull'ambiente urbano (COM/2005/0718).
Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva denominata Soil Monitoring and Resilience. Rispetto all’attesa legge sulla salute del suolo, annunciata nella Strategia europea del suolo per il 2030, la Commissione europea ha preferito un approccio in due tempi, anticipando il monitoraggio e la valutazione della qualità dei suoli rispetto all’entrata in vigore di stringenti limiti di legge, che viene rimandata alla fase di valutazione della direttiva, sei anni dopo la sua approvazione.
Il 18 agosto 2024 è entrata in vigore la Nature Restoration Law approvata con regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2024 (Regolamento (UE) 2024/1991 del Parlamento europeo e del Consiglio), il cui principale obiettivo è fermare l’attuale perdita e ripristinare la biodiversità dell’UE, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e adattarsi ai cambiamenti climatici, e per migliorare la sicurezza alimentare. Il regolamento stabilisce obblighi specifici per i diversi tipi di ecosistema, fra cui terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani e, congiuntamente agli obiettivi della Strategia europea sulla biodiversità per il 2030, istituisce un quadro all’interno del quale gli Stati membri attuano misure di ripristino efficaci allo scopo di:
- ripristinare il 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050;
- ripristinare almeno il 30% degli ecosistemi terrestri, costieri, d’acqua dolce e marini che non sono in buono stato entro il 2030, con particolare attenzione agli habitat protetti e alle aree della rete Natura 2000;
- rimuovere barriere artificiali per ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero;
- piantare almeno tre miliardi di alberi entro il 2030 per migliorare la biodiversità e l’ecosistema urbano.
Descrizione 2
SNPA - Munafò, M. (a cura di), 2024. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2024. Report 43/2024.
Difficoltà nella disponibilità di immagini ad altissima risoluzione per alcune aree.
La disponibilità di immagini ad altissima risoluzione è propedeutica nel perfezionare la qualità dell’indicatore.
Qualificazione dati
ISPRA (http://www.consumosuolo.isprambiente.it)
Nazionale, Regionale
2006-2023
Qualificazione indicatore
A partire dalla Carta Nazionale del Consumo di Suolo prodotta da ISPRA per il 2023, è stata valutata in primo luogo l’estensione in termini assoluti e percentuali del suolo consumato all’interno delle aree EUAP di ciascuna delle 20 regioni italiane. Confrontando poi il dato con la revisione degli anni precedenti è stato valutato il nuovo consumo di suolo che ha interessato le aree EUAP. La disponibilità di nuovi dati satellitari ha permesso di affinare le stime di tutta la serie storica. Il consumo di suolo considerato è relativo alle aree protette terrestri italiane che rientrano nell’Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP, ultimo aggiornamento del 2010), compresi i Parchi Naturali Nazionali e Regionali, le Riserve Naturali Nazionali e Regionali e altre tipologie di Aree Naturali Protette Nazionali e Regionali.
All’interno delle aree protette EUAP nel 2023 il suolo consumato è complessivamente pari a 58.601ettari totali (1,9% del territorio tutelato).
Il consumo di suolo all’interno delle aree EUAP risulta significativamente inferiore alla media nazionale (7,16%), grazie principalmente al regime di tutela di cui godono tali aree, che ne garantisce una preservazione maggiore rispetto al resto del territorio nazionale. Tuttavia, il consumo di suolo non si arresta: tra il 2022 e il 2023 sono stati consumati quasi 70 ettari (Tabella 1). I valori più elevati si raggiungono in Campania (3,8%) e in Veneto (3,2%). Complessivamente tra il 2006 e il 2023 si sono persi 1.767 ettari all’interno delle aree protette.
Dati
Tabella 1: Consumo di suolo in aree protette
MATTM (2010); ISPRA/SNPA (2023)
EUAP: Elenco Ufficiale Aree Protette
Tabella 2: Distribuzione per regione del suolo consumato (2023) e del consumo di suolo annuale netto (2022-2023) nelle aree protette
ISPRA/SNPA (2023)
EUAP: Elenco Ufficiale Aree Protette
Complessivamente all’interno delle aree protette EUAP, nel 2023, a fronte di una superficie totale di oltre tre milioni di ettari, risultano consumati oltre 58.000 ettari (pari all’1,9% della superficie complessiva). I valori più elevati si raggiungono nelle aree protette situate in Campania (3,8%) e Veneto (3,2%). I valori più bassi si individuano nelle aree EUAP situate in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Molise, dove il suolo consumato è inferiore al mezzo punto percentuale (Tabella 1).
La densità dei cambiamenti (Tabella 2) mostra i valori più elevati nelle Marche con 1 metro quadrato di nuovo consumo di suolo per ogni ettaro di territorio protetto; seguono Campania (0,54), Emilia-Romagna (0,48), Basilicata e Puglia, rispettivamente con 0,33 e 0,28 metri quadrati per ettaro.
Nella Figura 1 è possibile osservare una sintesi a scala comunale delle classi percentuali di suolo consumato al 2023 nelle singole aree protette italiane.
Tra i Parchi Naturali Nazionali, il parco del Vesuvio rimane quello con la maggiore percentuale di suolo consumato (8,7%) e mostra anche la più alta densità di nuovi cambiamenti rispetto alla superficie, con 2,2 m2/ha, mentre oltre il 50% del nuovo consumo di suolo si concentra nel Parco del Cilento e Vallo di Diano (10,5 ettari nell’ultimo anno) e dei Monti Sibillini (5,6 ha).