Descrizione 1
Valentina Bernarello, Federica Cacciatore
La normativa (D.Lgs. 152/2006) impone il raggiungimento del buono stato dei corpi idrici (chimico + ecologico) entro le date fissate dalla normativa vigente. L’analisi dello stato chimico mostra valori eterogenei tra i distretti, con il 100% dei corpi idrici in stato buono solo per l’Appennino Centrale e il 52% per la Sardegna. In tutti gli altri Distretti la percentuale di corpi idrici in stato buono non supera mai il 50% dei casi e va dal 3% delle Alpi Orientali al 40% dell’Appenino Settentrionale. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo dei Piani di Gestione delle Acque (PdG) e quello del 3° ciclo, si osserva il mantenimento dello stato chimico buono per il 100% dei corpi idrici dell’Appennino Centrale, un miglioramento per quelli dell’Appennino Settentrionale (da 30% a 40%), della Sardegna (da 12% a 52%), della Sicilia (da 11% a 17%) e un peggioramento per i corpi idrici dei Distretti delle Alpi Orientali (da 51% a 3%), Fiume Po (da 65% a 23%) e Appennino Meridionale (da 18% a 11%). A livello nazionale, il numero di corpi idrici in stato buono è 56 su 172 (33%) nel 2° ciclo dei PdG, mentre nel 3° è pari a 42 su 146 (29%).
La definizione dello stato chimico delle acque di transizione (buono o non buono) si basa sulla valutazione della presenza di sostanze inquinanti, da rilevare nelle acque, nei sedimenti e/o nel biota (queste ultime due matrici inserite come obbligatorie per alcune sostanze con D.Lgs. 172/2015), indicate come “prioritarie” e “pericolose prioritarie” con i relativi Standard di Qualità Ambientale (SQA), che non devono essere superati nei corpi idrici ai fini della classificazione del buono stato chimico.
Verificare, ogni sei anni, l’efficacia dei programmi di misure per il contenimento delle pressioni messe in campo dalle Amministrazioni competenti e, quindi, il raggiungimento dello stato “buono” entro le date fissate dalla normativa vigente.
Direttiva 2000/60/CE D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. La Direttiva 39/2013/EU (recepita con D.Lgs. 172/2015) ha introdotto 12 nuove sostanze prioritarie di cui si terrà conto nella classificazione dello stato chimico dal 2027.
Descrizione 2
D.Lgs. 152/06 ss. mm. ii. e Decreti attuativi di recepimento della Direttiva 2000/60/CE Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento ottobre 2022) Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento ottobre 2016)
nessuna
Aggiornamento delle sostanze, degli standard di qualità ambientali (SQA) e delle matrici di analisi
Qualificazione dati
Dati estratti dal Reporting WISE del 2° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento 2016) Dati estratti dal Reporting WISE del 3° Piano di Gestione Acque dei Distretti idrografici (aggiornamento 2022)
Nazionale
2010-2015, 2016-2021
Qualificazione indicatore
I dati chimici per stazione vanno a comporre il giudizio di qualità per i corpi idrici in base al principio “one out all out”. Con la Legge 221/2015 sono stati ridefiniti i limiti dei Distretti Idrografici e quindi per operare un confronto tra 2° e 3° ciclo dei Piani di Gestione delle Acque (PdG), i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione.
L’analisi a livello di Distretto (Figura 1) mostra valori eterogenei, con il 100% dei corpi idrici in stato buono per l’Appennino Centrale e il 52% per la Sardegna. In tutti gli altri Distretti la percentuale di corpi idrici in stato buono non supera mai il 50% dei casi e va dal 3% delle Alpi Orientali al 40% dell’Appenino Settentrionale. A livello nazionale il numero di corpi idrici in stato buono è di 42 su 146. Da segnalare percentuali significative di corpi idrici non classificati in diversi Distretti.
La copertura temporale dell’indicatore non permette, al momento, di individuare un trend.
Dati
Figura 3: Stato chimico nazionale dei corpi idrici delle acque di transizione - confronto 2° ciclo (2015-2021) e 3° ciclo (2021-2027) dei Piani di Gestione delle Acque
Elaborazione ISPRA su dati Reporting WISE (aggiornamento ottobre 2022)
PdG = Piano di Gestione; i colori determinano lo stato di qualità come segue: Blu = Buono, Rosso = Non Buono. Il colore grigio identifica i corpi idrici non classificati
In base all’analisi dei dati riportati dai Distretti nel 3° Reporting alla Commissione europea relativo al sessennio 2016-2021 (aggiornamento ottobre 2022), lo stato chimico delle acque di transizione italiane risulta eterogeneo. Tale disomogeneità si esprime sia a livello di numero di corpi idrici identificati per Distretto, sia per gli esiti della classificazione. Solo il Distretto dell’Appennino Centrale presenta il 100% dei CI in stato buono. In tutti gli altri Distretti la percentuale di corpi idrici in stato buono non supera mai il 50% dei casi: fatta eccezione per il 52% del Distretto della Sardegna, per gli altri Distretti va dal 3% delle Alpi Orientali al 40% dell’Appenino Settentrionale (Figura 1). Con la Legge 221/2015 sono stati ridefiniti i limiti dei Distretti Idrografici e quindi per operare un confronto tra 2° e 3° ciclo dei Piani di Gestione delle Acque (PdG), i corpi idrici del 2° ciclo sono stati assegnati ai Distretti secondo la nuova perimetrazione. Al fine di una corretta lettura dei dati si specifica, inoltre, che la Direttiva 39/2013/EU (recepita con D.Lgs. 172/2015) ha reso obbligatorio dal 2018, per la classificazione chimica, il monitoraggio di alcuni parametri nel biota e non più solo nelle acque. La Direttiva ha inoltre introdotto 12 nuove sostanze prioritarie di cui si terrà conto nella classificazione dello stato chimico dal 2027. Dal confronto tra lo stato del 2° ciclo dei PdG (2015-2021) e quello del 3° ciclo dei PdG (2016-2027), si osserva il mantenimento dello stato chimico buono (Figura 2) per il 100% dei corpi idrici dell’Appennino Centrale, un miglioramento per quelli dell’Appennino Settentrionale (da 30% a 40%), della Sardegna (da 12% a 52%), della Sicilia (da 11% a 17%) e un peggioramento per i corpi idrici dei Distretti delle Alpi Orientali (da 51% a 3%), Fiume Po (da 65% a 23%) e Appennino Meridionale (da 18% a 11%). A livello nazionale (Figura 3) il numero di corpi idrici in stato buono è di 56 su 172 (33%) nel 2° ciclo dei PdG, mentre nel 3° è di 42 su 146 (29%).