PM2.5: CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUALE, STATO e TREND
Descrizione e scopo:
Il D.Lgs 155/2010 ha introdotto l’obbligo di valutare la qualità dell’aria anche con riferimento alla concentrazione di massa del particolato selezionato in base al diametro aerodinamico mediante teste selettive con taglio a 2,5 µm (PM2.5).
Si tratta della frazione fine o respirabile del materiale particolato, costituita dall'insieme delle particelle aerodisperse aventi diametro aerodinamico inferiore o uguale a 2,5 µm. Date le ridotte dimensioni esse, una volta inalate, penetrano in profondità nel sistema respiratorio umano e, superando la barriera tracheo-bronchiale, raggiungono la zona alveolare.
La concentrazione di massa del PM2.5 è dominata dalle particelle nel “modo di accumulazione” ovvero dalle particelle nell’intervallo dimensionale da circa 0,1 µm a circa 1 µm. Il particolato “secondario”, formato in atmosfera a partire da gas precursori o per fenomeni di aggregazione di particelle più piccole, o per condensazione di gas su particelle che fungono da coagulo, può rappresentare una quota rilevante della concentrazione di massa osservata.
La direttiva 2008/50/CE e il D.Lgs. 155/2010 stabiliscono per il PM2.5, in riferimento alla protezione della salute umana, un valore limite annuale di 25 µg/m³.
Significative, coerenti e condivise evidenze epidemiologiche e tossicologiche secondo cui è possibile associare all’esposizione al particolato fine diversi importanti effetti sulla salute e sulla mortalità della popolazione generale e di individui suscettibili, sono emerse in numerosi studi (WHO, 2006). La nuova edizione del Position Paper sul materiale particolato, curato per conto della commissione europea dal CAFE Working group (SECOND POSITION PAPER ON PARTICULATE MATTER, 2005) raccomandava l’uso del PM2.5 come principale metrica per valutare l’esposizione della popolazione ed è stata la base scientifica su cui si è sviluppata la nuova legislazione. L’OMS), nelle nuove linee guida pubblicate a settembre 2021, propone valori guida per l’esposizione della popolazione a PM2.5, sia su base annuale (5 µg/m³) che su base giornaliera (99° percentile delle medie giornaliere di un anno pari a 15 µg/m³, che corrisponde a un massimo di tre superamenti del valore di 15 µg/m³ all’anno, (WHO,2021)).
Per poter trarre conclusioni oggettive sull’andamento della qualità dell’aria e sull’efficacia degli interventi intrapresi al fine di migliorarla, gli studi condotti negli ultimi anni si sono avvalsi dell’utilizzo di specifici metodi e strumenti, i quali considerano la notevole variabilità spaziale e temporale con cui si sviluppano i fenomeni di inquinamento atmosferico, e affrontano il problema della stima dei trend con un approccio di tipo statistico-probabilistico; tale tipo di approccio, offre il vantaggio non solo di descrivere, interpretare e prevedere il comportamento puntuale del fenomeno in relazione al suo evolvere nel tempo, ma permette anche di associare all’analisi effettuata il relativo margine di incertezza.
Si tratta della frazione fine o respirabile del materiale particolato, costituita dall'insieme delle particelle aerodisperse aventi diametro aerodinamico inferiore o uguale a 2,5 µm. Date le ridotte dimensioni esse, una volta inalate, penetrano in profondità nel sistema respiratorio umano e, superando la barriera tracheo-bronchiale, raggiungono la zona alveolare.
La concentrazione di massa del PM2.5 è dominata dalle particelle nel “modo di accumulazione” ovvero dalle particelle nell’intervallo dimensionale da circa 0,1 µm a circa 1 µm. Il particolato “secondario”, formato in atmosfera a partire da gas precursori o per fenomeni di aggregazione di particelle più piccole, o per condensazione di gas su particelle che fungono da coagulo, può rappresentare una quota rilevante della concentrazione di massa osservata.
La direttiva 2008/50/CE e il D.Lgs. 155/2010 stabiliscono per il PM2.5, in riferimento alla protezione della salute umana, un valore limite annuale di 25 µg/m³.
Significative, coerenti e condivise evidenze epidemiologiche e tossicologiche secondo cui è possibile associare all’esposizione al particolato fine diversi importanti effetti sulla salute e sulla mortalità della popolazione generale e di individui suscettibili, sono emerse in numerosi studi (WHO, 2006). La nuova edizione del Position Paper sul materiale particolato, curato per conto della commissione europea dal CAFE Working group (SECOND POSITION PAPER ON PARTICULATE MATTER, 2005) raccomandava l’uso del PM2.5 come principale metrica per valutare l’esposizione della popolazione ed è stata la base scientifica su cui si è sviluppata la nuova legislazione. L’OMS), nelle nuove linee guida pubblicate a settembre 2021, propone valori guida per l’esposizione della popolazione a PM2.5, sia su base annuale (5 µg/m³) che su base giornaliera (99° percentile delle medie giornaliere di un anno pari a 15 µg/m³, che corrisponde a un massimo di tre superamenti del valore di 15 µg/m³ all’anno, (WHO,2021)).
Per poter trarre conclusioni oggettive sull’andamento della qualità dell’aria e sull’efficacia degli interventi intrapresi al fine di migliorarla, gli studi condotti negli ultimi anni si sono avvalsi dell’utilizzo di specifici metodi e strumenti, i quali considerano la notevole variabilità spaziale e temporale con cui si sviluppano i fenomeni di inquinamento atmosferico, e affrontano il problema della stima dei trend con un approccio di tipo statistico-probabilistico; tale tipo di approccio, offre il vantaggio non solo di descrivere, interpretare e prevedere il comportamento puntuale del fenomeno in relazione al suo evolvere nel tempo, ma permette anche di associare all’analisi effettuata il relativo margine di incertezza.
Linea di attività del progetto:
Linea 2
Linea 3
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Sulla base delle premessa fin qui rappresentata, per ogni comune capoluogo di provincia individuato come unità territoriale sub-regionale rappresentativa delle aree urbane, saranno elaborati tre parametri:
- Il valore medio delle medie annuali delle stazioni di traffico, urbane e suburbane, accompagnato dal range (min-max) delle medie annuali; questo indicatore servirà per valutare lo stato della qualità dell’aria in prossimità delle aree maggiormente influenzate dalle sorgenti locali legate alla mobilità.
- Il valore medio delle medie annuali delle stazioni di fondo, urbane e suburbane, accompagnato dal range (min-max) delle medie annuali; questo indicatore servirà per valutare lo stato della qualità dell’aria complessivo e verosimilmente più vicino all’esposizione media della maggior parte della popolazione.
- La stima della variazione percentuale della concentrazione media annuale di PM2.5 nell’ambito territoriale prescelto (comune capoluogo) [% anno-1]. Questo parametro permette di verificare, per ciascun comune capoluogo, l’esistenza o meno di una tendenza, e la sua significatività statistica, all’aumento o alla diminuzione nel tempo delle concentrazioni di PM2.5 desumibile dalle serie storiche di dati misurati presso le centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico italiane.
La ricostruzione della serie (2010-2019) è basata su tutte le stazioni con copertura annuale sufficiente per l'anno in esame, dislocate in ciascun comune.
L’analisi dei trend effettuata per il decennio 2010-2019 sarà ripetuta per il periodo 2013-2022 al fine di valutare se sia confermato o meno il trend a distanza di tre anni dalla precedente analisi; tre anni è infatti il periodo minimo per apprezzare eventuali differenze negli andamenti, che siano indipendenti dalla normale fluttuazione interannuale dei livelli dovuti alle piccole differenze di condizioni meteorologiche che si possono verificare tra un anno e l’altro.
- Il valore medio delle medie annuali delle stazioni di traffico, urbane e suburbane, accompagnato dal range (min-max) delle medie annuali; questo indicatore servirà per valutare lo stato della qualità dell’aria in prossimità delle aree maggiormente influenzate dalle sorgenti locali legate alla mobilità.
- Il valore medio delle medie annuali delle stazioni di fondo, urbane e suburbane, accompagnato dal range (min-max) delle medie annuali; questo indicatore servirà per valutare lo stato della qualità dell’aria complessivo e verosimilmente più vicino all’esposizione media della maggior parte della popolazione.
- La stima della variazione percentuale della concentrazione media annuale di PM2.5 nell’ambito territoriale prescelto (comune capoluogo) [% anno-1]. Questo parametro permette di verificare, per ciascun comune capoluogo, l’esistenza o meno di una tendenza, e la sua significatività statistica, all’aumento o alla diminuzione nel tempo delle concentrazioni di PM2.5 desumibile dalle serie storiche di dati misurati presso le centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico italiane.
La ricostruzione della serie (2010-2019) è basata su tutte le stazioni con copertura annuale sufficiente per l'anno in esame, dislocate in ciascun comune.
L’analisi dei trend effettuata per il decennio 2010-2019 sarà ripetuta per il periodo 2013-2022 al fine di valutare se sia confermato o meno il trend a distanza di tre anni dalla precedente analisi; tre anni è infatti il periodo minimo per apprezzare eventuali differenze negli andamenti, che siano indipendenti dalla normale fluttuazione interannuale dei livelli dovuti alle piccole differenze di condizioni meteorologiche che si possono verificare tra un anno e l’altro.
Dati di base associati:
NON APPLICABILE
Ambito territoriale:
Comuni capoluogo di provincia
Anno iniziale:
2010
Anno finale:
2021
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Unità di misura:
Microgrammo per metro cubo (µg/m3)
Numero (n.)
Percentuale (%)
Fonti:
Elaborazioni ISPRA su dati trasmessi dalle Regioni ai sensi del D.Lgs 155/2010 con le modalità previste dalla Decisione 2011/850/CE
Note:
-
- Titolo: Particolato PM2.5, concentrazione media annuale
Tema:
Qualità dell’aria