Descrizione 1
Giovanni Finocchiaro, Silvia Iaccarino
L’indicatore permette il monitoraggio del carico agente sul territorio dovuto al turismo sia in termini di peso (arrivi) sia di sforzo sopportato (presenze). Rileva, inoltre, come alcune regioni e province autonome siano caratterizzate da rapporti “arrivi/abitanti” e “presenze/abitanti” elevati come nel caso della Valle d’Aosta (10,9 e 30,0) e della provincia autonoma di Bolzano (15,7 e 67,2) a fronte di una media nazionale pari rispettivamente a 2,3 e 7,6. Nel 2023 tutti i valori crescono e superano quelli del 2019.
Nel definire l'intensità turistica sono stati presi in considerazione quei parametri in grado di monitorare il carico del turismo sul territorio, in particolare i fattori responsabili delle pressioni e degli impatti esercitati sull'ambiente, che si traducono nello sfruttamento delle risorse naturali, produzione dei rifiuti, inquinamento, ecc. Il rapporto "numero degli arrivi per popolazione residente" rappresenta il peso del turismo sulla regione, mentre il rapporto "presenze per popolazione residente" offre l'idea dello sforzo sopportato dal territorio e dalle sue strutture. Il "numero degli arrivi" e il "numero delle presenze", distribuiti sul territorio e per mese, evidenziano le zone particolarmente "calde" e la stagionalità dei flussi turistici. La "permanenza media turistica", data dal rapporto tra il numero delle notti trascorse (presenze) e il numero dei clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi), indica le pressioni sull'ambiente associate alla sistemazione turistica quali, per esempio, consumo idrico, smaltimento dei rifiuti, uso intensivo delle risorse naturali.
Determinare il carico turistico agente sul territorio.
Non sono previsti obiettivi per l'indicatore. I rifermenti normativi a supporto sono: Direttiva 95/97/CE del 23/11/95, L 135/01
Descrizione 2
ISTAT
L'assenza di valori di riferimento che possano consentire la valutazione univoca del superamento o meno della capacità di carico del territorio, rappresenta un limite dell'indicatore.
Misura dell'utilizzo delle risorse naturali.
Qualificazione dati
http://dati.istat.it/ (SERVIZI/TURISMO) http://demo.istat.it/
Nazionale, Regionale
1991-2023
Qualificazione indicatore
La permanenza media è data dal rapporto tra il numero delle notti trascorse e il numero dei clienti arrivati nella struttura ricettiva. Rapporto, calcolo della percentuale e variazione indicizzata sono le elaborazioni effettuate per presentare le altre variabili di interesse.
Nel 2023 l’intensità turistica in termini di rapporto arrivi/abitante (2,3) e presenze/abitante (7,6) aumenta rispetto al 2022 (Tabella 1). Alcune regioni/province autonome presentano valori notevolmente più elevati di quelli nazionali, nello specifico: il Trentino-Alto Adige con un rapporto arrivi/abitanti pari a 12,3 e presenze/abitanti pari a 51,0 (dove la provincia di Bolzano segna rispettivamente 15,7 e 67,2) e la Valle d’Aosta con un rapporto arrivi/abitanti pari a 10,9 e presenze/abitanti pari a 30,0 (Tabella 2).
In Italia, considerando il periodo 2000-2023, si rileva un aumento degli arrivi e delle presenze rispettivamente del 67% e 32%, a fronte di una crescita della popolazione residente pari al 2%, tenuto conto che nel 2020 e 2021 a causa del lockdown si è registrato un crollo, dimezzando gli arrivi e le presenze. Nel 2023 continua il recupero, con valori di poco superiori a quelli pre-pandemia. Anche la stagionalità dei flussi turistici non muta la dinamica, restando concentrata nel terzo trimestre (46,5% delle presenze), tenuto conto che durante gli anni di “chiusura” più del 60% delle presenze turistiche si è concentrato nel periodo estivo. Nell’ultimo trimestre, la distribuzione dei flussi turistici raggiunge un valore addirittura più alto del 2019 (14,3% nel 2023 e 13,8% nel 2019) (Tabella 3).
Dati
Tabella 1: Intensità del turismo in Italia: arrivi, presenze, permanenza media nel complesso degli esercizi ricettivi
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Tabella 2: Intensità del turismo per regione: arrivi, presenze, permanenza media nel complesso degli esercizi ricettivi (2023)
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
a Dato provvisorio
Tabella 3: Presenze negli esercizi ricettivi per trimestre e incidenza sul totale
Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
I totali riportati nelle tabelle possono risentire di lievi differenze dovute all'arrotondamento. Nel 2023 il flusso turistico riprende il ritmo di pre-COVID.
Quanto sopra implica le consuete considerazioni sulla capacità di carico, che rappresenta il massimo numero di turisti che il territorio può ospitare senza provocare un danno per l'ambiente fisico o un impoverimento delle peculiarità della destinazione scelta, e sui flussi turistici che sono in sostanza un ampliamento provvisorio della popolazione con tutti i problemi connessi con il superamento della capacità di un sistema calibrato sul carico dei residenti (degrado della qualità della vita, viabilità, sicurezza, trasporti, depurazione, smaltimento rifiuti, ecc.), inficiate nel 2020 dagli effetti della pandemia. A livello regionale nel 2023 i flussi turistici (arrivi e presenze) riprendono l’intensità abituale (Tabella 2).
Diminuisce ancora, nel 2023, la permanenza media dei turisti (3,3) rispetto al 2020 e 2021, presumendo una maggiore stanzialità di chi ha fatto turismo nel periodo pandemico (Tabella 1). Questo andamento è riscontrabile, con leggere variazioni, in quasi tutte le regioni, interpretabile come un rinnovato interesse nel viaggio, ma con soggiorni più brevi anche se più frequenti.
La stagionalità è un elemento importante da considerare, poiché la concentrazione delle presenze in certi periodi dell’anno può influire sulla sostenibilità, generando delle pressioni sia sulla comunità sia sulle risorse naturali. La maggior parte dei Paesi europei è caratterizzata da dinamiche stagionali che vedono un turismo concentrato in zone montuose in inverno, mentre in estate prevale il turismo costiero.
Nel 2023, in Italia, a fronte di un aumento dell’8,5% delle presenze rispetto all’anno precedente, la stagionalità dei flussi si concentra, come di consueto, nel terzo trimestre (46,5%), anche se con una leggera flessione (Tabella 3).