EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA DEL SETTORE ENERGETICO

Data aggiornamento
Linee di attività (new)
Linea 1
Descrizione e scopo

Le emissioni di gas serra sono in gran parte dovute alle emissioni di anidride carbonica (CO2), connesse, per quanto riguarda le attività antropiche, principalmente all’utilizzo dei combustibili fossili: il macrosettore energetico, comprendente anche riscaldamento domestico e trasporti, copre circa l’80 % delle emissioni di gas climalteranti in Italia. Contribuiscono all’effetto serra anche il metano (CH4), le cui emissioni sono legate principalmente all’attività di allevamento nell’ambito di quelle agricole, allo smaltimento dei rifiuti e alle perdite nel settore energetico, e il protossido di azoto (N2O), derivante principalmente dalle attività agricole e dal settore energetico, inclusi i trasporti. Il contributo generale all’effetto serra dei gas fluorurati (HFCs, PFCs, SF6, NF3) è minore rispetto ai suddetti inquinanti e la loro presenza deriva essenzialmente da attività industriali e di refrigerazione. Le emissioni dei gas serra sono calcolate con riferimento alla metodologia IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e sono espresse in termini di tonnellate di CO2 equivalente applicando i coefficienti di Global Warming Potential (GWP) di ciascun composto.

L’indicatore descrive le emissioni di gas serra a livello regionale prodotte dai settori responsabili dei processi di combustione in ambito energetico e industriale, di estrazione e distribuzione dei combustibili fossili, e di trasporto.

Descrizione della metodologia di elaborazione

La stima nazionale delle emissioni viene effettuata nell’ambito della realizzazione dell’inventario delle emissioni in atmosfera attraverso l’uso di appropriati fattori di emissione e/o modelli di stima. Le stime sono effettuate per singolo gas e quindi espresse in termini di CO2 equivalente. La metodologia internazionale di riferimento è indicata in ambito IPCC (IPCC Guidelines for National Greenhouse Gases Inventories, Revised 1996; 2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories). Il National Inventory Report – NIR 2023 descrive in dettaglio le stime italiane.

La metodologia per la stima nazionale prevede il ricalcolo dell’intera serie storica per ogni modifica/aggiornamento realizzato. Conseguentemente, per i settori e gli inquinanti la cui stima nazionale ha subito degli aggiornamenti, anche gli indicatori regionali risentono di tali modifiche.

La disaggregazione territoriale a livello provinciale delle stime nazionali delle emissioni in atmosfera viene realizzata da ISPRA ogni 5 anni (4 anni a partire dal 2021) (De Lauretis et al., 2009; Taurino et al., 2022) ed è disponibile sul sito web della Rete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale  https://emissioni.sina.isprambiente.it/ nella sezione dedicata agli Inventari locali. La disaggregazione provinciale viene ottenuta mediante l’applicazione di una metodologia top-down, attraverso cui alle stime nazionali viene associata una variabile proxy correlata all’attività delle sorgenti emissive. Per i settori emissivi Snap (Selected nomenclature for air pollution) e per gli inquinanti disaggregati valgono le seguenti ipotesi: esistenza di una correlazione forte tra l’emissione di una data attività ed il valore della variabile proxy; forte significatività della correlazione nel passaggio dalla scala nazionale a quella locale. Le pubblicazioni sopra citate forniscono il quadro metodologico generale delle stime provinciali.

La disaggregazione provinciale delle emissioni di gas a effetto serra del settore energetico. Per la produzione di energia la disaggregazione si avvale principalmente di dati puntuali derivati dai tre registri di impianti industriali ‘Emission Trading Scheme’, ’Large Combustion Plants’ e ‘European Pollutant Release and Transfer Register’. In aggiunta alla fonte dei registri industriali, le principali variabili proxy utilizzate nei settori emissivi coinvolti in questo indicatore sono:
• per il settore della combustione non industriale la disaggregazione viene effettuata utilizzando come proxy le vendite dei combustibili fossili (gasolio, gas naturale e GPL). Si tratta principalmente di impianti di riscaldamento nel settore civile, cioè commerciale, istituzionale e residenziale;
• per il settore della combustione industriale si utilizza come proxy il livello produttivo di ciascuna attività, principalmente acciaio e cemento (fonte: associazioni di categoria e report ambientali)
I trasporti adottano una procedura distinta per la disaggregazione a livello provinciale delle emissioni nazionali provenienti dalle due fonti (su strada ed sulle restanti modalità), sulla base di specifiche proxy descritte di seguito:

• trasporto su strada: le emissioni nazionali vengono disaggregate sulla base del parco circolante per provincia e categoria veicolare (fonte Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti), dei flussi di traffico autostradali per tratta e per categoria veicolare (fonte AISCAT) e del valore aggiunto per provincia (fonte Istat), a seconda della modalità di guida (ambito autostradale, urbano ed extraurbano) e della categoria veicolare (automobili, veicoli commerciali leggeri, mezzi pesanti, autobus, ciclomotori e motocicli) considerate;

• trasporto dalle principali altre sorgenti mobili: le emissioni provenienti dalle altre modalità di trasporto si disaggregano distintamente per tipologia di sorgente:

- vie di navigazione interne: la stima nazionale viene disaggregata attribuendone una quota al traffico passeggeri ed una al traffico merci. Il traffico merci viene quindi ripartito tra le tredici province del bacino del Po, mentre il traffico passeggeri viene ripartito sulla base dei natanti per kilometro, per località di servizio nel trasporto passeggeri pubblico di linea (fonte Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti);
- trasporto marittimo: viene utilizzato il dato di emissione per porto calcolato a partire dal numero di navi arrivate per porto (fonte Eurostat) e dei fattori di emissione per classe di nave basati sui risultati di uno studio sulle emissioni portuali nazionali del 2005;

- trasporto aereo: viene utilizzata la stima delle emissioni di gas serra per aeroporto prodotta da Eurocontrol.
L’aggiornamento della disaggregazione provinciale comporta l’esecuzione di procedure complesse ed onerose in termini di risorse impiegate e, come già evidenziato, si caratterizza come un’attività che si svolge con un intervallo temporale abbastanza lungo (4-5 anni).

Per gli anni 1990, 1995, 2000, 2005, 2010, 2015 e 2019, è stata applicata una articolata metodologia di disaggregazione provinciale, a partire dai dati nazionali di emissione, sulla base delle specifiche variabili proxy per categoria emissiva e per sostanza. Per gli anni 2017 e 2021 la disaggregazione a livello regionale è stata ottenuta applicando una metodologia semplificata elaborata ad hoc basata sulla stima nazionale e sulle informazioni desunte dalle variabili proxy 2019, in modo da mantenere la coerenza della serie storica.

Si noti che la disaggregazione regionale corrisponde al dato nazionale per lo stesso anno di riferimento prendendo in considerazione il dato extra-regio (non incluso nei dati regionali) che contabilizza le emissioni derivanti dalle attività off-shore del settore dell'estrazione e distribuzione di combustibili fossili e geotermia e le emissioni per attività di crociera per il traffico marittimo nazionale.

Linea di attività del progetto
Linea 1
Dati di base associati

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Periodicità di aggiornamento
Biennale
Fonti

Ispra

Unità di misura
Tonnellate CO2 equivalenti (tCO2eq)
Temi PON
Emissioni atmosferiche
Ambito territoriale
Regioni
Serie storica
1990-2021
Allegati
Titolo

Emissioni di gas a effetto serra del settore energetico (tonnellate di CO2 equivalente)

Fonte

ISPRA