AREE SOGGETTE AI SINKHOLES
Data aggiornamento scheda:I sinkholes sono voragini che si aprono repentinamente nel terreno, con forma sub-circolare e presentano diametro e profondità variabile da alcuni metri a centinaia di metri.
Il censimento dei sinkholes e l'individuazione delle aree a rischio sono utili ai fini dello studio della suscettibilità del territorio al dissesto idrogeologico.
Sono stati censiti e studiati dall’ISPRA più di 3.000 casi di sprofondamento naturale (sinkholes naturali) in aree di pianura , di altopiano o nella fascia pedemontana, ed effettuati sopralluoghi e analisi di dettaglio in sito su centinaia di casi.
Le aree suscettibili ai sinkholes naturali, per ora più di 300, si concentrano sul medio versante tirrenico e in particolare nel Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Puglia Abruzzo, Campania e Toscana.
Il versante adriatico, a causa del proprio assetto geologico-strutturale, è poco interessato da questo tipo di fenomeni, così come l’arco Alpino e le Dolomiti, con eccezione del Friuli-Venezia Giulia e degli altopiani del Veneto.
I sinkholes di natura antropogenica costituiscono un'altra categoria di sinkhole poichè sono connessi a cavità nel sottosuolo originate dall'uomo (sinkhole antropogenici) per lo più per l’approvvigionamento di materiale da costruzione. Molte città sono interessate da questo fenomeno, soprattutto le grandi aree urbane ubicate su terreni oggetti di coltivazione mineraria, quali Roma, Napoli, Cagliari, Palermo, Reggio Calabria e Torino. Anche nei piccoli e medi centri urbani caratterizzati da una vasta estensione di ipogei sono stati registrati migliaia di casi. Circa 4.500 fenomeni di sprofondamento antropogenico (sinkhole antropogenici) sono stati censiti a Roma, più di ottocento eventi a Napoli, mentre a Cagliari e Palermo i sinkholes antropogenici sono alcune centinaia.
BENI CULTURALI ESPOSTI A PERICOLOSITA' SISMICA
Data aggiornamento scheda:Al 31 dicembre 2024, nei comuni classificati come zone in cui la probabilità che capiti un forte terremoto è alta sono situati 16.729 beni, pari al 7,3% del totale.
BENI CULTURALI ESPOSTI A PERICOLOSITA' VULCANICA
Data aggiornamento scheda:I beni culturali che ricadono nella zona stimata da ISPRA a pericolosità elevata sono 4.948 pari al 2%, mentre quelli ricadenti nel buffer a pericolosità moderata sono 7.601 pari al 3,3% del totale dei beni culturali italiani (229.530).
COMUNI INTERESSATI DA SUBSIDENZA
Data aggiornamento scheda:Dai dati raccolti, il fenomeno della subsidenza coinvolge circa il 18% dei comuni italiani, prevalentemente situati nelle regioni del Nord Italia, in particolare nella Pianura Padana, mentre nell'Italia centrale e meridionale il fenomeno interessa prevalentemente le pianure costiere. Le regioni più esposte sono il Veneto e l’Emilia-Romagna, con oltre il 50% dei comuni interessati dal fenomeno.
ERUZIONI VULCANICHE
Data aggiornamento scheda:L’indicatore è definito dal numero di eruzioni vulcaniche che hanno avuto effetti significativi in termini di interferenza con le attività antropiche nel corso dell’anno. Per quanto concerne l'anno di riferimento (2023), si registra una costante attività eruttiva per l'Etna e attività stromboliana con alcuni picchi d'intensità a Stromboli.
ESPOSIZIONE ALLE PERICOLOSITA' SISMICA E GEOLOGICO-IDRAULICA DEGLI INVASI ARTIFICIALI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore analizza la distribuzione delle grandi e piccole dighe rispetto alla classificazione sismica del territorio nazionale (Mappa delle zone sismiche OPCM 20 marzo 2003, n. 3274 e successive integrazioni), all'Indice di Franosità del Progetto IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia) e alla distribuzione delle aree in frana. Per l’anno 2024, l’indicatore evidenzia che le superfici di acqua dei laghi artificiali e naturali fortemente modificati (perimetro dell’acqua per grandi e piccole dighe) che ricadono in zone con Indice di Franosità (IF) nullo sono il 71,6%, mentre solo l'1,8% ricade nelle zone con IF più alto (IF>30). Rispetto alla sismicità, il 7,4% di grandi dighe e il 2,2% di piccole dighe ricadono nella zona a sismicità alta (zona sismica 1), mentre rispettivamente il 20,6% e l'11,9% nelle aree a sismicità bassa (zona sismica 4). Non essendoci ancora dati completi sulla distribuzione dei piccoli invasi a scala nazionale il risultato è ancora da considerarsi parziale.
EVENTI ALLUVIONALI
Data aggiornamento scheda:Nel 2023, l'Italia ha vissuto uno degli anni più caldi degli ultimi 150 anni, secondo solo al 2022. La temperatura media e massima hanno raggiunto nuovi record, con ottobre che ha registrato temperature superiori di oltre 3°C rispetto alla media del periodo 1991-2021, segnando il valore più alto dal 1961. Durante l'estate, intense ondate di calore hanno colpito il paese, con temperature record di 48,2°C registrate il 24 luglio a Jerzu e Lotzorai in Sardegna, e 41,2°C a Roma all'inizio di agosto. La siccità ha continuato a essere un problema significativo, con il Nord e il Centro Italia che hanno sperimentato condizioni di siccità severa nei primi quattro mesi dell'anno, attenuatesi successivamente. Tuttavia, negli ultimi tre mesi dell'anno, la Sicilia e parte della Calabria ionica hanno sofferto di una siccità estrema con un notevole deficit di precipitazioni.
Eventi meteorologici estremi hanno colpito diverse regioni, causando gravi danni. In maggio, l'Emilia-Romagna è stata devastata da due eventi pluviometrici eccezionali, che hanno portato a inondazioni, frane e 17 decessi. Il 2 novembre, forti temporali in Toscana hanno causato esondazioni e 8 vittime, con piogge eccezionali registrate nelle province di Pisa, Livorno, Pistoia e Prato.
In sintesi, il 2023 è stato caratterizzato da temperature record, siccità persistente e eventi meteorologici estremi che hanno avuto un impatto significativo su diverse regioni italiane.
EVENTI FRANOSI PRINCIPALI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni sui principali eventi franosi che hanno causato vittime, feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali, infrastrutture lineari di comunicazione primarie e infrastrutture/reti di servizi sul territorio nazionale nell’ultimo anno. I principali eventi di frana, verificatisi nel 2023, sono stati 192 e hanno causato 11 morti, 24 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale e a edifici.
EVENTI SISMICI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore descrive gli eventi sismici avvenuti nell’anno di riferimento nel territorio italiano, in base alle Magnitudo registrate dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. Nel 2023 nessun evento sismico è stato distruttivo in Italia. Solo un evento ha superato Magnitudo 5 ma con un ipocentro molto profondo, tale da non procurare effetti in superficie. Inoltre, si sono verificati 19 eventi di Magnitudo compresa tra 4 e 4,9. Il terremoto di maggiore Magnitudo, pari a Mw 4,9, si è verificato vicino Marradi (FI). Il numero di terremoti di Magnitudo pari o superiore a 2 avvenuti nel 2023, che si sono maggiormente concentrati, come sempre, lungo l’arco appenninico, l’arco alpino orientale e la Sicilia orientale, è comparabile col numero degli analoghi eventi avvenuti nei quattro anni precedenti.
INVENTARIO DEI FENOMENI FRANOSI D'ITALIA (IFFI)
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce informazioni sul numero e sulla distribuzione delle frane in Italia. Le frane censite sono oltre 635.000 (periodo di riferimento 1116-2024) e interessano un’area di 25.004 km2, pari all’8,3% del territorio nazionale.
INVASI ARTIFICIALI
Data aggiornamento scheda:Il numero di invasi classificati come Grandi Dighe, ai sensi della Legge 21 ottobre 1994 n. 584 e successiva Circ. Ministero LL.PP. 482/1995, risulta pari a 529 (dicembre 2023) mentre, sulla base dei censimenti forniti dalle regioni fino a marzo 2024, il numero di specchi d’acqua (invasi artificiali, vasche, laghi naturali, stagni, paludi ecc) è pari a 33.646. Per le Grandi Dighe l’informazione è completa a livello nazionale. Per i piccoli invasi, il censimento o la stima è disponibile per tutte le regioni, ma in alcuni casi risulta parziale e incompleto. Si stima che almeno il 40% di questi sia dotato di opere di sbarramento.
AREE A PERICOLOSITÀ IDRAULICA
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni sulle condizioni di pericolosità da alluvione per l'intero territorio nazionale aggiornate al 2020. Le aree a pericolosità idraulica elevata, allagabili con tempo di ritorno compreso fra 20 e 50 anni, sono il 5,4% del territorio nazionale (16.224 km2), le aree a pericolosità media, allagabili con tempo di ritorno compreso fra 100 e 200 anni, sono il 10% (30.196 km2), quelle a pericolosità bassa, allagabili in caso di eventi rari o estremi, raggiungono il 14% del territorio nazionale (42.376 km2).
AREE A PERICOLOSITA' DA FRANA PAI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni sulle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) sul territorio nazionale. La superficie complessiva, in Italia, delle aree a pericolosità da frana PAI e delle aree di attenzione è pari a 60.481 km2 (20% del territorio nazionale), di cui 26.385 km2 (8,7%) sono aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4, assoggettate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi.
BENI CULTURALI ESPOSTI A FRANE E ALLUVIONI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce informazioni relative ai beni culturali a rischio idrogeologico sul territorio nazionale. I beni culturali a rischio frane sono 40.256, dei quali 13.243 sono ubicati in aree a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4. I beni culturali a rischio alluvioni sono 35.979 nello scenario di pericolosità idraulica media (tempi di ritorno fra 100 e 200 anni) e raggiungono i 53.844 nello scenario di pericolosità idraulica bassa, che è lo scenario massimo atteso.
EFFETTI AMBIENTALI DEI TERREMOTI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore descrive gli effetti indotti sull'ambiente dai terremoti e rappresenta la suscettibilità del territorio italiano a tali effetti. La suscettibilità dipende dal diverso grado di sismicità presente nelle diverse porzioni del territorio italiano e dalle locali caratteristiche geomorfologiche e geologiche. Viene, inoltre, presentata una mappa dei valori ESI (Environmental Seismic Intensity) che sono stati raggiunti durante la storia sismica conosciuta nel territorio italiano e rappresentativi degli effetti che potrebbero riverificarsi in futuro a seguito di terremoti analoghi.
Nel 2022 si è registrato un solo terremoto per cui sono stati riportati effetti ambientali sismo-indotti. Si tratta del sisma avvenuto il 4 dicembre 2022 nelle isole Eolie, di magnitudo 4,5, che ha indotto modesti fenomeni di crollo in alcuni siti di Lipari e Vulcano.
FAGLIAZIONE SUPERFICIALE (FAGLIE CAPACI)
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce informazioni su eventi di fagliazione superficiale associati alla riattivazione di faglie capaci che interessano il territorio italiano, generalmente in occasione di forti terremoti, ma anche a seguito di terremoti di magnitudo relativamente bassa, se questi sono superficiali, come avviene in contesti vulcano-tettonici, quale ad esempio quello dell’Etna. Proprio nell’area etnea, a seguito del terremoto di Fleri del 26 dicembre nel 2018 (Mw 4.9, H=1 km; INGV), si è riattivato, come altre volte nel recente passato, il sistema di faglie Fiandaca - Acicatena - Aciplatani.
Lungo la faglia di Fiandaca è stata documentata una fagliazione superficiale per una lunghezza di circa 5 km. La rottura lungo la faglia di Aciplatani non è stata invece cosismica, ma è comparsa alcune ore dopo l’evento sismico, con fratture aperte pochi cm che dopo alcuni giorni dall’evento hanno raggiunto una lunghezza totale di circa 700 metri. Questi movimenti asismici, cioè non legati a sismi, di dicono per creep, e sono comuni in alcuni settori dell’apparato etneo.
Il danneggiamento legato all’evento sismico è stato localizzato essenzialmente lungo le zone di fagliazione superficiale, che erano state interessate dallo stesso fenomeno più volte in passato, anche molto recentemente, a dimostrazione dell’importanza di evidenziare le aree ove sono presenti faglie capaci e di tenerne conto nella pianificazione territoriale.
Le faglie che si sono riattivate nel 2018 erano già contenute nel database ITHACA, l'inventario delle faglie capaci in Italia realizzato da ISPRA, che fornisce lo stato delle conoscenze sulla distribuzione nel territorio nazionale delle faglie potenzialmente in grado di produrre fagliazione in superficie.
INDICE DI FAGLIAZIONE SUPERFICIALE IN AREE URBANE
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce una stima del livello di esposizione delle aree urbane alla pericolosità da fagliazione superficiale. Per ciascuna zona sismogenetica della zonazione ZS9 l’indicatore misura l’estensione areale dell’urbanizzato esposto a pericolosità da fagliazione superficiale in quanto in prossimità di faglie capaci (Catalogo ITHACA). Queste ultime sono perimetrate tenendo conto della cinematica prevalente della faglia, con un’estensione che è funzione dei massimi rigetti attesi.
Le maggiori criticità si confermano in Sicilia orientale, soprattutto nell’area etnea. Dal confronto rispetto all’ultima elaborazione (nel 2014) emerge un incremento imputabile alla maggiore espansione delle aree urbane in prossimità di faglie capaci, ma anche alla presenza di un numero maggiore di faglie capaci in ITHACA dovuto al progressivo aumento delle conoscenze sull’attività tettonica recente di alcune strutture.
POPOLAZIONE ESPOSTA A FRANE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce una stima della popolazione a rischio frane (rischio di danni alla persona: morti, dispersi, feriti, evacuati) su base nazionale, regionale, provinciale e comunale. In Italia la popolazione a rischio frane residente nelle aree a pericolosità PAI elevata e molto elevata (P3+P4) ammonta a 1.303.666 abitanti, pari al 2,2% del totale.
POPOLAZIONE ESPOSTA AD ALLUVIONI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce un quadro della popolazione residente in aree allagabili (popolazione esposta a rischio di alluvioni) su base nazionale, regionale, provinciale e comunale. In Italia, la popolazione residente in aree a pericolosità/probabilità elevata è il 4,1% del totale nazionale (2.431.847 abitanti); quella esposta a pericolosità/probabilità media è l’11,5% (6.818.375 abitanti) mentre la popolazione in aree a pericolosità/probabilità bassa è pari al 20,6% (12.257.427 abitanti).