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IMPRESE INDUSTRIALI
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L’indicatore misura il numero di imprese industriali attive in senso stretto, le loro unità locali operative e gli addetti che vi lavorano, offrendo una fotografia della struttura produttiva nazionale e della sua evoluzione. Nel 2022 le imprese attive dell’industria in senso stretto risultano 390 580, un valore sostanzialmente stabile rispetto al 2021 (+0,02 %). La presenza territoriale continua a essere polarizzata, con oltre la metà delle imprese concentrate nel Nord del Paese; in termini occupazionali gli addetti ammontano a 4 137 637 unità, in crescita dell’1,5 % rispetto all’anno precedente. Complessivamente, l’industria manifatturiera rimane la componente dominante, assorbendo oltre il 90 % dell’occupazione industriale.
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INVESTIMENTI PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE
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Nel 2022 gli investimenti fissi lordi delle imprese industriali destinati alla protezione dell’ambiente hanno subito un vero e proprio crollo: il valore complessivo è sceso da 1 454,3 a 508,7 milioni di euro, registrando una contrazione di circa il 65 per cento rispetto al picco raggiunto solo un anno prima. Il ridimensionamento ha riguardato in misura analoga sia le tecnologie «end of pipe» (‑71,5 %) sia quelle integrate (‑47,6 %), sicché il peso delle soluzioni integrate sul totale è rimasto sostanzialmente invariato, assestandosi poco oltre il 40 per cento. Sul piano settoriale la manifattura si conferma la prima investitrice con quasi 300 milioni, ma riduce i flussi di oltre la metà; l’energia elettrica e il gas vedono svanire gran parte degli impegni del 2021 (‑87 %), mentre la gestione delle acque si ferma a 125 milioni (‑62 %). Tra le voci CEPA spiccano, pur in forte flessione, la «Gestione delle acque reflue» (171,7 milioni) e la «Protezione dell’aria e del clima» (126,4 milioni).
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QUOTA DI EDIFICI CON IMPIANTI SOSTENIBILI NELLE NUOVE COSTRUZIONI
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L’indicatore fotografa, dal 2010 al 2023, l’evoluzione delle tecnologie a basso impatto ambientale adottate nei fabbricati di nuova realizzazione in Italia. Dal 2010 al 2021 i nuovi edifici italiani hanno adottato sempre più fotovoltaico e pompe di calore, grazie agli incentivi e obblighi dell’Unione Europea; nel 2022‑2023, invece, le installazioni diminuiscono, rivelando la dipendenza dagli incentivi. La diffusione è massima nei comuni medi, più lenta nei grandi centri (vincoli sui tetti) e nei micro‑comuni (reti deboli). L’utilizzo di caldaie a condensazione crolla, tuttavia torna a crescere quando sono riproposti bonus e sistemi ibridi. Per stabilizzare la transizione servono incentivi stabili al fotovoltaico, reti elettriche potenziate per le pompe di calore e ritiro definitivo delle caldaie a gas.
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SPESE PER LA RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE INDUSTRIA
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L’aggiornamento 2022 evidenzia la continua ripresa delle spese intra‑muros per Ricerca e Sviluppo (R&S) delle imprese industriali, che raggiungono 11,39 miliardi di euro (+3,1 % rispetto al 2021), superando per la prima volta il picco pre‑pandemico del 2019. La quasi totalità della spesa (98,9 %) continua a essere sostenuta dal comparto manifatturiero, mentre l’apporto delle attività estrattive, di fornitura energetica e dei servizi di gestione dei rifiuti si attesta all’1,1 %. Nel decennio 2012‑2022 l’investimento complessivo è cresciuto di oltre un terzo (+36,6 %), come descritto in tabella 1. Rapportando la spesa al PIL la quota si colloca, nel 2023, intorno all’- 1,31 % - (1,37 % nel 2022), valore che mantiene l’Italia al di sotto della media dell’area dell’euro e dei principali partner industriali europei.
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