COSTA PROTETTA

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Maria Luisa Cassese, Filippo D’Ascola, Valeria Pesarino, Andrea Salmeri

    Abstract
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    Abstract

    Per contenere l’erosione dei litorali e i danni prodotti dalle mareggiate negli anni sono stati eseguiti lungo le coste italiane numerosi interventi con opere di difesa, finalizzati alla protezione dei beni e delle infrastrutture presenti nell’immediato entroterra e al ripristino delle spiagge in arretramento. L’indicatore fornisce una stima su base nazionale e regionale della costa protetta con opere rigide, la misura è rappresentativa sia della fragilità degli ambienti costieri del Paese sia degli oneri di gestione e di protezione dal dissesto idrogeologico delle zone costiere. 
    Il 18% delle coste italiane, pari a circa 1.520 km, è protetto con opere di difesa e l’azione di contrasto all’erosione non si arresta; dal rilievo dello stato delle coste al 2020 risulta che tra il 2008 e 2020 sono state realizzate nuove opere a protezione di ulteriori 200 km di costa.

    Descrizione

    I litorali italiani sono soggetti a intensi fenomeni erosivi con arretramento della linea di riva e riduzione dell’ampiezza delle spiagge. L’azione del mare, specie negli eventi di tempesta, mette in crisi la sicurezza di strade e ferrovie e pregiudica attività socio-economiche, anche di tipo turistico balneare, che si sviluppano lungo la costa. La frequenza dei danni causati dalle mareggiate e lo sfruttamento sempre maggiore del territorio rivierasco inducono gli enti preposti alla programmazione e alla realizzazione di un numero crescente di interventi di difesa costiera. In Italia il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, in attuazione del capo I della legge n. 59 del 15 marzo 1997, conferisce funzioni alle regioni in materia di programmazione, pianificazione, gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri (art. 89 comma 1 lett. h), lasciando allo Stato i compiti di rilievo nazionale relativi agli indirizzi generali e ai criteri per la difesa delle coste (art. 88 comma 1 lett. aa). 
    Le soluzioni di protezione dei litorali e di contenimento del dissesto per erosione adottate negli anni dalle amministrazioni sono in prevalenza interventi con opere di difesa costiera “rigide”, ossia strutture fisse capaci di interferire con il moto ondoso e di limitare gli effetti dannosi delle mareggiate, e in alcuni casi interventi con opere “morbide”, che prevedono interventi di ripristino delle spiagge principalmente attraverso ripascimenti artificiali e recupero del sistema dunale.

    Le opere di difesa costiera “rigide” sono un insieme eterogeneo di strutture che, secondo le caratteristiche di forma e di posizionamento, interagiscono con la dinamica litoranea. In linea di massima le opere di difesa longitudinali la riva permettono di attenuare l’azione delle onde sulla costa e di limitare il dissesto dei litorali durante gli eventi di tempesta, risultato spesso ottenuto con l’installazione di scogliere o isolotti artificiali posti in mare ad alcune decine di metri dalla riva; mentre opere trasversali la linea di riva, come pennelli e foci armate in corrispondenza delle foci fluviali, permettono di modificare localmente le dinamiche di erosione-accrescimento delle spiagge. Per contrastare l’azione aggressiva del mare sono adottate anche soluzioni combinate di strutture trasversali e longitudinali la riva, ossia opere miste, e strutture radenti la riva, come estremo baluardo a protezione di manufatti ed aree di interesse situati a ridosso della riva.
    L’indicatore fornisce la stima su base nazionale e regionale della costa protetta con opere di difesa.
    L’indicatore è la sintesi dell’analisi dei tratti costa protetti da opere di difesa costiera, in funzione del tipo di opera, dei parametri dimensionali e della distanza dalla riva; la misura, espressa in chilometri di costa protetta dalle opere, è ottenuta mediante elaborazioni spaziali del catalogo delle opere di difesa rigide realizzate lungo la costa italiana coi rispettivi settori di attenuazione del moto ondoso a costa.
    Sulla base del rilievo cartografico dello stato delle coste e delle opere marittime al 2020, si fornisce la stima della costa protetta al 2020, confrontandola con le corrispondenti stime pubblicate per le coperture territoriali del 2000 e del 2006.

    Scopo

    Disporre di informazioni sintetiche sulle azioni messe in atto per il contenimento del dissesto idrogeologico delle zone costiere del Paese. 
    L’indicatore è un parametro rappresentativo sia della vulnerabilità delle aree costiere del Paese sia degli oneri di gestione sostenuti per la protezione dei litorali e delle strutture e delle attività socio-economiche che si sviluppano in prossimità della costa. Può essere anche di supporto alla valutazione dell’efficacia degli interventi di protezione eseguiti, riscontrabile nel tempo con l’effetto della stabilizzazione e del ripristino dei litorali protetti.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    È sensibile ai cambiamenti che si verificano nell'ambiente e/o nelle attività umane
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull'ambiente e delle risposte della società.
    Solidità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, in attuazione del capo I della Legge n. 59 del 15 marzo 1997, conferisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni in materia di protezione e osservazione delle zone costiere (art. 70 comma 1 lett. a) e funzioni di programmazione, pianificazione, gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri (art. 89 comma 1 lett. h), lasciando allo Stato i compiti di rilievo nazionale relativi agli indirizzi generali e ai criteri per la difesa delle coste (art. 88 comma 1 lett. aa). L’indicatore è funzionale alla valutazione del dissesto idrogeologico in ambiente costiero, alla definizione degli indirizzi generali e a report sullo stato di attuazione delle numerose direttive che richiamano la tutela delle zone costiere.

    DPSIR
    Pressione
    Stato
    Impatto
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (A)
    Riferimenti bibliografici

    F. D'Ascola, M. L. Cassese, N. Lugeri, V. Pesarino, A. Salmeri. 2022. From coastline to backshore: a Geodatabase for the monitoring and analysis of the state of the Italian coasts. In: L. Bonora, D. Carboni, M. De Vincenzi, G. Matteucci (edited by), Series of Proceeding of Nineth International Symposium “Monitoring of Mediterranean Coastal Areas. Problems and Measurement Techniques”. Livorno (Italy) June 2022. Published by Firenze University Press. In Press. 

    F. D'Ascola, A.-L. Beck, M. L. Cassese, M. Jones, N. Lugeri, V. Pesarino, A. Salmeri, M. A. Taji. 2022. Monitoring of the evolution of “barene” borders and the safeguard of the Venice Lagoon morphology: a contribution from the Coastal Change from Space project results. In: L. Bonora, D. Carboni, M. De Vincenzi, G. Matteucci (edited by), Series of Proceeding of Nineth International Symposium “Monitoring of Mediterranean Coastal Areas. Problems and Measurement Techniques”. Livorno (Italy) June 2022. Published by Firenze University Press. In Press.

    MATTM-Regioni, 2018. Linee Guida per la Difesa della Costa dai fenomeni di Erosione e dagli effetti dei Cambiamenti climatici. Versione 2018 - Documento elaborato dal Tavolo Nazionale sull'Erosione Costiera MATTM-Regioni con il coordinamento tecnico di ISPRA, 305 pp

    Limitazioni

    Il limite è rappresentato dalla mancata contabilizzazione dei tratti di costa protetti mediante ripascimenti

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Quinquennale
    Data source
    ISPRA
    Accessibilità dei dati di base

    I dati sulle opere di difesa costiera, elaborati da ISPRA, sono consultabili sul Portale Coste ISPRA al link: https://sinacloud.isprambiente.it/portal/apps/sites/#/coste . Inoltre, alla sezione Dati del Portale delle Coste è possibile scaricare gli strati informativi per l’intero assetto nazionale e per tutte le serie temporali elaborate da ISPRA in formato geopakage, utilizzabili attraverso i principali tool GIS.

    Copertura spaziale

    Nazionale; Regioni costiere

    Copertura temporale

    2000-2006-2020

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    Per il calcolo dell’indicatore è stata definita una metodologia di acquisizione dei dati sulla fascia costiera basata sulla fotointerpretazione e classificazione delle informazioni rilevabili da mosaici di ortofoto zenitali a colori a risoluzione spaziale sub-metrica. Per la rappresentazione cartografica e la descrizione delle caratteristiche geomorfologiche dei litorali e delle strutture artificiali realizzate lungo la riva – porti, opere di protezione costiera e manufatti - sono stati definiti standard di classificazione e procedure per la determinazione dei principali parametri dimensionali. La metodologia di rilievo e di elaborazione, applicata alle coperture territoriali nazionali disponibili, ha consentito la generazione di una serie storica sullo stato delle coste italiane e di un catalogo delle opere marittime e di protezione costiera, aggiornato con le opere di nuova realizzazione e le varianti delle opere preesistenti; serie storica che costituisce la base dati per il calcolo di indicatori di stato e dei cambiamenti in area costiera.
    Le fonti di riferimento utilizzate per il rilievo cartografico dei dati di base sono per il 2020 i mosaici delle ortofoto a colori disponibili sulle piattaforme Google, per il 2006 e il 2000 il mosaico delle ortofoto rispettivamente del volo IT2006 e del volo IT2000, disponibili sul Portale Cartografico Nazionale. 
    Il catalogo delle opere è composto da tutti i manufatti realizzati in mare o a ridosso della riva visibili dalle ortofoto, identificati per destinazione d’uso – porto, colmata, lidi, pontili, opere di difesa costiera. Le opere di difesa sono classificate per tipo – radente, scogliera, pennelli, isolotti, opere miste e foci armate, per dettagli costruttivi - ortogonali, obliqui, emerse, sommerse, per varianti intervenute dall’ultimo rilievo – ampliamento, cambio destinazione d’uso, dismissione, nuova realizzazione - e sono archiviate con la misura di parametri costruttivi principali – estensione e distanza dalla riva.
    L’azione di interferenza con la dinamica litoranea e di attenuazione del moto ondoso a costa delle opere di protezione costiera varia con la tipologia e la posizione rispetto alla riva. Le opere radenti, a muro o a gettata di massi che siano, si è assunto agiscano solo sul tratto di costa su cui insistono. Le scogliere interagiscono sulla costa prospiciente in funzione della dimensione, della distanza e dell’orientamento dell’opera rispetto alla riva e delle caratteristiche morfologiche della costa sottesa all’opera. Altre opere, come i pennelli e le foci armate, influiscono sui tratti di costa adiacenti in proporzione alle dimensioni dell’opera e in funzione della forma e dell’orientamento.
    Per l’indicatore è stata definita una procedura che ha permesso l’individuazione dei tratti di litorale protetti da opere di difesa aderenti e staccate dalla riva. La procedura tiene conto della tipologia, della forma, della dimensione di ogni opera di difesa e della sua collocazione lungo la costa. 
    La delimitazione del settore di interferenza all’azione del moto ondoso provocato da ogni opera e l’aggregazione di tutti i tratti della linea di costa sottesi ai settori di protezione delle opere ha prodotto una copertura territoriale della costa italiana protetta dalle opere di difesa, a meno degli interventi di ripascimento artificiale.

    Periodicità di aggiornamento
    Quinquennale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore è di rilevanza nazionale, la qualità delle informazioni di base utilizzate per l'elaborazione consente la comparabilità nel tempo e nello spazio, comprese valutazioni comparative tra le diverse caratteristiche territoriali e climatiche delle aree costiere del Paese.

    Stato
    Scarso
    Trend
    Negativo
    Valutazione/descrizione dello stato

    In Italia circa il 18% delle coste, pari a circa 1.520 km, è protetto con opere di difesa costiera rigide realizzate negli anni per contenere il dissesto provocato dalle mareggiate e l’erosione dei litorali. 
    Opere di sistemazione costiera sono riscontrabili lungo tutti i settori costieri del Paese, ma i litorali più protetti sono quelli in cui centri urbani, infrastrutture stradali e ferroviarie e attività socio-economiche si sviluppano lungo la costa. Tali opere rigide, oggi, rappresentano degli interventi che si effettuano in emergenza, quando le condizioni di criticità e di pericolo per cose e persone non permettono la realizzazione di opere di più ampio respiro, volte a realizzare progetti per ripascimenti durevoli delle spiagge. La persistenza delle opere realizzate nel passato e l’istallazione continua di nuovi interventi corrispondono a dei peggioramenti dal punto di vista ambientale: pur proteggendo alcuni paraggi, si continuano a modificare e limitare le condizioni della naturale circolazione di acqua e sedimenti lungo la costa, se ne peggiorano le condizioni chimico-fisiche ed ecologiche, si impedisce alle spiagge di rigenerarsi naturalmente, generando un’ulteriore perdita dell’equilibrio naturale del sistema spiaggia.

    Valutazione/descrizione del trend

    Il modello applicato per i rilevamenti degli anni 2000, 2006 e 2020 mostra un continuo aumento dei tratti interessati dagli effetti di tali opere, che nel 2000 ammontavano a 1.170 km di costa (14%), valore cresciuto a 1.314 km (16%) nel 2006, mentre per il 2020 il valore raggiunge i 1.520 km (18%), con un trend, nel ventennio, pari a un incremento del 29,2%. Da parte delle amministrazioni competenti prosegue l’azione di contrasto al progressivo degrado delle coste utilizzando strumenti diversi, eppure spesso è ancora necessario aggiungere opere di difesa costiera rigida, mentre è ancora sporadica la sostituzione delle opere rigide esistenti con altri schemi di difesa della costa meno impattanti. Queste opere, pur difendendo il territorio del retrospiaggia, non riescono da sole a essere capaci di rinnovare l’equilibrio naturale che preserva e rinnova le spiagge, a volte essendo concausa dell’arretramento della costa e della sparizione di interi tratti di spiaggia.

    Commenti

    In Italia circa il 18% delle coste, pari a circa 1.520 km, è protetto con opere di difesa costiera rigide, realizzate negli anni per contenere il dissesto e l’erosione dei litorali. 
    Tutte le regioni, competenti in materia di gestione della fascia costiera, sono dotate di piani che prevedono attività di monitoraggio, di programmazione, manutenzione e messa in opera di soluzioni orientate a garantire un livello di protezione e di sicurezza nel tempo alle strutture e ai beni ambientali presenti a ridosso della costa. 
    Dalla Tabella 1 emerge che le regioni con il maggior numero di chilometri di costa protetta sono in ordine Sicilia (245 km), Calabria (167 km), Liguria (144 km), Campania (137 km), Puglia (122 km) e Marche (120 km) ma le coste maggiormente difese sono quelle delle regioni adriatiche, caratterizzate da litorali prevalentemente bassi, sabbiosi e tendenzialmente più instabili. 
    La Figura 1 è indicativa del livello di protezione registrato negli strati informativi al 2020, senza tener conto di ripetuti interventi di ripristino delle spiagge mediante ripascimento artificiale. 
    Il maggior livello di protezione si registra lungo le coste delle Marche e del Molise, con due terzi della costa regionale protetta, seguono Abruzzo, Veneto ed Emilia-Romagna, con oltre la metà dei litorali regionali protetti con opere rigide. In Friuli-Venezia Giulia e in Liguria oltre un terzo delle coste sono protette, nelle restanti regioni la percentuale di costa protetta è nettamente inferiore.

    Le spiagge rappresentano a livello nazionale circa il 40% dell’intera costa, quasi 3.400 km, mentre il resto è rappresentato da costa naturale rocciosa o da costa antropizzata. Alcune regioni possiedono una porzione dominante di spiagge, in sei casi oltre il 70% della costa è occupata dalle spiagge, mentre per alcune regioni questa è una componente limitata, come per la Sardegna (21%) e la Liguria (27%) mentre per Toscana, Campania e Puglia la quota è intorno al 35% (Figura 2, Tabella 1).

    Confrontando la percentuale di costa protetta totale con quella che riguarda solo le spiagge (Figura 3, Tabella 1), si rileva come solo in alcune regioni le opere di difesa proteggono una porzione di spiaggia notevolmente superiore al valore complessivo, come nel caso della Liguria e Toscana, ovvero regioni che hanno una porzione limitata di coste occupata da spiagge. Questo può apparire controintuitivo, la costa difesa non riguarda prioritariamente le spiagge, questo perché vanno innanzi tutto considerati diversi tratti di costa rocciosa, quindi naturale, compresa nelle aree che risentono della presenza delle opere, e soprattutto, esistono lunghi tratti di territorio la cui interfaccia con il mare è costituita proprio da costruzioni di vario genere: opere idrauliche, lidi, piazze a mare, soprattutto è composta dalle opere di difesa definite “radenti”, costruite cioè a protezione di altri manufatti o aree ove la spiaggia è completamente assente. I valori di questa componente artificiale sono riportati in Figura 4), dove compare anche una terza componente, minoritaria, definita “fittizia”, dove le opere vanno a influenzare anche tratti come le foci fluviali, le bocche delle lagune o le aree occupate da porti. 

    Da considerare anche che i tratti di costa protetta naturali e legati alle spiagge e quelli artificiale e legati a opere di difesa e alle strutture costruite direttamente a mare non sono direttamente correlati tra loro: un caso esemplare è quello della Liguria, che ha una percentuale elevata di spiagge protette ma anche una gran mole di costa protetta artificiale, a significare l’ingente quantità di opere costruite a preservare e, ove possibile, addirittura aumentare gli spazi a disposizione prospicenti al mare.

    L’azione di protezione non si è mai arrestata e, a salvaguardia di spiagge in crisi, tra il 2006 e il 2020, sono stati eseguiti numerosi interventi di manutenzione e di rafforzamento dei sistemi di protezione rigida in funzione e sono state realizzate opere di difesa aggiuntive alle preesistenti per proteggere ulteriori 200 km circa di costa (Tabella 2). 

    Più in generale, potendo raffrontare i dati delle elaborazioni realizzate per il 2000, per il 2006 e per il 2020, la costa protetta cresce tra il 2000 e il 2020 di 342 km, passando dal14,3% e al 18,2%.

    Tra le molteplici soluzioni di protezione adottate è emerso che tra il 2006 e il 2020 ancora più di 65 km di costa sono stati protetti con opere radenti, ossia muri e massicciate realizzati a ridosso della linea di riva con lo scopo di rinforzare il profilo costiero; si tratta di opere di protezione dal forte impatto sull’ambiente costiero e a cui si ricorre nei casi più gravi per difendere il territorio e le infrastrutture retrostanti fortemente aggrediti dall’azione del moto ondoso.

    In generale, tutti i valori regionali risultano in crescita, anche quelli delle regioni che già possiedono le maggiori percentuali di costa protetta, come le Marche o l’Abruzzo. I due casi che appaiono in leggera controtendenza possiedono in effetti una condizione stabile ma con il cambiamento di caratterizzazione di alcune foci armate fluviali in porti canale (Emilia-Romagna) e che quindi non vengono più computate nel novero delle opere di difesa, mentre nel caso della costa molisana la lunghezza dei tratti difesi è di nuovo stabile, ma i tratti protetti appaiono leggermente diminuiti, meno di un km  di differenza a causa della variazione della morfologia costiera in questi anni.

    Gli incrementi più imponenti di tratti protetti da opere di difesa rigida si registrano in Calabria, con ulteriori 55 km di costa protetta, in Sicilia (37,7 km), nel Lazio (24,2 km) e in Campania (23,7 km) (Tabella 2).

    Caso estremo risulta quello della Basilicata, dove un primo importante intervento è stato realizzato negli ultimi anni quale azione di contrasto al grave arretramento della costa ionica; in questo caso l’incremento relativo appare fuori scala rispetto alle altre regioni (+2.030% nel ventennio) proprio in virtù del fatto che la costa protetta nel 2000 appariva quasi inesistente.

    Allegati
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    Figura 1: Percentuale regionale di costa protetta al 2020

    Fonte

    ISPRA

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    Tabella 1: Lunghezza della costa regionale, della spiagge e delle relative componenti protette, anche divise per tipo (2000-2006-2020)

    Fonte

    ISPRA

    Legenda

    I tratti di costa analizzati sono stati selezionati per risultare confrontabili nella serie temporale, per questo motivo i valori 2000 e 2006 per le regioni Veneto ed Emilia-Romagna appaiono leggermente diversi a quelli pubblicati

    Titolo

    Tabella 2: Variazioni della lunghezza e della percentuale di costa protetta e incremento relativo per gli anni 2000-2006, 2006-2020 e 2000-2020

    Fonte

    ISPRA

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    Figura 2: Lunghezza della costa e della sua frazione protetta, della componente spiagge e della sua frazione protetta (2020)

    Fonte

    ISPRA

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    Figura 3: Quota di costa protetta e quota della componente spiagge protette (2020)

    Fonte

    ISPRA

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    Figura 4: Lunghezza della costa protetta divisa per componente naturale, artificiale e per tratti fittizi

    Fonte

    ISPRA

    Italian