CONSISTENZA E LIVELLO DI MINACCIA DI SPECIE VEGETALI
Data aggiornamento scheda:L’Italia ospita un patrimonio floristico di grande rilievo per ricchezza di specie e sottospecie (2.815 licheni, 1.209 briofite e 8.241 entità vascolari native) e per valore biogeografico. Secondo i dati aggiornati all’aprile 2024, il 20,65 % delle 8.241 entità della flora vascolare italiana (pari a 1.702 entità) è endemica, ovvero esclusiva del nostro territorio, e di queste, 1.128 sono anche esclusive regionali, cioè con areale ristretto a una sola regione. L’indicatore mostra anche lo stato di rischio IUCN della nostra flora per un contingente di 2.430 entità vascolari (che rappresentano il 29,5% della flora vascolare italiana), per le quali sono identificate anche le pressioni prevalenti. Purtroppo, lo stato di conservazione non può essere considerato soddisfacente poiché delle 2.430 entità vascolari valutate dalle Liste Rosse italiane il 2,2% (pari a 54 entità) sono estinte o probabilmente estinte e il 24,3% (590 entità) è a rischio di estinzione. Le pressioni antropiche correlate ai cambiamenti di uso del suolo continuano ad agire sul nostro territorio e rappresentano uno dei maggiori driver del rischio di estinzione delle specie vegetali. La Lista Rossa della flora vascolare indica tra le pressioni più rilevanti le modifiche dei sistemi naturali (il 39% dei 2.430 taxa valutati sono soggetti a questa forma di pressione), lo sviluppo agricolo (27%) e residenziale (27%) e il disturbo antropico diretto sugli ambienti naturali (20%).
CONSUMO DI SUOLO IN AREE PROTETTE
Data aggiornamento scheda:All’interno delle aree incluse nell'EUAP (Elenco Ufficiale Aree Protette), il suolo consumato nel 2023 è pari a 58.601ettari totali (1,9% del territorio protetto). Il consumo di suolo avvenuto tra il 2022 e il 2023 è di quasi 70 ettari. I valori più elevati si raggiungono in Campania (3,8%) e in Veneto (3,2%), le uniche regioni a superare la soglia del 3% di territorio consumato in area protetta. Complessivamente tra il 2006 e il 2023 all’interno delle aree protette italiane si sono persi 1.767 ettari.
CONTROLLI CITES
Data aggiornamento scheda:Vengono analizzati numero ed esito dei controlli effettuati negli ultimi 14 anni (2010-2023) per verificare il rispetto della Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES - Convention on International Trade in Endangered Species of wild fauna and flora). L’indicatore mostra la crescita del numero di illeciti negli ultimi anni. Negli ultimi 6 anni (2018-2023) gli illeciti totali sono passati da una media di 769, ai 299 dei 6 anni precedenti (2012-2017). Nel 2023 sono stati eseguiti 4.063 accertamenti, rilevando 769 illeciti totali, di cui 483 amministrativi e 286 penali, e sanzionando un importo pari a 1.471.412 euro per illeciti amministrativi.
DEFOGLIAZIONE DELLA CHIOMA DI SPECIE FORESTALI
Data aggiornamento scheda:I valori di defogliazione indicano il livello di resilienza o di suscettività delle specie all’impatto causato da deposizioni atmosferiche e inquinanti gassosi. I dati rilevati negli ultimi 27 anni (1997-2023) mostrano un andamento altalenante fino al 2020, con anni di attenuazione e anni di crescita del fenomeno e una maggiore sensibilità delle latifoglie. Nell’ultimo triennio (2021-2023), invece, è stato registrato un peggioramento del fenomeno, con valori di defogliazione molto alti, mai raggiunti prima. Tali valori, superiori al 40% nel 2021 e 2022, nel 2023 hanno raggiunto il 45% sia nelle latifoglie, sia nelle aghifoglie; sembra pertanto prefigurarsi un trend di peggioramento, che andrà confermato sulla base delle rilevazioni dei prossimi anni.
DIFFUSIONE DI SPECIE ALLOCTONE ANIMALI E VEGETALI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce un quadro dell'attuale presenza in Italia delle specie alloctone animali e vegetali, attraverso la loro consistenza numerica, mostrando i trend di introduzione nel territorio nazionale nell'ultimo secolo, il tasso medio annuo di introduzione (numero medio di nuove specie alloctone introdotte ogni anno), i vettori di ingresso (secondo le categorie CBD) e la distribuzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Il numero di specie alloctone in Italia è in progressivo e costante aumento. Sulla base dei dati attualmente disponibili le specie esotiche introdotte nel nostro Paese sono state quasi 3.800, di cui 3.659 attualmente presenti sul territorio. Il numero medio di specie introdotte per anno è aumentato in modo esponenziale nel tempo, passando da 6 specie/anno degli anni ’70, a 16 specie/anno nello scorso decennio, per arrivare alle quasi 30 specie/anno nel decennio in corso. Anche l’andamento del numero cumulato di specie introdotte in Italia a partire dal 1900 conferma questo andamento esponenziale, con un aumento in 120 anni di oltre il 500%.
ENTITÀ DEGLI INCENDI BOSCHIVI
Data aggiornamento scheda:Il fenomeno degli incendi boschivi, analizzato sulla base dei dati raccolti dal 1970 al 2023 dal Corpo Forestale dello Stato, ora CUFA dell'Arma dei Carabinieri, presenta un andamento altalenante, con anni di picco (1993, 2007, 2017, 2021) che si alternano ad anni di attenuazione (2013, 2014, 2018). La presenza degli incendi all’interno delle Aree Protette è alta, con valori eccezionalmente elevati in alcune annate, come il 2021 o il 2022, in cui sono stati percorsi dal fuoco, rispettivamente 26.507 e 11.101 ettari. Molto alta l’incidenza degli incendi di origine volontaria, che rappresentano circa la metà degli eventi registrati, arrivando in alcuni anni a superare il 60% (2012, 2014, 2015, 2016, 2020).
FRAMMENTAZIONE DEL TERRITORIO NATURALE E AGRICOLO
Data aggiornamento scheda:La frammentazione del territorio è il processo che genera una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e seminaturali e un aumento del loro isolamento. Tale processo, responsabile della trasformazione di patch di territorio di grandi dimensioni in parti di territorio di minor estensione e più isolate, è frutto principalmente dei fenomeni di espansione urbana che si attuano secondo forme più o meno sostenibili e dello sviluppo della rete infrastrutturale volta a migliorare il collegamento delle aree urbanizzate mediante opere lineari. Il 42,34% del territorio nazionale risulta nel 2023 classificato a elevata e molto elevata frammentazione. Le regioni con maggior superficie a frammentazione molto elevata sono Veneto (39,98%), Lombardia (33,57%), Emilia-Romagna (25,87%) e Campania (25,69%). Tale dato conferma la stretta corrispondenza tra frammentazione e densità di urbanizzazione.
INDICE DI COPERTURA VEGETALE MONTANA (MOUNTAIN GREEN COVER INDEX)
Data aggiornamento scheda:L’indice valuta la percentuale di copertura vegetale in aree montane, definite in accordo con le sei classi altimetriche con quote superiori a 300 m s.l.m. proposte dalla FAO nel 2015 (UNEP- WCMC). Il dato è espresso in termini di superficie vegetale montana totale e con riferimento alla distinzione tra superfici naturali e superfici agricole.
Dall’analisi emerge una significativa presenza di aree vegetate soprattutto nelle classi 5 e 6, ossia tra 300 e 1.500 m s.l.m. I cambiamenti riscontrati sono per la maggior parte associabili a una riduzione delle aree vegetate, mentre si registrano degli aumenti nelle fasce a quota maggiore, con un massimo di poco più di 1.800 ettari in Veneto e di poco superiore ai 1.000 ettari in Lombardia. Significativi anche gli aumenti di copertura vegetale montana nelle Marche e in Toscana, che, insieme a Lombardia e Veneto, sono le uniche regioni a mostrare un aumento complessivo di aree verdi montane, al netto delle riduzioni.
SPESA PRIMARIA PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE, USO E GESTIONE DELLE RISORSE NATURALI IN RIFERIMENTO ALLA BIODIVERSITA'
Data aggiornamento scheda:Nel 2022, la spesa primaria per l’ambiente in Italia è aumentata del 163% rispetto al 2021, riflettendo un maggiore interesse politico per le questioni ambientali. Tuttavia, l’incidenza dei settori chiave (protezione della biodiversità e del paesaggio, gestione delle foreste e della fauna selvatica) sul totale della spesa ambientale è calata dal 9,1% al 4,2%. Nonostante un incremento delle risorse disponibili, la capacità di spesa varia tra i settori, con coefficienti che vanno dall’88,5% per la biodiversità al 69,1% per la gestione forestale. Questo andamento sottolinea la necessità di ottimizzare gli investimenti per garantire la tutela del patrimonio naturale, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE SPECIE TUTELATE DALLA DIRETTIVA UCCELLI (2009/147/CE)
Data aggiornamento scheda:L’indicatore fornisce un quadro nazionale sullo stato di conservazione delle 268 specie di uccelli nidificanti valutate nel processo di rendicontazione ex art.12 della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Tra queste, sono incluse le specie di interesse comunitario elencate negli Allegati I e II della Direttiva, nonché quelle specie che giustificano la designazione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS). Il risultato dell’indicatore a livello nazionale vede un aumento dal 51% (ciclo di rendicontazione 2007-2012) a 56% (ciclo rendicontazione 2013-2018) di specie con uno stato di conservazione favorevole sul totale delle specie. Tale incremento non ha consentito comunque di soddisfare l’obiettivo posto dalla Strategia per la Biodiversità 2020 dell’Unione Europea (76%). Lo stato di conservazione dell'avifauna italiana nidificante può essere, inoltre, valutato attraverso i trend di popolazione a breve termine, che riflettono i processi in atto nell'ultimo decennio: il 46% delle specie presenta un incremento di popolazione o stabilità demografica, mentre quasi un quarto delle specie risulta in decremento (il restante 33% presenta un andamento di popolazione sconosciuto). Per ciò che concerne, invece, i trend a breve termine dell’estensione d'areale di distribuzione, la frequenza delle specie in diminuzione è minore, poiché solo i casi di declino più marcato portano anche a contrazioni di areale: il 21% delle specie mostra una riduzione di areale, mentre il restante 79% presenta un trend di areale stabile o in aumento.
STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI DI UCCELLI MIGRATORI
Data aggiornamento scheda:L'indicatore fornisce un quadro dello stato di salute delle popolazioni di uccelli passeriformi migratori comuni in Europa attraverso una valutazione della resilienza delle specie migratrici al cambiamento climatico. L’aumento delle temperature primaverili dovute al riscaldamento globale comporta un anticipo stagionale dell’attività vegetativa e quindi del picco di presenza di insetti. Di conseguenza, se i migratori non anticipano in ugual misura l’arrivo ai siti riproduttivi non trovano abbondanza di prede nel momento in cui devono alimentare i pulcini. Un mancato anticipo della data di migrazione si traduce quindi in una bassa resilienza delle popolazioni migratrici ai cambiamenti climatici, con effetti negativi sulla loro sopravvivenza. Viene quindi analizzatala la variazione temporale della data di arrivo dei passeriformi migratori presso i siti di sosta utilizzati dopo l’attraversamento del Sahara e del Mar Mediterraneo durante il viaggio primaverile dall’Africa verso i siti riproduttivi europei. Sulla base dell’analisi della data di migrazione di 10 specie di uccelli contattate in 26 stazioni di inanellamento aderenti al Progetto Piccole Isole di ISPRA nel periodo 1988-2023 (36 anni), si rileva che il 40% delle specie prese in considerazione mostra un anticipo della data di migrazione troppo lento (di circa 1 giorno ogni 7+ anni) per essere definito sufficiente a contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
RETE NATURA 2000
Data aggiornamento scheda:La Rete Natura 2000 è costituita in Italia da 2.646 siti, per una superficie totale, al netto delle sovrapposizioni, di 5.845.078 ettari a terra pari al 19,4% del territorio nazionale e una superficie a mare di 2.301.047 ettari pari al 6,4% delle acque (dati aggiornati al dicembre 2023). Sono state designate complessivamente 643 ZPS e 2.364 SIC-ZSC (di cui 361 sono SIC-ZSC coincidenti con ZPS). Nel dicembre 2022 i siti erano 2.639 con un aumento di 7 unità nell’ultimo anno e un incremento di superficie di 163 ettari a terra e 229.358 ettari a mare. Le percentuali di copertura della Rete Natura 2000 sono eterogenee nelle regioni e province autonome, oscillando dal 12% al 36% a terra e da valori inferiori all’1% al 30% a mare. La copertura della Rete a livello nazionale è importante anche in relazione ai target della Strategia europea per la Biodiversità al 2030 (SEB2030) che chiede di ampliare nell'UE le zone protette arrivando almeno al 30% della superficie terrestre e al 30% delle aree marine. Al target SEB2030 contribuiscono tutte le aree sottoposte a forme di tutela quali siti N2000, Parchi Nazionali, Regionali e altre aree protette. In ambito regionale l’Abruzzo o la Valle d’Aosta raggiungono il target SEB2030 con i siti N2000 che coprono rispettivamente il 36% e il 30% del loro territorio, mentre si avvicinano al target la provincia autonoma di Trento (28%), il Molise (27%), la Campania (27%) e la Liguria (26%). Le percentuali di tutela dei siti N2000 a mare sono più basse, solo la Puglia (30%) e la Toscana (27%) hanno livelli di protezione prossimi al target.
SUPERFICI DI ECOSISTEMI FORESTALI PERCORSE DA INCENDI: STATO E VARIAZIONI
Data aggiornamento scheda:L’indicatore prende in esame la serie di dati relativi alla superficie forestale percorsa da grandi incendi su scala nazionale, regionale e nelle aree protette nel periodo tra il 2018 e il 2023. La distribuzione e l’estensione delle superfici forestali percorse da incendi mostra una rilevante variabilità annuale. Il 2023 è l’anno peggiore dopo il 2021, che pure è stato un anno eccezionale, in termini di superfici forestali colpite da incendi nella serie storica analizzata, e sempre durante il 2023 le regioni maggiormente colpite risultano la Sicilia (10.080 ha) e la Calabria (2.987 ha), che insieme rappresentano l’83% della superficie forestale a livello nazionale colpita da incendi.
Le classi forestali che risultano maggiormente colpite sono le latifoglie sempreverdi (es. leccete e macchia mediterranea), seguite in misura molto inferiore dalle latifoglie decidue (es. quercete e faggete) e dalle conifere (es. pinete, abetaie e lariceti).
Pur considerando la brevità della serie storica, l’analisi mediante regressione lineare della serie dei dati di copertura forestale nazionale percorsa da incendio mostra un trend in aumento.
È stato calcolato un trend in aumento statisticamente significativo anche per le regioni Sicilia, Calabria, Puglia e Valle d’Aosta nel periodo considerato. Il trend positivo è stato anche osservato per le Riserve Naturali Regionali, e quelle incluse nelle Zone a Protezione Speciale e Zone Speciali di Conservazione della Rete Natura 2000.
SUPERFICIE NAZIONALE PROTETTA TERRESTRE E MARINA
Data aggiornamento scheda:La Commissione europea ha adottato la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 (SEB 2030, COM(2020) 380 final) che tra i suoi obiettivi chiede agli Stati membri di proteggere almeno il 30% di territorio nazionale e il 30% dei mari e che almeno un terzo di queste zone sia rigorosamente protetto. Tali obiettivi sono ripresi nella Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 (SNB 2030).
L’indicatore integra i dati spaziali relativi ai principali sistemi di aree di tutela della biodiversità esistenti nel nostro Paese (aree protette e Rete Natura2000), e calcola la superficie italiana attualmente tutelata a terra e a mare, ne valuta la variazione dal 1991 al 2023 e mostra la distanza tra la percentuale di superficie terrestre e marina protetta e il target del 30% posto dalla SEB 2030. I dati utilizzati per calcolare l’estensione della superficie protetta sono CDDA e nella banca dati Natura2000; non sono incluse le Other Effective Area-based conservation Measures (OECM) , poiché non sono state ancora definite le tipologie di aree che possano rientrarvi.
La copertura nazionale di superficie protetta, al netto delle sovrapposizioni tra aree protette e siti Natura2000, ad oggi è di circa 4.068.476 ettari a mare, pari all’11,62% delle acque territoriali e ZPE (Zona di Protezione Ecologica) italiane, e di circa 6.532.341 a terra, pari al 21,68% del territorio italiano. L’estensione delle aree di sovrapposizione, ovvero di quelle aree che rientrano sia in un’area protetta sia in un sito Natura2000, è aumentata nel tempo arrivando, nel 2023, a 862.631 ettari a mare e 2.447.046 a terra. I trend mostrano che la percentuale nazionale di superficie protetta si è stabilizzata a partire dal 2006 per il mare e dal 2011 per la parte terrestre. Per il raggiungimento dell’obiettivo del 30% fissato dalla SEB 2030 esiste dunque uno scarto di un ulteriore 18% circa di superficie marina da sottoporre a tutela (pari a circa 6.600.000 ettari) e di un 8% di superficie terrestre (pari a circa 2.500.000 ettari).
AREE PROTETTE MARINE
Data aggiornamento scheda:Il numero delle aree e la superficie marina protetta sono cresciuti costantemente nel tempo.
Attualmente in Italia sono presenti 39 Aree Protette Marine (APM), istituite in 10 regioni italiane; di queste, 29 sono Aree Marine Protette (AMP).
La Sicilia e la Sardegna sono le regioni in cui ricadono la maggior parte di aree protette marine sia in termini numerici, che di superficie marina protetta.
Tra il 2012 ed il 2019 a livello nazionale la superficie delle APM è aumentata dell’1,9%, grazie all’istituzione nel 2018 delle 2 Aree Marine Protette di Capo Testa - Punta Falcone in Sardegna e di Capo Milazzo in Sicilia.
AREE PROTETTE TERRESTRI
Data aggiornamento scheda:In Italia, ad oggi, sono state istituite 843 aree protette terrestri (e terrestri con parte a mare) per una superficie protetta di oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie terrestre nazionale. Analizzando la serie storica (1922-2019) è possibile apprezzare, soprattutto a partire da metà anni '70, andamenti positivi in termini di aumento nel numero e nella superficie delle aree naturali protette terrestri, mentre dagli anni 2008-2009 si assiste a una certa stabilizzazione dei trend di crescita.
CONSISTENZA E LIVELLO DI MINACCIA DI SPECIE ANIMALI
Data aggiornamento scheda:La fauna italiana è stimata in oltre 58.000 specie e il numero totale arriva a circa 60.000 taxa se si considerano anche le sottospecie. Questa ricchezza è però minacciata, come mostrano le valutazioni IUCN e le tendenze demografiche delle popolazioni. Delle 672 specie di vertebrati italiani (576 terrestri e 96 marine), 6 sono estinte in Italia e 161 sono minacciate di estinzione (pari al 28% delle specie valutate). I diversi gruppi di vertebrati mostrano percentuali di rischio variabili: 2% nei pesci ossei marini, 19% nei rettili, 21% nei pesci cartilaginei, 23% nei mammiferi, 36% negli anfibi, fino al 48% nei pesci ossei di acqua dolce (considerando le categorie CR+EN+VU). Inoltre le popolazioni di vertebrati terrestri e marini sono complessivamente in declino, rispettivamente per il 27% e 22%.
Gli uccelli nidificanti sono l’unico gruppo per il quale sono state realizzate due valutazioni IUCN, a distanza di 7 anni. Delle 278 specie valutate nell’ultima valutazione del 2019, 5 sono estinte e 67 minacciate (erano 76 nel 2013), pari al 26% delle specie valutate. La metà delle specie di uccelli nidificanti italiani non è a rischio di estinzione imminente.
Tra gli invertebrati sono minacciati di estinzione il 9% dei coralli, l’11% delle libellule, il 21% dei coleotteri saproxilici, il 6% delle farfalle e l’11% degli apoidei valutati. Anche per gli invertebrati si rilevano trend preoccupanti, ad esempio la percentuale di popolazioni di libellule in declino è pari al 16% del totale, 5 volte maggiore di quelle in aumento.
DISTRIBUZIONE DEL VALORE ECOLOGICO SECONDO CARTA DELLA NATURA
Data aggiornamento scheda:L'indicatore, basato sulle elaborazioni prodotte nell’ambito del progetto Carta della Natura, mostra la distribuzione del Valore Ecologico nel territorio di 16 regioni italiane, fornendone una rappresentazione fondata su una suddivisione in classi. Il Valore Ecologico è inteso come sinonimo di pregio naturale ed è calcolato, a partire dalle carte degli habitat regionali, per ogni poligono cartografato, con esclusione dei poligoni riferiti agli ambienti costruiti, totalmente cementificati. L’indicatore fornisce un quadro del mosaico ambientale nei diversi ambiti regionali, dal quale si evidenziano le aree di maggior pregio, anche in riferimento al loro stato di protezione. Le elaborazioni mostrano la percentuale di protezione di ogni territorio regionale e la composizione, in termini di Valore Ecologico, delle aree protette e di quelle esterne a esse. Il sistema delle aree protette (aree EUAP, siti Natura 2000 e aree Ramsar) interessa in media meno del 24% del territorio nelle 16 regioni esaminate, superando il 30% solo in Abruzzo, Campania e Valle d’Aosta. È emersa una buona rispondenza tra le aree protette e i territori caratterizzati dalle classi di Valore Ecologico più alto, con una copertura media del 49,4%; ne rimangono però fuori porzioni significative, variabili da regione a regione, con possibilità di individuare nuove aree da proteggere.
PRESSIONE ANTROPICA IN ZONE UMIDE D'IMPORTANZA INTERNAZIONALE
Data aggiornamento scheda:Su gran parte delle aree Ramsar italiane insistono forme di pressione antropica connesse sia alla presenza di insediamenti e infrastrutture, sia all’attività agricola. Le aree agricole in 45 casi su 65 occupano oltre la metà del territorio dell’area Ramsar. Le aree urbanizzate e le infrastrutture pur avendo un’estensione più ridotta, contribuiscono alla pressione cui sono soggette le aree Ramsar, infatti, circa un quarto sono interessate da un livello di pressione da urbanizzazione alta o molto alta. All’interno delle classi III (pressione di entità alta) e IV (entità molto alta) ricade il 68% del totale delle zone umide, sottolineando le condizioni di precario equilibrio in cui si trovano questi ambienti. Solo il 15% delle aree rientra nella classe I (pressione bassa) e il 17% in classe II (pressioni media).
RICCHEZZA ED ABBONDANZA RELATIVE DEGLI UCCELLI IN ITALIA
Data aggiornamento scheda:L'indicatore contribuisce a misurare l'abbondanza e la ricchezza del popolamento ornitico in Italia, nel corso dell'anno, descritte sulla base di dati di inanellamento, al fine di delineare il ruolo dell'Italia nel contesto della distribuzione spazio-temporale dell'avifauna europea. I dati 2019-2020 confermano l'assoluta rilevanza dell'Italia quale rotta di migrazione di grande importanza tra Europa e Africa, e contribuiscono a definire i periodi critici per le specie utili a fini conservazionistici e gestionali.
SOVRAPPOSIZIONE AREE TUTELATE TERRESTRI CON KEY BIODIVERSITY AREAS
Data aggiornamento scheda:Al fine di valutare quanto le aree protette siano state designate secondo criteri scientifici ovvero includendo aree ecologicamente rappresentative (Margules & Pressey, 2000; Maxwell et al., 2020), è stata calcolata la sovrapposizione delle superfici terrestri sottoposte a tutela nel nostro Paese, ovvero le aree protette incluse nel CDDA (Common Database on Designated Areas dell’Europa che include l’EUAP e le aree protette istituite a livello nazionale dal 2010) e nella Rete Natura2000, con le Key Biodiversity Areas (KBA, IUCN, 2016). Queste ultime individuano zone importanti per la tutela della biodiversità e, nel documento di indirizzo della Commissione europea per il raggiungimento del target del 30% (Criteria and guidance for protected areas designations, Bruxelles 28/1/2022), sono indicate fra quelle da considerare per l’individuazione delle aree da sottoporre a tutela. L’indicatore corrisponde a quello utilizzato a livello internazionale per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) al 2030 (SO4-3.T1: National estimates of the average proportion of Terrestrial KBAs covered by protected areas in %).
Dai risultati emerge che la copertura nazionale di superficie protetta terrestre, al netto delle sovrapposizioni tra aree protette del CDDA e i siti Natura2000, risulta sovrapposta per il 75,20% con la superficie delle KBA individuate a livello nazionale, indicando quindi, in linea generale, una discreta inclusione delle aree importanti per la biodiversità.
STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT TERRESTRI DI DIRETTIVA 92/43/CEE
Data aggiornamento scheda:La Direttiva Habitat (92/43/CEE) rappresenta uno dei principali pilastri della politica comunitaria per la conservazione della natura. L’indicatore si basa sui dati forniti dall’Italia per il reporting periodico richiesto agli Stati membri dall’art. 17 della Direttiva. La scheda contiene una sintesi generale del IV Report italiano, riferito ai dati dei monitoraggi effettuati dalle regioni e dalle province autonome nel periodo 2013-2018. In particolare, si evidenzia lo stato di conservazione complessivo riscontrato per gli habitat terrestri e delle acque interne presenti sul territorio nazionale e la ripartizione dello stato di conservazione nelle regioni biogeografiche italiane. Viene inoltre mostrato il numero di valutazioni da effettuare dalle singole regioni e arovince autonome per il monitoraggio degli habitat al fine di fornire quantificazione dell'intensità di lavoro prevedibile. La tendenza rispetto al precedente ciclo di rendicontazione risulta negativa con una diminuzione delle valutazioni favorevoli. Attualmente sono in stato di conservazione favorevole solo l’8% dei casi a fronte del 49% di valutazioni di stato inadeguato e del 40% di valutazione di stato cattivo. Si rileva pertanto una situazione generale problematica, che allontana, ancor di più rispetto al passato, il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLE SPECIE DI DIRETTIVA 92/43/CEE
Data aggiornamento scheda:L'indicatore illustra lo stato di conservazione e le tendenze delle specie italiane tutelate dalla Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) ed è basato sui risultati di sintesi del IV report italiano riferito al periodo 2013-2018 e consegnato alla Commissione Europea nel 2019, relativi a un totale di 349 specie (232 specie animali e 117 specie vegetali) di interesse comunitario presenti sul nostro territorio e nei nostri mari. Nel IV report sono state prodotte complessivamente 337 mappe di distribuzione e 619 schede di reporting (una per ciascuna specie in ogni regione biogeografica di presenza). Le valutazioni del 2019 mostrano che sono in stato di conservazione (SC) sfavorevole (inadeguato o cattivo) oltre la metà delle specie terrestri e delle acque interne, il 54% della flora e il 53% della fauna, e il 22% delle specie valutate in ambito marino. Dal confronto tra i due ultimi periodi di reporting (2007-2012 e 2013-2018), non si rilevano miglioramenti dello SC delle specie, unico segnale positivo è l’aumento delle conoscenze, con una diminuzione dei casi con SC sconosciuto. L’indicatore mostra l’urgente necessità di un maggiore impegno per la conservazione delle specie tutelate dalla Direttiva Habitat, anche in relazione al target della nuova Strategia Europea per la Biodiversità, che stabilisce che almeno il 30% di specie e habitat in SC sfavorevole migliori il suo stato entro il 2030 o mostri almeno un trend di miglioramento.
ZONE UMIDE D'IMPORTANZA INTERNAZIONALE
Data aggiornamento scheda:Le zone umide italiane ad oggi inserite nell’elenco ufficiale dei siti della Convenzione di Ramsar sono 57, per un totale di 72.288 ettari. Inoltre sono stati emanati nel 2011, 2013 e 2016 tre Decreti Ministeriali per l’istituzione di ulteriori 9 aree. Complessivamente i 66 siti Ramsar italiani (57 designati e 9 in via di designazione) sono distribuiti in 15 regioni e coprono 79.826 ettari. Le regioni con aree più estese e più numerose sono l'Emilia-Romagna (10 aree pari a 23.112 ha), la Toscana (11 aree, 19.306 ha) e la Sardegna (9 aree, 13.308 ha). Non è sufficientemente noto il livello di attuazione degli strumenti di tutela e di gestione di queste aree, necessari per garantire la conservazione di habitat, flora e fauna.