SORGENTI CONTROLLATE E PERCENTUALE DI QUESTE PER CUI SI È RISCONTRATO ALMENO UN SUPERAMENTO DEI LIMITI

    Descrizione 1
    Data aggiornamento scheda
    Autori

    Gabriele Bellabarba, Francesca Sacchetti

    Abstract
    Immagine
    Abstract

    Il rumore prodotto dai trasporti, dalle industrie e da altre attività antropiche costituisce uno dei principali problemi ambientali e può provocare diversi disturbi alla popolazione. Per il contenimento dell'inquinamento acustico e quindi la regolamentazione delle sorgenti di rumore, la normativa nazionale sul rumore (LQ 447/95 e decreti attuativi) ha definito, per le diverse tipologie di sorgenti, i valori limite, distinti in limiti per l'ambiente esterno (assoluti di immissione e di emissione), in relazione a quanto disposto dalla classificazione acustica del territorio comunale, e in limiti all'interno degli ambienti abitativi (limiti differenziali di immissione). L'indicatore descrive l'attività di controllo con misurazioni del rispetto dei valori limite vigenti, in ambiente esterno e/o all'interno degli ambienti abitativi, effettuata dalle ARPA/APPA, con distinzione fra le diverse tipologie di sorgenti (attività produttive, attività di servizio e/o commerciali, cantieri e manifestazioni temporanee, infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali). Le sorgenti maggiormente controllate risultano, anche per il 2023, le attività di servizio e/o commerciali (57,3% sul totale delle sorgenti controllate), seguite dalle attività produttive (31,5%). Tra le infrastrutture di trasporto, che rappresentano il 7,1% delle sorgenti controllate, le strade sono quelle più controllate (5,2%).

    Descrizione

    L'indicatore evidenzia quali sorgenti di rumore risultano maggiormente controllate da parte delle ARPA/APPA e in che misura presentano situazioni di non conformità, attraverso la definizione della percentuale di sorgenti controllate per le quali è stato riscontrato almeno un superamento dei valori limite fissati dalla normativa.

    Scopo

    Valutare in termini qualitativi e quantitativi l'inquinamento acustico prodotto dalle diverse tipologie di sorgenti di rumore.

    Rilevanza
    È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
    È in grado di descrivere la tendenza senza necessariamente fornire una valutazione della stessa.
    È semplice, facile da interpretare.
    Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull'ambiente e delle risposte della società.
    Solidità
    È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
    È ben fondato sul piano tecnico e scientifico.
    Presenta affidabilità e attendibilità dei metodi di misurazione e raccolta dei dati
    Comparabilità nel tempo
    Comparabilità nello spazio
    Misurabilità (dati)
    Adeguatamente documentati e di fonte nota
    Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
    Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
    Un’ “adeguata” copertura spaziale
    Un’ “idonea” copertura temporale
    Principali riferimenti normativi e obiettivi

    Nella Tabella C del DPCM 14/11/97 sono individuati i valori limite assoluti di immissione, in funzione delle sei classi acustiche del territorio (I - VI) e dei periodi di riferimento della giornata, diurno (06:00 - 22:00) e notturno (22:00 - 06:00). I valori limite assoluti di immissione sono definiti come i livelli massimi di rumore che possono essere immessi dall'insieme delle sorgenti nell'ambiente esterno, misurati in prossimità dei ricettori. I valori limite di emissione, riferiti invece alle singole sorgenti sonore, sono strutturati in modo del tutto simile a quelli di immissione, ma sono inferiori di 5 dBA. Nel decreto vengono altresì fissati i valori limite differenziali di immissione, che si applicano all'interno degli ambienti abitativi; il criterio differenziale impone nel periodo diurno il rispetto della differenza di 5 dBA tra il rumore ambientale (rumore con presenza della specifica sorgente disturbante) e il rumore residuo (rumore in assenza della specifica sorgente disturbante), differenza che si riduce a 3 dBA durante il periodo notturno; tale criterio non si applica nelle aree di classe VI e alla rumorosità prodotta dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime, da attività o comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali, da servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti a uso comune, limitatamente al disturbo prodotto all'interno dello stesso. Nei comuni in cui non è stato approvato un Piano di classificazione acustica valgono, in via transitoria, i limiti individuati dal DPCM 1 marzo 1991. Per le infrastrutture di trasporto i valori limite di immissione sono fissati con specifici decreti attuativi all’interno delle fasce di pertinenza delle infrastrutture, mentre all'esterno delle stesse, le infrastrutture di trasporto concorrono al raggiungimento dei valori limite assoluti di immissione di cui alla Tabella C del DPCM 14/11/1997, definiti sul territorio dai comuni nei propri Piani di classificazione acustica. Ad oggi sono stati emanati i seguenti decreti: DM 31/10/97 per il rumore aeroportuale, DPR 18/11/98 n. 459 per il rumore ferroviario e DPR 30/03/2004 n. 142 per il rumore stradale; mentre non è stato ancora emanato il decreto che individua limiti per le infrastrutture portuali (in assenza dei quali valgono i limiti previsti dalla classificazione acustica del territorio).

    DPSIR
    Stato
    Tipologia indicatore
    Descrittivo (A)
    Riferimenti bibliografici

    -

    Limitazioni

    I dati raccolti sono relativi unicamente alle attività di controllo effettuate dalle ARPA/APPA attraverso misurazioni fonometriche.

    Ulteriori azioni

    -

    Frequenza di rilevazione dei dati
    Annuale
    Data source
    Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell'Ambiente
    ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
    Accessibilità dei dati di base

    I dati utilizzati per l'elaborazione dell'indicatore sono presenti nella banca dati Osservatorio Rumore, popolabile dai referenti delle ARPA/APPA e consultabile, anche dal pubblico, sul sito https://agentifisici.isprambiente.it/osservatoriorumore_public/home.php

    Copertura spaziale

    Nazionale, Regionale (19/20)

    Copertura temporale

    2000-2003; 2006-2023

    Descrizione della metodologia di elaborazione

    L'indicatore evidenzia la ripartizione percentuale delle sorgenti oggetto di controllo nelle diverse tipologie (attività/infrastrutture) e la percentuale di sorgenti per cui è stato riscontrato un superamento dei limiti normativi, valutata come rapporto del numero di sorgenti controllate per cui si è evidenziato un superamento sul totale delle sorgenti controllate, distinta per tipologia di sorgente. L’indicatore riporta anche il numero di sorgenti controllate su 100.000 abitanti.

    Periodicità di aggiornamento
    Annuale
    Qualità dell'informazione

    L'indicatore è rilevante nel descrivere lo stato dell'ambiente relativamente alla tematica inquinamento acustico. L'attendibilità e l'accuratezza dell'informazione sono buone in quanto la fonte dei dati è affidabile, i dati sono raccolti mediante metodologia omogenea sull'intero territorio nazionale e sono validati, permettendo comparabilità nello spazio e nel tempo. L'indicatore presenta una buona copertura spaziale, in quanto sono raccolti ed elaborati i dati di tutte le regioni/province autonome (per il 2023 non sono disponibili i dati relativi alla regione Sardegna), e una buona copertura temporale, in quanto la serie storica risulta continua dal 2006.

    Stato
    Medio
    Trend
    Negativo
    Valutazione/descrizione dello stato

    Dai dati disponibili, nel 2023 sono state controllate da parte delle ARPA/APPA 1.755 sorgenti di rumore (Tabella 1), di cui 1.626 controllate    a seguito di esposto; nel 53,9% delle sorgenti controllate è stato rilevato almeno un superamento dei limiti normativi, che evidenzia come l'inquinamento acustico sia un problema ambientale rilevante (Figura 4). 
    Analizzando l'incidenza sul territorio nazionale (Figura 3), si evince che sono state controllate 3 sorgenti su 100.000 abitanti; su 1,6 sorgenti controllate (ogni 100.000 abitanti) è stato riscontrato almeno un superamento dei limiti normativi, incidenza di poco superiore a quella riscontrata nel 2022 (1,4 sorgenti controllate con superamento ogni 100.000 abitanti). 
     

    Valutazione/descrizione del trend

    Nel 2023, la percentuale delle sorgenti per le quali si rilevano superamenti dei limiti normativi è significativa (53,9%), superiore a quella riscontrata nel 2022 (+8,5 punti percentuali rispetto al 2022) e negli anni passati (42,7% nel 2021, 37,4% nel 2020, 45,7% nel 2019, 43,5% nel 2018, 32,1% nel 2017, 40,6% nel 2016, 45,9% nel 2015 e 46,3% nel 2014) (Figura 4).

    L'incidenza sul territorio delle sorgenti controllate su 100.000 abitanti nel 2023, pari a 3, è comparabile con quella rilevato nel 2022 (3,1) e di poco superiore a quella rilevata negli anni 2021 e 2020 (2,6), ma inferiore rispetto a quella degli anni passati (3,7 nel 2019, 4,2 nel 2018 e 4,6 nel 2017). 
     

    Commenti

    Anche nel 2023 le attività di servizio e/o commerciali, in linea con quanto riscontrato negli anni passati, sono le sorgenti maggiormente controllate, pari al 57,3%, seguite dalle attività produttive (31,5%). Tra le infrastrutture di trasporto, che rappresentano il 7,1% delle sorgenti controllate, le strade sono le più controllate (5,2% sul totale) (Figura 1). 

    L'attività di controllo viene eseguita principalmente a seguito di segnalazione/esposto da parte dei cittadini, rappresentando nel 2023 globalmente il 92,6% delle sorgenti controllate (1.626). Le attività di servizio e/o commerciali sono anche le sorgenti per le quali si rileva la più elevata percentuale di superamenti dei limiti normativi, pari al 61,8%, seguite dalle attività temporanee (56,3%) e dalle infrastrutture stradali (51,6%); superamenti significativi si riscontrano altresì per le attività produttive (41,4%) (Tabella 2 - Figura 2).

    Nel 2023 si segnala un'incidenza sul territorio nazionale di 3 sorgenti controllate su 100.000 abitanti e per 1,6 sorgenti controllate (ogni 100.000 abitanti) è stato riscontrato almeno un superamento dei limiti normativi. Le regioni in cui l'incidenza delle sorgenti controllate risulta superiore al dato medio nazionale sono: Valle d'Aosta (8,1), Lazio (6,6), Emilia-Romagna (5,1), Umbria (5,0), Calabria (4,9), Basilicata (4,7), Provincia di Trento (4,0), Liguria e Piemonte (3,5) e Abruzzo (3,4); mentre quelle con valori significativamente inferiori sono Puglia (0,5), Bolzano (0,7), Marche (1,3), Molise (1,4) Friuli-Venezia Giulia (1,6), Campania (1,7) e Toscana (1,9 (Figura 3). Non sono pervenuti i dati relativi alla regione Sardegna.

    Allegati
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    Tabella 1: Numero di sorgenti controllate per regione/provincia autonoma

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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    Tabella 2: Percentuale di sorgenti controllate per le quali si è riscontrato un superamento dei limiti (2023)

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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    Figura 1: Percentuale di sorgenti controllate (2023)

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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    Figura 2: Percentuale di superamenti dei valori limite (2023)

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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    Figura 3: Incidenza delle sorgenti controllate e delle sorgenti controllate con superamenti su 100.000 abitanti (2023)

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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    Figura 4: Andamento delle sorgenti controllate e di quelle con superamenti

    Fonte

    Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA

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